Marzo 2024

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    Eventi climatici estremi, ENEA individua le aree più a rischio in Italia

    Uno studio ENEA pubblicato sulla rivista Safety in Extreme Environment ha permesso di identificare le aree del nostro Paese più a rischio di mortalità per eventi climatici estremi, che dal 2003 al 2020 hanno causato complessivamente 378 decessi, di cui 321 per frane e valanghe, 28 per tempeste e 29 per inondazioni. Le regioni con il maggior numero di decessi e di comuni coinvolti sono risultate Trentino-Alto Adige (73 decessi e 44 comuni), Lombardia (55 decessi e 44 comuni), Sicilia (35 decessi e 10 comuni), Piemonte (34 decessi e 28 comuni), Veneto (29 decessi e 23 comuni) e Abruzzo (24 decessi e 12 comuni), con un alto numero di comuni a rischio riscontrato anche in Emilia-Romagna (12), Calabria (10) e Liguria (10). Tra le regioni ad alto rischio c’è anche la Val d’Aosta con 8 decessi, un numero elevato se si tiene conto degli abitanti complessivi. 

    “La mortalità è l’unico indicatore sanitario immediatamente disponibile per tutti i comuni italiani e la Banca Dati Epidemiologica[1] dell’ENEA consente di effettuare studi sull’intero territorio nazionale utilizzando la mortalità per causa come indicatore di impatto”, spiega Raffaella Uccelli, ricercatrice del Laboratorio ENEA Salute e Ambiente e coautrice dello studio insieme alla collega Claudia Dalmastri.

    Longform

    Assicurazioni: il clima che cambia ci costa caro

    di Antonio Piemontese, coordinamento multimediale: Gaia Scorza Barcellona

    15 Marzo 2024

    Dallo studio emerge inoltre che circa il 50% dei 247 comuni italiani con almeno un decesso è costituito da centri montani o poco abitati, dove il rischio di mortalità associata a eventi meteo-idrogeologici estremi potrebbe essere connesso alla loro fragilità intrinseca e alle difficoltà degli interventi di soccorso. 

    “A livello demografico le vittime sono state 297 uomini e 81 donne. La ragione di questa disparità fra i sessi potrebbe essere collegata, almeno in parte, a diversi stili di vita, alle attività svolte, agli spostamenti casa-lavoro e ai tempi diversi trascorsi all’aperto”, sottolinea Claudia Dalmastri. 

    Nel nostro paese, oltre il 90% dei comuni e oltre 8 milioni di abitanti sono a rischio a causa di eventi climatici estremi, in particolare frane (1,3 milioni di abitanti) e inondazioni (6,9 milioni di abitanti). Da gennaio a maggio 2023, si sono verificati 122 eventi meteorologici estremi rispetto ai 52 registrati nello stesso periodo del 2022 (+135%) e le regioni più colpite sono state Emilia-Romagna, Sicilia, Piemonte, Lazio, Lombardia, Toscana. Tutte queste aree, eccetto il Lazio, sono state identificate come a rischio anche nello studio ENEA.

    Eventi meteorologici estremi

    Cambiamento climatico, il 2023 è stato l’anno della grandine

    di Giuditta Mosca

    29 Febbraio 2024

    “Gli eventi meteo estremi stanno aumentando di frequenza e intensità a causa dei cambiamenti climatici, con conseguenze drammatiche su territori e popolazioni, in particolare sugli over 65, la cui percentuale in Italia è aumentata del 24% in 20 anni. Conoscere le aree a più alto rischio anche per la mortalità associata diventa quindi fondamentale per definire le azioni prioritarie di intervento, allocare risorse economiche, stabilire misure di allerta e intraprendere azioni di prevenzione e di mitigazione a tutela del territorio e dei suoi abitanti”, conclude Raffella Uccelli. LEGGI TUTTO

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    A Pasqua niente agnello per tutelare (anche) la biodiversità

    Se avete in programma di servire, al pranzo di Pasqua, l’arrosto di agnello, ora c’è un motivo in più per cambiare idea: questa portata, oltre a causare una ingiustificabile mattanza di animali, è anche la nemica numero uno della biodiversità. Lo rivela uno studio pubblicato su Plos One e realizzato dai ricercatori dell’Università Nazionale di Singapore, che hanno analizzato 151 piatti provenienti da 25 Paesi del mondo, con l’obiettivo di calcolare l’impatto sulla varietà di organismi nei loro habitat. Gli scienziati hanno selezionato le portate dagli elenchi di Cable News Network e Taste Atlas, raggruppandole in tre categorie (vegane, vegetariane, contenenti carne). Per ogni preparazione hanno esaminato la ricetta, adattando le porzioni in modo che le varie vivande fornissero lo stesso numero di calorie. Quindi hanno valutato ogni singolo ingrediente.

