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    Giornata della Terra Torino: il 20 aprile le attività no stop nei Musei Reali

    Cambiamenti climatici, biodiversità, giovani ed inclusione sociale: saranno questi i temi della “Giornata della Terra Torino” che si svolgerà sabato 20 aprile, dalle 9 alle 24 nella meravigliosa cornice dei Musei Reali, cuore storico della città, contornato dai suoi magnifici Giardini. La Giornata della Terra, istituita il 22 aprile del 1970 – e celebrata in oltre 190 nazioni – è il più famoso evento ambientale al mondo, che ambisce a motivare l’opinione pubblica sull’importanza della salvaguardia del nostro pianeta.La manifestazione – organizzata e promossa a Torino da AWorld 1 e Club Silencio 2, con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo3 – offrirà oltre 15 ore di attività ed intrattenimento no-stop dedicate all’ambiente e alle buone pratiche green. “Acquisire consapevolezza sulle conseguenze che le nostre azioni hanno sull’ambiente, e su come cambiare le nostre abitudini per limitare gli impatti negativi é fondamentale per garantire il futuro del nostro Pianeta e alle generazioni che verranno – dichiara l’Assessora alla Transizione ecologica Chiara Foglietta. Credo che le occasioni di incontro, confronto e dibattito – come quelle ospitate nel ricco palinsesto della Giornata della Terra con le sue diverse attività, dai talk ai laboratori fino agli spettacoli – offrano ai cittadini gli strumenti per aumentare la propria conoscenza e per avere una percezione più chiara della gravità degli effetti dei cambiamenti climatici. Un’occasione per tutti e tutte per riflettere e capire come le sfide ambientali, sociali ed economiche del nostro tempo siano tra loro legate e richiedono che ognuno faccia la propria parte”.L’evento, gratuito e carbon neutral (grazie a scelte di allestimento a basso impatto e alla misurazione e compensazione delle emissioni di CO2 prodotte durante la giornata), proporrà un ricco palinsesto di iniziative utili a sensibilizzare la cittadinanza a prendere parte al cambiamento, creando consapevolezza ed incoraggiando azioni individuali virtuose.”La Giornata della Terra non è solo un evento, ma una vera e propria festa, un’occasione unica per scoprire come ognuno di noi può fare la differenza nella salvaguardia del Pianeta coinvolgendo il maggior numero di persone nel mondo. I nostri stili di vita stanno impattando sempre più in modo negativo ma facendo tutti dei piccoli cambiamenti possiamo insieme invertire la rotta. Ecco, quindi, il perché di un evento come questo che ambisce a sensibilizzare ed attivare la cittadinanza di Torino – dichiara Alessandro Armillotta, CEO e Co-Founder di AWorld. Quest’anno poi la Giornata della Terra Torino sarà molto di più perché farà anche da trampolino di lancio, ufficiale, della Planet Week organizzata in occasione del G7 e che prenderà il via proprio da noi, sabato, per concludersi il 28 aprile.”

    “Per l’appuntamento del 20 aprile abbiamo lavorato ad un palinsesto molto diversificato, che toccherà i molteplici aspetti della sostenibilità e che avrà la forza di parlare davvero a tutti, grazie ad un corretto mix di momenti divulgativi e leisure, dinamici e statici, culturali e pop – racconta Alberto Ferrari, Presidente di Club Silencio. Il nostro obiettivo? Far passare il concetto di “butterfly effect”: un piccolo cambiamento può far accadere cambiamenti molto più grandi! E nel farlo rivolgeremo un’attenzione particolare proprio al mondo dei bambini e dei giovani poiché solo loro potranno realmente condizionare e cambiare il futuro del pianeta.””Fronteggiare le sfide più urgenti per preservare il pianeta e la salute delle generazioni presenti e future è tra le priorità di azione di Fondazione Compagnia di San Paolo – dichiara Paolo Mulassano, Responsabile dell’Obiettivo Pianeta della Fondazione Compagnia di San Paolo. Attraverso l’Obiettivo Pianeta sosteniamo progetti di formazione e sensibilizzazione verso stili di vita sani e tutela dell’ambiente, promuovendo il coinvolgimento responsabile delle singole persone come una delle risorse centrali nel gestire la transizione climatica (oltre 660.000 le persone raggiunte dal 2021 ad oggi). In linea con tale principio – conclude Mulassano – sosteniamo questo evento organizzato da AWorld e Club Silencio fin dalla sua prima edizione nel 2023 e rinnoviamo quest’anno la nostra partecipazione attiva inserendo all’interno del programma nuove occasioni di riflessione con relatrici e relatori opinion leader del settore.  

