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A Roma un vigneto per ricordare Marisa Leo e la lotta contro la violenza di genere

Rendere visibile la cura della memoria attraverso un gesto simbolico, quello dellinserimento di una barbatella che affonda le sue radici nel terreno: da quel momento sarà pronta a crescere, e non sarà la sola, in ricordo di Marisa Leo, professionista del vino siciliana uccisa dallex compagno lo scorso settembre. La piantumazione nel Parco di San Sisto, sede dellAssessorato allAgricoltura di Roma, in occasione della giornata dell’8 marzo, di una barbatella di Cesanese – vitigno autoctono a bacca nera originario del Lazio – dedicata a Marisa Leo, attivista dellassociazione nazionale Donne del Vino, è l’inizio di un percorso più ampio. 

Nei prossimi mesi lassociazione Donne del Vino Lazio con stakeholders pubblici, Università e istituti agrari di Roma, il Consiglio dEuropa attraverso litinerario culturale Iter Vitis, il Consorzio Roma DOC, lavoreranno a un progetto sullo sviluppo dei vigneti urbani di Roma.

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Vitigni storici del territorio come Malvasia puntinata, Bellone, Trebbiano, Bombino ma anche piante provenienti da altri Paesi che abbiano una relazione genomica o storica con le viti romane sono le varietà che il parco di San Sisto, in un’area di circa 1500 mq prospiciente Villa Celimontana, accoglierà dal prossimo anno per dare vita a un intero vigneto dedicato a Marisa. Emblema vivente della trasformazione e della conservazione al contempo, il vigneto si intende così come museo a cielo aperto, in grado di tracciare una storia che abbia Roma come fulcro ma che ne valorizzi anche i legami con il resto del continente europeo.

Vogliamo ricordare Marisa Leo, una donna che ha creduto nella rete tra donne, e che si è dedicata alle battaglie per il contrasto alla violenza di genere –  spiega Sabrina Alfonsi, Assessora allAgricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma –  con la vite, pianta che dà frutti, che radica e, nel tempo, caratterizza i paesaggi, li rende produttivi. Lo facciamo con laugurio che non sia solo monito e memoria, ma esempio di lotta contro la violenza di genere. Inoltre sottoscriveremo a breve un protocollo dintesa con lassociazione Donne del Vino per valorizzare il ruolo femminile nel comparto vitivinicolo”.

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Piantare una barbatella come segno non effimero – sottolinea Mattia Filippi, segretario dellassociazione Marisa Leo – significa essere consapevoli della similitudine che sussiste tra la vite e lessere umano: per sopravvivere ha bisogno di attenzioni puntuali, di impegno costante, ma anche di alleggerire ciò che serve, di curare ciò che rimane, e ancora, ha la capacità di generare dei tralci, produrre dei frutti. La vite come altre poche piante ha come connotazione intrinseca la sua resilienza, ha una capacità innata di resistere a condizioni avverse, rispondere a dei traumi. Dalla vite poi si genera il vino, che oltre ad essere un potente aggregatore è segno tangibile di comunicazione, di condivisione e ricordo”. Tutte le attività che lassociazione Marisa Leo ha in programma saranno volte alla raccolta fondi per finanziare attività legate alla formazione, attraverso workshop, incontri e attività educative e borse di studio annuali, destinate sia a studenti meritevoli con situazioni economiche precarie sia ai figli delle vittime di violenza, sia a operatori e operatrici del settore vinicolo provenienti da situazioni di violenza

Levento di celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, a cui parteciperà il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, prevede anche la messa a dimora di due mimose, una dedicata a Marisa Cinciari Rodano, la prima donna nella storia italiana che negli anni ’60 ricoprì la carica di vice presidente della Camera dei deputati, e una alle Madri Costituenti, le 21 donne che hanno partecipato alla elaborazione della Costituzione.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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