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    Il grattacielo elettrico di New York che riduce al minimo le emissioni

    Se, passeggiando nel cuore di Brooklyn, vi capita di percorrere la trafficata State Street, vi imbatterete, in corrispondenza del civico 505, in una scultura che raffigura una presa di corrente. Fate una sosta e guardate in su. Di fronte a voi svetta, arrampicandosi verso i raggi dorati del sole, 505 State Street, appunto, il primo grattacielo full electric di New York. Simile a una gigantesca torta nuziale, ha pianta a cuneo e facciata rivestita in vetro e alluminio. I tre piani inferiori sono, invece, ricoperti in cemento scuro, per integrarsi con l’architettura circostante. L’edificio, ideato da Alloy Development, studio di progettazione e sviluppo, e appena inaugurato, conta 44 piani, per un totale di 146 metri di altezza, e 441 appartamenti in affitto. Qui niente gas, tutto rigorosamente a elettricità.

    505 State Street (The Alloy Block)  LEGGI TUTTO

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    Un weekend di birdwatching con la Festa delle Oasi e Riserve Lipu

    Un percorso per conoscere gli alberi che vivono nei boschi; una passeggiata al tramonto per osservare gli animali più crepuscolari; l’emozione della liberazione di uccelli guariti dai centri recupero della Lipu. Saranno solo alcune delle opportunità per vivere intensamente la natura che la Lipu offrirà sabato 4 e domenica 5 maggio per la Festa delle Oasi e delle Riserve, 26 aree ricche di biodiversità con oltre 300 specie di uccelli e paesaggi incontaminati, dalla storica Oasi di Crava Morozzo, in Piemonte, nata 45 anni fa, nel 1979, alla Palude Brabbia in provincia di Varese; dalle dune di Cà Roman, nella laguna di Venezia alle scogliere di Carloforte, in Sardegna; dalla Palude di Massaciuccoli allo spettacolare canyon della Gravina di Laterza (Taranto) e tante altre tra zone umide, collinari, coste e aree boscose, gestite in tutta italia dalla Lipu in collaborazione con enti locali quali Comuni, Province, Regioni, Enti parco.Aree (quattro delle quali riconosciute come zone umide di importanza internazionale in base alla Convenzione di Ramsar: Palude Brabbia, paludi di Ostiglia, Massaciuccoli e Biviere di Gela) sottratte al degrado, alla distruzione dell’habitat, al consumo di suolo, oppure oggetto di ripristino per ricreare ambienti ideali per ospitare specie anche importanti da un punto di vista conservazionistico.

    Biodiversità

    Sardegna, come proteggere risaie e fenicotteri

    di Emanuele Bompan

    15 Aprile 2021

    La Festa delle Oasi e Riserve della Lipu offrirà nel complesso 41 appuntamenti nelle due giornate di festa, con tanto birdwatching, visite guidate dai volontari e dallo staff della Lipu, giochi e laboratori per i più giovani, mostre, laboratori creativi, giochi e spettacoli, e numerose liberazioni di animali curati nei centri recupero della Lipu che avverranno nella riserva naturale Lago di Santa Luce (PI), nella Riserva del Chiarone-Oasi Lipu Massaciuccoli e nell’Oasi Castel di Guido (Roma).Il programma dei 41 appuntamenti, che si rivolgono alle famiglie, ai bambini e agli appassionati di natura: dalla visita al “paradiso delle orchidee” dell’Oasi Bianello, a Quattrocastella (Reggio Emilia), all’evento per adulti e bambini sul mondo degli impollinatori all’Oasi di Ostia; dalla possibilità di assistere alla tecnica di inanellamento scientifico degli uccelli all’Oasi Soglitelle (Caserta) alla passeggiata alla Riserva Saline di Priolo (Siracusa) per scoprire gli animali notturni che la popolano.

    Biodiversità

    Così le rotte degli uccelli ci raccontano il clima che cambia

    di Giacomo Talignani

    18 Febbraio 2021

    Il sistema oasi e riserve della Lipu ospita complessivamente circa 5mila differenti specie animali e vegetali, tra cui 358 specie di uccelli, 51 di mammiferi e oltre 50 specie tra rettili e anfibi. Sono oltre 150mila i visitatori che le frequentano ogni anno (350 le classi scolastiche coinvolte in attività di educazione ambientale), con 370 persone impegnate nella gestione tra staff, collaboratori e volontari. Sono 320 gli eventi natura e le giornate tematiche organizzate ogni anno per conoscere le oasi e riserve, quasi tutte inserite nella Rete Natura 2000, la rete europea di aree protette che tutelano la biodiversità.

