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La Uefa presenta il “carbon footprint calculator”: “Ora il calcio misurerà la sua impronta ecologica”

Oggi all’Emirates Stadium di Londra, invece dell’Arsenal, è scesa in campo la sostenibilità. È infatti nell’impianto dove gioca la squadra che milita da più tempo in Premiere League (era il 1919) che la Uefa ha scelto di presentare il suo Carbon Footprint Calculator, un calcolatore di impronta carbonica dedicato a tutte le organizzazioni calcistiche europee. 

“Si tratta di un software gratuito che permetterà a tutti i club e federazioni di utilizzare una metodologia unica e certificata per determinare la propria impronta carbonica”, spiega Michele Uva, direttore Social and Environmental Sustainability della Uefa. “Non c’era ancora una metodologia comune per misurare le emissioni del calcio: ora la Uefa se l’è data”.

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Dopo un lavoro preparatorio di due anni, l’Unione delle Federazioni calcistiche europee, vara così uno strumento “fondamentale per la riduzione delle emissioni di carbonio all’interno della comunità calcistica e che sottolinea l’impegno della Uefa nell’essere una forza proattiva nella lotta contro il cambiamento climatico“. 

Il software si basa sugli standard definiti dal Greenhouse Gas Protocol per valutare le emissioni delle singole attività legate al calcio, è stato certificato da enti terzi e indipendenti, e realizzato coinvolgendo decine di organizzazioni, calcistiche e non: squadre come l’Arsenal, la Roma e il Manchester City, la Premiere League, la Federazione calcio francese e quelle olandese e austriaca, l’Unfccc, l’agenzia Onu per i cambiamenti climatici

Le principali voci di emissioni di CO2 legate al calcio sono ben note: la costruzione di nuovi stadi, gli spostamenti di squadre e tifosi, l’elettricità consumata durante gli eventi, la gestione dei rifiuti. Ma i singoli club, sia i big che partecipano a competizioni internazionali, sia le squadre dilettantistiche, non avevano finora un sistema affidabile e certificato per quantificare la propria impronta carbonica e quindi intervenire per ridurla.

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“Il problema, infatti, non riguarda solo il vertice del calcio europeo”, ha spiegato Uva nella puntata dedicata a questo tema nella serie di podcast Pianeta Green&Blue. “Tutte le settimane 40 milioni di ragazzi sotto i 18 anni giocano a calcio: vuol dire che si spostano, accompagnati da staff e famiglie. Se guardiamo alle competizioni Uefa viaggiano complessivamente 450mila tifosi ogni anno, contro i 7 miliardi di persone che si spostano per turismo. Un contributo minimo”. 

Ma una volta che le squadre, grandi e piccole, avranno un’idea precisa delle loro emissioni grazie al Carbon Footprint Calculator, cosa potranno fare? “Daremo loro suggerimenti per aiutarle a ridurle”, risponde Uva. Ma la Uefa, in occasione dei prossimi Campionati europei in Germania ha anche lanciato un fondo con il quale finanziare club dilettantistici che investono sull’ambiente: un progetto da 7 milioni di euro, per il quale ci sono già 1700 richieste da parte di club dilettantistici tedeschi. Un modello che sarà applicato anche in altre occasioni. “Con il nostro Calculator stimeremo, per esempio, quanta CO2 emetterà la finale di Champions”, spiega Uva. “Poi moltiplicheremo quella quantità per il prezzo di una tonnellata di anidride carbonica (attualmente tra i 50 e i 60 euro, ndr): la cifra complessiva sarà destinata a finanziare progetti green delle piccole squadre nei territori in cui si è giocata la competizione”. 

Naturalmente, non è il calcio a poter salvare il Pianeta. Ma può ridurre le proprie emissioni e soprattutto attirare sul tema l’attenzione di miliardi di tifosi in tutto il mondo.

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“Il calcolatore dell’impronta di carbonio della Uefa incarna la nostra ambizione di dimostrare che il calcio può essere parte della soluzione nello sforzo globale per ridurre le emissioni”, conclude Uva. “Fornendo questo strumento stiamo facilitando l’azione collettiva verso un futuro più sostenibile per il nostro sport e per il Pianeta. Insieme possiamo dimostrare a governi, investitori, tifosi e partner commerciali che il calcio è impegnato ad affrontare il cambiamento climatico”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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