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Pasqua green, la torta salata a basso impatto (facile e veloce) di Elisa Nicoli

“I pranzi durante le festività sono sempre a rischio di eccessi e sprechi. Soprattutto in Italia si tende a cucinare troppo per paura di affamare gli invitati e il rischio è che gli eccessi finiscano nel bidone”, per Elisa Nicoli (44enne bolzanese, su Instagram @eco.narratrice) la Pasqua (come il Natale) è il clou dello spreco di cibo. Ma qualcosa possiamo fare. Tre sono le soluzioni che propongo: cucinare meno; chiedere agli ospiti di portare un contenitore durevole per portare via ciò che resta nelle pentole; trasformare tutti gli eccessi in altro cibo nei giorni seguenti o congelarlo subito per avere pasti pronti in freezer all’occorrenza.

Un altro aspetto fondamentale legato ai pasti delle festività è che si crede non possa mai mancare la carne, simbolo di ricchezza. Dovremmo smettere di associare al consumo di carne l’ostentazione di un benessere economico. La carne è solo sfruttamento, ambientale e animale. E, soprattutto quella rossa, andrebbe consumata con estrema parsimonia, per rispetto della nostra salute”. 

La ricetta antispreco di @eco.narratrice 

Torta salata facile e veloce 

Ingredienti:

  • 300 gr farina integrale o semintegrale
  • 80 gr olio d’oliva extravergine
  • legumi e verdure di stagione
  • sale q.b. 

Preparazione

Si mescolano 300g di farina integrale o semintegrale con 80g di olio d’oliva extravergine e una presa di sale. Poi si buttano tutti in un colpo 100g di acqua. Si fa rapidamente una palla, che poi si stende, farcisce e chiude. Si cuoce in 30 minuti in forno ventilato a 180°C

Per la farcitura ci si può sbizzarrire con un mix di legumi e verdura di stagione. Quindi no zucchine, peperoni e melanzane a Pasqua, soprattutto se abitiamo al Nord”. 


Lei ha eliminato la carne dalla sua dieta. Ci racconti il suo percorso.“Non mangio carne dal 2006. L’ho fatto innanzitutto per questioni ambientali. Poi ad esse si sono sommate questioni di salute (la carne rossa è classificata dall’IARC, International Agency for Research on Cancer, come probabilmente cancerogena, classe 2A) e la carne rossa lavorata (insaccati e salumi) come sicuramente cancerogena (classe 1). Non dimentichiamo poi lo sfruttamento animale ad esso associato, soprattutto per quel che riguarda gli allevamenti intensivi. Ammetto che non mi piace nessun tipo di derivato animale. Io vivrei di verdura, legumi e cereali. Quindi il mio attuale percorso è quello di ridurre il più possibile carne, pesce e derivati animali in generale. Quando mangio solo verdura, legumi e cereali sento che il mio corpo sta molto meglio, ho più energia e digerisco tutto senza problemi”.

In base a cosa sceglie i suoi prodotti alimentari? Quali sono i suoi “cavalli di battaglia” in cucina?“Posso risparmiare su tutto, ma non sul cibo. Nonostante questo abbiamo calcolato che comprando tutto bio, di stagione, spesso locale, vegetale spendiamo solo 5 euro a testa al giorno. Quindi se vogliamo finalmente dare priorità a ciò che ci costruisce, il cibo, possiamo riorganizzare i nostri acquisti e la nostra cucina, in modo da mangiare più sano, più sostenibile e spendendo meno. Quindi in casa non mancano mai tantissime verdure di stagione, cotte e crude, diversi tipi di cereali e tantissimi tipi di legumi. Il tutto comprato per lo più sfuso. In casa non entra nessun cibo industriale pronto, neanche i biscotti”.

Pensiamo agli addobbi pasquali. Come creare un ambiente di festa in casa senza inquinare?“Io amo molto una tradizione sudtirolese che crea l’albero di Pasqua. Si può fare con potature e rami secchi e addobbi collezionati nel tempo o realizzati con le proprie mani. In genere sono gusci d’uovo o uova di legno dipinti e colombe stilizzate”.

Cosa vorrebbe aggiungere a proposito di feste pasquali più green?“Non dimentichiamo, prima di metterci ai fornelli, che un quarto di tutti gli agnelli macellati in un anno nel nostro paese sono uccisi durante il periodo pasquale: sono esattamente 500mila. Scegliamo inoltre un uovo di cioccolato del commercio equo e solidale e biologico. Un’indagine svolta in Costa d’Avorio e Ghana dal Centro nazionale di ricerca Norc dell’Università di Chicago ha svelato che il lavoro minorile nella catena di produzione del cacao è aumentato negli ultimi dieci anni, con un incremento inquietante del 14%, passando dal 31 al 45% tra il 2008 e il 2019. In totale, circa 1,56 milioni di bambini lavorano nella produzione di cacao solo in queste due nazioni dell’Africa occidentale a meno di 1 dollaro al giorno di paga. Non scordate infine un contenitore durevole per portare a casa il cibo cucinato in eccesso, che altrimenti rischia di essere buttato”. 

@eco.narratrice | “Ecominimalismo – l’arte perduta dell’essenziale” (Gribaudo Edizioni, 2023)


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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