    Aree che si estendono su un territorio pari a 4.500 ettari dove vengono conservate specie come il falco della regina, che con 100 coppie nidifica nell’Oasi Lipu Carloforte, in Sardegna; il fenicottero, presente con 1.000 coppie alla Riserva Saline di Priolo della Lipu, in Sicilia; la cicogna nera e il lanario all’Oasi Lipu Gravina di Laterza, in Puglia; la grande garzaia della Riserva naturale di Torrile e Trecasali, nella pianura parmense, che vanta ben 400 coppie. E ancora moretta tabaccata, airone rosso, pernice di mare, moretta, tarabuso e tarabusino.

    Il tutorial

    Il birdgardening in balcone, per un giardinaggio amico degli uccelli

    di Gaetano Zoccali

    01 Ottobre 2022

    “In occasione di queste giornate di festa per le nostre oasi e riserve, che tutelano specie rare e habitat naturali di grande pregio e valore naturalistico ed educano al rispetto della natura decine di migliaia di cittadini – dichiara alessandro polinori, presidente della lipu – lanciamo un messaggio al governo italiano affinché cambi posizione sulla nature restoration law, la legge sul ripristino della natura, che tanti benefici porterebbe alla biodiversità, alla lotta ai cambiamenti climatici, favorendo un futuro più sostenibile. È un percorso che le nostre oasi e riserve hanno iniziato quasi 50 anni fa, con grandi risultati in termini di tutela dell’ambiente e delle specie, proprio ciò che chiede l’Europa”.

    I programmi delle giornate della festa e i contatti con le strutture per le prenotazioni sono disponibili sul sito www.lipu.it. LEGGI TUTTO

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    Gli allevamenti di salmone insostenibili costano a noi e alla biodiversità

    Si stima che 63 milioni di salmoni sono prematuramente morti nel 2023 nei grandi allevamenti marini della Norvegia. Un tasso di mortalità record (il 16,7%) che getta nuove ombre sul consumo globale del pesce, apprezzato per i suoi acidi grassi Omega-3, e sull’acquacultura, che da tempo è il settore di produzioni animali con la più rapida crescita a livello globale, al punto da aver triplicato la sua produzione nell’ultimo ventennio. Con una previsione emblematica: nel 2030 il 62% del pesce destinato al consumo umano sarà di allevamento. Ecco perché ridurre il suo impatto sul Pianeta è prioritario.

    L’intervista

    “Until the end of the world”, il lato oscuro dell’industria ittica. “Negli allevamenti di pesce c’è poco di green”

    di Marino Midena

    16 Febbraio 2024

    L’ultimo allarme arriva da uno dei paesi leader nell’allevamento dei salmoni ed è amplificato dalle parole di Edgar Brun, direttore del settore Salute e benessere degli animali acquatici presso il Norwegian Veterinary Institute di Oslo. “Una morte così massiccia di animali rappresenta uno spreco di vite e risorse, abbiamo anche la responsabilità morale ed etica di garantire loro le migliori condizioni possibili”, dice. Soccombono, i salmoni, a causa di malattie del pancreas, delle branchie o del cuore, oppure a lesioni subite durante l’eliminazione dei parassiti come i pidocchi di mare.

    E nella grande distribuzione, denunciano i media norvegesi, finiscono pesci in pessime condizioni di salute al momento della macellazione, o addirittura già morti. Riecheggia la denuncia che Laila Sele Navikauskas, già responsabile del controllo qualità in un’azienda specializzata nella macellazione del salmone, aveva rilasciato all’emittente pubblica NRK: “Vedo in vendita pesce che io stessa non mangerei”.

