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    Quando l’ecoansia si trasforma in impegno

    Alzi la mano chi, dopo quel che è accaduto ad Aurelia, non avrebbe immediatamente mollato. Immaginatevi di essere una ragazza, poco più che ventenne, che per via di quelle paure e quelle pulsioni interne dovute all’inazione per il clima, oppure per l’ecoansia di cui soffre, dopo un lungo percorso finalmente si decide e partecipa alla sua prima azione di Extinction Rebellion: passano pochi minuti, lei sta semplicemente distribuendo volantini e viene subito fermata dalle forze dell’ordine. Si becca un foglio di via dalla città in cui studia e rischia una denuncia: “Sono andata nel panico” dice. In molti, forse, avrebbero deciso di chiuderla lì, di smetterla di inseguire il sogno di poter cambiare le cose. Invece no, Aurelia Cagnazzo, 24 anni, di Latina, non ha mollato:

    Ho trasformato il panico in rabbia e la rabbia in volontà e partecipazione.

    E così oggi è ancora lì, tra le fila di Extinction Rebellion Torino, la città dove da cinque anni studia Lettere e dove vorrebbe per ora continuare a vivere, sempre se un domani non diventerà “una profuga ambientale”, dice con un sorriso a metà, perché in fondo il rischio lo sente davvero.Aurelia, prima ancora di essere una attivista, come si definisce lei stessa è una persona “normale con una vita normale”. Fin da bambina però scalpitava per la necessità di impegnarsi in qualcosa. LEGGI TUTTO

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    Il “bambino degli insetti” che combatte l’ingiustizia

    Forse era il destino: chi, se non “il bambino degli insetti”, si sarebbe potuto battere per un Pianeta malato dove persino i più piccoli animaletti si stanno estinguendo? Gianluca Esposito, 28 anni, la vede un po’ anche così. L’attivismo è una forma di vivere che sente talmente tanto sua, da rinunciare ad altro, pur di portarla avanti. È nato a Martellago, provincia di Venezia, ma negli ultimi anni è in continuo movimento: va dove c’è bisogno di azione, dove può portare un messaggio. LEGGI TUTTO

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    Nauseato dalla politica rinato con l’ambientalismo

    Roberto non voleva saperne assolutamente più nulla. La parte peggiore della sua amata Sicilia – quella di mafie e intimidazioni – l’aveva provato a tal punto che credeva di aver accantonato per sempre il sogno dell’attivismo e della politica. Poi però, quasi a sorpresa, all’alba di una mattina torinese è arrivato un segnale dal cielo: un enorme striscione  col simbolo di Extinction Rebellion appeso a un ponte.

    Roberto Gammeri ha 29 anni ed è un neuroscienziato. È nato a Brolo, un piccolo paese di pescatori proprio di fronte alle isole Eolie, in provincia di Messina.

    Sono cresciuto con i miei genitori tra campagna e mare, il contatto con la natura l’ho avuto fin da subito” racconta, ma “una visione chiara di quanto sta accadendo al mondo l’ho invece maturata solo dopo tanto tempo.

    Ci sono volute nausea e rabbia, lotta alla mafia e scelte difficili, prima di farlo approdare ad Extinction Rebellion e tornare a lottare “per il clima e i diritti”.

    Roberto Gammeri, 29 anni, siciliano. Per l’attività politica legata ai temi sociali e contro la mafia ha avuto minacce e aveva deciso di non farsi coinvolgere più. Oggi è uno dei leader di XR Torino (foto di Karim El Maktafi)  LEGGI TUTTO

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    La non violenza come stile di vita

    Marco è un precursore. Uno di quelli che si esponeva nella lotta alla mafia prima ancora delle bombe e della strage di Capaci. Era fra le fila di chi con la campagna “Oro nero” denunciava già diciassette anni fa la netta correlazione fra le emissioni delle compagnie petrolifere e la crisi del clima. Oppure di coloro che portavano avanti le battaglie ecologiste nella Sicilia dilaniata dagli abusi. Negli anni ha cambiato associazioni e movimenti, ma il suo faro guida è sempre lo stesso.

