8 Marzo 2024

Daily Archives

consigliato per te

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    Uomini e animali, quel legame che abbiamo con la diversità

    Nelle sfumature silenziose della natura, dove i caprioli (come tanti altri animali) si muovono con grazia tra gli alberi, si nasconde una verità profonda sulla nostra esistenza. Osserviamo questi esseri selvatici e spesso ci sentiamo distanti, separati dal loro mondo. Ma sotto la superficie, esiste un legame invisibile che ci unisce. Carl Safina, attraverso le […] LEGGI TUTTO

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    L’intelligenza artificiale non ci salverà dal cambiamento climatico: la denuncia

    L’intelligenza artificiale ci aiuterà a risolvere la crisi climatica? Nì. Anzi no. Almeno per ora. Lo denuncia un gruppo di organizzazioni ambientaliste raccolte nella Climate action against disinformation coalition di cui fa parte anche Friends of the Earth, che hanno appena pubblicato un rapporto sul tema. Secondo l’indagine, sono infatti speranze mal riposte: le tecnologie legate all’AI causeranno con ogni probabilità, sul lato pratico, un aumento del consumo di energia e – sul lato per così dire informativo e culturale – un’impennata nella diffusione della disinformazione climatica. LEGGI TUTTO

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    Boston, New Orleans, San Francisco: negli Usa 32 città costiere a rischio inondazione entro il 2050

    Cattive notizie in arrivo per circa 170mila persone che vivono in 32 città costiere degli Stati Uniti e in altri agglomerati urbani della regione: stando ai risultati di uno studio appena pubblicato sulla rivista Nature da parte di un’équipe di scienziati del Department of Geosciences alla Virgina Tech (e di altri istituti di ricerca), l’innalzamento del livello del mare e il fenomeno della subsidenza (ossia lo “sprofondamento” del terreno) metteranno a repentaglio un'”area considerevole” del territorio costiero di diverse città statunitensi, che potrebbero essere oggetto di inondazioni entro il 2050. Le previsioni sono più fosche di quelle dei modelli precedenti, che – secondo gli autori del lavoro appena pubblicato – avevano sottostimato il contributo della subsidenza.

    Lo studio

    New York affonda di 1,6 millimetri ogni anno

    di Simone Valesini

    27 Settembre 2023

    Stando alle previsioni attuali, effettivamente, in diverse città costiere degli Stati Uniti (che corrispondono anche alle aree più densamente popolate della nazione: vi vive oltre un terzo di tutta la popolazione americana) il livello del mare aumenterà più rapidamente rispetto alla media globale.

    Clima

    Rischio inondazioni nel Mediterraneo: l’innalzamento del mare è tre volte maggiore del previsto

    di Cristina Nadotti

    29 Dicembre 2023

    A peggiorare le cose il fatto che le politiche di gestione costiera e di pianificazione urbana stanno trascurando il contributo della subsidenza, il che aumenta il rischio per la popolazione e per le infrastrutture. Nel loro studio, Leonard Ohenhen e colleghi hanno messo insieme diversi modelli di evoluzione dell’elevazione del suolo e del livello del mare per stimare la probabilità di inondazioni in 32 città statunitensi, tra cui diverse metropoli (Boston, New Orleans e San Francisco) entro il 2025. Le conclusioni sono piuttosto preoccupanti: se non dovessero essere implementate misure opportune di difesa dalle inondazioni, l’innalzamento del livello del mare e la subsidenza esporrebbero al rischio inondazione un’area di quasi 2mila chilometri quadrati, ossia circa una persona su cinquanta (sempre rispetto ai residenti nella zona costiera).

    Qualche dettaglio in più: le aree meno a rischio, comprensibilmente, sono quelle che sono più elevate rispetto al livello del mare e hanno un livello di subsidenza più basso (per esempio la costa occidentale); di converso, le aree meno elevate e con un tasso di subsidenza maggiore (per esempio New Orleans e la Lousiana, che anni fa furono colpiti molto duramente dall’uragano Kathrina) sono quelle più a rischio, anche perché proprio in quelle aree la protezione dalle inondazioni è meno efficiente.

