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    Aeroporti, gli scali di Roma contro lo spreco alimentare

    Solo in Italia, ogni anno lo spreco alimentare comporta una spesa di 9 miliardi di euro, mentre a livello globale si arriva intorno ai 700 miliardi. I dati, frutto dello studio “Waste watcher international observatory on food and sustainability”, si riferiscono solo ai danni economici diretti, senza considerare le ricadute ambientali (che, a loro volta, […] LEGGI TUTTO

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    Big data e intelligenza artificiale: così cambia la mobilità in città

    Londra sta portando avanti da anni il programma “Smarter London Together Roadmap” che punta alla condivisione dei dati, alla realizzazione di infrastrutture all’avanguardia e all’introduzione di sistemi tecnologici intelligenti negli ambiti della vita urbana con l’obiettivo di ridurre i tempi di spostamento dei cittadini e contribuire a diventare carbon neutral entro la metà del secolo. New York sta implementando una rete di sensori in tutta la città, sta investendo per modernizzare le infrastrutture e ha quasi completato il posizionamento di cassonetti intelligenti alimentati a energia solare per i rifiuti e per la raccolta differenziata. Inoltre l’amministrazione comunale ha messo a disposizione dei cittadini l’app NYC 311 che fornisce utili informazioni su parcheggi e raccolta dei rifiuti. Singapore ha lanciato già nel 2014 “Smart Nation”, programma che ha reso la città asiatica tra le più avanzate tecnologicamente e sostenibili al mondo. I sistemi di monitoraggio del traffico sono supportati programmi di analisi dati e piattaforme digitali per la gestione di ogni settore economico, che rientri nella sfera del pubblico, come del privato. Il prossimo step sarà la creazione di una rete aerea per i droni che recapiteranno pacchi e lettere, liberando così le strade cittadine da migliaia di mezzi su gomma.

    Migliorare la qualità della vita nei centri urbani è l’ambizione che accomuna – con differenti intensità – tutte le amministrazioni locali e i progetti citati sono soltanto alcuni di quelli che fanno leva sulla tecnologia per fornire risposte adeguate. La smart mobility è uno dei terreni più decisivi per completare la transizione digitale e realizzare quella ambientale, a patto di non limitarsi a interventi spot, bensì di mettere in campo uno sforzo articolato e, soprattutto, protratto nel tempo con target via via crescenti. Secondo stime della società di ricerca Guidehouse Insights, nel prossimo decennio il mercato tech per le smart city crescerà a un tasso annuo composito del 10,7% per raggiungere quota 301 miliardi di dollari, guidato dall’accelerazione della transizione digitale, dai cambiamenti dettati dall’esperienza pandemica (dallo smartworking alla pressione dei cittadini per centri urbani più a misura di pedoni e ciclisti) e dal crescente impatto del cambiamento climatico (con i fenomeni naturali estremi che, da eccezionali, si rivelano sempre più frequenti).

    Una spinta importante arriva dall’espansione dei big data, con la possibilità di analizzare le enormi quantità di dati che transitano in maniera disordinata in azienda, in modo da trarne indicazioni utili per il business. La raccolta delle informazioni è facilitata dallo sviluppo del cosiddetto internet of things, cioè la capacità di mettere in relazioni oggetti e macchine per farle dialogare tra loro senza interazione umana. La combinazione di queste due frontiere consente di ottenere informazioni preziose da una grande quantità di fonti, integrando ad esempio sensori, sistemi di identificazione a radiofrequenza e bluetooth in modo da dar vita a un’unica rete. Questo approccio può portare ad adottare strategie in grado di abbattere la frequenza degli incidenti, ridurre i tempi degli spostamenti urbani e tagliare le emissioni di gas a effetto serra. Con i risultati che crescono quantitativamente nel momento in cui si fa ricorso all’intelligenza artificiale, che consente indagini predittive. Così non si tratta più solo di gestire le emergenze, ma di prevederle, in modo da programmare per tempo e poter ottimizzare gli interventi.

