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Dire no ai Suv per l’ambiente: dopo Parigi, Londra ci sta pensando

La scelta dei parigini  potrebbe avere un effetto domino fra le realtà europee nel limitare l’uso e l’accesso dei Suv nelle zone centrali delle città? È l’auspicio di Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, convinta che il sì al referendum per triplicare le tariffe delle grandi auto nel centro storico sia  contemporaneamente “una forma di giustizia sociale” e un primo passo, per altre città d’Europa, a un cambiamento radicale nei confronti di mezzi come i Suv i quali, messi tutti insieme a livello mondiale (si parla di oltre 330 milioni di veicoli), se fossero una nazione risulterebbero tra i dieci più grandi stati inquinatori di CO2. Dopo Parigi, in attesa di capire se Roma, Madrid e altre grandi realtà europee seguiranno l’esempio, la prossima capitale a mettere una sorta di freno al traffico dei Suv potrebbe essere Londra: in queste ore il sindaco della City, Sadiq Khan, ha infatti affermato che monitorerà l’efficacia del piano di Parigi per capire se proporre lo stesso sistema in futuro anche nella capitale inglese. Per capire se Londra e altre metropoli si muoveranno in tal senso bisognerà però aspettare almeno il 2025: le nuove regole scelte dal 54,55% dei votanti al referendum parigino per tassare le auto che “più sono grandi e più inquinano” e triplicare le tariffe di parcheggio nelle aree centrali, non entreranno in vigore prima di settembre. Quando scatteranno per i possessori di mezzi pesanti parcheggiare in centro a Parigi costerà 18 euro all’ora

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Seppur pochi (78.000 i votanti su 1,3 milioni di aventi diritto) i parigini hanno deciso di sposare tutte le proposte contenute dal referendum che prevedono, oltre al costo di 18 euro all’ora per le auto a combustione o ibride plug-in (di peso pari o superiore a 1,6 tonnellate per parcheggiare in centro città o 12 euro in zone più lontane), anche lo stesso tariffario per le auto elettriche se superiori a 2 tonnellate. Regole escluse per commercianti, residenti, tassisti, operatori sanitari e persone con disabilità, con un impatto che secondo gli analisti sarà dunque principalmente per le auto che provengono dall’esterno rispetto al centro o per visitatori e turisti. Il “sì” al referendum ha ovviamente suscitato diverse reazioni. Da una parte esultano, dall’amministrazione comunale al WWF, Greenpeace e Les Écologistes – EELV Paris, i politici e i gruppi ambientalisti impegnati per “liberare la capitale francese dall’inquinamento delle auto“. Secondo loro, come sostiene un report del WWF, l’aumento delle tariffe servirà a disincentivare l’utilizzo di mezzi che bruciano almeno il 15% in più di carburante ed emettono il 20% di anidride carbonica in più. Non solo: questi veicoli, ricordano le varie associazioni ambientaliste, rappresentanto “un’aberrazione” anche per le emissioni legate ai materiali per essere prodotti, così come per gli spazi che occupano e che tolgono a pedoni e ciclisti.

Focus

Le auto “crescono” di un centimetro ogni due anni. “Problemi per sicurezza, spazi urbani e ambiente”

22 Gennaio 2024

In generale – va ricordato – secondo una ricerca di Transport&Environment (T&E) le auto “crescono” infatti di un centimetro ogni due anni, aumentando i problemi per “sicurezza, spazi urbani e ambiente”. Se tutte le associazioni ecologiste parigine si dicono “soddisfatte” per il voto ma insoddisfatte per l’affluenza (5,7% degli aventi diritto), con Tony Renucci direttore del gruppo della campagna per la qualità dell’aria Respire che ha parlato di “vittoria per la qualità della vita dei residenti di Parigi”, diverso invece è il discorso sia per  le opposizioni in consiglio comunale sia per i gruppi legati al mondo automobilistico, come il Mobilité Club France.

Questi ultimi non sono d’accordo con il senso del referendum e accusano Hidalgo di aver promosso un referendum “fuorviante”, con politiche che non colpirebbero “solo i Suv ma anche i coupé familiari e le station wagon. Un Suv nuovo e moderno non inquina di più, né inquina di meno, di un piccolo veicolo diesel costruito prima del 2011” affermano gli oppositori e anche il ministro francese dell’Ambiente Christophe Bechu commentando il sovrapprezzo per i Suv ha parlato di “una sorta di ambientalismo punitivo”.

Nonostante le critiche, la giunta parigina tirà però dritto verso un futuro più verde: la mossa dell’amministrazione  è infatti solo l’ultima tra le tante iniziative recenti che vanno dalla pedonalizzazione di molte strade sino alla città dei 15 minuti o l’ampliamento delle piste ciclabili, novità create per tentare di ridurre le emissioni nocive dei trasporti e rendere la capitale francese  più sicura, dato che oltretutto secondo l’amministrazione le auto più alte e pesanti sono “due volte più mortali per i pedoni rispetto a un’auto standard” in caso di incidente. In due anni di politiche “green” c’è stato un aumento del 71% nell’uso delle biciclette.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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