    Una manifestazione, quella della Giornata della Terra Torino che, grazie al suo format, si conferma un’opportunità per rendere i temi della sostenibilità, del clima, dell’ambiente e della salute circolare sempre più accessibili incentivando l’adozione di buone pratiche in linea con l’Agenda 2030.Workshop, talk, laboratori, spettacoli, esibizioni e mostre: un palinsesto ricco e variegato che regalerà al visitatore una giornata immersiva ed esperienziale per permettergli di avvicinarsi alle tematiche legate alla sostenibilità sociale ed ambientale. L’evento, che si svolgerà proprio nel cuore della città, in diverse location dei Musei Reali, in uno dei più importanti siti di interesse artistico e culturale di Torino, si aprirà ufficialmente alle ore 9.00 con due momenti dedicati alla cura di mente e corpo: 

    “News&Coffee” (Main Stage in Piazzetta Reale): rassegna stampa live al termine della quale sarà offerto a tutti i partecipanti un caffè caldo da Illy.”Saluto al Sole” (Giardini Reali bassi): si inizia la giornata con il più completo esercizio Yoga. LEGGI TUTTO

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    L’Onu: “Abbiamo due anni per salvare il mondo”

    “Due anni per salvare il mondo”. L’urgente appello all’azione arriva non da un gruppo di attivisti, ma da una delle massime autorità internazionali in fatto di lotta ai cambiamenti climatici. È infatti il titolo dell’intervento che ha tenuto oggi alla Chatham House, il celebre centro studi di Londra, Simon Stiell, segretario esecutivo dell’agenzia Onu per i cambiamenti climatici. 

    Stiell, politico di Grenada scelto nel 2022 dal Segretario generale Onu Guterres per guidare la Unfcc, è stato l’artefice, insieme al presidente emiratino di Cop28 Sultan Al Jaber, dell’accordo storico approvato lo scorso dicembre a Dubai: un testo che per la prima volta mette nero su bianco la necessità di un abbandono graduale (“transition away”) dei combustibili fossili. 

    Ma Stiell sa bene che quell’impegno, già sabotato da alcune dichiarazioni saudite in occasione di un recente summit di petrolieri a Dallas, non può bastare a fermare la corsa al rialzo delle temperature. Ecco perché nel suo discorso all’intellighenzia britannica insiste sulle azioni che occorre mettere in campo nei prossimi due anni. 

    “Consideriamo per un momento cosa ci sarà in palio se riusciremo a far sì che i prossimi due anni contino davvero”, scrive il capo dell’Unfcc. “Nuovi e audaci piani nazionali sul taglio delle emissioni costituiranno una fonte di posti di lavoro e un trampolino di lancio economico per spingere i Paesi a risalire nella graduatoria globale del tenore di vita. Di fronte alla siccità che distrugge i raccolti, un’azione climatica molto più coraggiosa per ridurre le CO2 e aiutare gli agricoltori ad adattarsi aumenterà la sicurezza alimentare e ridurrà la fame. Ridurre l’inquinamento da combustibili fossili significherà una salute migliore e enormi risparmi sia per i governi che per le famiglie. A coloro che sostengono che il cambiamento climatico è solo una delle tante priorità, come porre fine alla povertà, alla fame, alle pandemie o al miglioramento dell’istruzione, dico semplicemente questo: nessuno di questi compiti cruciali – anzi nessuno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile – sarà possibile a meno che non riusciamo a tenere sotto controllo la crisi climatica”. 