    Grafico a cura di Silvano Di Meo  LEGGI TUTTO

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    La strategia di Mundys: “Un gemello digitale contro traffico e smog”

    “Siamo alle prese con un balzo in avanti rispetto all’evoluzione tecnologica conosciuta fino ad ora. Adesso le città possono ridefinire le strategie di gestione del traffico non solo nei casi in cui c’è congestione, ma anche soltanto in presenza di questo rischio. Si passa dalla gestione dell’emergenza alla programmazione”. Elisabetta De Bernardi, Chief asset management officer di Mundys – guidata da Andrea Mangoni e presieduta da Giampiero Massolo – sintetizza così le nuove frontiere aperte dall’intelligenza artificiale nel mondo della mobilità. La holding italiana di infrastrutture presidia il settore attraverso la controllata Yunex Traffic, che ha acquisito nel 2022, all’esito di una gara internazionale bandita dall’allora azionista di riferimento Siemens, e che ora fa sbarcare anche in Italia, con una filiale dedicata. L’azienda tedesca è leader mondiale nel settore degli Intelligent transport systems (Its), con prodotti e piattaforme per la gestione dei flussi di traffico e della mobilità urbana utilizzate in oltre 600 città (tra cui Singapore, Bogotà) e in quattro continenti (Europa, Americhe, Asia e Oceania).

    “Il tema della transizione digitale si incrocia con l’altro grande cambiamento epocale della transizione energetica”, ricorda De Bernardi. I trasporti sono tra le maggiori fonti di inquinamento ambientale, con il 18% delle emissioni globali, “un dato che impone di agire in maniera radicale e tempestiva per invertire il trend in costante ascesa nel corso degli anni”. L’inazione rischia di costare cara: entro il 2050 quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà in una grande città rispetto al 55% del 2018 e al 60% atteso nel 2031. L’obiettivo di Yunex Traffic è sviluppare, installare e utilizzare sistemi per una gestione intelligente del traffico, che, grazie all’utilizzo di intelligenza artificiale, sono in grado di ridurre la congestione e le emissioni. Inoltre l’azienda sviluppa tecnologie avanzate per la comunicazione tra veicolo e infrastruttura, che abiliteranno la progressiva introduzione dei veicoli connessi e a guida autonoma sul mercato.

    “Questo è un settore nel quale innovazione ed esperienza devono coesistere per affrontare problemi di complessità crescente”, spiega la manager. “Per fare un esempio, Yunex è stata l’azienda che ha installato il primo semaforo a Berlino, esattamente un secolo fa. Ha dunque sviluppato un know-how unico nella storia della mobilità indispensabile a comprendere i cambiamenti prima che si manifestino in maniera evidente”. Quindi ricorda che le soluzioni tecnologiche fornite dall’azienda, che incorporano algoritmi di Ia, riescono a modulare il traffico secondo le politiche di mobilità definite dall’autorità locale, associando diverse priorità a diverse categorie di utenti stradali, siano essi pedoni, ciclisti, mezzi di trasporto pubblico, mezzi di soccorso o veicoli privati.

    Un esempio di efficienza e di integrazione di competenze è quello di Wiesbaden, città della Germania Occidentale che conta circa 300 mila abitanti, nella quale la controllata di Mundys ha installato un sistema di gestione del traffico che combina dati di mobilità con dati ambientali in tempo reale, per sviluppare analisi predittive sulla qualità dell’aria e orchestrare i flussi di traffico, ottimizzandoli e tenendo le emissioni sotto la soglia prestabilita.”Il futuro sarà sempre più all’insegna dei gemelli digitali, sistemi in grado di riprodurre dinamiche reali con fedeltà assoluta, in modo da poter agire non solo quando emergono i problemi per poter minimizzare gli impatti sul traffico e sull’ambiente, ma auspicabilmente in anticipo”, spiega De Bernardi. Si tratta di “passare dalla gestione delle emergenze ad una programmazione dinamica: gli algoritimi imparano a prevedere i problemi e il ‘gemello digitale’ diventa terreno di sperimentazione prima di adottare una soluzione nell’applicazione reale”.

