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In Umbria la transizione energetica partecipata dal basso

Dopo gli impianti eolici e fotovoltaici basati su un modello di condivisione e partecipazione senza fini di lucro, ènostra punta ancora sull’Umbria e sul territorio di Gubbio per una nuova turbina, finanziata con il sistema delle Comunità energetiche rinnovabili. La regione nell’ultimo anno ha assistito a un deciso incremento dell’eolico, con moltissime richieste di autorizzazione arrivate alle amministrazioni. L’ultima procedura per ottenere la Via (Valutazione di impatto ambientale) è stata resa pubblica a fine anno negli atti della Regione e prevede la costruzione di quattro aerogeneratori da 18 megawatt totali (4,5 l’uno) a Nocera Umbra, per cui sono previste anche le opere accessorie per il collegamento alla rete elettrica nazionale.

L’Umbria però ha già stabilito un primato dell’eolico, con l’inaugurazione, lo scorso luglio a Castiglione Aldobrando, del più grande impianto collettivo d’Italia: con una potenza di 999 kW, il “Castiglione” soddisferà infatti il fabbisogno energetico di quasi mille nuovi prosumer (cioè consumatori che sono anche produttori di energia).

La nuova turbina eolica è stata installata a 850 metri sul livello del mare su un terreno agricolo incolto ed è alta circa 69 metri e, con una produzione attesa di 2,3 GWh annui, si valuta che eviterà l’emissione di oltre mille tonnellate di CO2 all’anno. L’aerogeneratore di Castiglione si aggiunge a quello del Cerrone, sempre realizzato da ènostra, che dal 2021 con la sua turbina EWT da circa 900 kW produce 2GWh all’anno di energia elettrica, sufficiente a soddisfare la domanda di 900 famiglie. La cooperativa energetica che ha permesso la costruzione del Cerrone non aveva però niente a che vedere con una Cer, poiché l’impianto era realizzato sul modello di ènostra che da tempo costruisce impianti eolici e fotovoltaici per cui entrando nella cooperativa si diventa soci dell’impresa ma non prosumer.

L’energia del Cerrone è infatti fornita a utenti domestici, imprese e organizzazioni del terzo settore con una tariffa agevolata. Da tempo però ènostra, che ha partner in Portogallo, Olanda, Grecia, Spagna, Belgio, Regno Unito e Danimarca, ha indicato l’attivazione di quante più Comunità energetiche possibile come obiettivo primario.

La sua prima Cer sta appunto nascendo a Castiglione, dove l’impianto è stato realizzato grazie al capitale di socie e soci di ènostra che con l’allaccio della turbina hanno avuto accesso alla tariffa “prosumer” a prezzo fisso sganciata dalle fonti fossili. A Gubbio ènostra ha anche annunciato l’apertura del nuovo Fondo Produzione 2023, di 4 milioni di euro, per produrre altri 4.450.000 kWh/anno di energia collettiva e di proseguire nella promozione di questo modello partecipato di transizione alle rinnovabili e raggiungere gli obiettivi di “incoraggiare la partecipazione dal basso, rendere accessibile la transizione energetica, dare espressione concreta alla democrazia energetica, garantire la fornitura di energia elettrica esclusivamente rinnovabile a un prezzo giusto verso i soci”.

Anche l’avvio dell’impianto di Castiglione ha sottolineato però che per la diffusione capillare delle Cer vanno sciolti ancora dei nodi di carattere legislativo. “Da oltre un anno ènostra sta lavorando alla nascita di una comunità energetica rinnovabile alimentata dalla turbina presso il Castiglione, che metta a disposizione della cittadinanza eugubina l’energia dell’impianto. E la recente emanazione del decreto sulle Cer rappresenta finalmente un punto di svolta – dice Sara Capuzzo, presidente di ènostra, – Ora potranno concretizzarsi progetti di scala importante. Ci sono tuttavia alcuni nodi fondamentali da sciogliere. Primo fra tutti, il decreto introduce una regola che appare un’anomalia rispetto a quanto dichiarato precedentemente dal Mase: che gli impianti a servizio delle comunità energetiche rinnovabili vengano allacciati successivamente alla costituzione del soggetto giuridico. Questa restrizione, che verrà chiarita dal Gse nelle regole operative, sembrerebbe mettere a rischio tanti progetti come il nostro, che si erano portati avanti con la realizzazione degli impianti proprio in attesa dell’uscita del decreto. Siamo fiduciosi sul fatto che entro qualche giorno questa anomalia venga risolta e che potremo quindi proseguire la nostra interlocuzione con la popolazione di Gubbio e il Comune per portare avanti questa iniziativa ad alto impatto sociale”.

 

La regione in sintesi

  • Emissioni L’Umbria presenta un livello di assorbimenti forestali più alto della media nazionale, mentre le emissioni totali pro capite sono leggermente superiori alla media nazionale 
  • Energia Ha un mix energetico nella media nazionale per distribuzione delle fonti, con consumi di carbone quasi azzerati; superiori alla media i consumi finali di energia pro capite 
  • Rinnovabili Nonostante la quota di consumi energetici da rinnovabili (22%)  superiore rispetto alla media nazionale (18%) e le due CER avviate nel 2022 è basso il numero di nuovi MW installati 
  • Trasporti Bene la quota di auto elettriche nel 2022; emissioni pro-capite superiori alla media; alto tasso di motorizzazione; passeggeri del TPL di poco inferiori alla media nazionale 
  • Edifici Le emissioni settoriali e i consumi medi delle abitazioni sono di poco superiori alla media nazionale, mentre sia la quota di edifici in classe A che il tasso di elettrificazione sono bassi 
  • Industria Il tasso di elettrificazione del settore (pari al 45%) è superiore alla media, mentre in rapporto al valore aggiunto le emissioni e i consumi di energia sono superiori alla media 
  • Agricoltura Ha risultati migliori della media nazionale per emissioni pro capite, bovini allevati in rapporto alla popolazione e di impiego di fertilizzanti azotati; bassa quota di biologico 
  • Vulnerabilità Ha il più basso numero in Italia di eventi estremi in rapporto alla superficie; è anche bassa la quota di popolazione in aree a rischio alluvione e la quota di suolo consumato

Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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