    Lo studio

    New York affonda di 1,6 millimetri ogni anno

    di Simone Valesini

    27 Settembre 2023

    Aumentando di venticinque anni la finestra di previsione, fino al 2050, gli autori fanno notare che le cose potrebbero ulteriormente peggiorare; è quindi necessario, dicono, adottare contromisure adeguate: “I dati raccolti e le mappe del pericolo di inondazioni”, fanno notare, “ci possono fornire informazioni fondamentali per la gestione del rischio e per un adattamento proattivo ed efficace”. LEGGI TUTTO

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    La natura e l’uomo (a rischio) in mostra: “Il panda siamo noi”

    Quando si parla di crisi ambientale e conservazione, l’attenzione è sempre puntata su specie animali iconiche ed ecosistemi minacciati dal cambio climatico e dall’inquinamento. Tuttavia, come ha più volte ripetuto il premio Nobel Giorgio Parisi, più che salvare il Pianeta si tratta di salvare noi stessi, perché se distruggeremo le nostre fonti di sostentamento la Terra sopravviverà, seppur mutata, ma noi no.Per ribadire questo concetto, la nuova campagna del Wwf “Il panda siamo noi”, con lo slogan “Estinguerci, lo stiamo facendo bene” ha scelto come protagonista una particolare specie da salvare: la specie umana. L’iniziativa del Fondo mondiale per la Natura punta a invertire la prospettiva da cui siamo abituati a considerare la crisi ambientale, per renderci sempre più consapevoli del valore e dell’impatto delle nostre azioni quotidiane. Questo anche perché mentre la battaglia per salvare il panda, animale a rischio simbolo della conservazione, oggi ha fatto tali passi in avanti che la sua specie non è più considerata più minacciata d’estinzione dalla Iucn, la nostra specie persevera in comportamenti autodistruttivi.

    “Il panda siamo noi”, la mostra del WWF

    Dodici artisti e 32 animali per raccontare la natura e comprendere il presupposto della nostra esistenza: dove vivono bene gli animali viviamo bene anche noi. L’iniziativa di WWF, assieme al Fondo mondiale per la Natura, – con lo slogan “Estinguerci, lo stiamo facendo bene” – ha scelto come protagonista una particolare specie da salvare: la specie umana. I ritratti di Alessandro Dobici, Roberto Cambone e Roberto Isotti in mostra dal 12 al 17 marzo al Complesso Monumentale dell’Acquario Romano (ingresso gratuito). L’articolo

    La sfida che abbiamo davanti perciò richiede una nuova consapevolezza e responsabilità, un cambio di prospettiva, appunto. Per diffondere questo messaggio, il Wwf ha realizzato una mostra fotografica (ingresso gratuito, dal 12 al 17 marzo al Complesso Monumentale dell’Acquario Romano, Casa dell’Architettura, in Piazza Manfredo Fanti 47 a Roma) che parte dall’assunto che la nostra specie condivide con la natura le stesse sembianze, la stessa casa, lo stesso destino e dove vivono bene gli animali viviamo bene anche noi.Così, 12 artisti del cinema italiano hanno interpretato lo sguardo di altrettante specie animali negli scatti realizzati dai fotografi Alessandro Dobici, Alberto Cambone e Roberto Isotti. Maya Sansa, Sabrina Ferilli, Stefano Fresi, Alan Cappelli Goetz, Vinicio Marchioni, Luca Ward, Virginia Raffaele, Lillo Petrolo, Mariagrazia Cucinotta, Caterina Guzzanti, Caterina Murino interpretano animali iconici come il leone e meno amati, ma altrettanto importanti, quali la mantide religiosa. L’invito al pubblico è di riconoscersi nella Natura per imparare a proteggerla, perché solo in questo modo sarà possibile proteggere anche noi stessi.

    Stefano Fresi e l’Assiolo (Otus scops)foto: Alessandro Dobici  LEGGI TUTTO

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    A Roma un vigneto per ricordare Marisa Leo e la lotta contro la violenza di genere

    Rendere visibile la cura della memoria attraverso un gesto simbolico, quello dell’inserimento di una barbatella che affonda le sue radici nel terreno: da quel momento sarà pronta a crescere, e non sarà la sola, in ricordo di Marisa Leo, professionista del vino siciliana uccisa dall’ex compagno lo scorso settembre. La piantumazione nel Parco di San Sisto, sede dell’Assessorato all’Agricoltura di Roma, in occasione della giornata dell’8 marzo, di una barbatella di Cesanese – vitigno autoctono a bacca nera originario del Lazio – dedicata a Marisa Leo, attivista dell’associazione nazionale Donne del Vino, è l’inizio di un percorso più ampio. 