    Da poco è stata aperta la branch italiana, Yunex Traffic Italy, proprio per il mercato nazionale – che si propone come “partner delle amministrazioni locali, che stanno affrontando i temi della mobilità urbana e le emissioni a questa correlate”. In quest’ottica è stato siglato un memorandum of understanding con Engineering per abilitare e supportare la digitalizzazione e l’innovazione dei processi di mobility & traffic management delle città italiane. Le due aziende mettono a fattor comune le rispettive soluzioni destinate all’innovazione della mobilità urbana, dando vita a un ecosistema di piattaforme che permette di ottimizzare i servizi di mobilità come la gestione dei parcheggi o il controllo degli accessi, utilizzando i dati di traffico in tempo reale tramite i device sul territorio. Alla guida di Yunex Traffic Italy è stato chiamato Gino Franco, manager con oltre 30 anni di esperienza nel settore della mobilità e degli Its, mentre come ceo globale è stato scelto Jon Newhard, già al vertice di aziende del settore come Trafficware e Cubic. LEGGI TUTTO

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    L’auto condivisa fa bene all’ambiente e al portafoglio

    Non solo benefici per l’ambiente, ma anche per il portafoglio. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio nazionale sul carpooling aziendale 2024, realizzato da Jojob Real Time Carpooling, i viaggi condivisi per le tratte casa-lavoro (e viceversa) e casa-università (stesso discorso) sono stati 373.767. Questo ha consentito di ridurre di 212.410 unità i veicoli in circolazione sulle strade italiane e di risparmiare 4,93 milioni di km in termini di percorrenza.

    I benefici economici del carpooling

    A livello economico, la divisione delle spese per il carburante, i caselli e i parcheggi ha permesso di risparmiare un totale di 986.263 euro. Non si tratta di certo di una cifra esaltante, ma è sicuramente un contributo in questa stagione tutt’altro che semplice per l’economia.

    Positive anche le ricadute sull’ambiente, con i viaggi condivisi che hanno permesso minori emissioni di C02 nell’atmosfera nell’ordine di 641 tonnellate.

    “Il carpooling è sempre più un’abitudine consolidata per i pendolari, anche a causa dei rincari sulla benzina registrati a partire dal 2023″, commenta Gerard Albertengo, ceo e fondatore di Jojob.

    Si viaggia di più a metà settimana

    La percorrenza media delle tratte effettuata tramite carpooling è stata di 26,6 chilometri, mentre l’equipaggio medio nazionale è stato di 2,32 persone (era di 2,27 nel 2019). In particolare, il 75,6% dei viaggi condivisi sono stati effettuati con due persone a bordo, il 18,3% con tre e il 5,96% con quattro o cinque. I giorni nei quali si viaggia di più sono quelli centrali della settimana: il 20,1% dei viaggi viene effettuato di martedì, il 20,3% di mercoledì e il 20% di giovedì. Più bassa la quota al lunedì (17,4%) e al venerdì (15,7%): differenze probabilmente dovute al fatto che i giorni centrali sono quelli in cui meno si fa ricorso al lavoro da remoto. La percentuale scende ancora di più nel weekend: al sabato sono stati effettuati il 4,2% di viaggi condivisi, mentre alla domenica il 2,4%.

    Piemonte al vertice

    Quasi due viaggi in condivisione su tre vengono effettuati al Nord (per la precisione il 63,9%). Seguono il Centro con il 20,6%, mentre in coda c’è la macroarea Sud e isole con il 15,5%. La regione in cui il carpooling è stato più diffuso è il Piemonte, in cui sono registrati 116.079 (il 31,1% del totale) viaggi condivisi. Al secondo posto l’Emilia Romagna (15,4%) e al terzo il Veneto (12,6%). Ai piedi del podio si piazza la Lombardia (12,34% del totale Italia), seguita dal Lazio (11,93%). Tra le province primeggia Torino (61.098 viaggi nelle tratte casa-lavoro e casa-università), seguita da Alessandria, Bologna e Roma. LEGGI TUTTO

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    Auto elettrica o a combustione interna? Le voci da considerare per una scelta consapevole

    Da una parte il costo d’acquisto più alto per circa il 20-25%; dall’altro il risparmio per il rifornimento che si aggira intorno al 70-80%, con l’aggiunta delle maggiori possibilità di accesso nelle aree a traffico limitato. Nella scelta tra l’auto elettrica, a benzina o diesel ci sono alcuni calcoli da fare, a cominciare dall’orizzonte temporale in cui si intende mantenere il mezzo. Infatti, per chi si muove con un’ottica non inferiore ai dieci anni è fondamentale considerare che le normative per l’accesso dei veicoli a combustione interna saranno sempre più restrittivi, sia a livello comunitario, che di provvedimenti comunali.

