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Le Regioni protagoniste della transizione ecologica

Per  accelerare l’impegno per il clima è necessario coinvolgere anche le Regioni. Per tenere aperta la possibilità di contenere il riscaldamento globale fra 1,5 e 2 °C , evitando conseguenze catastrofiche, sono necessarie “rapide, profonde e, nella maggior parte dei casi, immediate riduzioni delle emissioni di gas serra”  (Ipcc, Climate Change 2023 Synthesis Report Summary for Policymakers). Nelle conclusioni, approvate con ampio consenso, della Conferenza mondiale per il clima – la Cop28 – si ribadisce che occorre precedere “accelerando l’azione in questa decade critica, per conseguire emissioni nette zero entro il 2050”.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia – nell’annuale World Energy Outlook  del 2023 –  oltre a ribadire che “dobbiamo andare molto più lontano e più velocemente”, ha, autorevolmente, affermato che “le azioni chiave necessarie per ridurre le emissioni fino al 2030 sono ampiamente conosciute e nella maggior parte dei casi molto convenienti”.

Domani in edicola

Venti storie dall’Italia che cambia: il nuovo numero di Green&Blue

06 Marzo 2024

La Ue – secondo un rapporto del 2023 dell’Agenzia Europea – con le misure in atto, taglierebbe le proprie emissioni di gas serra al 2030 solo del 43%, con una traiettoria non allineata con l’Accordo di Parigi per il clima. Per rispettare tale Accordo e fare la sua parte per il clima, l’Europa ha quindi proposto un pacchetto di misure – Fit for 55%  – per aumentare dal 43% al 61% il taglio delle emissioni dei grandi impianti, soggetti al sistema europeo ETS, entro il 2030 e di quelle degli altri settori  (trasporti, edifici, agricoltura, rifiuti, piccole industrie) con una ripartizione nazionale che prevede  un aumento dell’impegno dal 33% al 43,7% per l’Italia; per stabilire impegni vincolanti nell’uso del suolo e nella silvicoltura per aumentare gli assorbimenti di gas serra; per una progressiva riduzione, fino all’azzeramento delle emissioni per le nuove autovetture dal 2035, col bando di quelle diesel e benzina; affinché gli edifici nuovi siano a emissioni zero entro il 2030 e quelli esistenti, con alcune eccezioni, entro il 2050.

Si tratta di un pacchetto di misure impegnative che in Italia sono state oggetto di diverse critiche, anche da parte di esponenti del governo. Non stupiscono più di tanto le critiche di coloro che, ancora, insistono col negazionismo climatico. Coloro che, invece, sono consapevoli della crisi climatica e, quindi, della portata dei cambiamenti necessari per realizzare una transizione a zero emissioni nette, non dovrebbero essere sorpresi  per alcune scelte necessarie che non possono accontentare tutti. Si deve fare di più perché la transizione sia giusta e per avere le misure migliori possibili ma senza ipocrisie, senza mai rinunciare a fare la nostra parte. I danni più gravi  per tutti – sociali ed economici – sarebbero quelli generati da una precipitazione della crisi climatica. 

Il report

Italy for Climate lancia CIRO, il primo database per guidare le regioni verso la neutralità climatica

29 Febbraio 2024

Anche l’Italia deve fare di più per accelerare il suo impegno per il clima. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, l’Italia ha ridotto le emissioni di gas serra dal 2015 al 2022  solo del 4%, nei settori non regolati direttamente a livello europeo col sistema ETS. Con questa media arriveremmo al nostro obiettivo climatico del  taglio del 43,7% invece che al 2030, al 2050, con 20 anni di ritardo! Per recuperare il ritardo anche le Regioni dovrebbero essere, più e meglio, coinvolte. Per contribuire a questo obiettivo, Italy for Climate, un’iniziativa della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, sostenuta da un gruppo qualificato di imprese, in collaborazione con Ispra, ha promosso CIRO (Climate Indicators for Italian RegiOns): il primo database che raccoglie dati e buone pratiche con l’obiettivo di diffondere  maggiori informazioni, dati e analisi aggiornate sul percorso verso la neutralità climatica delle regioni italiane.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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