    Nei prossimi mesi l’associazione Donne del Vino Lazio con stakeholders pubblici, Università e istituti agrari di Roma, il Consiglio d’Europa attraverso l’itinerario culturale Iter Vitis, il Consorzio Roma DOC, lavoreranno a un progetto sullo sviluppo dei vigneti urbani di Roma.

    8 marzo

    Il verde urbano a misura di donna migliora la vita di tutti

    di Cristina Nadotti

    08 Marzo 2024

    Vitigni storici del territorio come Malvasia puntinata, Bellone, Trebbiano, Bombino ma anche piante provenienti da altri Paesi che abbiano una relazione genomica o storica con le viti romane sono le varietà che il parco di San Sisto, in un’area di circa 1500 mq prospiciente Villa Celimontana, accoglierà dal prossimo anno per dare vita a un intero vigneto dedicato a Marisa. Emblema vivente della trasformazione e della conservazione al contempo, il vigneto si intende così come museo a cielo aperto, in grado di tracciare una storia che abbia Roma come fulcro ma che ne valorizzi anche i legami con il resto del continente europeo.

    “Vogliamo ricordare Marisa Leo, una donna che ha creduto nella rete tra donne, e che si è dedicata alle battaglie per il contrasto alla violenza di genere –  spiega Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma –  con la vite, pianta che dà frutti, che radica e, nel tempo, caratterizza i paesaggi, li rende produttivi. Lo facciamo con l’augurio che non sia solo monito e memoria, ma esempio di lotta contro la violenza di genere. Inoltre sottoscriveremo a breve un protocollo d’intesa con l’associazione Donne del Vino per valorizzare il ruolo femminile nel comparto vitivinicolo”.

    Le Regioni

    Calabria, l’agricoltura biologica strumento di lotta alla mafia

    di Fiammetta Cupellaro

    08 Marzo 2024

    “Piantare una barbatella come segno non effimero – sottolinea Mattia Filippi, segretario dell’associazione Marisa Leo – significa essere consapevoli della similitudine che sussiste tra la vite e l’essere umano: per sopravvivere ha bisogno di attenzioni puntuali, di impegno costante, ma anche di alleggerire ciò che serve, di curare ciò che rimane, e ancora, ha la capacità di generare dei tralci, produrre dei frutti. La vite come altre poche piante ha come connotazione intrinseca la sua resilienza, ha una capacità innata di resistere a condizioni avverse, rispondere a dei traumi. Dalla vite poi si genera il vino, che oltre ad essere un potente aggregatore è segno tangibile di comunicazione, di condivisione e ricordo”. Tutte le attività che l’associazione Marisa Leo ha in programma saranno volte alla raccolta fondi per finanziare attività legate alla formazione, attraverso workshop, incontri e attività educative e borse di studio annuali, destinate sia a studenti meritevoli con situazioni economiche precarie sia ai figli delle vittime di violenza, sia a operatori e operatrici del settore vinicolo provenienti da situazioni di violenza. 

    L’evento di celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, a cui parteciperà il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, prevede anche la messa a dimora di due mimose, una dedicata a Marisa Cinciari Rodano, la prima donna nella storia italiana che negli anni ’60 ricoprì la carica di vice presidente della Camera dei deputati, e una alle Madri Costituenti, le 21 donne che hanno partecipato alla elaborazione della Costituzione. LEGGI TUTTO

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    Il verde urbano a misura di donna migliora la vita di tutti

    Piantare alberi e creare nuove aree verdi in città è essenziale per mitigare gli effetti del cambio climatico, ma i parchi urbani sono spesso percepiti di sera come zone insicure per le donne. Barbara Negroni, consigliere Conaf e assessora all’Ambiente del comune di Casalecchio di Reno ribalta il problema e prende proprio i bisogni delle donne come parametro intorno a cui progettare il verde cittadino, perché, sottolinea, “se una città è a misura di donna, è perfetta anche per i bambini e per i soggetti fragili, come anziani e persone con bisogni speciali”. 