    Nel biennio decisivo che ci attende, un ruolo cruciale lo avrà la Cop29 che sia terrà a Baku a fine anno e che avrà come dominante quello della finanza climatica. “La prossima generazione di piani nazionali sul clima dovrà essere un piano di investimento per economie forti e sostenibili. Il che ci riporta all’importanza cruciale dei finanziamenti per il clima”, spiega Stiell. “È difficile per qualsiasi governo investire nelle energie rinnovabili o nella resilienza climatica quando le casse del tesoro sono vuote, m un salto di qualità quest’anno nella finanza climatica è essenziale e del tutto realizzabile. Ogni giorno, ministri delle finanze, amministratori delegati, investitori e banchieri dello sviluppo decidono come spendere migliaia di miliardi di dollari. È tempo di spostarli dall’energia e dalle infrastrutture del passato a quelli di un futuro più pulito e resiliente. E garantire che i Paesi più poveri e vulnerabili ne traggano vantaggio. Quest’anno, alla Cop29 di Baku, dobbiamo trovare  un nuovo accordo sui finanziamenti per il clima, tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo”.

    Un ruolo cruciale lo avranno la Banca Mondiale e il Fondo monetario internazionale. “Oltre al G7 che quest’anno è a guida italiana”, ricorda Stiell. “I governi del G7 sono i principali azionisti della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, forniscono sia il capitale che la direzione. È interamente nell’interesse di ogni Paese del G7 intraprendere azioni sul clima molto più coraggiose in patria e all’estero, anche sul fronte dei finanziamenti”. 

    Ma l’alto funzionario Onu non si rivolge solo ai potenti della Terra. Parla anche alla gente comune, perché “l’unico modo sicuro per mettere il clima in cima all’agenda dei governi è che un numero sufficiente di persone faccia sentire la propria voce”. LEGGI TUTTO

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    Le attività commerciali possono convivere con la sostenibilità ambientale

    Le conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici che stanno trasformando l’ambiente impongono alle aziende di tutti i settori un impegno collettivo a favore di una maggiore sostenibilità.

    Naturalmente, il business resta l’obiettivo principale di ogni società commerciale ma ciò non esclude la responsabilità sociale nei confronti delle persone e dell’ambiente in cui viviamo, bene assoluto da salvaguardare in ogni modo. LEGGI TUTTO

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    City Vision: i Comuni che fanno scuola. Nel 2024 arrivano tre nuovi premi per le pubbliche amministrazioni

    Premi che non intendono celebrare un punto di arrivo, ma valorizzano un processo di crescita all’interno dei comuni grazie alla lungimiranza di rappresentanti della Pubblica amministrazione. City Vision, il progetto di Blum e Padova Hall che racconta la trasformazione intelligente dei territori, ha in programma la consegna di numerosi riconoscimenti nell’agenda 2024: oltre al City Vision Score e al Premio Buone Pratiche, entrambi alla seconda edizione, si è aggiunto il Premio speciale City Vision, all’interno del Premio Innovazione e Sviluppo.

    Ideato da Anci Piemonte, promosso con Anci nazionale e organizzato da Anfov, dal 2017 il Premio Innovazione e Sviluppo riconosce i migliori progetti presentati dalla Pubblica amministrazione che esprimono lo spirito di cambiamento, innovazione, progresso digitale, di connessione e sviluppo alla base del programma Next Generation Ue. A partire dall’edizione 2024, in questo contesto è stato appunto istituito il Premio speciale City Vision, destinato a un progetto che rappresenti una buona pratica di attuazione di un percorso virtuoso in tema di smart city, pratiche di sviluppo innovativo e sviluppo intelligente del territorio. La cerimonia di consegna è in programma per novembre 2024 a Torino, nel corso dell’assemblea nazionale di Anci.