    La guida

    Pasqua senza sprechi, app e consigli per risparmiare il cibo

    a cura di redazione Green&Blue

    29 Marzo 2024

    La carne è nemica della biodiversità

    Ebbene, oltre all’agnello, finito in cima alla lista nera, grande avversaria della diversità biologica è anche la carne di manzo, protagonista di piatti come il chili (stufato piccante con peperoncino, manzo, fagioli) e la tartare. 

    Del resto, bistecche, salsicce, costine sono già più volte salite sul banco degli imputati con l’accusa di nuocere all’ambiente. Secondo la Food and agriculture organization (Fao), il bestiame causa, infatti, il 14,5% delle emissioni globali di gas serra: soprattutto metano, ammoniaca, anidride carbonica. 

    “La carne che in generale ha una maggiore impronta sulla biodiversità è quella brasiliana”, spiega Elissa Cheng, ricercatrice del Dipartimento di Scienze biologiche dell’Università Nazionale di Singapore e autrice dello studio. “E ciò perché in Brasile, per sostenere la produzione, molti terreni, tra cui la savana del Cerrado e la foresta amazzonica, sono stati convertiti in pascoli. Il Paese ospita il maggior numero di specie al mondo e da ciò consegue l’elevato numero di specie minacciate”.

    La ricetta

    Torta Pasqualina veg: la ricetta per far contenti tutti

    a cura di Gaia Scorza Barcellona

    28 Marzo 2024

    Per i piatti veg conta la provenienza

    Sorprendentemente anche le ricette che utilizzano legumi, come il chana masala (zuppa di ceci speziata) e il rajma curry (piatto composto da fagioli rossi, curry, pomodori, cipolle, spezie, erbe aromatiche), possono nuocere alla biodiversità. Soprattutto se hanno origine in India o in Messico. 

    “In India, uno dei maggiori produttori di legumi a livello mondiale, l’agricoltura si è sviluppata a scapito delle foreste alpine, come la regione dell’Himalaya, ricca di diversità biologica”, chiarisce Luis Roman Carrasco, ricercatore del Dipartimento di Scienze biologiche dell’Università Nazionale di Singapore, oltre che autore della ricerca. “Inoltre, i ceci, inclusi in circa il 60% dei piatti a base di legumi, vengono coltivati nelle zone meridionali dei Ghati occidentali, un’altra miniera di biodiversità, senza contare che la produzione industriale di legumi ha messo a rischio alcune specie indiane, come il maiale pigmeo, il ratto Elvira e il ratto Kondana. Analogamente, in Messico i pascoli si sono espansi a scapito della foresta tropicale”. 

    Pure i piatti a base di riso, come idli (torta salata di riso e lenticchie) e ketupat (riso racchiuso in foglie di palma intrecciate), potrebbero avere un elevato impatto sulla diversità biologica. 

    Gli alleati della biodiversità

    Lo studio ha anche individuato gli ingredienti alleati della biodiversità, come patate, utilizzate per esempio nei pyzy (gnocchi polacchi), e grano, usato nella baguette (tipico pane francese). E ancora, soia, mais, frutta. “Questi alimenti hanno una bassa impronta di diversità biologica perché provengono dai Paesi delle regioni temperate, che hanno una ricchezza di specie inferiore rispetto a quella delle regioni tropicali”, rende noto Cheng.

    Alimentazione

    Piccoli cambiamenti nella dieta possono ridurre l’impronta di carbonio del 25%

    di redazione Green&Blue

    01 Marzo 2024

    Carrasco aggiunge che “secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (United nations environment programme, Unep), la produzione alimentare globale è il principale motore della perdita di biodiversità. Il nostro lavoro potrebbe aiutare i consumatori a comprendere meglio l’impatto delle loro scelte a tavola. A volte seguendo semplici regole si possono ottenere importanti risultati”. LEGGI TUTTO

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    La sostenibilità dei cosmetici inizia dal packaging

    Un semplice tappo. Eppure, su quei 5,4 grammi di plastica si stanno conducendo da anni studi, le multinazionali investono soldi e energie per avvicinarsi ai valori della nuova generazione di consumatori: etici, sostenibili e digitali. Perché se è vero che i piccoli gesti di ognuno di noi fanno la differenza per la salvaguardia della Terra, è anche vero che riducendo l’impatto dei tantissimi piccoli oggetti che ogni giorno tocchiamo e utilizziamo, si può arrivare ad un grande risultato. Anche solo riducendo il tappo di una bottiglietta di shampoo da quei famosi 5,4 grammi ad appena 3,7 grammi. Quel 40% fa la differenza, garantiscono gli scienziati abituati a ragionare sui grandi numeri e tanto per fare un esempio, l’Italia ogni anno mette sul mercato 396 milioni di prodotti di plastica che costano alla collettività 310 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui circa 100 milioni dispersi nell’ambiente. Dati da cui s’intuisce quanto sia importante perfino la riduzione di qualche grammo di plastica dal tappo di un contenitore, di un erogatore che entra nelle nostre case e dobbiamo poi smaltire. 

