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In Veneto sono gli agricoltori i pionieri dell’energia condivisa

Fermandosi ad osservare la campagna veneta, dagli immensi terreni di granturco della Pianura Padana su fino alle colline veronesi e trevigiane ricoperte di vigneti, parlando di transizione energetica, qui la parola che bisogna eliminare prima di tutto è “consumatore”. Ossia dell’imprenditore che riceve una bolletta in cambio di un bene che paga e tutto finisce lì. Sì, perché da queste parti, gli agricoltori sono stati tra i primi in Italia ad essere contemporaneamente consumatori e produttori di energia elettrica. Quello che nelle direttive europee si chiama “prosumer”. E per capire cosa abbia spinto gli imprenditori a fondare comunità energetiche nel 2018, anni in cui non erano in molti a parlare di autoconsumo, bisogna appunto venire in Veneto dove tutto è iniziato prima che altrove in Italia e che, peraltro, ha il record nazionale del numero di Cer avviate nel 2022. Ma perché proprio qui?

Il motivo lo spiega bene Andrea D’Aponte, responsabile del settore energie rinnovabili per Coldiretti: “All’inizio era tutto in fase sperimentale e abbiamo scelto il Veneto  perché qui c’era la ForGreen Spa, una società che non solo operava nelle rinnovabili, ma già dal 1999 aveva sviluppato modelli di consumo condiviso, soprattutto tra le comunità montane interessate all’energia idroelettrica. Così è nata la collaborazione con Coldiretti. E quando gli abbiamo chiesto di pensare ad un modello da applicare al mondo agricolo, hanno dato vita ad una sorta di “contenitore” che abbiamo chiamato appunto Energia Agricola Km 0,  dove chiunque poteva aderire liberamente sia come produttore di energia che come  consumatore, senza vincoli.  Si è così creata una rete produttori-consumatori: una comunità energetiche al 100% rinnovabili, che oggi conta 1.500 utenti. Ma in quegli anni non è stato semplice spiegare agli imprenditori agricoltori di passare dal concetto di consumatore di energia  a quello di prosumer. Tenendo conto che non erano previsti nemmeno incentivi”.

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Invece grazie alla collaborazione tra Coldiretti e ForGreen le adesioni ad “Energia Agricola a Km 0”  sono arrivate anno dopo anno: dagli agricoltori e gli allevatori di tutte e sette le province del Veneto. Dalle comunità montane del Bellunese ai consorzi agricoli della pianura di Rovigo e Padova, dai produttori di vino sui colli del Vicentino, di Treviso e Verona ai coltivatori della Rivera del Brenta nel Veneziano. Piano piano i tetti delle stalle e delle cantine, dei caseifici e degli agriturismi si sono coperti di impianti fotovoltaici. E la transizione energetica nelle campagne del Veneto non si è fermata più creando anche un vincolo tra persone, imprese e territorio. Al punto che sono riusciti a creare un proprio marchio, le “Fattorie del Sole”, che poi hanno condiviso con i colleghi al Sud. In Puglia soprattutto.

“Il progetto di energia rinnovabile condivisa, in Veneto, fin dall’inizio è stato un successo – ricorda D’Aponte – nato in un momento storico caratterizzato in questo settore da un’incertezza normativa, abbiamo cercato di definire il modello più ampio e flessibile per creare comunità energetiche. La storia di quello che è accaduto qui è davvero un esempio. Gli imprenditori agricoli, non solo hanno capito fin da subito il vantaggio economico che avrebbe portato questo modello di transizione energetica, ma che dietro l’adesione al progetto di sostenibilità c’era anche un nuovo modo di fare impresa. Si poteva ad esempio, costruire un green marketing da offrire soprattutto ai consumatori stranieri. Noi li abbiamo aiutati, dandogli la possibilità di poter raccontare e rendere pubblica la loro adesione al progetto di Energia Agricola Km 0 sui loro prodotti. Fino a farlo diventare un brand, come è anche oggi “Fattorie del Sole””. Le storie delle aziende – tutte di medie e piccole dimensioni – che in Veneto sono riuscite a vincere la sfida sul mercato puntando sulla tutela dell’ambiente sono molte. Le “Fattorie del Sole” oggi sono una community che non si scambia solo l’energia pulita proveniente dalla luce e dal vento, ma anche stili di vita e nuove sfide da affrontare. “Vogliamo coinvolgere sempre di più i consumatori e le realtà industriali più grandi. Per questo siamo in attesa dei provvedimenti attuativi del decreto legge firmato a febbraio 2023 e che prevede per lo sviluppo delle comunità energetiche agricole il superamento sia della cabina primaria che della soglia del megawatt. Sarebbe davvero un bel traguardo”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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