    Stiamo arrivando a una progettazione urbana a misura di donna?”Lavoro da 40 anni all’ideazione di giardini privati e parchi e ho visto la mia professione ampliare la sua visione, adattarsi a una scala più ampia. Un tempo si distingueva tra area verde, i parchi, appunto, e area grigia, cioè gli edifici, che erano quelli a cui si dedicava più attenzione. Oggi è il contrario, non si pensano gli edifici senza il verde, che è diventato addirittura predominante. Si è evoluta la sensibilità sul ruolo cruciale dei servizi ecosistemici, perché tutti vivono gli effetti del cambio climatico, ma è aumentata anche la consapevolezza che le infrastrutture, verdi o grigie che siano, devono puntare all’inclusione sociale e in questo senso adottare una visione femminile è centrale”. 

    Perché i bisogni delle donne nella realizzazione di parchi e giardini vanno messi al primo posto?”La progettazione gender sensitive ha avuto una notevole evoluzione, perché si è capito che pianificare con efficacia una città verde ha molto a che vedere con il modo in cui si muovono le donne. Le ricerche indicano che gli uomini si spostano in genere in maniera più lineare, da casa al lavoro e spesso con l’auto, mentre le donne si devono muovere in fretta su direttrici diverse, con passeggini, bambini al fianco, carrelli della spesa, o vicino a persone con mobilità ridotta. In centri pianeggianti come il nostro per fare alcune di queste cose le donne usano le bici, sono perciò essenziali piste ciclopedonali e soprattutto aree verdi distribuite in maniera capillare, perché passare in un giardino o in un parco significa tagliare strada, respirare meglio e sentirsi più sicure che nel traffico”. 

    Barbara Negroni  LEGGI TUTTO

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    Calabria, l’agricoltura biologica strumento di lotta alla mafia

    Questa arancia coltivata da Goel costa 40 centesimi, quest’altra 15. Certo la nostra è più cara, ma è coltivata su terra sana grazie al lavoro di persone pagate dignitosamente. Ora tu quale scegli?” Sul palco di un teatro a Gioiosa Ionica gli attori raccontano la realtà di Goel, che è soprattutto una storia di resistenza. Sì perché il gruppo cooperativo che oggi riunisce oltre 50 aziende, di cui una trentina impegnate nell’agricoltura biologica sta portando un cambiamento profondo in tutta Calabria. Dimostrando che anche con l’agricoltura si può sfidare la ‘ndrangheta e si può cambiare. “Si può cangiari”.

    Decine di cooperative agricole, due associazioni impegnate nel sociale, una fondazione, un intero settore chiamato Goel Biodiversity impegnato a ridisegnare tutta la filiera agricola con un centro di ricerca, Brick, in cui si stanno realizzando prodotti naturali estratti dalle arance e dalla liquirizia. Soprattutto oli essenziali ed estratti vegetali. Nuovi prodotti da immettere nel mercato.  Partner sono già in attesa dei risultati delle ricerche a Goel come Aboca o un altro gruppo di cooperative calabresi “Progetto Sud” specializzato nella sanità. Una storia di riscatto sia sociale che economico chiaro fin dal nome scelto per il consorzio, Goel. Un nome che ha radici bibliche e significa appunto “Il riscattatore” la stessa funzione di liberazione che da vent’anni il Gruppo cooperativo sta dando agli imprenditori agricoli che, ribellandosi alla criminalità organizzata, si sono trovati davanti solo porte chiuse.

    Domani in edicola

    Venti storie dall’Italia che cambia: il nuovo numero di Green&Blue

    di Luca Fraioli

    06 Marzo 2024

    “E noi quelle porte le abbiamo aperte e per non lasciarli da soli abbiamo creato un consorzio” racconta il fondatore di Goel, Vincenzo Linarello convinto che “la denuncia morale da sola non basta. L’etica non può accontenarsi di essere solo giusta, deve essere anche efficace. La mafia, vuole dimostrare che senza di loro l’economia si spegne? E noi gli dimostriamo invece che oltre ad essere  dalla parte giusta, la nostra morale ci dà da vivere. L’etica è efficace, è la mafia ad essere fallimentare e questa per la ‘ndrangheta è la deligittimazione più radicale che possiamo mettere in campo. I frutti della legalità e della sostenibilità nel caso di Goel sono le arance. Di tipo tarocco rigorosamente coltivate con metodo bio: senza OGM, diserbanti e fertilizzanti chimici.