    Nel laboratorio di Green Science si studiano i principi attivi naturali  LEGGI TUTTO

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    Pasqua green, le crocchette di riso e verdure avanzate di Cristina Mauri

    Quando vi avanza del riso lessato, dovete provare a preparare queste crocchette. Sono irresistibili, morbide dentro e croccanti fuori: un ottimo modo per far mangiare le verdure anche a chi abitualmente non le apprezza!

    Ingredienti

    riso lessato 400 g
    patate 300 g
    carote 2
    zucchine 2
    cipolla 1
    olio extravergine di oliva qb
    prezzemolo qb
    sale qb
    pepe qb

    Per la mayo vegana:

    aquafaba 50 g
    olio di semi di girasole 175 g
    succo di limone 15 g
    senape 1 cucchiaino

    Preparazione:

    Lavate le patate e lessartele in abbondante acqua salata, finché non sono morbide e ben cotte. Privatele della buccia e schiacciatele con una forchetta per formare una purea.Tritate la cipolla e fatela rosolare in una padella ben calda con un cucchiaio di olio extravergine. Pulite le carote con una spazzola per verdure. Con una grattugia a fori larghi, grattugiare le carote e le zucchine, e aggiungetele nella padella. Fatele rosolare per qualche minuto, poi regolate di sale e lasciare intiepidire. 

    Tritate grossolanamente il prezzemolo.In una ciotola unite la purea di patate, il riso lessato, le verdure saltate e il prezzemolo. Regolate di sale e mescolate bene per amalgamare tutti gli ingredienti. 

    Formate le crocchette: prelevate una porzione di impasto, rotolatela nelle mani e schiacciatela poi sulla teglia coperta di carta forno. Condite le crocchette con poco olio extravergine e cuocete in forno a 200° per 15-20 minuti, finché dorate. 

    Per i grandi:

    Preparate la mayo vegana: versate nel boccale del mixer a immersione l’aquafaba fredda e il succo di limone. Frullate per una trentina di secondi, per ottenere una schiuma. Aggiungete l’olio a filo, poco alla volta, continuando a frullare a massima velocità. Muovete il frullatore dal basso verso l’alto per incorporare aria. La mayo sarà pronta nel giro di un paio di minuti. Aggiungete la senape e mescolate bene.Servite le crocchette di riso e verdure con un’insalata fresca e la mayo vegana. 

    Cristina Mauri divulga cucina consapevole su GoodFoodLab, con ricette vegetariane e piatti gustosi perché “il cibo è una delle chiavi per risolvere la crisi che stiamo vivendo”. Ha scritto “Semplicemente Green. Ricette veg, buone e sostenibili per tutta la famiglia” (RedEdizioni, 2021).@good_food_lab | Cristina Mauri | GoodFoodLab.it LEGGI TUTTO

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    In Lombardia si decarbonizza riutilizzando scarti e rifiuti

    “Io sono convinto che tra qualche anno, diciamo 7 – 8, i cittadini potrebbero non pagare più lo smaltimento dei loro rifiuti, perché il rifiuto è destinato a diventare più di una risorsa, un bene”, sostiene Roberto Sancinelli, presidente della Montello Spa, azienda leader nel recupero e riciclo dei rifiuti di imballaggi in plastica e dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata. Un polo della green economy lombarda, che ormai è diventato non solo un esempio nazionale ma anche europeo. La Commissione europea ha infatti stabilito una valorizzazione del recupero entro il 2030 pari al 65%, mentre l’azienda bergamasca è riuscita a ottenere già oggi l’80%. Ogni anno Montello accoglie più di 300mila tonnellate di rifiuti plastici e più di 700mila tonnellate di rifiuti organici delle province della Lombardia e delle regioni limitrofe. Tutto questo si traduce in una produzione industriale di materie prime seconde e prodotti end of waste di grande valore per l’ambiente perché vengono risparmiate alla salute del Pianeta emissioni per più di 800mila tonnellate di CO2 all’anno. LEGGI TUTTO

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    Pasqua green, la torta salata a basso impatto (facile e veloce) di Elisa Nicoli