    Longform

    “Salvate il salmone selvaggio”

    di Paola Rosa Adragna

    14 Ottobre 2023

    Secondo l’Autorità norvegese per la sicurezza alimentare sarebbero state riscontrate anomalie nella metà degli allevamenti ittici ispezionati lo scorso anno: in particolare, esce ferito o deformato destinato all’esportazione, in violazione delle normative vigenti. E i produttori? Robert Eriksson, numero uno della Norwegian Seafood Association, che rappresenta le piccole realtà, che generalmente sono considerate meno colpevoli, definisce “totalmente inaccettabili” le irregolarità riscontrate. “Abbiamo bisogno di più tempo per risolvere la questione”, ha invece detto Geir Ove Ystmark, presidente della Norwegian Seafood Federation, la sigla che rappresenta le grandi aziende di piscicoltura. “Abbiamo già lanciato una serie di iniziative e misure, ma un salmone vive in media tre anni e i risultati saranno apprezzabili nel medio termine”.

    “Stipati in gabbie sovraffollate, dov’è il benessere animale?

    Annamaria Pisapia dirige la sezione italiana di Compassion in World Farming, la maggiore organizzazione internazionale per il benessere degli animali da allevamento. “Che l’allevamento di salmone sia uno con i più alti tassi di mortalità, purtroppo, è un fatto risaputo che non sorprende – ci dice – I salmoni allevati passano la loro vita stipati in gabbie sottomarine e sovraffollate: in genere, lo spazio riservato a un singolo esemplare – in media lungo 76 centimetri – è quello di una vasca da bagno. A questo si aggiunge che le acque in cui nuotano sono putride, piene di sostanze chimiche, residui di cibo e feci. In più, i salmoni si feriscono a contatto con le superfici abrasive e le parti delle gabbie. Tutto questo contribuisce alla formazione di un sistema immunitario indebolito, e all’esposizione a malattie e infestazioni. Si potrebbe aprire un intero capitolo sui pidocchi di mare, che si nutrono della pelle, del sangue e del muco di questi pesci. E la cui ‘cura’ è l’ennesima fonte di sofferenza per gli animali, sottoposti a trattamenti con temperature anche di 20 gradi più elevate a quelle a cui sono abituati. E a cui a volte non sopravvivono”. 

    Compassion in World Farming non crede negli allevamenti virtuosi. Comprese le realtà meno industriali, più piccole: “Le problematiche di benessere che troviamo nei grandi allevamenti sono comuni a tutto il settore, che lavora secondo gli stessi standard, e quindi non c’è garanzia che ‘piccolò voglia dire ‘buono’. – spiega Pisapia – Negli anni abbiamo visto un forte accentramento della produzione di carne di salmone, con l’aumentare dei grandi allevamenti. Oggi l’allevamento di salmoni è, ovunque, un sistema altamente industrializzato che dipende dall’utilizzo di mangimi commerciali, e quindi intensivo. Non ne esistono ‘estensivi’. – spiega Pisapia – Anzi, il rischio è che si vada incontro a un’ancora maggiore intensificazione con la diffusione del sistema di acquacoltura a ricircolo, che permette di aprire allevamenti ovunque sia possibile costruirne le strutture. Si tratta – spiega – di sistemi che sono impianti a terra che si basano sull’utilizzo di vasche spoglie, prive di qualsiasi arricchimento ambientale, e sono molto costosi da realizzare. La conseguenza è facile da immaginare: per compensare i costi si aumenta la produzione, con densità altissime di allevamento. Se i salmoni allevati in Scozia sono tenuti a una densità di 15 chilogrammi di pesce per metro cubo, in questi sistemi la densità standard è di 80 per metro cubo: è come se in una vasca siano stipati ben quattro esemplari, e non uno”.

    Alimentazione

    Come acquistare salmone sostenibile guardando l’etichetta

    di Paola Arosio

    20 Marzo 2024

    Il costo per l’ambiente dell’alimentazione e i nuovi spiragli

    C’è inoltre la questione, non marginale, dell’alimentazione. “Il salmone è un pesce carnivoro, il che significa che il mangime utilizzato per alimentarlo è principalmente composto da farina e olio di pesce ottenuti dalla pesca di specie selvatiche. – spiega la dirigente di Ciwf – Si stima che per nutrire un singolo salmone siano necessari ben 440 pesci catturati, molti dei quali potrebbero essere destinati al consumo umano diretto. Un vero paradosso”. Eppure qualche spiraglio ci sarebbe: “Da una decina di anni si osserva una riduzione della percentuale di farina e di olio di pesce nelle diete destinate ai pesci carnivori, sostituite in gran parte da fonti vegetali, cereali e semi oleosi”, annota Roberto Cerri, biologo marino esperto in acquacoltura e nutrizione dei pesci. Una evoluzione nella dieta del salmone d’allevamento in nome (anche) della sostenibilità. Già, ma basterà?