    La lotta alle ingiustizie attraverso la non violenza. Davanti a ogni ingiustizia, anche climatica, mi chiedo sempre: cosa posso fare io per cambiare le cose?.

    Marco Siino ha 52 anni ed è un attivista di Extinction Rebellion Palermo. Nella sua vita ha studiato Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale a Venezia, ha fatto vari lavori in ambito impiegatizio, nel sociale e fino a poco tempo fa lavorava come caregiver.

    Marco Siino, 52 anni, siciliano. Ha un passato da obiettore di coscienza, animatore di movimenti antimafia e lotte sociali. Ambientalista ante litteram, è diventato un attivista di Extinction Rebellion grazie a un amico (foto di Karim El Maktafi)  LEGGI TUTTO

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    La scintilla è scoccata con l’esempio di Greta

    Marta Maroglio è un vulcano. Ha solo 20 anni, ma la direzione che ha scelto è chiarissima: come fosse lava, intende continuare ad agire giorno dopo giorno, ora dopo ora, per “parlare di clima e coinvolgere sempre più persone nella causa. Io ho la mia convinzione: dobbiamo essere una enorme massa di persone che si batte contro l’inazione alla crisi del clima. Solo così la politica ci ascolterà davvero”. La sua energia, la stessa che mette quando – da climber – si arrampica magari per issare qualche striscione di Extinction Rebellion o per guidare una protesta, è quella che molti altri attivisti riconoscono di lei. Questa forza magmatica che esce da Marta è frutto di un percorso maturato fra i banchi di scuola e poi accelerato grazie alla figura di Greta Thunberg.

    Nata a Piossasco, in provincia di Torino, oggi Marta studia Scienze politiche ambientali nel capoluogo lombardo ed è diventata una attivista di Extinction Rebellion Milano. La sua attenzione per l’ambiente inizia fin da piccola: “Ero interessata alla natura. Amavo la montagna e gli animali ma allora non avevo alcuna consapevolezza a livello climatico”.

    Crescendo a scuola comincia a leggere libri, ad informarsi sul tema. Ma è in seconda superiore che arriva la svolta, che scocca quella scintilla “che mi ha portato ad attivarmi” dice Marta. Ad illuminarla è l’azione di Greta: “Guardavo quei primi scioperi per il clima di questa ragazza che aveva più o meno la mia età e pensavo che stava parlando di temi che non erano abbastanza noti, che avevano bisogno di essere conosciuti”. Così nel 2019 in Marta scatta qualcosa:

    Non mi interessava più solo l’ambiente ma anche il clima, i suoi  problemi e le sue cause. Mi rendevo conto che non se ne parlava molto. Più mi informavo, più tutto mi sembrava grave. Così ho deciso di voler fare la mia parte mentre in me è cominciato a nascere anche un forte senso di preoccupazione. Mi chiedevo perché, se le emissioni continuano a salire, nessuno affronta il problema? Perché nessuno risponde all’allarme?.

    E quelle domande si trasformano in un senso di paura, “di una preoccupazione che potrei definire ecoansia, anche se non posso diagnosticarla da sola” racconta Maroglio che, facendo tesoro di quel sentimento, decide di trasformarlo in azione.

    “Avevo notato che Fridays For Future Italia si stava diffondendo. Così mi sono impegnata con FFF a Pinerolo, poi a Torino e infine a Milano, dove studio. Ma sentivo, al di là dei cortei e degli scioperi per il clima, di dover fare di più”. La casa in cui sperimentare il “di più” diventa, oltre un anno fa, Extinction Rebellion Milano. “Mi sono avvicinata a XR perché credo nella disobbedienza civile non violenta,  nelle azioni dirompenti che possono far ragionare le persone” spiega Marta, che spesso per Extinction Rebellion ha anche il ruolo di “arrampicatrice”, vista la sua passione per la montagna. Quando può agire per il clima, dice, si sente felice.