    “I pranzi durante le festività sono sempre a rischio di eccessi e sprechi. Soprattutto in Italia si tende a cucinare troppo per paura di affamare gli invitati e il rischio è che gli eccessi finiscano nel bidone”, per Elisa Nicoli (44enne bolzanese, su Instagram @eco.narratrice) la Pasqua (come il Natale) è il clou dello spreco di cibo. Ma qualcosa possiamo fare. Tre sono le soluzioni che propongo: cucinare meno; chiedere agli ospiti di portare un contenitore durevole per portare via ciò che resta nelle pentole; trasformare tutti gli eccessi in altro cibo nei giorni seguenti o congelarlo subito per avere pasti pronti in freezer all’occorrenza.Un altro aspetto fondamentale legato ai pasti delle festività è che si crede non possa mai mancare la carne, simbolo di ricchezza. Dovremmo smettere di associare al consumo di carne l’ostentazione di un benessere economico. La carne è solo sfruttamento, ambientale e animale. E, soprattutto quella rossa, andrebbe consumata con estrema parsimonia, per rispetto della nostra salute”. 

    La ricetta antispreco di @eco.narratrice 

    Torta salata facile e veloce 

    Ingredienti:

    300 gr farina integrale o semintegrale
    80 gr olio d’oliva extravergine
    legumi e verdure di stagione
    sale q.b. 

    Preparazione

    Si mescolano 300g di farina integrale o semintegrale con 80g di olio d’oliva extravergine e una presa di sale. Poi si buttano tutti in un colpo 100g di acqua. Si fa rapidamente una palla, che poi si stende, farcisce e chiude. Si cuoce in 30 minuti in forno ventilato a 180°C

    Per la farcitura ci si può sbizzarrire con un mix di legumi e verdura di stagione. Quindi no zucchine, peperoni e melanzane a Pasqua, soprattutto se abitiamo al Nord”. 

    Lei ha eliminato la carne dalla sua dieta. Ci racconti il suo percorso.”Non mangio carne dal 2006. L’ho fatto innanzitutto per questioni ambientali. Poi ad esse si sono sommate questioni di salute (la carne rossa è classificata dall’IARC, International Agency for Research on Cancer, come probabilmente cancerogena, classe 2A) e la carne rossa lavorata (insaccati e salumi) come sicuramente cancerogena (classe 1). Non dimentichiamo poi lo sfruttamento animale ad esso associato, soprattutto per quel che riguarda gli allevamenti intensivi. Ammetto che non mi piace nessun tipo di derivato animale. Io vivrei di verdura, legumi e cereali. Quindi il mio attuale percorso è quello di ridurre il più possibile carne, pesce e derivati animali in generale. Quando mangio solo verdura, legumi e cereali sento che il mio corpo sta molto meglio, ho più energia e digerisco tutto senza problemi”.In base a cosa sceglie i suoi prodotti alimentari? Quali sono i suoi “cavalli di battaglia” in cucina?”Posso risparmiare su tutto, ma non sul cibo. Nonostante questo abbiamo calcolato che comprando tutto bio, di stagione, spesso locale, vegetale spendiamo solo 5 euro a testa al giorno. Quindi se vogliamo finalmente dare priorità a ciò che ci costruisce, il cibo, possiamo riorganizzare i nostri acquisti e la nostra cucina, in modo da mangiare più sano, più sostenibile e spendendo meno. Quindi in casa non mancano mai tantissime verdure di stagione, cotte e crude, diversi tipi di cereali e tantissimi tipi di legumi. Il tutto comprato per lo più sfuso. In casa non entra nessun cibo industriale pronto, neanche i biscotti”.

    Pensiamo agli addobbi pasquali. Come creare un ambiente di festa in casa senza inquinare?”Io amo molto una tradizione sudtirolese che crea l’albero di Pasqua. Si può fare con potature e rami secchi e addobbi collezionati nel tempo o realizzati con le proprie mani. In genere sono gusci d’uovo o uova di legno dipinti e colombe stilizzate”.Cosa vorrebbe aggiungere a proposito di feste pasquali più green?”Non dimentichiamo, prima di metterci ai fornelli, che un quarto di tutti gli agnelli macellati in un anno nel nostro paese sono uccisi durante il periodo pasquale: sono esattamente 500mila. Scegliamo inoltre un uovo di cioccolato del commercio equo e solidale e biologico. Un’indagine svolta in Costa d’Avorio e Ghana dal Centro nazionale di ricerca Norc dell’Università di Chicago ha svelato che il lavoro minorile nella catena di produzione del cacao è aumentato negli ultimi dieci anni, con un incremento inquietante del 14%, passando dal 31 al 45% tra il 2008 e il 2019. In totale, circa 1,56 milioni di bambini lavorano nella produzione di cacao solo in queste due nazioni dell’Africa occidentale a meno di 1 dollaro al giorno di paga. Non scordate infine un contenitore durevole per portare a casa il cibo cucinato in eccesso, che altrimenti rischia di essere buttato”. 

