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Obbligo di imballaggi di plastica e guanti monouso nelle mense scolastiche, gli ambientalisti contro il ministro Lollobrigida

“Una decisione pericolosamente anacronistica, che sembra evidenziare la scarsa attenzione di questo governo alle tematiche ambientali e di fronte alla quale non intendiamo fermarci“. Raffaella Giugni, responsabile delle relazioni istituzionali di Marevivo, si fa portavoce della profonda preoccupazione dell’associazione ambientalista per il decreto con il quale il ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste impone, nell’ambito del “Programma frutta e verdura nelle scuole” per l’anno 2023/2024, l’uso di confezioni monouso (i cosiddetti flow-pack) per il confezionamento e guanti di plastica per la somministrazione. “Una decisione che alimenta un grave danno ambientale e costituisce un passo indietro nella lotta all’inquinamento da plastica”, denuncia la Fondazione Marevivo. Che sottolinea peraltro come il decreto, emanato lo scorso 7 febbraio (“Ma di cui si apprende solo adesso”) arrivi nonostante la rassicurazione ricevuta più volte dal ministero che i suggerimenti di Marevivo sarebbero stati recepiti.

“La posizione del ministro Lollobrigida ci appare assurda, tanto più in una fase storica in cui l’Unione europea spinge con forza verso tipologie di imballaggi sostenibile – continua Giugni – Di più: è altamente diseducativa. Il ricorso a confezioni monouso in plastica, molte delle quali non riciclabili, non è per giunta giustificabile da questioni legate alla tutela della salute: è anzi dimostrato scientificamente il contrario, con il rilascio di micro e nanoplastiche che finiscono nel nostro corpo, e in quello dei bambini”.

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15 Marzo 2024

La plastica non protegge, anzi… “Proprio così, non esiste alcuna ragione scientifica valida per giustificare l’adozione di queste pratiche dannose“, annuisce Antonio Ragusa, che dirige la Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Maggiore di Bologna e insegna all’Università Campus Bio-Medico di Roma. Con la sua ricerca, è stato tra i primi a trovare tracce di microplastiche nei tessuti della placenta delle donne e nel latte materno. “Al contrario – aggiunge – numerosi studi hanno dimostrato che conservare gli alimenti nella plastica può comportare il rilascio di nano e micro particelle dannose negli alimenti stessi, con conseguenze negative sulla salute umana“.

Ma perché il Ministero ha prescritto l’utilizzo dei flow-pack, nonostante peraltro un sentiment sempre più chiaro da parte degli italiani? “Lo ignoriamo, non vorremmo che ci fosse l’implicita volontà di difendere interessi economici – risponde Giugni – quel che è certo è che non ci fermeremo qui”. E proprio per questo, si legge in una nota diffusa in queste ore, la Fondazione Marevivo invita il ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste “a riconsiderare la decisione e a impegnarsi per promuovere pratiche più responsabili, volte a proteggere l’ambiente, il già compromesso ecosistema marino e la salute umana, individuando le necessarie soluzioni che favoriscano modelli di sviluppo sostenibili. La scelta di continuare a utilizzare confezioni di plastica monouso all’interno del ‘Programma frutta e verdura nelle scuole’ – prosegue la Fondazione Marevivo – rappresenta un grave passo indietro nella promozione di uno stile di vita sostenibile e un segnale contraddittorio ai bambini. In un momento in cui l’urgenza di ridurre l’inquinamento da plastica, che ha raggiunto ormai livelli allarmanti, è più pressante che mai, diventa fondamentale adottare politiche che favoriscano l’eliminazione progressiva dell’uso della plastica e promuovano, invece, alternative sostenibili”.

La campagna #BastaVaschette

E del resto, ogni anno nel mondo vengono prodotte 450 milioni di tonnellate di plastica: il 50%, secondo le stime, costituito da imballaggi usa e getta, e oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica vanno a finire nei nostri mari e oceani, l’80% dell’inquinamento dei quali è causato dalla plastica. “Ogni cittadino produce 180 chili all’anno di rifiuti da imballaggio”, annota Raffaella Giugni. Proprio per questo, per contrastare l’utilizzo di imballaggi monouso in plastica per il confezionamento di frutta e verdura, la Fondazione Marevivo assieme a Zero Waste Italia ha dato vita alla campagna #BastaVaschette. – aggiunge – Non è forse un paradosso che arrivi dal ministero un forte impulso in senso contrario?”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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