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Alla scoperta di nuove piante invasive grazie ai giardinieri

Se ne occupano per mestiere: innaffiano, potano, tagliano, cambiano la terra, all’occorrenza trattano. Le piante sono pane quotidiano per i giardinieri, e proprio dalla loro grande esperienza di osservatori e gestori di diversi patrimoni botanici, è nata l’idea di alcuni ricercatori di sfruttarli come sentinelle per identificare potenziali specie invasive. Un team di scienziati della University of Reading e della Royal Horticultural Society ha indagato, infatti, grazie ad alcuni giardinieri britannici, la presenza di piante potenzialmente invasive tra quelle ornamentali solitamente maneggiate. Identificando “soggetti a rischio”, spiegano sulle pagine della rivista NeoBiota.

I giardinieri, scrivono in apertura del loro articolo, sono tanti – solo in Gran Bretagna se ne stimano 30 milioni – e il loro lavoro potrebbe essere utile anche ai ricercatori. È con questo in mente che gli scienziati hanno condotto due survey per identificare attraverso giardinieri amatoriali e professionisti quelle piante che mostravano un comportamento più invasivo. Chiedere ai giardinieri di identificare le piante invasive infatti sarebbe stato fuorviante, scrivono gli autori, perché difficile sarebbe stato intendersi su cosa significasse invasivo. Lo scopo era piuttosto cercare di capire se, procedendo in questo modo, fosse possibile identificare piante ornamentali a rischio di diventare invasive. Così da capire dove vale la pena concentrare gli sforzi di ricerca, ha sottolineato al riguardo Tomos Jones della University of Reading, a capo dello studio. Un po’ come punta a fare il progetto simile Plant Alert, condotto dalla Botanical Society of Britain and Ireland and Coventry University, con cui i ricercatori hanno confrontato i loro risultati.

Dalle due indagini sono emerse così degli indiziati speciali in Gran Bretagna, con tanto di riferimento puntuale delle zone di provenienza. In totale alla fine sono stati analizzate le risposte di 558 giardinieri, relativi alle segnalazioni di 251 taxa in totale. Gli scienziati si sono dunque concentrati ad analizzare il comportamento di queste piante, ovvero hanno osservato se queste fossero considerate invasive, naturalizzate o semplicemente sopravvissute (vive senza riprodursi) in Gran Bretagna e Irlanda. Ma hanno anche cercato di capire se le varie segnalazioni provenienti dai giardinieri locali riguardassero piante già segnalate come problematiche anche altrove. Procedendo in questo modo hanno identificato nove specie degne di attenzione, come la calla selvatica (Arum italicum), l’euforbia cipressina (Euphorbia cyparissias), la pelosella aranciata (Pilosella aurantiaca) o la pianta camaleonte (Houttuynia cordata).

“I giardinieri hanno un ruolo fondamentale come ‘primo contatto’ con piante ornamentali con potenziale invasivo – si legge nello studio – perché l’orticoltura ornamentale è una delle principali vie o fonte stessa di introduzione di specie invasive a livello globale”. Il loro occhio attento, concludono i ricercatori, potrebbe aiutare a fermare nuovi possibili invasori”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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