    Con un maggiore rispetto delle regole, l’acquacoltura potrebbe rivelarsi una risorsa preziosa. Basterebbe, in fondo, seguire con più attenzione le Linee guida strategiche per un’acquacoltura europea più sostenibile e competitiva per il periodo 2021-2030. “Del resto il prodotto di allevamento ha il vantaggio di essere sempre tracciabile, contribuisce a ridurre la pressione di pesca e le diete sono sempre più indirizzate su prodotti vegetali e sottoprodotti avicoli e dell’industria della pesca, anche in un’ottica di economia circolare. – argomenta Angela Trocino, docente di Seafood Sustainability e Production and Control all’Università degli Studi di Padova. – In più le fasi pre-macellazione e macellazione in allevamento sono gestite per ridurre la sofferenza degli animali anche perché esiste una correlazione con la qualità del prodotto e, nello specifico, con l’evoluzione della freschezza. Anzi, lo stress sofferto dagli animali durante l’allevamento e al momento della macellazione determina una più rapida evoluzione dei processi biochimici post-mortem e un più rapido deterioramento del prodotto”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro e ambiente, arriva l’Osservatorio per la formazione green

    “Imagine… Green Jobs” è il titolo del convegno organizzato in pre-apertura del Festival dello Sviluppo sostenibile 2024 (dal 7 al 23 maggio su tutto il territorio nazionale) il prossimo lunedì 6 maggio a Roma dall’Università degli Studi Link insieme alla RUS-Rete delle università per lo sviluppo sostenibile, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e in partenariato con System Dynamics Italian Chapter e Green Factor. Nel corso della giornata di studio e dibattito sarà presentato il progetto “Osservatorio formazione e green jobs”, realizzato in seno al progetto SUST-HEIn, finanziato dalla Commissione Europea sul programma Erasmus+ e coordinato in Italia dall’Università degli Studi Link, che ha l’obiettivo di promuovere un approccio istituzionale olistico alla sostenibilità delle Università, tramite il pensiero sistemico (Systems Thinking).

    Formazione

    “Business Sustainability”, il Master per guidare le imprese verso uno sviluppo sostenibile

    di redazione Green&Blue

    16 Aprile 2024

    Numerosi gli ospiti attesi per la giornata del 6 maggio, in rappresentanza di tutte quelle istituzioni e organizzazioni che da anni si occupano di politiche attive del lavoro, impresa e ambiente. I lavori saranno aperti, dopo il saluto del magnifico rettore dalla Link, Carlo Alberto Giusti, da Enrico Giovannini, direttore scientifico di ASVIS, e Patrizia Lombardi, Presidente della RUS e Prorettrice del Politecnico di Torino, e proseguiranno con gli interventi di Romano Benini, consigliere del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Timoteo, direttrice di Almalaurea, Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, Ilaria Bertini, direttrice dell’Agenzia nazionale per l’efficienza energetica di Enea, Rita Anabella Maroni, ricercatrice di Unioncamere, Antonella Zuccaro, prima ricercatrice di Indire,  Guia Bianchi, ricercatrice del Joint Research Centre della Commissione Europea di Siviglia, Amarildo Arzuffi, direttore area formazione di Fondimpresa, Barbara Gatto, responsabile del DPT Politiche Ambientali della CNA, Gabriele Ferrieri, Presidente di ANGI, Alberto Patruno, direttore generale AIDA, Massimo Centemero, direttore CIC, Giovanni Esposito, direttore del Consiglio dei periti industriali. Sono inoltre attesi interventi di Conai, Wwf e Legambiente.

    Lavori green

    Cosa accadrebbe se l’Italia avesse un energy manager

    di Antonio Piemontese

    29 Aprile 2024

    L’incontro sarà moderato dai responsabili del progetto “Osservatorio formazione e green jobs”, Stefano Armenia, responsabile del progetto SUST-HEIn e referente Università Link presso la RUS, e Marco Gisotti, giornalista e divulgatore, autore di numerosi saggi sui green jobs. L’iniziativa avrà luogo nell’Antica Biblioteca dell’Università degli Studi Link a Roma in Via del Casale di San Pio V, 44 a partire dalle 9,30 e fino alle 16,30 con una pausa fra le 13 e le 14.

