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L’Artico da bianco a blu, senza ghiaccio entro il 2050

Non è più notizia la scomparsa dei ghiacci artici quanto piuttosto l’incredibile velocità con cui questo avviene. Solo pochi giorni fa era stato il Cnr a ricordarlo, e oggi a rincarare la dose arrivano due studi ugualmente allarmanti. Rischiamo un Artico senza ghiaccio entro 25 anni e senza ghiaccio la superficie esposta al sole è destinata ad aumentare spropositatamente, con effetti sugli ecosistemi che possiamo prevedere solo in parte.

A far suonare i nuovi allarmi sono la ricerca pubblicata Nature Reviews Earth & Environment e una perspective ospitata sulle pagine di Pnas. Nuovi inviti a prepararsi, ad agire, perché se alcuni cambiamenti sono ormai irreversibili per altri abbiamo (un po’) di spazio di manovra.

Secondo la ricerca di Nature Reviews Earth & Environment – una revisione della letteratura combinata con modelli climatici – infatti i prossimi anni saranno più che mai critici per il trend di regressione di ghiacci artici. Per rendere l’idea i ricercatori della University of Colorado Boulder utilizzano un’immagine: l’Artico cambierà faccia, passando da bianco a blu. Il messaggio è più che eloquente: la perdita dei ghiacci sarà tale da modificare lo stesso aspetto dell’Artico. In particolare le normali variazioni stagionali della copertura di ghiaccio, con un minimo a settembre, raggiungeranno livelli record già entro la metà del secolo.

Artico

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Con livelli record in questo caso si identifica una riduzione dell’area di copertura inferiore al milione di km quadrati (oggi il minimo a settembre è di 3,3 milioni di km quadrati, ma era di oltre 5 milioni negli anni Ottanta). Ebbene, secondo le analisi dei ricercatori, queste condizioni di cosiddetto ice-free potrebbero concretizzarsi nel mese di settembre probabilmente entro il 2050, ma anche prima, già nei prossimi dieci anni, e a prescindere dagli scenari climatici. Se però più che parlare di mesi ice-free ci si limita ai giorni ice-free le condizioni potrebbero verificarsi anche diversi anni prima.

I ricercatori sottolineano come i periodi ice-free non siano una novità nella storia geologica dell’Artico, ma sono sconosciuti in questi termini almeno da 80 mila anni. E gli effetti, aggiungono, saranno tanto maggiori – meno ghiaccio, per più mesi – quanto minori saranno le misure prese per contrastare i cambiamenti climatici, come ha spiegato in proposito dalla University of Colorado Boulder Alexandra Jahn, tra gli autori del lavoro:  “Anche se le condizioni ice-free sono inevitabili, dobbiamo comunque contenere più possibile le nostre emissioni per evitare periodi prolungati senza ghiacci“.

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Un cambiamento così netto infatti rischia di avere ripercussioni enormi, in termini ecologici e a cascata sociali ed economici. Proprio alle conseguenze di un Artico sempre meno ghiacciato è dedicato lo studio uscito su Pnas. Si tratta di un’indagine basata su simulazioni, anche in questo caso, e relativa a come potrebbe cambiare la produttività del Mar Glaciale Artico con la progressiva scomparsa dei ghiacci. In questo modo, infatti, spiegano gli scienziati guidati da Karl Attard della University of Southern Denmark, aumenterebbe la quota di luce che raggiunge le acque, favorendo la crescita degli organismi fotosintetici. Ma i modelli elaborati dai ricercatori suggeriscono che questo potrebbe essere il caso solo per alcune regioni e non per altre. Bisogna considerare infatti l’influenza di altri fattori sulla produttività marina, per esempio la torbidità delle acque, spiegano i ricercatori, complici anche i fiumi e tutto quello che trasportano che si riversano nella zona. Sappiamo ancora poco, concludono, e quello che sappiamo non è così rincuorante, anzi.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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