17 Aprile 2024

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    L’auto condivisa fa bene all’ambiente e al portafoglio

    Non solo benefici per l’ambiente, ma anche per il portafoglio. Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio nazionale sul carpooling aziendale 2024, realizzato da Jojob Real Time Carpooling, i viaggi condivisi per le tratte casa-lavoro (e viceversa) e casa-università (stesso discorso) sono stati 373.767. Questo ha consentito di ridurre di 212.410 unità i veicoli in circolazione sulle strade italiane e di risparmiare 4,93 milioni di km in termini di percorrenza.

    I benefici economici del carpooling

    A livello economico, la divisione delle spese per il carburante, i caselli e i parcheggi ha permesso di risparmiare un totale di 986.263 euro. Non si tratta di certo di una cifra esaltante, ma è sicuramente un contributo in questa stagione tutt’altro che semplice per l’economia.

    Positive anche le ricadute sull’ambiente, con i viaggi condivisi che hanno permesso minori emissioni di C02 nell’atmosfera nell’ordine di 641 tonnellate.

    “Il carpooling è sempre più un’abitudine consolidata per i pendolari, anche a causa dei rincari sulla benzina registrati a partire dal 2023″, commenta Gerard Albertengo, ceo e fondatore di Jojob.

    Si viaggia di più a metà settimana

    La percorrenza media delle tratte effettuata tramite carpooling è stata di 26,6 chilometri, mentre l’equipaggio medio nazionale è stato di 2,32 persone (era di 2,27 nel 2019). In particolare, il 75,6% dei viaggi condivisi sono stati effettuati con due persone a bordo, il 18,3% con tre e il 5,96% con quattro o cinque. I giorni nei quali si viaggia di più sono quelli centrali della settimana: il 20,1% dei viaggi viene effettuato di martedì, il 20,3% di mercoledì e il 20% di giovedì. Più bassa la quota al lunedì (17,4%) e al venerdì (15,7%): differenze probabilmente dovute al fatto che i giorni centrali sono quelli in cui meno si fa ricorso al lavoro da remoto. La percentuale scende ancora di più nel weekend: al sabato sono stati effettuati il 4,2% di viaggi condivisi, mentre alla domenica il 2,4%.

    Piemonte al vertice

    Quasi due viaggi in condivisione su tre vengono effettuati al Nord (per la precisione il 63,9%). Seguono il Centro con il 20,6%, mentre in coda c’è la macroarea Sud e isole con il 15,5%. La regione in cui il carpooling è stato più diffuso è il Piemonte, in cui sono registrati 116.079 (il 31,1% del totale) viaggi condivisi. Al secondo posto l’Emilia Romagna (15,4%) e al terzo il Veneto (12,6%). Ai piedi del podio si piazza la Lombardia (12,34% del totale Italia), seguita dal Lazio (11,93%). Tra le province primeggia Torino (61.098 viaggi nelle tratte casa-lavoro e casa-università), seguita da Alessandria, Bologna e Roma. LEGGI TUTTO

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    Auto elettrica o a combustione interna? Le voci da considerare per una scelta consapevole

    Da una parte il costo d’acquisto più alto per circa il 20-25%; dall’altro il risparmio per il rifornimento che si aggira intorno al 70-80%, con l’aggiunta delle maggiori possibilità di accesso nelle aree a traffico limitato. Nella scelta tra l’auto elettrica, a benzina o diesel ci sono alcuni calcoli da fare, a cominciare dall’orizzonte temporale in cui si intende mantenere il mezzo. Infatti, per chi si muove con un’ottica non inferiore ai dieci anni è fondamentale considerare che le normative per l’accesso dei veicoli a combustione interna saranno sempre più restrittivi, sia a livello comunitario, che di provvedimenti comunali.

    La frenata dopo una lunga corsa

    Secondo l’ultima rilevazione di Acea (l’associazione dei costruttori europei), relativa a febbraio, le immatricolazioni di auto elettriche si sono fermate al 13,2%, come nel febbraio del 2023, ma la media dello scorso anno è stata del 15,7%. Una frenata condizionata dalla fine degli incentivi in Germania, ma comunque la corsa si è fermata con il solo segmento delle flotte aziendali che tiene botta, mentre i privati hanno tirato il freno. Pesa soprattutto la questione dei costi d’acquisto, con la carenza di modelli caratterizzati da prezzi accessibili.

