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Inquinamento da polveri sottili, in metropolitana raddoppia

Una rampa di scale in discesa, la biglietteria, i tornelli. E poi giù, nel ventre affollato, rumoroso e grigio della grande città, dove i convogli si susseguono, fendendo, con i loro occhi lucenti, il buio. Milano, Roma, Napoli, ma anche Londra, Berlino, Parigi. Qui, come nella maggior parte delle metropolitane del mondo, la qualità dell’aria è pessima. Anzitutto perché quella presente viene prelevata dall’esterno, attraverso griglie poste a livello del suolo, ed è quindi già carica delle particelle inquinanti di superficie, che derivano da attività industriali, traffico stradale, concentrazione urbana. A questo particolato si sommano poi le polveri sottili generate dalla stessa metro, attraverso frenate, usura di ruote e rotaie, sgretolamento delle coperture delle gallerie, passaggio dei convogli.

Il report

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Il doppio di particelle per chi va in metro

Vari studi mirati a valutare l’atmosfera si sono svolti nella metropolitana della capitale francese, come ha recentemente raccontato Jean-Baptiste Renard, ricercatore dell’Università di Orléans, su The Conversation. L’ultima sua ricerca ha esaminato le concentrazioni di PM 2,5, particelle di diametro inferiore o uguale a 2,5 micrometri (un micrometro equivale a un millesimo di millimetro), introducendo il concetto di inquinamento in eccesso, cioè correlato unicamente alla metro, che si ottiene sottraendo ai valori dei sotterranei quelli dell’aria esterna vicina. L’esperto ha, quindi, effettuato le misurazioni nelle ore di punta, utilizzando appositi sensori mobili, in tutte le stazioni della metro della Ville Lumière e poi in superficie. Ebbene, dai dati è emerso un valore medio di circa 15 microgrammi per metro cubo nei sotterranei e di 15 microgrammi all’esterno. Il che significa, in pratica, che gli utenti della metropolitana raddoppiano la loro esposizione quotidiana alle particelle sottili rispetto a chi si muove senza utilizzare questo mezzo. Inoltre, è stato calcolato che un’ora e mezza in ambienti sotterranei aumenta l’esposizione giornaliera di un utente di 1 micrometro per metro cubo. “Si tratta di un valore medio”, sottolinea Renard, “che può essere più elevato nelle linee metropolitane più inquinate e nelle stazioni poco ventilate”.

L’emergenza

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Lo studio cinese sui metalli

Altre ricerche si sono focalizzate sulla composizione del particolato nei sotterranei. Una di queste è stata pubblicata nel 2021 su Environmental Research e condotta, nell’estate e nell’inverno del 2019, nella metropolitana di Nanchino, in Cina. Tra i principali costituenti metallici delle particelle sono stati rintracciati ferro, rame, manganese, stronzio e vanadio, evidenziando che i lavoratori della metro erano esposti a livelli più elevati di queste sostanze rispetto ai pendolari. Il ferro è risultato l’elemento più abbondante, rappresentando circa l’80% del totale. In particolare, l’esposizione media giornaliera a questo metallo è stata di 15,5 microgrammi per metro cubo per gli addetti e di 2 microgrammi per gli utenti. I lavoratori sono stati esposti a ferro, rame, manganese, stronzio-vanadio a livelli rispettivamente otto volte, quattro volte, tre volte, due volte superiori rispetto a quelli dei pendolari.

I dati

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Nuovi standard europei

In tutto ciò, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha recentemente dato un giro di vite, pubblicando i nuovi obiettivi per il PM 2,5 nell’atmosfera: cinque microgrammi per metro cubo in media nell’arco dell’anno e 15 microgrammi come limite massimo quotidiano. Per avvicinarsi a queste raccomandazioni, nel febbraio 2024 la Commissione europea ha abbassato la media annuale tollerata da 25 microgrammi per metro cubo a 10. “Gli standard di qualità dell’aria attualmente riguardano solo gli ambienti esterni”, hanno fatto notare alcuni esperti. “Sembra, tuttavia, ragionevole, alla luce delle rilevazioni, proporre di estendere monitoraggio e normative alle metropolitane, dato che il trasporto pubblico sotterraneo è utilizzato quotidianamente da un gran numero di utenti”. In attesa di un adeguamento legislativo, meglio adottare le strategie che consentirebbero di migliorare l’aria sotterranea: rallentare la velocità dei treni in presenza di curve strette e pendenze elevate; utilizzare sistemi di ventilazione intelligenti per controllare lo scambio tra le masse d’aria esterne e quelle sotterranee; usare purificatori d’aria; installare porte per banchine, utili, oltre che per la sicurezza dei passeggeri, anche per ridurre l’ingresso dell’aria contaminata dei tunnel nella piattaforma; effettuare manutenzione e pulizia di notte. Infine, una buona idea per utenti e operai della metro è quella di indossare mascherine chirurgiche, dispositivi in grado di diminuire in modo significativo l’esposizione alle particelle metalliche in sospensione, che numerosi studi scientifici hanno associato a malattie oncologiche, cardiovascolari, respiratorie.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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