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Biodiversità, dal fratino alla salamandra: le specie italiane sempre più minacciate dalle azioni dell’uomo

Spesso lontano dai nostri sguardi eppure fondamentali per darci un’idea di come stanno oggi i nostri ecosistemi. In Italia ci sono specie che più di altre, per via della loro presenza o assenza, ci restituiscono una sorta di bollettino sullo stato di salute della biodiversità nel nostro paese: dal fratino alle salamandre, sono spesso infatti uccelli e anfibi a permetterci di tracciare un bilancio sulle condizioni degli ecosistemi. Proprio partendo dal monitoraggio di diverse specie, soprattutto tra l’avifauna e gli anfibi, per la Giornata mondiale della biodiversità Legambiente ha deciso di lanciare un SOS: secondo i dati dell’associazione ambientalista infatti, in particolare per via delle azioni dell’uomo, ci sono sempre più specie oggi minacciate anche in Italia. Le popolazioni di fratino, ad esempio, sono calate in dieci anni del 50%. Di questo uccello oggi a rischio estinzione da noi, si stimavano quasi 1900 coppie fino al 2010, “mentre oggi sono appena 600 secondo l’ultimo Atlante nazionale degli uccelli”. Ad incidere, come quasi sempre, le azioni dell’uomo: dalla “pulizia meccanica delle spiagge all’incremento di specie predatrici come ratti, gatti, cani, cornacchie e gabbiani reali”. 

Il report sulla biodiversità di Legambiente ricorda poi come in Italia la “berta maggiore e minore e il gabbiano corso soffrono a causa del depauperamento degli stock ittici, del bycatch (catture accidentali, ndr) e del disturbo alle colonie in nidificazione”. In particolare “la berta minore, endemica del Mediterraneo e presente in Italia con circa il 67,3% di tutta la popolazione globale, è tra le specie vulnerabili, mentre il gabbiano corso è indicato come prossimo alla minaccia”.

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Se le condizioni dell’avifauna ci restituiscono molti dettagli, anche per esempio sullo stato di salute degli ecosistemi marini, a fornici una sorta di lente di ingrandimento sulle condizioni dellle zone umide sono spesso gli anfibi, la classe di vertebrati più minacciata a livello mondiale. Dal monitoraggio dell’associazione ambientalista risulta come “in Italia tra quelli più a rischio ci sono per esempio la salamandra di Aurora, a rischio estinzione, localizzata in una ristretta porzione boschiva delle Prealpi Vicentine e minacciata dalle pratiche forestali” ma anche “il geotritone del Monte Albo, esclusivo della catena del Monte Albo nel nord-est della Sardegna, una specie vulnerabile minacciata soprattutto dalla degradazione del suo habitat ad opera dell’uomo” e ancora il “geotritone del Sarrabus, il più minacciato in Italia, che è in pericolo critico, è presente solo in Sardegna nella regione sud-orientale del Sarrabus, ed è esposto alle minacce della crisi climatica”.

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A questi si può aggiungere anche “la raganella sarda, un anfibio endemico della Sardegna, Corsica e Arcipelago Toscano che potrebbe risentire della carenza d’acqua nei siti riproduttivi e degli effetti negativi derivanti dall’uso eccessivo di prodotti fitosanitari agricoli”. Tra i motivi principali di minaccia per la vita e la varietà di queste specie ci sono gli impatti della crisi del clima, l’inquinamento ambientale, ma anche le catture accidentali. Catture che riguardano soprattutto quelle attività di pesca che, senza volerlo, finiscono per impattare anche sugli uccelli, già minacciati per esempio dal problema dell’inquinamento da plastica. Di conseguenza Legambiente chiede più protezione, per esempio attuando Direttive che l’Italia (come ci ricorda l’Ue) dovrebbe portare avanti ma continua ad ignorare. “Ci sono ritardi dell’Italia sia nell’istituire nuove aree protette e zone di tutela integrale al 2030 sia nel frenare le varie minacce a partire dal bycacth. L’Italia ad oggi ha fatto ben poco per fronteggiare il fenomeno, come conferma la lettera di messa in mora che la Commissione Europea ha aperto contro il nostro Paese per non aver attuato le misure previste dalle Direttive “Uccelli” (79/409/CEE), “Habitat” (92/43/CEE) e “Ambiente Marino” (MSFD-2008/56/CE), specialmente rispetto alla protezione degli uccelli marini sempre più minacciati dal bycatch e dall’inquinamento da plastica in mare”.

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Se in Europa circa 200mila uccelli marini ogni anno muoiono per le catture accidentali delle reti, in italia queste catture si verificano soprattutto nello Stretto di Sicilia e nel Golfo di Trieste dove rimangono impigliate specie come la berta maggiore mediterranea, la berta minore, il gabbiano corso o il marangone dal ciuffo. Specie che, come altre, parallelamente sono minacciate anche dalla questione plastica. Per tenere alta la guardia su questi pericoli e per chiedere un cambio di rotta nella tutela della biodiversità, Legambiente farà dunque una serie di proposte anche durante il progetto “Natura Day. 30% di territorio protetto entro il 2030” che prevede diverse iniziative dal 22 al 26 maggio lungo la Penisola.

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“Frenare la perdita di biodiversità – spiega Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – è uno dei principali impegni da affrontare su scala globale a partire dal continente europeo. In particolare, nella prossima legislatura, l’Europa confermi gli obiettivi del green deal e della Strategia per la biodiversità. Non possiamo arretrare né in Europa, né in Italia. Serve una decisa inversione di tendenza politica e strumenti operativi e nuove norme capaci di accompagnare i territori verso la transizione ecologica e nel creare più aree protette”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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