    Meglio le ibride, anche in versione plug-in, anche per la maggiore serenità che ingenerano nei driver a fronte di un numero limitato di colonnine di ricarica in alcuni centri.

    Ricarica e incentivi a favore delle soluzioni green

    Se il costo d’acquisto (una tantum) gioca a favore delle alimentazioni tradizionali, quello della ricarica è nettamente più basso per i modelli a zero emissioni, anche se a fronte di una minore autonomia in termini di percorrenza. Va poi fatta una differenza tra i sistemi di ricarica domestici (condominiali) e quelli pubblici, dato che le colonnine presenti per strada sono sensibilmente più care.

    Aspetto che può assumere un certo rilievo per chi ha bisogno del mezzo soprattutto per gli spostamenti a grande distanza. A favore dell’elettrico gioca, invece, la mancanza di spesa per i parcheggi, nelle aree cittadine in cui è previsto un costo per la sosta (solitamente previsto dalle strisce blu, laddove le gialle indicano invece lo spazio riservato ai residenti). O, addirittura, l’accesso come nel caso di Area C a Milano.

    Quanto al bollo, la normativa nazionale prevede l’esenzione quinquennale per le vetture a zero emissioni. Decorso questo periodo, si paga il 25% dell’imposta ordinaria, ma in alcune regioni l’esenzione è prevista per un arco temporale maggiore. LEGGI TUTTO

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    Senza interventi di mitigazione il reddito medio si ridurrà del 15 per cento a causa della crisi del clima

    In Italia il reddito medio dei cittadini si ridurrà del 15%, entro il 2050, a causa della crisi del clima. Il riscaldamento globale impatta sulla vita delle persone non solo in termini di salute, ma anche economici: ha effetti rilevanti per la crescita, le rese agricole, il turismo, la produttività del lavoro e le infrastrutture. Con l’aumentare di questi impatti cresceranno anche i rischi generali per l’economia e, a livello mondiale, per via delle emissioni accumulate fino ad oggi e “dell’inerzia socio-economica”, la stessa economia è destinata a “a una riduzione media del reddito del 19% entro il 2050, equivalente a danni per 38.000 miliardi ogni anno. Ad affermarlo, con uno studio pubblicato oggi su Nature, sono alcuni ricercatori del Potsdam Institute for Climate impacts Research (PIK) che analizzando 40 anni di dati e utilizzando modelli innovativi hanno tracciato gli scenari futuri, scoprendo oltretutto e per paradosso che  “i danni economici superano già di sei volte i costi di mitigazione necessari per limitare il riscaldamento globale a 2°C in questo arco di tempo a breve termine”.

    Il vertice

    A Davos si impone la crisi climatica: “Una minaccia esistenziale”

    di Luca Fraioli

    17 Gennaio 2024

    L’analisi permette di osservare anche come il reddito dei singoli Paesi sarà influenzato da qui al 2050: quello italiano si ridurrà appunto del 15%, meno rispetto a Grecia (17%) e Spagna (18%) ma di più rispetto alla Francia (13%). Potremmo evitare questa riduzione? Per gli esperti del Potsdam Institute sì, ma a patto di una azione drastica e immediata, che sarà in grado di limitare le perdite ma forse solo nella seconda metà del secolo. Le variazioni esaminate non riguardano la perdita del PIL globale, ma solo la riduzione media del reddito dei cittadini nel mondo e sono state ottenute tramite un’analisi delle temperature combinate con altre variabili climatiche ed economiche.

    L’intervista

    Ineza Umuhoza: “Sul fondo Loss and damage siamo all’inizio. La banca mondiale agisca subito”

    di Fiammetta Cupellaro

    29 Dicembre 2023

    Secondo gli esperti, sulla base di dati empirici provenienti da oltre 1.600 regioni di tutto il mondo negli ultimi 40 anni, “si prevedono forti riduzioni del reddito per la maggior parte delle regioni, tra cui il Nord America e l’Europa. L’Asia meridionale e l’Africa saranno le più colpite. Le riduzioni sono causate dall’impatto del cambiamento climatico su vari aspetti rilevanti per la crescita economica, come le rese agricole, la produttività del lavoro o le infrastrutture” ha spiegato Maximilian Kotz, scienziato primo autore dello studio. A livello complessivo i danni annuali globali sono stimati in “38.000 miliardi di dollari, con una probabile forbice tra 19 e 59.000 miliardi di dollari nel 2050”. Danni che derivano principalmente dall’innalzamento delle temperature e dall’intensità (o scarsità) delle precipitazione e lo studio suggerisce che “altri fenomeni meteorologici estremi, come tempeste o incendi, potrebbero farli aumentare ulteriormente”.

