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Ultimo, vero nome Niccolò Moriconi, cantautore amatissimo dalle giovanissime e non solo, romano doc, si è fidanzato con la figlia di Heather Parisi. Arriva la prima foto dei due sul social, la pubblica l’artista 25enne, che così, dopo la rottura definitiva con Federica Lelli, esce allo scoperto con la sua nuova fiamma.Il cantautore Ultimo si è fidanzato con la figlia di Heather Parisi: la prima fotoJacqueline Luna Di Giacomo, classe 2000, è la secondogenita della showgirl americana che lo scorso 27 gennaio ha compiuto 61 anni. E’ nata dalla relazione della bionda con l’ortopedico romano Giovanni Di Giacomo. Heather è anche mamma di Rebecca Jewel Manenti, la sua primogenita nata nel 1994, e di Dylan ed Elizabeth, i due gemelli avuti dal suo attuale marito, Umberto Anzolin, nel 2010, quando lei aveva 50 anni.
Il romano 25enne legato a Jacqueline Luna Di Giacomo, 20 anniClasse 2000, la bionda è la secondogenita della showgirl
Negli giorni scorsi erano fortissimi i gossip che volevano Ultimo e Jacqueline insieme in barca, poi è arrivata la foto postata su Instagram dal ragazzo a dare la certezza della relazione nata. Anche la figlia di Heather Parisi nelle sue IG Stories, pubblicando un composit con alcuni scatti che vedono intima con il cantante in spiaggia, sembrerebbe proprio confermare la liaison.
Heather è anche mamma di Rebecca Jewel Manenti, nata nel 1994, e di Dylan ed Elizabeth, i due gemelli avuti da Umberto Anzolin nel 2010
Ultimo è andato avanti. Sembrava che con la sua ex, dopo una prima separazione, complice il lockdown, ci fosse stato un ritorno di fiamma. Dopo un anno, però, Niccolò guarda oltre con la biondina del suo cuore accanto.Scritto da: Annamaria Capozzi il 5/3/2021. LEGGI TUTTO
Nessuno sconto sul piano didattico deliberato a inizio d’anno: dovrà essere seguito. Si consigliano poi lezioni che non durino 60 minuti, si ricordano i 10 milioni aggiuntivi per i device e la connettività per non perdere nessuno studente, ma nemmeno i professori (computer in comodato d’uso ai precari). Infine, si danno indicazioni sul lavoro in quarantena: il docente contagiato è in malattia, ovvio. Ma se sono stati trovati suoi studenti positivi al Covid ed è in salute, solo in quarantena con sorveglianza attiva (la misura per cui un operatore sanitario si accerta delle condizioni di salute) o in isolamento fiduciario deve insegnare a distanza.Una nota del capo dipartimento del ministero dell’Istruzione Marco Bruschi chiarisce le norme contrattuali sulla didattica a distanza, che ora si chiama didattica digitale integrata (Ddi). Era attesa da giorni, arriva nel momento in cui viale Trastevere è costretto a capitolare su tutta la scuola in “presenza” a contagi in aumento. I ragazzi delle superiori tornano dietro al computer per almeno il 75% della didattica.
Dunque in tutta fretta si è corsi ai ripari, anche se il contratto collettivo nazionale integrativo non è ancora stato definito e in frantumi è andata nel frattempo l’unità sindacale: per ora lo hanno firmato Cisl e Anief. Critici Flc-Cgil, Uil, Snals e Gilda. Ma Bruschi tira dritto indicando alle scuole cosa fare “in considerazione delle sopravvenute disposizioni normative nazionali”, perché “vi è un diritto costituzionale da garantire”.
Lezioni a distanza, scuola divisa. E il nuovo orario è un rompicapo
di Corrado Zunino 25 Ottobre 2020Flc-Cgil chiede un confronto con Lucia Azzolina: “La sottoscrizione del contratto dovrà per noi essere accompagnata da un forte impegno politico della ministra”. Lena Gissi, segretaria della Cisl Scuola, intanto, lo definisce “un efficace e atteso strumento di tutela del personale, oltre che un positivo contributo, in un momento di straordinaria difficoltà per la scuola e per il Paese”. Per Gilda si tratta al contrario di un “contratto che in realtà non interviene sulle questioni importanti da regolare, come i tempi, il tipo e le modalità” di lavoro dei docenti. Tra i punti critici, il ruolo di vigilanza loro assegnato nel caso in cui una classe sia presente a scuola e debba seguire la lezione del professore che è a casa.