    Fare comunità

    La Calabria primeggia per ettari e numero di aziende impegnate nell’agricoltura biologica e sui banchi dei mercati a Roma o Milano ci sono buone probabilità di trovare l’eccellenza dei prodotti biologici calabresi. Certificati come quelli di Goel. Perché la rete di questa trentina di aziende lavora a progetti di garanzia partecipata: qui la produzione alimentare è un fatto comunitario. Una garanzia perché si è sicuri che quell’azienda è coinvolta in una rete sociale e culturale della quale fanno parte anche i consumatori e le comunità che si cibano dei suoi prodotti.

    Editoriale

    Le Regioni protagoniste della transizione ecologica

    di Edo Ronchi

    06 Marzo 2024

    Un esempio? Il prezzo del conferimento delle arance viene deciso dall’assemblea dei produttori. È più alto rispetto al resto delle aziende perché hanno eliminato grossiti e intermediari. Un sistema che funziona. In vent’anni Goel Bio si è propagata a macchia d’olio, tra i paesi territori stretti tra le montagne e il mare. Ora è presente su tre province, Reggio Calabria, Catanzaro  e Vibo Valentia. Oltre 300 le persone che lavorano stabilmente nel Consorzio con un fatturato aggregato annuo di oltre  9 milioni di euro.Clienti di riferimento, tra gli altri anche colossi come Natura Sì e Coop Svizzera. La garanzia che si tratti di prodotti bio coltivati da agricoltori ribellati alla mafia è in un protocollo affidato ad un ente esterno al Consorzio che comunque effettua  controlli sulle aziende a marchio Goel. “Se troviamo lavoratori in nero in una delle nostre coop, denunciamo l’impresa”, spiega Linarello che punta al riciclo completo.  Dalle arance in eccesso si producono succhi, dalle bucce oli essenziali.

    Microclimi e biodiversità

    Così in Calabria l’economia etica riscatta e restituisce libertà e bellezza alle persone e ai luoghi. Grazie ad un’agricoltura sana che rispetta chi lavora e chi consuma. Ma tutto questo basta a sostenere un settore, quello dell’agricoltura, ora in grande difficoltà? Purtroppo no. “Quando ci siamo chiesti cosa fare per mettere in sicurezza quello che abbiamo costruito e progettare il futuro, la risposta è arrivata dal territorio”, raccconta ancora Linarello “in Calabria c’è una biodiversità incredibile grazie alle centinaia di microclimi dovuti ai 789 chilometri di costa, le sue altitudine e la ricchezza di acqua. Il 34% dei 230 microclimi censiti in Europa, sono presenti in Calabria. Così abbiamo creato Goel Biodiversy con al centro il laboratorio di ricerca e le coop che coltivano specie vegetali secondo i propri microclimi. Quando le aziende ci chiedono un certo tipo di oli essenziali ed estratti, scegliamo la coop su base scientifica, quella con il microclima giusto. La biodiversità non è un freno, ma un vantaggio. Ci rende competitivi”.   LEGGI TUTTO

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    Nasce in India un grande progetto di eco impresa per 100 donne indigene

    Un cambiamento che parte dalle donne. Per la prima volta, popolazioni che vivono con una media di 5 dollari al giorno, ma detengono l’85% della biodiversità mondiale, hanno deciso di fare impresa sostenendo e formando le future generazioni. Ed è così che cento donne indigene coinvolte in 10 cooperative femminili, si stanno impegnando per creare un nuovo modello di sviluppo rigenerativo, insieme a realtà italiane e internazionali, superando barriere culturali e di genere.

    Il Forum mondiale delle popolazioni indigene sulla Giustizia climatica guidato da una giovane indiana, Devika Mohan celebra dunque l’8 marzo la Giornata Internazionale dei diritti delle donne attraverso un progetto di portata mondiale chiamato Smily  Academy (Sustainable mindset and inner level for youth), che coinvolge Al Gore, premio Nobel per la Pace, con la sua rete indiana e sud asiatica che sta piantando 5 milioni di alberi ad Assam (India) e con il G7 Engagement Group, Women 7, GammaDonna, B Women Italy, Goooders, Way2Global e Dot Academy. Obiettivo: accelerare l’impatto sociale e ambientale delle azioni climatiche unendo la biodiversità protetta e detenuta dalla popolazione indigena con la cultura imprenditoriale occidentale. Dando la leadership alle nuove generazioni.