    È possibile registrarsi inviando una mail di richiesta all’indirizzo terzamissione@unilink.it LEGGI TUTTO

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    La vernice che riduce l’inquinamento in casa grazie alla luce

    L’inquinamento che filtra all’interno degli appartamenti potrebbe essere ridotto impiegando un nuovo tipo di vernice fotocatalitica, ovvero capace di sfruttare la luce per attivarsi. La novità si deve alla startup cagliaritana Clentech, fra le protagoniste della recente manifestazione Smau Paris – una vetrina realizzata in collaborazione con Italian Trade Agency per far conoscere le startup italiane.”Possiamo assicurare fino al 97% della degradazione inquinante in ambiente indoor. Si pensi all’abbattimento di composti organici derivanti da combustione dei motori delle auto, l’eliminazione di muffe, batteri e alcuni virus, la riduzione di oltre il 90% di ossido di azoto, la degradazione delle polveri PM10, etc.”, si spiega Carlo Usai, co-fondatore e Ceo di Clentech. “Il composto è stato validato dai laboratori dell’Università di Cagliari e i prototipi sono stati sottoposti a diversi test che hanno confermato ogni qualità”.Il tema centrale è che l’inquinamento indoor è considerato dalla comunità scientifica più nocivo di quello esterno – fino a 20 volte in alcuni contesti – poiché in molti casi si passa la maggior parte del tempo al chiuso e senza che avvenga un’adeguata aerazione. Senza contare il rischio di patologie legate alla presenza di muffe, umidità e ovviamente batteri, soprattutto per le persone più deboli. Non a caso Clentech suggerisce che una delle applicazioni primarie potrebbe essere proprio negli ambienti ospedalieri, oltre che in ambito domestico o professionale.

    Clentech sfrutta la luce naturale e a Led

    La genesi del progetto è maturata nel 2021 in ambiente universitario: Clentech è uno spin-off dell’ateneo sardo e sfrutta un brevetto internazionale erede di un progetto del professore di fisica sperimentale Pier Carlo Ricci. Grazie a una licenza d’uso esclusiva è stato possibile realizzare “un composto di biossido di titanio modificato innovativo (TiO2), prodotto in formato poroso, estremamente duttile, che può essere applicato su varie tipologie di prodotti”.In pratica la luce solare e quella artificiale, in particolare Led, sono in grado di innescare nel composto delle reazioni fotochimiche (“ossidazione”) che trasformano gli agenti inquinanti in sostanze innocue, come calcari e sali inerti. Sul mercato esistono soluzioni analoghe ma sono limitate dal fatto di aver bisogno perennemente della luce solare e la componente ultravioletta, quindi la loro massima efficacia è in esterno. La tecnologia Clentech invece estende il suo effetto fotocatalitico (una sorta di fotosintesi) e quindi riesce anche ad attivarsi sotto le comuni lampade a Led. “Non c’è bisogno che una parte specifica venga irradiata direttamente, l’effetto è complessivo. Certamente con il totale buio non c’è attivazione”, puntualizza il manager.

    Il composto volendo può essere aggiunto come additivo alle vernici oppure trasformato in una sorta di smalto trasparente da applicare su mura già verniciate, ed è così che per ora è stato sperimentato. Ma la prospettiva è che possa trasformarsi anche in spray o potenzialmente usato per creare carte speciali, filtri dell’aria o dell’acqua. Per altro questa tecnologia consente alle aziende di ottenere diverse certificazioni per la sostenibilità, nel rispetto della normativa italiana e comunitaria sugli standard ambientali qualitativi.