Le regole per i docenti
“Nei casi di quarantena con sorveglianza attiva o di isolamento domiciliare fiduciario, il lavoratore, che non si trovi comunque nella condizione di malattia certificata, svolge la propria attività in modalità agile” recita la circolare di Bruschi. Anche l’Inps, viene ricordato, “ha evidenziato che lo stato di quarantena non configura un’incapacità temporanea al lavoro per una patologia in fase acuta tale da impedire in assoluto lo svolgimento dell’attività lavorativa”. Ne deriva che, “fino all’eventuale manifestarsi dei sintomi della malattia, benché il periodo di quarantena sia equiparato al ricovero ospedaliero, il lavoratore non è da ritenersi incapace temporaneamente al lavoro ed è dunque in grado di espletare la propria attività professionale in forme diverse”.La quarantena con sorveglianza attiva è predisposta dalla Sanità pubblica per “monitorare l’eventuale insorgenza dei sintomi della malattia”. Il periodo è di 10 giorni dalla data individuata dal provvedimento sanitario che la dispone. “Occorre precisare – si legge nella circolare – che la condizione del personale posto in quarantena con sorveglianza attiva non è assimilabile a quella del personale effettivamente contagiato da Covid-19, il quale, a prescindere dalla gravità della sintomatologia, in nessun caso può prestare attività didattica o educativa, neanche dal proprio domicilio”.Se l’intera classe del docente è in quarantena con sorveglianza attiva al pari del docente stesso il preside disporrà la didattica a distanza. E lo farà anche per i colleghi del docente, che non sono in quarantena, e che dovranno insegnare a quella classe collegandosi da scuola.Ma se è solo il docente che è a casa e la classe a scuola come si fa? L’insegnante fa lezione collegato al computer, ma occorre che gli alunni in aula siano sorvegliati. Vietato ricorrere ai bidelli per vigilare sugli alunni. Bruschi indica quattro trade: il ricorso alla compresenza, dove prevista, di un docente; l’utilizzo del cosiddetto organico potenziato, quei docenti in più assegnati alle scuole; aggregare le discipline per utilizzare insegnanti di altre materie; se mancano risorse inerne alla scuola il preside può attivare supplenze brevi. Si può ricorrere al docente di sostegno? “Esclusivamente a orario settimanale invariato e nelle classi di cui siano effettivamente contitolari, sempre che non vi siano particolari condizioni ostative, legate alla necessità di gestione esclusiva degli alunni con disabilità loro affidati”. I quali devono fare scuola in presenza. LEGGI TUTTOTommaso Zorzi, dopo aver trionfato al GF Vip ed essere stato assoldato come opinionista dell’Isola dei Famosi, continua la sua ascesa in tv: è irrefrenabile. Costanzo e la De Filippi, marito e moglie, addirittura se lo litigano. Maurizio dice la sua e fa sapere che lo vorrebbe tutto per sé. Tommaso Zorzi, continua l’ascesa tv: Costanzo […] LEGGI TUTTO
“I bambini sono quelli che hanno sofferto di più durante il lockdown e non abbiamo parlato di distanziamento nella scuola d’infanzia nelle linee guida perché non può esserci”. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, a margine di una visita all’istituto comprensivo Riccardo Massa di Milano, è stata chiara: niente distanziamento alla scuola materna. Come far fronte all’emergenza quindi? “Daremo più organico per quanto riguarda il personale. Noi ce la facciamo a riaprire a settembre, non servono solo gli allarmismi ma le proposte, lavorare a testa bassa con molta umiltà e portare risultati a casa. Anche le scuole dell’infanzia riapriranno a settembre e restituiremo la socialità ai bambini”.La ministra è tornata anche sul tema dei monobanchi per la scuola: “Se ne sta occupando il commissario Domenico Arcuri, la gara partirà molto presto. I banchi sono singoli e al momento sono quelli che ci garantiranno maggiore distanziamento”. In futuro, gli stessi banchi “permetteranno l’avvicinamento, cioè un’innovazione didattica che consentirà agli studenti di lavorare in gruppo”. Al momento non ci sono cifre esatte su quanti monobanchi servano: “Stiamo facendo le rilevazioni. Le abbiamo fatte prima con l’Ufficio scolastico regionale e adesso anche con i dirigenti scolastici”, ha precisato.A proposito dei supplenti non laureati Azzolina ha commentato: “Penso che questo Paese debba assolutamente dare la possibilità ai giovani di lavorare, se vanno all’estero ci lamentiamo, se restano a casa ci lamentiamo. Questi giovani lavoravano già, la Lombardia è una delle Regioni che ha più supplenze per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. Non è una novità, noi lo abbiamo semplicemente messo all’interno di graduatorie. Questo faciliterà le segreterie che non dovranno più avere a che fare con le Mad, dichiarazioni di Messa a disposizione. Daremo da lavorare a persone che hanno scelto di fare l’insegnante, che hanno fatto un percorso che era a numero chiuso. Persone preparate con passione e amore per la scuola. È un passo in avanti”.repApprofondimento LEGGI TUTTO
Non si ferma la corsa ai licei, scelti da uno studente su due. Tengono i tecnici, mentre i professionali non riescono ad uscire dalla crisi nera che, nonostante la riforma, li vede in difficoltà da anni. Le iscrizioni online si sono chiuse ieri, lunedì 25, alle ore 20. E i risultati erano attesi, anche per capire quanto la pandemia, che ha costretto le scuole a presentarsi online, possa aver influito sulle scelte. In realtà cambia poco nelle macrotendenze fornite oggi dal ministero all’Istruzione. Interessante è la crescita delle domande di tempo pieno alla primaria, sebbene sia uno dei punti critici nell’offerta della scuola italiana, soprattutto al Sud.
