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Venti storie dall’Italia che cambia: il nuovo numero di Green&Blue

Il Molise ha il record di emissioni pro capite, l’Emilia-Romagna è la Regione con il più alto consumo di energia per abitante, la Valle d’Aosta soddisfa quasi tutto il suo fabbisogno energetico con le rinnovabili. È inevitabile leggere Ciro (Cimate Indicators for Italian RegiOns), il primo database del genere, sviluppato da Italy for Cimate in collaborazione con Ispra, come se fosse una sorta di classifica delle Regioni più o meno virtuose in fatto di lotta ai cambiamenti climatici. Ma non è una graduatoria.

Il report

Italy for Climate lancia CIRO, il primo database per guidare le regioni verso la neutralità climatica

29 Febbraio 2024

“Nel realizzarlo, abbiamo voluto dare innanzitutto un messaggio politico”, spiega Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for Climate, l’iniziativa italiana delle imprese per il clima lanciata, nel 2019, dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. “Le Regioni sono un soggetto che deve essere assolutamente ingaggiato nel percorso verso la neutralità climatica: senza di loro non ce la possiamo fare. Il secondo motivo”, continua Barbabella, “è che conoscere le proprie performance è il primo passo per poterle poi migliorare e intraprendere un cammino di decarbonizzazione“.

È nato così un database con i principali temi climatici divisi regione per regione: dalle emissioni all’energia, dalle rinnovabili agli edifici, dall’industria ai trasporti, dall’agricoltura alla vulnerabilità dei territori. Ogni tema è poi ”esploso” in indicatori più specifici: per esempio, la voce emissioni è divisa in “emissioni pro capite” e “assorbimenti”, mentre l’energia è declinata in “consumi finali pro capite” e “mix energetico”.

Alla fine ne emerge una quadro abbastanza completo delle performance regionali. Con molte sorprese. E spiegazioni non sempre semplici a dati che non ti aspetti. A cominciare proprio dalle emissioni pro capite (misurate in tonnellate di CO2 equivalente per abitante): il valore più alto (10,95) è appunto quello dei molisani. Subito dopo viene la Basilicata con 10,78. In fondo alla graduatoria invece, il Lazio (5,11) e la Campania (3,31). Ci sono diverse regioni meridionali che presentano livelli di emissioni sopra la media. In particolare per quanto riguarda la Puglia e la Sardegna a pesare è il carbone, di cui sono le prime due consumatrici, a causa dell’Ilva, per la prima, e della generazione elettrica, per la seconda.

Il primato di Molise e Basilicata, comunque, sorprende fino a un certo punto chi ha redatto il rapporto: “Su quel dato incide molto l’agricoltura e il fatto che è molto basso il numero di abitanti delle due regioni in questione, quindi basta poco per spostare le percentuali” spiega Barbabella. “È un po’ quello che succede anche con la Valle d’Aosta nel caso delle rinnovabili”. Un vero record, in effetti, quel 98% dei fabbisogni elettrici soddisfatti grazie alle fonti rinnovabili: ma in quella regione vivono poco più di 125mila persone.

Italy for Climate

In Friuli Venezia Giulia l’antico mulino per le rinnovabili. E poi c’è il biogas

29 Febbraio 2024

Al secondo posto, nella classifica dei “consumi di energia rinnovabile rispetto ai consumi totali”, c’è il Trentino-Alto Adige con il 54%, grazie all’acqua degli impianti idroelettrici, che è ancora la prima fonte rinnovabile in Italia per la generazione di elettricità. Ma subito dopo nella classifica nazionale vengono tre regioni del Sud, ossia la Basilicata, la Calabria e il Molise, in cui svolgono un ruolo determinante fotovoltaico ed eolico. All’ultima posizione la Liguria (7%), preceduta da Lazio ed Emilia Romagna (11%).

Il nuovo numero di Green&Blue in edicola mercoledì 6 marzo 

Tornando alle “emissioni”, è molto interessante l’analisi della voce speculare, quella cioè relativa agli assorbimenti: “Emissioni di gas serra che sono state assorbite tramite i sistemi naturali (soprattutto forestali), in rapporto alla superficie della regione”. Quando il valore è negativo, significa che le emissioni prodotte dagli incendi sono state superiori a quelle che il sistema forestale è stato in grado di assorbire”, recita il rapporto. Ebbene, la Liguria è quella che assorbe di più (324 tonnellate di CO2 equivalente assorbite per kmq di superficie), seguita dalla Toscana (270). Le performance peggiori, in questo indicatore, sono della Puglia (9) e soprattutto la Sicilia (-75), fortemente penalizzata dagli incendi.