    Un mercato già pronto per la novità

    Oggi, come spiega Usai, per ottenere un abbattimento degli inquinanti in casa si possono impiegare condizionatori oppure purificatori come quelli di Dyson o altri marchi. “Però ovviamente consumano energia, localizzano l’intervento e poi i filtri vanno periodicamente puliti o sostituiti, mentre il nostro trattamento applicato a un muro non ha bisogno di ulteriori interventi o manutenzione. Regala un sentore di sanificazione, aria pulita, e il processo è attivo per circa 6 anni”, sottolinea Usai. Per altro su un immobile da circa 100 metri quadrati non c’è bisogno di avere tutte le pareti trattate.”Oggi siamo alla ricerca di partner industriali per la produzione ma stiamo per avviare un impianto pilota qui a Cagliari. La riflessione non è tanto sulla tecnologia ma dove applicarla prima, in relazione ai mercati. Prevediamo lo sbarco sul mercato entro giugno e poi potenziare i proof of concept internazionali per vagliare anche contratti di sublicenza. Siamo in sette in azienda ma cresceremo”, conclude Usai. LEGGI TUTTO

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    Rinnovabili, nasce il primo parco di energia condivisa

    Il solare, tra le principali fonti di energia pulita, soprattutto nei paesi dal clima più caldo, è gravemente in ritardo. L’Italia ha un gap di 600 GW di pannelli solari da raggiungere entro il 2030. Ma ci sono anche fattori microeconomici da considerare. Il costante e rapido aumento dei costi energetici negli ultimi anni ha portato ad un crescente interesse per la proprietà solare domestica attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti delle case. Tuttavia da ciò scaturiscono molti problemi associati. Innanzitutto, l’installazione di pannelli solari è un investimento significativo, con un periodo medio di recupero della spesa di circa 20 anni, per non parlare delle sfide logistiche legate all’avere un tetto adatto per l’installazione solare o, cosa ancora più importante, se non si è proprietari della casa in cui si vive.Per far fronte a queste problematiche, nasce Gridshare, startup innovativa che promuove la democratizzazione dell’energia rinnovabile, proteggendo i consumatori dalle impennate dei prezzi e dalle speculazioni del mercato energetico. Come? Offrendo ai clienti la possibilità di investire e possedere azioni in parchi solari. Gridshare identifica opportunità per la costruzione di nuovi parchi solari, e raccoglie capitali per finanziare questi progetti attraverso iniziative di crowdfunding, gestendo il progetto dall’inizio alla fine. “La nostra missione non è solo una dichiarazione, è un impegno per un mondo migliore e più sostenibile”. 

    Possedere energia rinnovabile

    Fondata da Giovanni Maria Antignani, 31 anni napoletano, laureato in economia alla Bocconi, imprenditore seriale e fondatore di due startup: Leaving-card e  Washout (con una exit di successo alle spalle), GridShare nasce nell’ambito del programma di Corporate Venture Building di Fastweb, primo investitore dell’azienda e tra i principali operatori di telecomunicazioni in Italia, da anni impegnato nella lotta contro i cambiamenti climatici e nella riduzione della propria carbon footprint con l’obiettivo di diventare Net Zero Carbon già nel 2035, e con il supporto di Founders Factory, venture studio britannico.

    La missione della startup innovativa è quella di proteggere le famiglie italiane dalle impennate dei prezzi e dalle oscillazioni del mercato energetico, consentendo a chiunque di diventare proprietario di una porzione di un impianto fotovoltaico e di beneficiare dai ricavi della vendita di energia solare prodotta. In questo modo tutti possono avere i propri pannelli solari, anche chi vive in condominio o in affitto, e perfino le aziende che credono in un investimento in energia pulita e affidabile. La startup offre un modello innovativo che abbatte le barriere di accesso agli investimenti in energia rinnovabile e abilita tutti ad un futuro energetico più sostenibile e conveniente.

    “La nostra dedizione incondizionata alla sostenibilità, all’innovazione e all’impatto positivo costituisce il cuore pulsante della nostra missione – precisa Giovanni Maria Antignani, Fondatore e Ceo di GridShare . Questi valori non sono solo principi guida, ma rappresentano la nostra bussola morale, orientandoci con fermezza nella nostra missione di costruire un futuro più sostenibile ed eco-compatibile. Con il nostro impegno, questi valori si traducono in un’impronta ambientale e sociale positiva in ogni iniziativa che intraprendiamo”.

