“In lavorazione”, “elaborato”, “autorizzato”, “risorse in corso di assegnazione”, “esigibile”, “liquidato”. Sono termini tecnici, ma raccontano (ancora) la giungla dei pagamenti delle supplenze brevi nella scuola italiana. La retribuzione, cioè, di quei docenti che non hanno un contratto annuale per supplire la mancanza di qualche collega ma hanno contratti di qualche mese o saltuari. Il 2 febbraio scorso il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara aveva annunciato che era allo studio “un pacchetto importante di proposte di modifiche strutturali per individuare una soluzione definitiva all’annoso e gravoso problema dei ritardi nei pagamenti per i docenti con contratti di supplenza
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