    “Come Anci Piemonte siamo orgogliosi di avere creato e, negli anni, sostenuto questa iniziativa, che ha dimostrato come si possa in modo pratico e tangibile incentivare lo sviluppo dei Comuni – ha dichiarato il Founding Partner di Prokalos, Michele Pianetta – Le cifre dimostrano che le amministrazioni pubbliche sono pronte a rispondere agli stimoli di crescita e diffusione della cultura dell’innovazione, se tali stimoli vengono loro posti in modo costruttivo e con gli strumenti adeguati a realizzare progetti davvero utili a cittadini e aziende”.

    Con il patrocinio di Anci, City Vision racconta da anni l’evoluzione dei territori, con eventi in tutta Italia per raccogliere e alimentare una community composta da PA, aziende e stakeholder. “Nel 2024 vogliamo continuare a riconoscere l’ottimo lavoro che, ogni giorno, amministratori e amministratrici svolgono da Nord a Sud – ha commentato Domenico Lanzilotta, direttore di City Vision – Con gli investimenti del Pnrr e gli obiettivi di sostenibilità e digitalizzazione, l’Italia deve cambiare passo e non lasciare indietro nessuna città”.

    Per questo, viene pensato il premio City Vision – Buone Pratiche, che sarà consegnato nel corso dell’edizione 2024 degli Stati generali delle città intelligenti, in programma a Padova il 21 e 22 ottobre. Si tratta di un riconoscimento ai migliori progetti di trasformazione intelligente nei campi dell’innovazione urbana e sviluppo sostenibile, inclusione sociale e comunitaria, digitalizzazione e tecnologie innovative, salute e benessere, educazione e cultura.

    Nel 2024 tornerà anche il City Vision Score. Si tratta di un’analisi quantitativa che fotografa tutti i Comuni italiani su sei verticali di innovazione: Smart Governance, Smart Economy, Smart Environment, Smart Living, Smart Mobility e Smart People. Lo Score riunisce dati a disposizione da tutta Italia e produce il grado di smartness in una scala da 10 a 100, con una mappa interattiva in cui è possibile effettuare ricerche in base a regione o provincia. Tenendo in considerazione le differenze territoriali e di dimensione delle singole città, l’indice mostra una classifica delle Top 50, considera poi i soli capoluoghi e mantiene inoltre un focus sui Comuni a seconda della loro dimensione (da quelli con meno di 2mila abitanti a quelli da oltre 100mila). LEGGI TUTTO

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    Bonus e contributi ai giovani per avviare un’impresa agricola: la guida

    Bonus fiscali e contributi a fondo perduto per i giovani che decidono di avviare un’attività agricola puntando sull’innovazione nella produzione e su un maggior rispetto per l’ambiente. Le novità grazie alla legge 36/2024 “Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo”, in vigore dall’8 aprile. Previsti anche posti riservati nei mercati […] LEGGI TUTTO

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    Sostituire la carne rossa con le sardine potrebbe salvare 750mila vite all’anno

    Sardine, acciughe e aringhe sono una risorsa abbondante, assolutamente salutare e a basso impatto ambientale. Nonostante siano pescate commercialmente in tutto il mondo, solo una frazione del pescato globale oggi viene destinata al consumo umano. Ed è un peccato, perché secondo una nuova ricerca pubblicata su BMJ Global Health, rimpiazzando la carne rossa con pesci foraggio – termine con cui vengono identificate tutte le specie marine piccole e abbondanti, che si muovono in banchi e si trovano alla base della catena alimentare – nel mondo si potrebbero salvare fino a 750mila vite ogni anno, prevenendo l’insorgenza di patologie legate alle abitudini alimentari, come le coronaropatie.I pesci foraggio (un termine assimilabile in qualche modo a quelli che noi italiani definiamo pesci azzurri) sono specie di piccole dimensioni di cui si cibano quasi tutti i pesci di dimensioni maggiori, ma anche uccelli marini e mammiferi. Sono presenti negli oceani di tutto il mondo, e solitamente si tratta di specie ricche di omega 3, calcio e vitamina B12. Ottime quindi per mantenere in salute cuore e cervello, e anche sostenibili, perché la pesca di queste specie ha un basso impatto in termini di emissioni (anche se può diventare eccessiva e mettere a rischio la sopravvivenza degli stock ittici e dei tanti animali che vi affidano la propria sopravvivenza).

