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In Friuli Venezia Giulia l’antico mulino per le rinnovabili. E poi c’è il biogas

Quella dell’azienda agricola Principi di Porcia e Brugnera è una storia di sostenibilità ante litteram: otto secoli fa, quando l’attività è iniziata, il rispetto per il territorio era l’unica condizione possibile per operare in un’area relativamente piccola, dove le famiglie erano per lo più impegnate nei campi della tenuta e tutela ambientale e sociale erano (e continuano a esserlo) legate a doppio filo. Quest’attitudine s’è calcificata negli anni, rafforzata attraverso 55 generazioni che l’hanno reinterpretata, mettendo a terra un progetto complesso e autosufficiente che abbraccia una tenuta di oltre 840 ettari – 140 vitati- fra Azzano Decimo, Porcia e Pramaggiore, nella zona DOC Friuli Grave.

Agricoltura, vitivinicoltura, zootecnica e produzione di energia rinnovabile sono le tessere di un modello vocato alla sostenibilità e all’innovazione, in un territorio con ottime prospettive di sviluppo delle rinnovabili nel Nord-est italiano. In uno scenario in cui i temi della bioeconomia hanno ormai assunto grande rilievo, il Friuli Venezia Giulia, grazie ad una vocazione rurale e agricola, è tra le regioni in primo piano per lo sviluppo del biogas. L’azienda Principi di Porcia e Brugnera è stata precursore, con la realizzazione di due tra i primi impianti di biogas della zona (uno dei quali è in fase di riconversione a metano): risale al 2012 la costruzione ad Azzano Decimo di un primo impianto, in grado di raggiungere una potenza massima è di 1 MW, alimentato con le deiezioni dei bovini e con ciò che rimane dei cereali dopo aver alimentato gli animali. Due anni dopo è stato realizzato il secondo, un po’ più piccolo, a Palse di Porcia. “Produciamo energia elettrica nella stessa ottica e modalità con cui produciamo il cibo: l’approccio è di una sostenibilità in senso ampio che abbraccia tutti gli aspetti del vivere sociale e del benessere della comunità”, spiega Guecello di Porcia e Brugnera.

Non solo biogas ma anche energia solare e idroelettrica: nel 2010 ad Azzano Decimo, le strutture di copertura degli allevamenti, della cantina e dei ricoveri per attrezzi sono state sostituite con 2.500 metri quadri di pannelli fotovoltaici, ottenendo così il pareggio tra produzione e consumo di elettricità. I Porcia hanno da sempre sfruttato la forza idraulica del salto del Rio Bujon, ai piedi del castello di famiglia (dove si trova la cantina), con ruote idrauliche che trasferivano la forza meccanica all’albero del mulino e alla trebbia, poi sostituite da una turbina. La centrale è stata rinnovata dieci anni fa, un impianto che non dimentica l’ecosistema: “Per tutelare la popolazione ittica del Rio Bujon, ai piedi del castello, in collaborazione con l’Ente Tutela Pesca, è stata realizzata una scala di risalita, progettata appositamente per le anguille”. Il rispetto e la tutela ambientale a casa Porcia e Brugnera passano anche attraverso la tecnologia: l’azienda partecipa a un progetto di mappatura con droni che si inserisce in un percorso di “agricoltura 4.0” per i campi e i vigneti, per la realizzazione di mappe di prescrizione, uno strumento che consente di ottimizzare la concimazione.

“Ci occupiamo di viticultura, coltiviamo cereali, abbiamo più di 4mila piante di noci da frutto, coltivazioni asparagi, 7mila pioppi, altre colture arboree. C’è poi l’allevamento zootecnico, due allevamenti di pesci d’acqua dolce e appunto il business dell’energia, che è quello che incide maggiormente nel fatturato. La logica dell’azienda è quella della diversificazione delle varie attività e del rischio così da garantire ai nostri collaboratori  un lavoro 365 giorni all’anno. Anche questa è sostenibilità, considerata in senso più ampio, nella logica della continuità e non del profitto sul breve”.

Prima azienda agricola in Italia ad ottenere la certificazione ISO 50001 (è una Energy Saving Company) Principi di Porcia e Brugnera ha aderito al protocollo per l’etichettatura VIVA, per il proprio Pinot Grigio, promossa dal ministero per l’Ambiente, per tracciare la sostenibilità della filiera vite-vino. “L’agricoltura rappresenta un asset strategico, per la sua rilevanza economica e in termini di sicurezza alimentare. Considero che le richieste fatte centralmente alle aziende del comparto di adeguamento per una maggiore tutela ambientale siano corrette ma ritengo questi sforzi debbano poi venir ricompensati con una maggiore tutela: i prodotti importati dall’estero devono rispettare gli stessi standard e regole. Oppure devono essere introdotte delle limitazioni che tutelino l’impegno degli agricoltori e allevatori italiani e i consumatori”.

La regione in sintesi 

  • Emissioni La regione registra un livello di assorbimento in relazione alla superficie fra i più elevati in Italia, mentre le emissioni pro capite sono piuttosto superiori alla media nazionale 
  • Energia Il mix energetico presenta una quota di rinnovabili superiore alla media e un’alta percentuale di gas naturale; i consumi di energia finale pro capite sono fra i più alti d’Italia 
  • Rinnovabili La quota di energia da rinnovabili (21%) è superiore alla media nazionale (18%); 4 sono le CER attivate nel 2022; meno positivo invece il risultato sui nuovi MW installati nel 2022 
  • Trasporti La quota di auto elettriche è tra le più alte del Paese (pari al 4,15%); buono il livello di passeggeri del TPL; il tasso di motorizzazione è nella media, alte le emissioni pro capite del settore 
  • Edifici In linea con la media l’efficienza generale dei consumi delle case e gli edifici in classe A; le emissioni pro capite degli edifici sono elevate e il tasso di elettrificazione è inferiore alla media 
  • Industria Il tasso di elettrificazione di questo settore (40%) è in linea con la media nazionale, mentre le emissioni e i consumi di energia in rapporto al valore aggiunto sono piuttosto superiori 
  • Agricoltura Le emissioni agricole sono più basse della media, va peggio invece la performance per quanto riguarda la quota di superfici coltivate a biologico e l’utilizzo di fertilizzanti azotati 
  • Vulnerabilità Alto numero di eventi estremi ma la quota di popolazione in aree a rischio alluvione è inferiore alla media; perdite della rete idrica e consumo di suolo sono nella media

Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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