    Il primo progetto di parco condiviso

    GridShare, per accelerare la sua crescita e rafforzare la presenza sul mercato ha avviato una campagna di Crowdfunding sulla piattaforma CrowdFundMe che ha come obiettivo prioritario il finanziamento e lo sviluppo del suo primo concreto progetto, tramite la cooperativa “Energia Democratica” costituita per l’occasione: il Parco Solare di Ceprano (Lazio). Avrà una capacità installata di 500 kW e produrrà più di 850.000 kWh annui. Si tratta di un impianto a terra che copre una superficie di oltre 11.000 mq e utilizza tracker monoassiali per massimizzare la resa. Il Parco Solare sarà in grado di coprire il fabbisogno di circa 350 famiglie ed evitare l’emissione di più di 450.000 kg di CO2 ogni anno.”Con GridShare, vogliamo rendere l’energia rinnovabile accessibile a tutti e dare alle famiglie la possibilità di proteggersi dalle insidie del mercato energetico – aggiunge Giovanni Maria Antignani -. Intendiamo cambiare il paradigma del consumatore classico permettendo ai nostri soci di guadagnare di più sei prezzi aumentano grazie alla vendita dell’energia prodotta dai campi solari invece che pagare semplicemente di più le proprie bollette.” LEGGI TUTTO

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    Progettare il giardino o la terrazza con l’aiuto del bonus verde

    Un’oasi verde fuori casa o sul terrazzo per migliorare la vivibilità della propria abitazione e ridurre il ricorso ai climatizzatori, con l’aiuto del Fisco. Di qui a fine anno, infatti, è possibile approfittare del bonus verde 2024 che consente di avere una detrazione dalle imposte per le spese sostenute per gli interventi straordinari di sistemazione di terrazzi e giardini. Agevolazione ad ampio raggio estesa anche alla realizzazione di giardini pensili e coperture a verde della casa ma anche di box e garage.

    Agevolati tutti i nuovi interventi

    Il bonus è riconosciuto su un ammontare massimo delle spese pari a 5.000 euro per unità immobiliare, e la detrazione spetta in 10 rate annuali di pari importo. Le spese agevolabili sono tutte quelle finalizzate alla creazione dei nuovi spazi verdi, come ad esempio quelle necessarie per trasformare un’area incolta o un cortile in un giardino, la risistemazione totale di un giardino con nuove aiuole. Tra le spese detraibili rientrano anche quelle per la progettazione dei nuovi spazi verdi. Inoltre è possibile ottenere il bonus anche per il miglioramento degli impianti di irrigazione e per la realizzazione di  nuovi pozzi. Detrazione anche per i lavori di restauro e recupero di giardini di interesse storico e artistico di pertinenza di immobili vincolati.

    Fisco verde

    Bonus per tende da sole, pergole e vetrate: la guida

    di Antonella Donati

    17 Aprile 2024

    Bonus anche per fioriere e pergolati

    Di fatto il bonus spetta per tutti gli interventi di natura straordinaria, ossia che riguardano la sistemazione a verde ex novo o il radicale rinnovamento dell’esistente.  In questo caso l’intervento è agevolato ad ampio raggio. Così ad esempio è possibile ottenere il bonus anche per l’acquisto di nuove fioriere in cemento da installare in terrazzo per la collocazione di piante e arbusti, quando non si tratta di un intervento parziale, ma dell’intera sistemazione a verde del terrazzo in maniera stabile, creando quindi uno spazio all’aperto vivibile tutto l’anno. In questo ambito sono agevolati anche gli acquisti delle pergole necessarie per fare da sostegno ai rampicanti, con l’obbiettivo di realizzare una zona d’ombra destinata a proteggere la casa dall’eccessiva insolazione durante il periodo estivo.

    Cappotto verde per il risparmio energetico

    Se poi si decide di creare un vero e proprio cappotto verde per proteggere la casa si può anche ottenere  un risparmio in bolletta. Secondo uno studio dell’Enea, infatti, d’estate questo sistema di vegetazione permette di ridurre fino al 15% di energia per il raffrescamento, mentre d’inverno il risparmio per il riscaldamento arriva al 10% grazie all’effetto camino tra la parete e la coltre vegetale. Si realizza in pratica una ventilazione naturale che toglie umidità alle pareti esterne e riduce la dispersione termica dell’edificio, con una riduzione delle emissioni di CO2 e un miglioramento della qualità dell’aria.