    Alimentazione

    Piccoli cambiamenti nella dieta possono ridurre l’impronta di carbonio del 25%

    di redazione Green&Blue

    01 Marzo 2024

    I pesci foraggio sono pescati in tutto il mondo, ma appena un quarto del pescato globale viene destinato al consumo umano: in molte zone, soprattutto nelle regioni più povere, vengono utilizzati infatti principalmente per creare mangimi utilizzati nell’acquacoltura di specie di maggiore pregio. Sul versante opposto troviamo invece la carne rossa. Un alimento inquinante, che se consumato in eccesso può aumentare il rischio di soffrire di diverse, gravi, patologie croniche.Per questo motivo, gli autori del nuovo studio hanno deciso di verificare cosa potrebbe accadere se invertissimo l’attuale modello alimentare dominante, sostituendo alla carne rossa il consumo di pesci foraggio. I loro risultati parlano chiaro: i benefici in termini di salute pubblica sarebbero sostanziali.

    L’intervista

    “Until the end of the world”, il lato oscuro dell’industria ittica. “Negli allevamenti di pesce c’è poco di green”

    di Marino Midena

    16 Febbraio 2024

    Proiettando i loro modelli nel futuro, i ricercatori prevedono che entro il 2050 si eviterebbero tra le 500 e le 750mila morti ogni anno, e tra gli otto e i 15 milioni di anni in termini di attesa di vita corretta per disabilità, misura che esprime la somma degli anni di vita persi a causa di malattie che causano disabilità o morte prematura. Il tutto, grazie a una riduzione del 2% delle morti per coronaropatie, ictus, diabete e tumore dell’intestino.

    “I benefici teorici del consumo di pesci foraggio sono evidenti”, scrivono gli autori dello studio, “ma nonostante questo, ci sono importanti barriere che impediscono di ottenerli, come la produzione di mangimi per acquacoltura, l’overfishing, i cambiamenti climatici, e l’accettabilità culturale di questi alimenti”. LEGGI TUTTO

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    “La salvaguardia del clima è un diritto umano”: storica sentenza a Strasburgo, vincono le “signore dell’ambiente”

    Le anziane signore del clima hanno fatto la storia. A Strasburgo, mentre fuori centinaia di attivisti tra cui Greta Thunberg manifestavano in segno di solidarietà alle “Klima Seniorinnen” e altri ricorrenti per cause climatiche, la Corte Europea dei diritti dell’uomo (CEDU) si è pronunciata con una sentenza storica a favore del gruppo svizzero di circa duemila donne dall’età media di 75 anni che avevano denunciato gli sforzi inadeguati del governo elvetico nel combattere la crisi del clima, quelle che con ondate di calore ed eventi meteo estremi mette a rischio la vita e i diritti delle persone. LEGGI TUTTO

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    L’America che difende i combustibili fossili contro la IEA