    Per Leonie Wenz, scienziata del PIK che ha preso parte allo studio, “la nostra analisi mostra che il cambiamento climatico causerà ingenti danni economici entro i prossimi 25 anni in quasi tutti i Paesi del mondo, anche in quelli altamente sviluppati come Germania, Francia e Stati Uniti. Questi danni a breve termine sono il risultato delle nostre emissioni passate. Avremo bisogno di maggiori sforzi di adattamento se vogliamo evitare almeno alcuni di questi danni. E dobbiamo ridurre drasticamente e immediatamente le nostre emissioni: in caso contrario, le perdite economiche diventeranno ancora più ingenti nella seconda metà del secolo, fino a raggiungere il 60% in media globale entro il 2100. Questo dimostra chiaramente che proteggere il nostro clima è molto più conveniente che non farlo, e questo senza nemmeno considerare gli impatti non economici come la perdita di vite umane o di biodiversità”.

    Il bilancio

    Cop28, vertice storico ma non basta per fermare la corsa della crisi climatica

    di Luca Fraioli

    16 Dicembre 2023

    Se i Paesi più avanzati pagheranno un prezzo in termini di riduzione del reddito, quel prezzo sarà però ancora più alto per i Paesi oggi meno responsabili delle emissioni. Per il coautore dello studio Anders Levermann l’analisi evidenzia infatti “la notevole iniquità degli impatti climatici: troviamo danni quasi ovunque, ma i Paesi dei tropici saranno quelli che soffriranno di più perché sono già più caldi. Un ulteriore aumento della temperatura sarà quindi più dannoso in questi Paesi. Si prevede che i Paesi meno responsabili del cambiamento climatico subiranno una perdita di reddito del 60% superiore a quella dei Paesi a più alto reddito e del 40% superiore a quella dei Paesi a più alte emissioni. Sono anche quelli che hanno meno risorse per adattarsi ai suoi impatti. Spetta a noi decidere: un cambiamento strutturale verso un sistema di energia rinnovabile è necessario per la nostra sicurezza e ci farà risparmiare. Rimanere sulla strada che stiamo percorrendo porterà a conseguenze catastrofiche. La temperatura del Pianeta può essere stabilizzata solo se smettiamo di bruciare petrolio, gas e carbone”. LEGGI TUTTO

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    Zurigo si conferma al vertice delle smart city. Indietro le città italiane

    Zurigo primeggia per il quarto anno consecutivo nello Smart City Index 2024, realizzato dall’Institute of Management Development. Gli analisti hanno passato al setaccio i piani realizzati da 142 città del mondo, valutandole l’impatto sull’ambiente e sulla vita dei cittadini. L’Italia ne esce piuttosto male, con due sole presenze: Bologna al 78esimo posto (in pesante arretramento […] LEGGI TUTTO

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    ”Un mondo di vita” e altri docufilm sulla natura: cosa vedere su Netflix

    La Giornata della Terra, il 22 aprile, è l’occasione per celebrare quanto sia preziosa e allo stesso tempo fragile la vita sul nostro pianeta. Al catalogo di documentari sulla natura di Netflix si aggiunge la docuserie Un mondo di vita, che mostra agli spettatori, guidati dalla voce di Cate Blanchett nella versione originale, le creature […] LEGGI TUTTO

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    Cambiare volto alle città attraverso lo sport: la sfida dei Comuni alla tappa genovese di City Vision

    “Riqualificazioni, investimenti, nuove infrastrutture per restituire vitalità ai quartieri, ma anche un movimento di cittadini che dedicano tempo e passione al benessere per tutti: parlare di città e sport significa confrontarsi su tutto questo. E proprio a Genova, capitale europea dello sport 2024, questi temi sono stati al centro del confronto nella seconda tappa del roadshow di City Vision”. Così Domenico Lanzilotta, direttore di City Vision, racconta l’appuntamento dello scorso 15 aprile nella città della Lanterna, parte del verticale “City Vision Sport”, realizzato in partnership con Prokalos e ospitato al Genova Blue District. Il tavolo di lavoro – dal titolo “Una città in campo: i luoghi dello sport per trasformare il territorio” – ha riunito quasi 30 speaker tra sindaci, assessori, imprese e rappresentanti del mondo dello sport.

