Quanta carne consumare per una dieta sana e sostenibile? Non più di due etti a settimana
Nella piramide sui consumi alimentari raccomandati all’interno di una dieta mediterranea la carne si trova in alto, a sottolineare che in una sana alimentazione i suoi consumi dovrebbero essere ridotti. Nel piatto della dieta planetaria (quella elaborata dalla Eat-Lancet Commission), la dieta che fa bene anche all’ambiente, la carne non occupa che una piccolissima fetta, perché sappiamo che le diete a larga base vegetale hanno un minor impatto sul pianeta. Ridurre i consumi, più che rinunciare alla carne stessa, è dunque l’imperativo tanto dei nutrizionisti che degli ambientalisti. Un obiettivo che potrebbe essere raggiunto non superando i due etti e mezzo di carne a settimana.
Il dato arriva da uno studio apparso nelle scorse settimane sulle pagine di Nature Food, frutto del lavoro in cui un gruppo di ricercatori della Technical University of Denmark e del Mit di Boston interessati proprio a comprendere quali fossero i consumi alimentari che potessero garantire – in generale – sia la salute della persona che quella dell’ambiente.
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Per farlo hanno condotto delle analisi mettendo insieme le informazioni nutrizionali e gli impatti ambientali di diversi alimenti (oltre 2500 quelli considerati, consumati negli Stati Uniti) e i requisiti che le diete dovrebbero avere per considerarsi sane e sostenibili secondo la scienza, spiegano. È chiaro infatti che alimenti diversi, e i relativi consumi, hanno un impatto diverso sull’ambiente, in termini di utilizzo di risorse ed emissioni, così come diversa è la distribuzione di energia, proteine, vitamine, fibre, grassi e zuccheri all’interno dei diversi cibi. Non solo: gli stili alimentari possono rappresentare anche un fattore di rischio per alcune malattie, e gli scienziati hanno tenuto conto anche di questo.
Il principale risultato che emerge dal lavoro è una cifra: 255 grammi. Con un consumo simile di carne (pollame o maiale), spiegano i ricercatori, ci si può ritenere soddisfatti sia sul fronte salutistico che ambientale.
“Oggi la maggior parte delle persone si rende conto che dovremmo mangiare meno carne per motivi sia ambientali che di salute – racconta Caroline H. Gebara, prima autrice del paper – Ma è difficile stabilire quanto sia ‘meno’ e se faccia davvero la differenza nel quadro generale. Pertanto, basandoci sui limiti planetari, abbiamo calcolato una cifra concreta – 255 grammi di pollame o maiale a settimana – che si può effettivamente visualizzare e considerare quando si è al supermercato”.
In generale però, aggiungono gli esperti, molte delle diete analizzate possono dirsi sane e sostenibili, con le diete flexitariane, vegane, e latto-ovo-vegetariane come quelle che più facilmente riescono a soddisfare i requisiti ambientali e di salute. Di contro, e con poca sorpresa, non lo sono quelle ad alto contenuto di carni, sia rosse che bianche.
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