    Fisco verde

    Tutti i bonus casa del 2024 per risparmiare energia

    di Antonella Donati

    20 Dicembre 2023

    Obbligatorio il ricorso al giardiniere

    In ogni caso si ha diritto al bonus solo se ci si rivolge a personale specializzato per gli interventi sugli spazi verdi. Occorre cioè che l’intervento comprenda nel suo complesso anche le prestazioni necessarie alla sua realizzazione, vale a dire la manodopera del giardiniere. È possibile comunque effettuare  l’acquisto di alberi, piante, arbusti, ecc. venga effettuato presso un fornitore diverso rispetto al soggetto che esegue la prestazione.

    Pagamenti sempre tracciabili

    La detrazione spetta a condizione che i pagamenti siano effettuati con strumenti idonei a consentire la tracciabilità delle operazioni, ad esempio con bonifici, ma anche carte di credito e bancomat. Non è obbligatorio invece il pagamento con il bonifico dedicato alle detrazioni. LEGGI TUTTO

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    Olivair, il drone che aiuta a raccogliere le olive: un esempio per le donne innovatrici

    E se all’improvviso tra Putin e Zelensky, tra Netanyahu e Khamenei, spuntasse Diana? Non la dea della caccia, non sarebbe il caso, ma Diana Zagarella. In un momento in cui i droni non sono più il sogno di chi immaginava un futuro diverso per il traffico, rider che volano invece di fare le consegne in bicicletta, e sono diventati invece l’incubo di chi vede il ritorno della guerra anche alle porte di casa nostra, Diana ci ricorda che il problema non sono i droni ma l’uso che se ne fa. Lei, studi in ingegneria aeronautica, e un album pieno di ricordi con le confessioni della nonna, olivocultrice, ha fondato Olivair. Prodotto di punta un drone gentile che produce sopra gli alberi una nuvola d’aria tale da far cadere a terra, senza rovinarle, le olive, rendendo migliore, e in alcuni casi finalmente possibile, la raccolta in un Paese come l’Italia in cui il 60% dei terreni è scosceso, dunque non adatto al transito di mezzi tradizionali, e fonte di rimpianti per chi ha avviato la tradizione di famiglia.

    Si parla di Diana, perchè in questi giorni è partita l’edizione 2024 del premio che lei ha vinto nel 2023. Promosso da Eit Food, una organizzazione della Comunità Europea che si occupa di Innovazione e Tecnologia, sviluppato in Italia dal Future Food Institute, il premio EWA è dedicato letteralmente alla creazione di opportunità per le donne nell’Agrifood ( Empower Women in Agrifood ), dunque è un censimento delle start up al femminile che spaziano dalla produzione di alimenti alla ristorazione. E nel dare spazio finalmente  alla creatività femminile EWA si prende carico anche di aiutare a realizzare in un settore tanto importante per l’economia europea la parità di genere. Le ragazze e le donne interessate a partecipare, il gruppo con l’Italia è allargato anche a Grecia, Portogallo, Spagna e Turchia, necessariamente maggiorenni, devono presentare la loro idea iniziale al sito dedicato. Poi comincia un percorso di sei mesi di training e di mentoring, ovvero di affiancamento, in cui vari esperti accompagnano le partecipanti nella definizione del loro progetto. Iscrizioni aperte fino al 24 maggio, premiazioni a fine ottobre.

    Diana l’anno scorso si è aggiudicato il primo premio del valore di diecimila euro, ma si è portata a casa anche tante lezioni, comprese quelle imparate dalle altre partecipanti perchè davvero ogni progetto era un’idea: possibile, da migliorare,sicuramente non da scartare e infatti il Future Food Institute allarga la sua squadra a tutte le candidate al premio, obbligato dal fatto che la presidente, Sara Roversi, è lei stessa un manifesto di cosa significa Ewa (è appena stata nominata commissaria della Kofi Annan Foundation per la sicurezza del cibo). Green&Blue e Italian TEch seguiranno lo sviluppo del concorso perché di questo hanno primariamente bisogno le startup: di trovare una ribalta, e un incoraggiamento.L’Agrifood ha un perimetro largo in Italia, ma non sempre è rispettoso delle giuste ambizioni delle donne, e il merito principale di questo premio è proprio quello di premiarne comunque creatività e impegno, anche sociale. Restituendo ai droni un ruolo nei sogni invece che negli incubi. LEGGI TUTTO