    Anzi direi molto felice, sento che sto davvero facendo la mia parte. Solo che vorrei sempre più persone al mio fianco nelle nostre iniziative, azioni che evidentemente fanno paura vista la repressione con cui sono colpite…

    Il riferimento è all’aumento “assurdo” delle multe che possono colpire gli attivisti, oppure ai fogli di via o agli interventi delle forze dell’ordine di cui “non capisco davvero il senso, dato che se ci esponiamo, se manifestiamo, è per il bene di tutti”.

    Marta Maroglio, 20 anni di Piossasco (TO), studentessa. Impegnata a Milano con i giovanissimi di Extinction Rebellion. Da brava climber è sempre pronta a scalare palazzi e monumenti per issare gli striscioni di XR (foto di Karim El Maktafi)  LEGGI TUTTO

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    Lo scienziato mite convinto dai suoi studenti

    La prima cosa che ti colpisce quando incontri Warren Cairns è la sua limpidezza. Cinquantaquattro anni appena compiuti, inconfondibile accento british mischiato a un ottimo italiano. È difficile immaginarsi quest’uomo ben vestito arrampicato su un traliccio a esporre uno striscione di Extinction Rebellion, oppure col volto dipinto mentre sfila a una protesta per il clima.

    E infatti precisa subito:

    Sono un dipendente pubblico. Di professione ricercatore al Cnr e davanti a certe azioni faccio un passo indietro. Non ho il coraggio dei giovani che si arrampicano o che si calano per colorare i canali di verde. Però li appoggio, perché alla fine, dopo vent’anni, ho capito che dovevo agire anche io.

    Dopo anni di ricerca, un dottorato all’Università di Plymouth, due spedizioni antartiche alla stazione Concordia, decine di pubblicazioni sull’inquinamento chimico e insegnamenti all’Università Cà Foscari, oggi Cairns concentra le sue ricerche lavorando per l’Istituto di Scienze Polari del Cnr.

    Warren Cairns, 54 anni, docente dell’università Ca’ Foscari e ricercatore Cnr. Ha incontrato Extinction Rebellion nel 2018 sul web e iniziato il suo attivismo nel 2022. Partecipa solo ad azioni autorizzate e a basso rischio (foto di Karim El Maktafi)  LEGGI TUTTO

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    La mamma che insegna a non chiudere gli occhi

    Se Naida combatte è anche per fuggire dalla normalizzazione, per evitare di finire in quell’esercito di “zombie che sanno ma non fanno niente”. Si batte per informare gli altri, per una rivoluzione dal basso “per l’ambiente e i diritti”, per far capire che “se sai, se conosci quanto sta accadendo al mondo con la crisi del clima, allora non puoi più stare fermo, devi agire”. Ora che da un anno e mezzo è diventata madre, questo concetto vale ancora di più: c’è l’urgenza di “essere testimone per mio figlio, di lasciare in eredità il mio impegno”.

    Naida Samonà, 42 anni, è una delle fondatrici di Extinction Rebellion Palermo. Il suo percorso non nasce da esigenze strettamente legate all’ambiente, ma “dai diritti e le battaglie politiche e sociali”. È cresciuta in una famiglia dove l’attenzione per la natura c’è sempre stata, “i miei genitori mi hanno educato alla stagionalità del cibo, a piantare alberi nella Sicilia delle colate di cemento, eppure prima di approdare a Extiction Rebellion non avevo ancora una visione sistemica, di come ambiente e diritti siano così strettamente collegati”.

    Naida Samonà, 42 anni, siciliana, un figlio piccolo. Un passato di precariato, è laureata in Storia dell’arte e insegna. Fondatrice di Extinction Rebellion Palermo (foto di Karim El Maktafi)  LEGGI TUTTO