    La frenata dopo una lunga corsa

    Secondo l’ultima rilevazione di Acea (l’associazione dei costruttori europei), relativa a febbraio, le immatricolazioni di auto elettriche si sono fermate al 13,2%, come nel febbraio del 2023, ma la media dello scorso anno è stata del 15,7%. Una frenata condizionata dalla fine degli incentivi in Germania, ma comunque la corsa si è fermata con il solo segmento delle flotte aziendali che tiene botta, mentre i privati hanno tirato il freno. Pesa soprattutto la questione dei costi d’acquisto, con la carenza di modelli caratterizzati da prezzi accessibili.

    Meglio le ibride, anche in versione plug-in, anche per la maggiore serenità che ingenerano nei driver a fronte di un numero limitato di colonnine di ricarica in alcuni centri.

    Ricarica e incentivi a favore delle soluzioni green

    Se il costo d’acquisto (una tantum) gioca a favore delle alimentazioni tradizionali, quello della ricarica è nettamente più basso per i modelli a zero emissioni, anche se a fronte di una minore autonomia in termini di percorrenza. Va poi fatta una differenza tra i sistemi di ricarica domestici (condominiali) e quelli pubblici, dato che le colonnine presenti per strada sono sensibilmente più care.

    Aspetto che può assumere un certo rilievo per chi ha bisogno del mezzo soprattutto per gli spostamenti a grande distanza. A favore dell’elettrico gioca, invece, la mancanza di spesa per i parcheggi, nelle aree cittadine in cui è previsto un costo per la sosta (solitamente previsto dalle strisce blu, laddove le gialle indicano invece lo spazio riservato ai residenti). O, addirittura, l’accesso come nel caso di Area C a Milano.

    Quanto al bollo, la normativa nazionale prevede l’esenzione quinquennale per le vetture a zero emissioni. Decorso questo periodo, si paga il 25% dell’imposta ordinaria, ma in alcune regioni l’esenzione è prevista per un arco temporale maggiore. LEGGI TUTTO

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    Zurigo si conferma al vertice delle smart city. Indietro le città italiane

    Zurigo primeggia per il quarto anno consecutivo nello Smart City Index 2024, realizzato dall’Institute of Management Development. Gli analisti hanno passato al setaccio i piani realizzati da 142 città del mondo, valutandole l’impatto sull’ambiente e sulla vita dei cittadini. L’Italia ne esce piuttosto male, con due sole presenze: Bologna al 78esimo posto (in pesante arretramento […] LEGGI TUTTO

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    I nove motori della smart mobility

    Tecnologie, cambiamenti sociali ed evoluzione normativa. È la convergenza di questi tre fattori a spingere la crescita della smart mobility, che consente di rispondere a una serie di bisogni attuali, dalla gestione del traffico alla sicurezza. Mundys, multinazionale italiana che attraverso le sue controllate gestisce aeroporti, servizi di mobilità urbana e interurbana, autostrade e infrastrutture ha realizzato in collaborazione con Oliver Wyman (consulenza strategica) uno studio sull’evoluzione della mobilità sostenibile, confluito nel white paper “Fast-tracking the Mobility Revolution”.

    L’ecosistema della mobilità

    L’analisi identifica nove megatrend che impatteranno sull’evoluzione futura dell’ecosistema della mobilità. Molte tendenze sono legate a tecnologie emergenti che potrebbero fornire nuove soluzioni di mobilità, come le tecnologie basate sullo spazio. Altre, invece, hanno a che fare con il miglior utilizzo dello spazio urbano e dell’esperienza dei clienti, nonché con il supporto alla transizione verso un accesso alla mobilità più sostenibile ed equo.