    Al tavolo di lavoro hanno preso la parola diversi relatori come Alessandra Bianchi, assessora allo Sport e al Turismo del Comune di Genova, Simona Ferro, assessora allo Sport della Regione Liguria, Francesca Paolucci, sindaca di Tavullia, Antonio Micillo, presidente di Coni Liguria, Omar Peruzzo, vicecoordinatore della Commissione Sport di Anci Liguria, Carmelo Carbotti, responsabile Strategic Marketing e Research di Banca Ifis, e Mario Giordano, Head of Public & Government Affairs Signify. City Vision è un progetto in collaborazione con A2A e in partnership con Anm, Eav, Open Fiber, Rubner e Volksbank.

    “Genova 2024 Capitale Europea dello Sport – ha dichiarato Alessandra Bianchi, assessora allo Sport e al Turismo del Comune di Genova – è frutto di un grande impegno attivato lungo più direttrici con alla base i valori dello Sport, quello con la S maiuscola: l’accessibilità, l’inclusione, la promozione di stili di vita più sani ed il gioco di squadra sono, infatti, oggetto della nostra massima attenzione e siamo lieti che il nostro progetto sia, in quest’ottica, considerata una best practice”.

    Nel corso del tavolo di lavoro piccoli e grandi comuni hanno arricchito il dibattito portando progetti concreti dedicati allo sport che valgono non soltanto come investimenti per creare spazi di aggregazione, ma anche come investimenti per la salute pubblica e la prevenzione. “Poterci incontrare e confrontarci sulle diverse esperienze in Italia è una grande opportunità”, ha dichiarato l’assessora allo Sport di Regione Liguria Simona Ferro.

    Uno degli aspetti più importanti legati allo sport, come è emerso nel tavolo di lavoro a Genova, è garantire occasioni di svago e socializzazione. “Parlare di sport significa ragionare del futuro delle giovani generazioni”, ha commentato Cristina Clerico, assessora alle Politiche Giovanili di Cuneo. L’appuntamento nel capoluogo ligure si è tenuto nelle ore successive a due importanti appuntamenti sportivi – la Mezza Maratona di Genova e le Final Eight di pallanuoto -, il che ha permesso di ragionare anche in merito al forte legame tra sport e turismo.

    C’è stato spazio per i contributi di diverse aziende innovative – come Solarelit, Olympica, Northern Light Composites, Geoscape, Oceanhis, Swim Lift, Akron, Sangiorgio Marine – tutte impegnate su vari fronti come energia, economia circolare, dati, blue economy, inclusione e prodotti per lo sport. Claudio Oliva, direttore del Job Centre srl, ha detto: “L’esperienza che il Comune di Genova ed i suoi partner, tramite il Genova Blue District hanno realizzato, cercando nel paese soluzioni sostenibili sugli sport del mare – energie, materiali, accessibilità – raccordandole con le imprese locali e il territorio e trasformandole in esperienza da vivere per i cittadini durante le 9 giornate della Grand Finale di The Ocean Race, è l’esempio di come un evento sportivo possa essere una straordinaria leva di innovazione e di cambiamento”.

    Gli Stati Generali delle città intelligenti, l’appuntamento annuale di City Vision, sono in programma il 21 e 22 ottobre a Padova; il 10 maggio prosegue il roadshow 2024 con la tappa a Milano sul tema dati, a cui seguirà quella di Udine il 30 maggio, focalizzata sul turismo accessibile. I community partner di City Vision sono ANFoV, Data Valley, Entopan, Istituto EuropIA.it, indig communication, Innovation Hub South Europe, InnovUp, Living Future Europe, Milano Smart City Alliance, NAStartup, PA Social, Rete dei Comuni Sostenibili, Smart Communities Tech. Il progetto ha il patrocinio di Anci, Istituto Nazionale di Urbanistica e Associazione nazionale degli urbanisti e dei pianificatori territoriali e ambientali. LEGGI TUTTO