È ancora il Lazio la Regione con il maggior interesse per i licei, con il 71,2%. Seguono Campania (64,3%), Abruzzo (63,9%), Sicilia (63,8%). Veneto ed Emilia Romagna si confermano le Regioni con meno adesioni per gli indirizzi liceali, entrambe al 48,2%. Una conferma anche per il Veneto, come Regione con più adesioni per i Tecnici: 38%. Seguono Lombardia (36,2%), Emilia Romagna (36%), Friuli Venezia Giulia (35,7%). L’Emilia Romagna è ancora la prima Regione nella scelta dei professionali (15,8%), seguita da Veneto (13,8%), Basilicata (13,7%), Toscana (13,5%).
Ma vediamo come è andata.
I licei: cresce lo scientifico, cala il linguistico
I licei continuano ad essere scelti da oltre uno studente su due: quest’anno il 57,8% delle domande ha riguardato un indirizzo liceale (era il 56,3% un anno fa). Rimane sostanzialmente stabile il classico, scelto dal 6,5% delle ragazze e dei ragazzi (il 6,7% un anno fa). Ancora in crescita l’interesse per gli indirizzi del liceo scientifico, che passano dal 26,2% delle preferenze di un anno fa al 26,9% di quest’anno. Scendendo nel dettaglio, ha scelto lo scientifico tradizionale il 15,1% dei ragazzi (un anno fa era il 15,5%), il 10% ha scelto l’opzione Scienze applicate, che è in crescita (l’8,9% l’anno scorso), confermata la scelta delle sezioni dello scientifico a indirizzo Sportivo da parte dell’1,8% delle studentesse e degli studenti.
Il linguistico – dopo una crescita negli ultimi anni – scende dall’8,8% all’8,4% delle scelte. Cresce l’artistico, dal 4,4% al 5,1%. In aumento anche l’interesse per il liceo delle scienze umane, dall’8,7 al 9,7% delle preferenze. In particolare, l’indirizzo tradizionale sale dal 6% al 6,5%, l’opzione Economico-Sociale sale dal 2,7% al 3,2%. Stabile il dato per i licei ad indirizzo Europeo e internazionale (0,5%). I licei musicali e coreutici scendono dall’1% allo 0,7%.
Gli istituti tecnici e professionali
Un terzo delle scelte è ancora per i tecnici che, sostanzialmente, tengono: li sceglie il 30,3% delle studentesse e degli studenti (il 30,8% un anno fa). Il settore Economico scende al 10% dall’11,2%, cresce il Tecnologico, dal 19,6% al 20,3%. Gli Istituti professionali segnano un calo dal 12,9% all’11,9% delle scelte
Più tempo pieno alla primaria
Cresce la domanda di tempo pieno (per un totale di 40 ore settimanali) nella scuola primaria: a richiederlo è il 46,1% delle famiglie rispetto al 45,8% di un anno fa. Tra le Regioni con le più alte percentuali di scelta ci sono Lazio (64,1%), Piemonte (62,5%), Emilia Romagna (60,7%). La percentuale più bassa si registra in Sicilia (14,8%), Molise (15,3%), Puglia (21,4%). LEGGI TUTTO