    I motori evolutivi identificati sono:

    1. Urbanizzazione

    2. Servizi digitali di mobilità

    3. Veicoli connessi e autonomi

    4. Dispositivi e infrastrutture smart

    5. Tech transfer dal settore difesa a quello civile

    6. Tecnologie space-based

    7. Regolamentazioni orientate alla sostenibilità

    8. Energia e carburanti sostenibili

    9. Intelligenza artificiale

    In un contesto così dinamico, spiegano gli analisti, la sfida per i player del settore è focalizzarsi sulle opportunità più attrattive. Gli ambiti da considerare per accelerare la transizione verso la mobilità del futuro sono le soluzioni multimodali e le partership pubblico-privato.

    Convergenza verso soluzioni multimodali

    Le industrie sembrano convergere progressivamente su soluzioni multimodali per soddisfare le complesse esigenze dei clienti. Ma quello che una volta era esclusivamente il dominio degli operatori del trasporto puro, si è ora aperto a player di diversi settori, con la capacità di sfruttare il loro know-how tecnologico e le relazioni con i consumatori della mobilità.

    Per i player della mobilità, la chiave è guardare oltre i servizi di trasporto tradizionali e integrarli con una gamma più ampia di soluzioni. Ad esempio, nel contesto di un forte calo di acquisto delle auto, le case produttrici avranno bisogno di combinare le competenze di una società tecnologica, con quelle di una società del settore dell’energia e di una società di servizi, così da poter fornire ai consumatori un’offerta alternativa alla semplice proprietà del veicolo. Pertanto, gli stakeholder dovrebbero cercare di identificare sinergie e opportunità di collaborazione tra diversi settori. Questo approccio collaborativo consentirebbe il pooling di risorse, competenze e innovazione, portando a soluzioni più efficienti e sostenibili in risposta alle esigenze dei clienti in continua evoluzione.

    Il ruolo del pubblico

    Il finanziamento pubblico è importante — come, ad esempio, il Recovery Fund dell’Unione Europea, che ha stanziato circa 20 miliardi per stimolare le vendite dei veicoli elettrici — ma non è sufficiente da solo. Anche le aziende rivestono un ruolo cruciale per supportare la mobilità sul mercato, guidando il percorso di innovazione e introducendo nuove tecnologie. Le partnership pubblico-privato sono emerse come uno strumento prezioso per colmare il divario tra finanziamento pubblico ed expertise del settore privato, favorendo la collaborazione e accelerando il progresso.

    Per garantire una trasformazione di successo della mobilità, sono necessari piani di allocazione del rischio e supporto all’innovazione, sfruttando anche soluzioni di blended finance e altri strumenti finanziari innovativi. La blended finance, ovvero l’uso strategico di fondi pubblici per attrarre investitori privati riducendo la loro esposizione al rischio, è particolarmente impattante, poiché consente ad investitori con diverse tolleranze al rischio di partecipare allo stesso progetto. Lavorando insieme, istituzioni e aziende private possono creare un ecosistema di mobilità accessibile, rispettoso dell’ambiente e capace di soddisfare le esigenze di una società in evoluzione.

    In definitiva, corrette politiche sistemiche che incoraggino la carbon neutrality, la resilienza e la sicurezza energetica — a tutti i livelli — sono urgenti per promuovere l’innovazione, la competitività e per sbloccare le opportunità di mercato. La politica sistemica può armonizzare gli standard, promuovere l’interoperabilità e facilitare l’integrazione di diversi modi di trasporto tra giurisdizioni. Oltre a incoraggiare la collaborazione e la condivisione di conoscenze tra tutti i portatori di interessi. LEGGI TUTTO

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    I sistemi di trasporto intelligente pronti al decollo

    Its, ovvero intelligent transport system, è un acronimo oggi familiare solo agli addetti ai lavori, ma destinato a diventare di uso comune da qui a poco. Perché l’evoluzione della tecnologia sul fronte delle infrastrutture per gli spostamenti procede a ritmo spedito. Le stime di mercato Secondo uno studio di Berg Insight, società specializzata in ricerche […] LEGGI TUTTO