    @eco.narratrice | “Ecominimalismo – l’arte perduta dell’essenziale” (Gribaudo Edizioni, 2023) LEGGI TUTTO

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    Scuola, Valditara sposa la linea Salvini: “In classe la maggior parte degli alunni deve essere italiana”

    Il giorno dopo la sparata di Matteo Salvini a Porta a Porta, ecco che il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara rilancia la propaganda leghista sul tetto di bambini stranieri in ogni classe. “Le aule devono essere a maggioranza di italiani”, altrimenti “disgregazione e caos”, dice in sintesi il ministro.
    Che spiega: “Se si è d’accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l’italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si insegni approfonditamente la storia, la letteratura, l’arte, la musica italiana, se i genitori saranno coinvolti pure loro nell’apprendimento della lingua e della cultura italiana e se non vivranno in comunità separate. È in questa direzione che noi intendiamo muoverci”.
    Sui social aggiunge: “L’inclusione può avvenire assimilando i nuovi arrivati sui valori fondamentali, quelli che sono racchiusi nella Costituzione e che appartengono alla identità di chi accoglie, oppure realizzando la società del melting pot, dove ognuno pensa e fa ciò che vuole. La prima società ha un futuro ordinato e prospero, la seconda ha di fronte a sè la disgregazione e il caos”.

    Salvini: “No alla chiusura delle scuole per il Ramadan, è arretramento”. Le parole dopo l’apprezzamento di Mattarella sul caso Pioltello

    a cura della redazione Cronaca nazionale

    27 Marzo 2024

    La proposta del tetto agli alunni stranieri in aula, Matteo Salvini l’aveva avanzata già diversi anni fa dopo il caso di una scuola romana, la Pisacane, dove intere classi erano composte prevalentemente da alunni immigrati o figli di immigrati. Ieri sera, in tv, ha spiegato: “Se hai tanti bambini che parlano lingue diverse e non l’italiano, è un caos. Bisogna controllare la presenza degli studenti. Un 20 per cento di stranieri in una classe è stimolante, ma quando gli italiani sono loro un quinto, come fa una maestra a spiegare?”.
    Una proposta, ricorda la Flc Cgil, di “gelminiana memoria”, poiché già la ministra del governo Berlusconi propose un tetto del 30% per gli stranieri in classe, una percentuale che ora il responsabile dei trasporti vorrebbe addirittura abbassare al 20. “Un’idea fuori dal tempo – per Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil – un provvedimento che penalizzerebbe la provenienza da contesti migratori non tenendo minimamente in considerazione la composizione dell’attuale società e la funzione unificante della scuola. E che risulterebbe per di più inapplicabile, se non sradicando dal loro contesto di vita e di relazioni decine di migliaia di bambine e bambini, ragazze e ragazzi, che verrebbero dirottate in istituti scolastici lontani dalle loro abitazioni e dai loro compagni” .
    “Esattamente il contrario di quel che dovrebbe essere ogni processo di inclusione che, invece, richiede rispetto dell’esperienza di ciascuno, accoglienza e, per quanto riguarda la scuola, investimenti per creare ambienti educativi di apprendimento che favoriscano il benessere e la crescita di tutte e di tutti”, conclude Fracassi.
    “Il ministro farebbe bene a occuparsi di ponti invece che di tetti. Nella scuola della Costituzione non c’è spazio per logiche discriminatorie”, conclude la leader della Flc Cgil.
    “La scuola italiana – ha replicato la capogruppo del Pd in Commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi – ha dimostrato di saper fare integrazione senza questa propaganda da quattro soldi. Varrebbe la pena conoscere meglio quanto già avviene in tante realtà scolastiche con forte immigrazione che si possono trovare in giro per l’Italia. È necessario provare a mettere in campo strategie e azioni specifiche di accompagnamento e mediazione per gli studenti stranieri. Lasciamo all’autonomia della comunità scolastica, e non alle uscite estemporanee del ministro dei Trasporti, le scelte migliori per favorire l’integrazione scolastica”.
    Il senatore Pd Filippo Sensi su X scrive: “Mancano solo l’apartheid e la pena di morte e le hanno dette tutte. Il tetto ci vorrebbe, ma alla vergogna”. LEGGI TUTTO