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Scuola, il liceo Virgilio processa i 300 “occupanti recidivi”: rischiano fino a due settimane di sospensione

ROMA – Giovedì scorso è iniziato il processo per l’ultima occupazione del Virgilio, storico e tumultuoso liceo di Roma che lo scorso autunno ha preso possesso dell’istituto per quattordici giorni consecutivi, con iniziative politiche e culturali, danneggiamenti e bevute di gruppo.

La preside dell’istituto, Isabella Palagi, da settembre 2019 alla guida di un liceo stimolante e faticoso, ha ottenuto dagli stessi studenti che si sono autodenunciati i nomi di chi ha partecipato sia all’occupazione 2023 che a quella lunga otto giorni del dicembre 2022, quindi ha inserito i recidivi in una circolare con le singole generalità (anche quelle dei minorenni), li ha divisi in gruppi e ha allestito un vero e proprio processo interno per comprendere dinamiche dell’occupazione e autori dei danni. Alla fine delle audizioni-interrogatori saranno decisi i provvedimenti disciplinari, che per i frequentanti della quinta classe potrebbero avere conseguenze sulla valutazione per la prossima Maturità.

Gli elenchi differenziati

Sono 286 i presenti nell’elenco “Ho partecipato all’occupazione del Virgilio”, 47 dei quali maggiorenni. Sono, i 286, tutti i “recidivi”, coloro che hanno partecipato alle ultime due occupazioni. Sono 126, invece, le matricole dell’autogestione di fine 2023: per loro è già stato verbalizzato sul registro un richiamo ufficiale.

La “Contestazione di addebito disciplinare” per i 286 occupanti di lungo corso prevede che ogni singolo studente entri in aula magna, dedicata in questo periodo alla questione, si segga di fronte a quindici docenti, ovvero il Consiglio d’istituto, la stessa dirigente scolastica e la rappresentante dei genitori, quindi venga interrogato sui comportamenti tenuti durante i quattordici giorni di fermo delle lezioni: “Hai partecipato all’inizio dell’occupazione? Per quanti giorni? Hai partecipato o visto qualcuno fare atti vandalici?”. Cinque minuti a studente. Domani si chiuderà il ciclo di interrogatori.

Danneggiamenti per oltre 11.000 euro

I danni fin qui accertati dalla presidenza sono pari a 11.257 euro: porte forzate e danneggiate (compresa quella della preside), allarme rotto, cavi spezzati, prese portate via. La dirigente Palagi, dopo il richiamo per i ragazzi alla prima occupazione, ha in mente di irrogare la sanzione più dura per i sei-sette portavoce (tre di loro contestano questo ruolo, una è considerata collaborativa nella soluzione dei problemi): sospensione di 15 giorni con obbligo di presenza e ripristino degli arredi maltrattati, come già accaduto l’anno precedente. Una sospensione più breve dovrebbe riguardare gli altri 286 recidivi. L’atto disciplinare avrà consequenziali riflessi sul voto in condotta, la pagella del secondo quadrimestre e, appunto, per chi frequenta l’ultimo anno, la stessa Maturità. I precedenti del Liceo Tasso di Roma, con intervento plaudente del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, e del Liceo Mamiani fanno ipotizzare la conferma della linea dura.

Il Collettivo: “Siamo tutti responsabili”

Il Collettivo del Virgilio, a fine gennaio, ha contestato il percorso intrapreso dalla dirigenza per gestire l’ennesima occupazione, in particolare la differenziazione delle colpe – collegata al fatto di essere la prima occupazione oppure una recidiva – e quindi delle pene. “Chi ha partecipato per la prima volta”, scrivono gli studenti, “non è uno studente che ‘non si è reso conto delle conseguenze del proprio comportamento’”, come sostiene la circolare della presidenza, “ma un ragazzo che ha dimostrato il contrario appoggiando, partecipando e assumendosi le responsabilità dell’occupazione nello stesso modo di tutti gli altri: con una firma”. In alcuni casi erano studenti del primo anno, quattordicenni. Ancora: “Chi, invece, si trova ad aver rivendicato per la seconda volta la partecipazione a questa protesta, avendo firmato anche l’anno scorso nella medesima occasione, si trova davanti una prospettiva ben diversa”. Le sanzioni disciplinari, aggravate per i sei-sette che hanno imbracciato la funzione di portavoce.

Il Collettivo considera l’atto di incolpazione in conflitto con il Regolamento di Istituto e chiede una sanzione scritta per tutti: la pena minima, una sorta di sei politico dell’occupazione. I genitori del Virgilio sono sulla stessa linea degli studenti incolpati, considerando la circolare di convocazione degli occupanti “un atto intimidatorio” e la maggior parte degli studenti che si sono autodenunciati “non responsabili delle accuse mosse”. Entrambi, studenti organizzati e genitori, si dicono pronti ad avviare collette per risarcire i danni inferti alla scuola a dicembre 2013.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/scuola_e_universita/rss2.0.xml


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