    Le donne e la giustizia climatica

    Lanciato durante la Cop28 a Dubai il 4 dicembre scorso, Smily Academy permetterà dunque ad organizzazioni e persone in Occidente, nonché ai 400 milioni di persone indigene in 90 Paesi di investire sul proprio futuro. 

    L’intervista

    Ineza Umuhoza: “Sul fondo Loss and damage siamo all’inizio. La banca mondiale agisca subito”

    di Fiammetta Cupellaro

    29 Dicembre 2023

    Tra i co-fondatori, la docente e attivista ambientale italiana Claudia Laricchia, prima non indigena a capo del Forum. Con lei lo studente di ingegneria dell’università di Bologna, Matteo Salerno, e la pluripremiata vice presidente della The Forest Man Foundation, Munmuni Payeng. Ed è proprio la visione evocata dal leggendario Jadav Molai Payeng, The Forest Man of India, a prendere forma attraverso uno dei 20 progetti di eco-impresa innovativa sull’empowerment  femminile, che stanno nascendo in India, ma stanno producendo effetti e alleanze in tutto il mondo. E che l’empowerment femminile rappresenti un tema fondamentale per la giustizia climatica, non ci sono più dubbi. Le donne secondo molti report scientifici sono infatti considerate tra le categorie più fragili per gli effetti subiti dalla crisi climatica e quella meno responsabile di averli provocati. 

    Le idee

    La Cop degli indigeni

    di Rituraj Phukan

    07 Dicembre 2023

    Una nuova cultura 

    Dunque si inizia. Dopo 2 mesi di pianificazione  Smily Academy dal 20 al 26 marzo ha organizzato 7 giorni di formazione sulla eco imprenditorialità nei luoghi iconici delle popolazioni indigene. Per questo è stato scelto Kaziranga uno dei primi 10 parchi naturali più ricchi biologicamente del pianeta, e la giungla di Jorhat,  immersa da spiritualità, biodiversità, diversità culturale, in una delle più floride e incontaminate aree del mondo. Per lo stesso motivo anche le 10 cooperative dove le 100 donne saranno impegnate a creare nuovi modelli di impresa nei settori della moda e del tessile saranno ad Assam in India  nei luoghi dove Jadav Molai Payeng ha piantato la foresta in 40 anni.

    “Laddove ho piantato una foresta, con Claudia Laricchia e Rituraj Phukan sto piantando una nuova coscienza umana ed una nuova cultura importante. Stiamo co-creando eco-imprese innovative giovanili per ribaltare gli attuali modelli di sviluppo”,  ha dichiarato Molai Payeng che da quando ha 16 anni ogni giorno ha piantato tantissimi semi di bambù fino ad arrivare a creare una foresta che copre un territorio simile a 13 campi di calcio.  

    La formazione

    La formazione è suddivisa in 4 fasi, le 4 S di Smily, di riconnessione: con se stessi (Soul); con gli altri (Society); con il Pianeta (Soil) e con la gioia di vivere e condividere (Smile: scale up and celebration). Un nuovo spirito imprenditoriale dunque che scommette in particolare sulle donne e sui giovani, che hanno un ruolo centrale sia per costruire nuovi paradigmi e modi di sviluppo, così come per quanto riguarda la giustizia climatica. Spiega Claudia Laricchia, Presidente e co-founder di Smily Academy.”Dopo questa Giornata internazionale della donna ne abbiamo altre 4 prima del collasso climatico, secondo la scienza e a condizione che si continui a non fare assolutamente niente per l’emergenza climatica. Per questo abbiamo deciso di cambiare tutto, partendo da noi stessi.  Siamo convinti che non ci sia nulla di più sacro della vita, di più infinito dello spirito di connessione umanità-natura e siamo certi di dover credere alla scienza e alla ricerca. Il che significa comportarsi anche di conseguenza, non affermarlo e basta. Personalmente sono e mi sento solo uno strumento al servizio di questa grande sperimentazione di futuro. Non  credo che ci siano grandi alternative. È tutto necessario ora e a 4 altre giornate come questa, credo sia anche parecchio urgente”. LEGGI TUTTO