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Nasce in India un grande progetto di eco impresa per 100 donne indigene

Un cambiamento che parte dalle donne. Per la prima volta, popolazioni che vivono con una media di 5 dollari al giorno, ma detengono l’85% della biodiversità mondiale, hanno deciso di fare impresa sostenendo e formando le future generazioni. Ed è così che cento donne indigene coinvolte in 10 cooperative femminili, si stanno impegnando per creare un nuovo modello di sviluppo rigenerativo, insieme a realtà italiane e internazionali, superando barriere culturali e di genere.

Il Forum mondiale delle popolazioni indigene sulla Giustizia climatica guidato da una giovane indiana, Devika Mohan celebra dunque l’8 marzo la Giornata Internazionale dei diritti delle donne attraverso un progetto di portata mondiale chiamato Smily  Academy (Sustainable mindset and inner level for youth), che coinvolge Al Gore, premio Nobel per la Pace, con la sua rete indiana e sud asiatica che sta piantando 5 milioni di alberi ad Assam (India) e con il G7 Engagement Group, Women 7, GammaDonna, B Women Italy, Goooders, Way2Global e Dot Academy. Obiettivo: accelerare l’impatto sociale e ambientale delle azioni climatiche unendo la biodiversità protetta e detenuta dalla popolazione indigena con la cultura imprenditoriale occidentale. Dando la leadership alle nuove generazioni.

Le donne e la giustizia climatica

Lanciato durante la Cop28 a Dubai il 4 dicembre scorso, Smily Academy permetterà dunque ad organizzazioni e persone in Occidente, nonché ai 400 milioni di persone indigene in 90 Paesi di investire sul proprio futuro. 

L’intervista

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Tra i co-fondatori, la docente e attivista ambientale italiana Claudia Laricchia, prima non indigena a capo del Forum. Con lei lo studente di ingegneria dell’università di Bologna, Matteo Salerno, e la pluripremiata vice presidente della The Forest Man Foundation, Munmuni Payeng. 

Ed è proprio la visione evocata dal leggendario Jadav Molai Payeng, The Forest Man of India, a prendere forma attraverso uno dei 20 progetti di eco-impresa innovativa sull’empowerment  femminile, che stanno nascendo in India, ma stanno producendo effetti e alleanze in tutto il mondo. E che l’empowerment femminile rappresenti un tema fondamentale per la giustizia climatica, non ci sono più dubbi. Le donne secondo molti report scientifici sono infatti considerate tra le categorie più fragili per gli effetti subiti dalla crisi climatica e quella meno responsabile di averli provocati. 

Le idee

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Una nuova cultura 

Dunque si inizia. Dopo 2 mesi di pianificazione  Smily Academy dal 20 al 26 marzo ha organizzato 7 giorni di formazione sulla eco imprenditorialità nei luoghi iconici delle popolazioni indigene. Per questo è stato scelto Kaziranga uno dei primi 10 parchi naturali più ricchi biologicamente del pianeta, e la giungla di Jorhat,  immersa da spiritualità, biodiversità, diversità culturale, in una delle più floride e incontaminate aree del mondo. Per lo stesso motivo anche le 10 cooperative dove le 100 donne saranno impegnate a creare nuovi modelli di impresa nei settori della moda e del tessile saranno ad Assam in India  nei luoghi dove Jadav Molai Payeng ha piantato la foresta in 40 anni.

“Laddove ho piantato una foresta, con Claudia Laricchia e Rituraj Phukan sto piantando una nuova coscienza umana ed una nuova cultura importante. Stiamo co-creando eco-imprese innovative giovanili per ribaltare gli attuali modelli di sviluppo”,  ha dichiarato Molai Payeng che da quando ha 16 anni ogni giorno ha piantato tantissimi semi di bambù fino ad arrivare a creare una foresta che copre un territorio simile a 13 campi di calcio.  

La formazione

La formazione è suddivisa in 4 fasi, le 4 S di Smily, di riconnessione: con se stessi (Soul); con gli altri (Society); con il Pianeta (Soil) e con la gioia di vivere e condividere (Smile: scale up and celebration). Un nuovo spirito imprenditoriale dunque che scommette in particolare sulle donne e sui giovani, che hanno un ruolo centrale sia per costruire nuovi paradigmi e modi di sviluppo, così come per quanto riguarda la giustizia climatica. Spiega Claudia Laricchia, Presidente e co-founder di Smily Academy.

Dopo questa Giornata internazionale della donna ne abbiamo altre 4 prima del collasso climatico, secondo la scienza e a condizione che si continui a non fare assolutamente niente per l’emergenza climatica. Per questo abbiamo deciso di cambiare tutto, partendo da noi stessi.  Siamo convinti che non ci sia nulla di più sacro della vita, di più infinito dello spirito di connessione umanità-natura e siamo certi di dover credere alla scienza e alla ricerca. Il che significa comportarsi anche di conseguenza, non affermarlo e basta. Personalmente sono e mi sento solo uno strumento al servizio di questa grande sperimentazione di futuro. Non  credo che ci siano grandi alternative. È tutto necessario ora e a 4 altre giornate come questa, credo sia anche parecchio urgente”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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