Italy for Climate

In Umbria la transizione energetica partecipata dal basso

29 Febbraio 2024

E chi consuma più energia? Gli abitanti dell’Emilia-Romagna, con 2,82 tonnellate di petrolio equivalente per abitante, seguita a ruota dal Friuli Venezia Giulia con 2,80. I più virtuosi sono campani e siciliani, con 1,17. Ma il consumo di energia (al quale contribuiscono il riscaldamento degli edifici, le attività industriali, i trasporti e, in minima parte, i consumi di energia del settore agricolo) dipende molto dalla collocazione geografica e da altre caratteristiche dell’ambiente. “Non deve sorprendere più di tanto vedere quasi un’Italia divisa in due, con le regioni con i consumi pro capite di energia più bassi che sono quasi tutte del Centro-sud”, conferma Barbabella. “Sui consumi di energia di una regione incidono molto quelli per il riscaldamento degli edifici, che a livello nazionale rappresentano quasi la metà di tutti i consumi energetici. Questo anche se negli ultimi decenni, con l’aumentare delle temperature medie e la diffusione di condizionatori e pompe di calore, è cresciuto molto anche il fabbisogno energetico per il raffrescamento estivo”.

E in effetti, se invece di limitarsi alla fotografia, si guarda a come si stanno modificando nel tempo i consumi di energia, si scopre che la situazione si ribalta e le regioni più virtuose, ossia che li hanno ridotti maggiormente negli ultimi anni, sono tutte del Nord – come Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia  – ma anche Toscana ed Emilia-Romagna, che in questo caso potrebbero essere state agevolate proprio dagli aumenti di temperatura, come anche dall’efficientamento energetico di abitazioni e altri edifici. In effetti, le regioni con il più elevato tasso di edifici in classe energetica A sono Trentino-Alto Adige (26%), Valle d’Aosta (17%), Lombardia e Veneto. La Calabria e la Liguria si fermano invece rispettivamente al 5 e al 4%. Le regioni del Nord vincono anche il “campionato” delle Cer, le Comunità energetiche rinnovabili: nell’ultimo anno in Veneto ne sono state attivate 13, in Piemonte e Trentino-Alto Adige 11. Mentre non risulta che siano state attivate Cer in Valle d’Aosta, Puglia, Toscana, Marche, Liguria e Basilicata.

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In Emilia-Romagna chilometri di alberi per difendere la biodiversità

29 Febbraio 2024

Sorprende, non poco, che il Molise guidi, con un punteggio di 1088, anche la classifica delle “emissioni dell’industria”. L’arcano si svela leggendo l’unità di misura: “tonnellate di CO2 equivalente per milione di euro di valore aggiunto”: con questa normalizzazione la Lombardia (le cui industrie emettono molto ma producono un altissimo valore aggiunto) si colloca molto più in basso del Molise con 186 tonnellate di CO2 equivalente per milione di euro. Al secondo posto, comunque, la Sicilia (1005), mentre chiudono Campania (184) e Trentino-Alto Adige (158).

Le auto elettriche faticano a farsi strada in Italia: nell’ultimo anno hanno rappresentato appena il 3,67% delle nuove immatricolazioni nel nostro Paese. Alzano la media il Lazio (4,51%) e il Trentino-Alto Adige (4,31%). Ben al di sotto della media nazionale Calabria (2,39%) e Liguria (2,30%). La Calabria si prende la rivincita nei campi: il 36% dei suoi suoli agricoli è dedicato alle coltivazioni biologiche. Stessa percentuale in Toscana. La Lombardia si ferma a un misero 5% e la Valle d’Aosta addirittura al 2%.

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In Puglia le rinnovabili fanno scudo ai pomodori

29 Febbraio 2024

Infine gli eventi meteorologici estremi: le regioni del Nord-est risultano le più colpite. In Friuli Venezia Giulia ce ne sono stati 27,5 ogni 1000 km quadrati di superficie, in Veneto 25. In Sardegna e Valle d’Aosta 3,4, in Umbria 3,1. “La presentazione del database è solo un punto di partenza”, conclude Barbabella. “Vogliamo aprire un canale di comunicazione con le Regioni: per apprendere da loro nuove esperienze virtuose, ma anche per individuare le aree in cui possono migliorare”.

Infografiche: Matteo Riva


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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