    Sotto la direzione di Fatih Birol, l’Agenzia internazionale per l’energia si è trasformata in una “cheerleader della transizione energetica”. Di più: “La Iea ha minato la sicurezza energetica, scoraggiando investimenti sufficienti nelle forniture energetiche… Inoltre, le sue previsioni non forniscono più ai politici valutazioni equilibrate delle proposte energetiche e climatiche”.Il durissimo attacco, senza precedenti, all’istituzione ritenuta la più autorevole al mondo in fatto di energia, è alla persona che la guida, fa scalpore anche per il luogo da cui è partito: il Campidoglio degli Stati Uniti.Sono stati infatti il senatore repubblicano del Wyoming John Barrasso e la deputata, eletta con i conservatori nello Stato di Washington, Cathy McMorris Rodgers a firmare una lettera al vetriolo indirizzata a Fatih Birol, ingegnere ed economista turco, dal 2015 direttore esecutivo della Iea.A innescare l’assalto epistolare potrebbe essere stata la decisione dell’Amministrazione Biden di fermare la costruzione di nuove infrastrutture per l’esportazione del gas naturale liquefatto statunitense. Barrasso e McMorris Rodgers scrivono infatti a Birol: “Il mese scorso, il suo ex vice alla Iea, David Turk, ora vice segretario del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, ha giustificato la decisione del presidente Biden di “sospendere” il processo di autorizzazione per le esportazioni di gas naturale liquefatto degli sulla base delle previsioni della Iea, piuttosto che sulle le previsioni del Dipartimento. Riteniamo che la decisione del vice segretario Turk di fare affidamento in gran parte sulle previsioni anomale della Iea, quando si discute della domanda mondiale di gas naturale sia profondamente preoccupante. La decisione del presidente Biden di interrompere l’approvazione dei permessi di esportazione di Gnl potrebbe avere conseguenze devastanti sulla futura fornitura di GNL statunitense ai Paesi in via di sviluppo, che vivranno decenni di robusta crescita della domanda di gas naturale”.Che ad animare i due parlamentari repubblicani sia la preoccupazione per i Paesi in via di sviluppo, o piuttosto i bilanci dei colossi americani dei combustibili fossili, è tutto da dimostrare.Di sicuro Birol, negli ultimi anni, ha ripetutamente sottolineato la necessità, per far fronte alla crisi climatica, di abbandonare carbone, petrolio e gas, per passare alle fonti pulite di energia (dicitura che nel linguaggio Iea include, oltre alle rinnovabili, anche il nucleare). E dunque non è certamente amato dai petrolieri di ogni latitudine.D’altra parte va ricordato che la Iea nacque nel 1974 su input dell’Ocse proprio per mettere i Paesi consumatori di petrolio al riparo da crisi energetiche (nel 1973 era andato in scena lo shock petrolifero).I senatori Barrasso e la deputata McMorris Rodgers non fanno mistero di difendere nelle aule parlamentari di Washington gli interessi dell’industria dei fossili americana. E lo fanno da poltrone di piano: il primo è membro della Commissione energia del Senato, la seconda è presidente della Commissione energia e commercio alla Camera. Stupiscono tuttavia i toni e le parole scelte (“cheerleader”), quasi puntassero ad azzoppare definitivamente Birol, che però appena due anni fa è stato riconfermato al vertice dell’Agenzia per il terzo mandato consecutivo.La Iea da parte sua replica con grande cautela diplomatica. Alla nostra richiesta di replica alla lettera dei parlamentari americani, ha risposto: “Sulla base dei mandati che abbiamo ricevuto dai governi membri, la Iea si concentra sull’aiutare i Paesi nei loro sforzi per mantenere la sicurezza energetica e accelerare le transizioni verso l’energia pulita. In questo contesto, accogliamo con favore il feedback sul nostro lavoro e attribuiamo grande importanza al nostro dialogo con il Congresso degli Stati Uniti, dove partecipiamo regolarmente alle udienze per fornire testimonianze di esperti su un’ampia gamma di questioni di politica energetica. Nell’ambito della modellizzazione del sistema energetico a lungo termine, produciamo una serie di scenari basati su diverse ipotesi su come il sistema energetico potrebbe evolversi nel tempo. Come sottolineiamo nel nostro lavoro, i diversi scenari mirano a contribuire a informare i decisori, mostrando gli effetti delle diverse scelte politiche, tecnologiche e di investimento. Gli scenari non sono previsioni di ciò che accadrà esattamente”. LEGGI TUTTO