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“Sciacallo dorato appeso nel Parco delle Dolomiti: un gesto di odio verso una specie non pericolosa”

L’hanno trovato appeso al cartello di benvenuto al Parco delle Dolomiti Friulane a Claut in provincia di Pordenone. Uno sciacallo dorato usato come fosse un trofeo, un macabro trofeo. “È un animale tutelato da leggi che ne vietano la caccia e l’uccisione, quanto accaduto l’altro giorno a Claut è un attacco alla biodiversità del parco, ma anche una violazione delle norme in materia di protezione della fauna selvatica”, così Nicola Bressi, zoologo del Museo di storia naturale di Trieste che da mesi organizza incontri con la comunità locale proprio per spiegare “quanto la pericolosità dello sciacallo dorato sia pari a zero. Nei Balcani, dove è comune anche in branchi a ridosso dei centri abitati, non ha mai aggredito l’uomo”.

Ma ora è caccia al responsabile, sulle cui tracce ci sono ora sia gli uomini della Guardia Forestale sia gli animalisti. Non solo, è stata messa a disposizione dall’Associazione italiana Difesa Animali e Ambiente una taglia di 1.500 euro.

Scrive l’associazione: “Il ritrovamento ha creato sconcerto tra la popolazione locale e gli amanti degli animali. Per questo abbiamo deciso di mettere a disposizione una ricompensa di 1.500 euro che verrà pagata a chi con la sua testimonianza rilasciata secondo i termini di legge alle forze dell’ordine aiuterà a individuare e far condannare il responsabile o i responsabili di questo crimine. Lo sciacallo dorato – concludono gli animalisti – è un animale protetto che non dà alcuna noia ne agli umani ne agli animali per questo riteniamo questo gesto assurdo e senza senso, ci auspichiamo però che il responsabile o i responsabili vengano presi al più presto e condannati severamente”. 

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È Nicola Bressi, che insegna Comunicazione della Scienza alla Scuola internazionale superiori di studi avanzati (Sissa) a Trieste a spiegare cosa è successo a Claut: “Lo sciacallo dorato è stato appeso da qualcuno che si è ritrovato l’animale morto, investito sulla strada. La sua uccisione infatti non è frutto di un atto di bracconaggio, ma di un incidente stradale e l’automobilista responsabile aveva già avvertito le guardie forestali di cosa era successo sulla provinciale dando la sua identità. Quel gesto di sfida è accaduto dopo. Purtroppo, quando sono arrivati gli operatori del parco, qualcuno nel frattempo invece di fare un’ulteriore segnalazione, ha preso l’animale e lo ha appeso al cartello di benvenuto al parco delle Dolomiti. Un gesto di odio verso lo sciacallo dorato che nella zona non è tollerato, ma anche alle istituzioni che lo tutelano. Che sia un messaggio di sfida non c’è dubbio”. 

Nicola Bressi 

Ma perché lo sciacallo dorato disorienta e allarma così tanto le comunità friulane, nonostante vengano lanciati appelli spiegando non sia pericoloso per l’uomo? “Su questo animale ci sono tantissimi pregiudizi, a partire dal nome che rievoca macabre immaginazioni. Da queste parti viene praticamente incolpato di qualsiasi cosa. Come il lupo, al quale assomiglia, pur essendo più piccolo, ma mentre i lupi possono essere problematici, lo sciacallo dorato no. E poi c’è la questione che è un animale poco familiare e la gente non è ancora abituata alla sua presenza. Ci vuole del tempo per questo. Arriva dai Balcani e qui ha trovato un habitat favorevole e si sta diffondendo, ma per certi versi resta ancora sconosciuto. Per questo la gente non lo ama”. 

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Di notte racconta sempre Nicola Bressi, nei paesi si sente ululare dietro le case. “Sono gli sciacalli dorati, non fanno nulla, è solo una loro caratteristica, ma gli ululati non li fa amare dalla gente. Li allarma. Anche per una consuetudine atavica. Così, spesso durante gli incontri pubblici mi sento dire: ”Però sentire ululare durante la notte m’inquieta”. Per questo bisogna continuare nel lavoro di informazione, cambiare l’approccio verso la natura, la biodiversità, la fauna. Il più possibile, ovunque”. 

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La taglia divide la comunità

Le foto dell’animale appeso sul cartello del parco hanno fatto il giro dei social e sono in molti adesso adesso alla ricerca del responsabile. La comunità è divisa, soprattutto a causa della taglia promessa a chi rivelerà il suo nome o darà informazioni utili a rintracciarlo. “Un gesto che non approvo, quello di aver proposto la taglia. L’accaduto a Claut è deprecabile, ma non siamo nel Far West. Con 1.500 euro avremmo potuto fare qualcosa di più utile per il parco invece che utilizzarli per fronteggiare il gesto idiota di uno sconosciuto”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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