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In Puglia le rinnovabili fanno scudo ai pomodori

Può la Puglia, terra del sole e del vento, trasformarsi oltre ai progetti eolici offshore in un grande laboratorio per l’agrovoltaico? Una sfida che da tempo si stanno ponendo sempre più multiutility decise ad esplorare i vantaggi di un territorio che è sia a forte vocazione agricola, sia baciato costantemente dai raggi solari. Fra i tanti progetti che partiranno a breve, nelle campagne di Poggio Imperiale, in provincia di Foggia e a poca distanza dal Lago di Lesina sorgerà un grande impianto di agrovoltaico che si estenderà per un totale di 39 ettari con una potenza nominale di produzione di 20 megawatt. Si tratta di una realtà finanziata dai francesi di Neoen e guidata dall’azienda italiana del settore energetico Miaenergia che si sta occupando di tutto l’iter per la realizzazione dell’impianto.

La sfida del “Solare Poggio Imperiale-Neoen” è doppia: da una parte ottenere energia da destinare all’elettricità grazie a innovativi pannelli fotovoltaici, dall’altra ripristinare e implementare colture tradizionali a rotazione, con avvicendamenti di durata quadriennale. Prima i pomodori, poi i cereali come il grano duro e l’avena, poi il favino e infine oltre ai cereali anche il pisello proteico.

Primiano Calvo, che guida Miaenergia, racconta come “dagli ortaggi alle leguminose, a rotazione, si otterranno coltivazioni negli spazi fra una fila di pannelli e l’altra. Recentemente, grazie a una sburocratizzazione, le procedure per le installazioni si sono velocizzate e speriamo entro l’anno di dare il via all’impianto di Poggio Imperiale. Grazie all’agrovoltaico, illustrato tramite le linee guida del ministero e del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), si ottengono più vantaggi: da una parte non c’è più un consumo di suolo atto per esempio solo ad ospitare pale o pannelli, dall’altra la maggior parte dello spazio, almeno il 70%, viene garantito e destinato per l’attività agricola”. Non solo, perché il doppio asse agricoltura-energia porta vantaggi economici diretti anche a chi coltiva.

“In questo momento di crisi e proteste dal mondo dell’agricoltura – aggiunge Calvo – è importante ricordare anche come l’agrovoltaico sia una forma di integrazione al reddito per i contadini: per chi si dispone all’agrovoltaico c’è infatti un guadagno dal canone di diritto alla superficie, in modo tale che si possano mettere insieme i frutti economici dei diritti e dei raccolti”.

L’operazione rientra nei tre nuovi investimenti del produttore francese di energie rinnovabili in Italia e oltre alla Puglia progetti sono in programma anche in Lombardia e nelle Marche. Nel caso dell’impianto pugliese, già presentato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’obiettivo è integrare al meglio le tecnologie fotovoltaiche con i raccolti: per questo la copertura di pannelli, posta ad una determinata altezza, garantirà protezione alle colture per esempio dagli eventi meteo estremi come la grandine e il gelo, ma anche attraverso l’ombra da un eccessiva radiazione solare. In più, caratteristica dell’agrovoltaico, nella Puglia che soffre di una tradizionale carenza d’acqua, ci sarà una riduzione dello stress idrico attraverso una riduzione della evapo-traspirazione delle colture.

Colture che si avvicenderanno nel tempo, da quelle erbacee presenti sino alle seminative, un sistema in grado di garantire anche la cura del suolo con lo scopo di conservare le sostanze organiche e preservare quelle strisce di vegetazione spontanea che crescono sotto le aree dei pannelli, che sono dei veri e propri corridoi ecologici. “A mio avviso l’agrovoltaico è il futuro, è la soluzione migliore in una regione come la Puglia con forte vocazione agricola, dove i campi abbandonati praticamente non esistono. Ora molti progetti in valutazione si sono sbloccati dopo che erano rimasti fermi per pareri ostativi delle Soprintendenze. Noi, come general contractor, abbiamo il compito per imprese e multiutility di individuare le aree idonee al fotovoltaico per cui servono delle  caratteristiche specifiche”.

I terreni adatti all’agrovoltaico ad esempio “non devono avere vincoli di natura urbanistica e ambientale, devono disporre di una linea di alta tensione vicina e una morfologia che consenta l’installazione dei tracker che sono questa nuova tipologia innovativa di sostegni per pannelli bifacciali capaci di produrre da entrambi i lati e che si orientano durante la giornata in base alla gradazione rispetto al sole, muovendosi sull’asse”.

 In sostanza tra una fila e l’altra ci sono dodici pannelli e l’attività agricola si svolge in mezzo, unendo “più vantaggi da un’unica sfida che speriamo in Puglia possa crescere, dal miglioramento delle rese del prodotto finale all’energia ottenuta. Il tutto sempre nel rispetto del territorio pugliese e della sua importante biodiversità“.

La regione in sintesi

  • Emissioni La Puglia registra emissioni pro capite più alte della media nazionale, soprattutto per via delle industrie; anche gli assorbimenti forestali non sono alti 
  • Energia I consumi di energia pro capite sono fra i più bassi del Paese e il mix energetico si discosta particolarmente dalla media nazionale, soprattutto per gli alti consumi di carbone 
  • Rinnovabili È la seconda regione italiana per MW installati nel 2022 con 17,8 MW pro capite; tuttavia la quota di rinnovabili è ancora leggermente inferiore alla media nazionale 
  • Trasporti Ha basse emissioni settoriali pro capite e un basso tass di motorizzazione; la quota di auto elettriche nel 2022 è stata inferiore alla media, così come i passeggeri del TPL 
  • Edifici Sotto la media sia per efficienza generale dei consumi delle abitazioni che di emissioni settoriali pro capite e di tasso di elettrificazione (pari al 30%); bassa quota di edifici in classe A Industria In rapporto al valore aggiunto le emissioni i consumi di energia restano elevati; il tasso di elettrificazione del settore (41%) è invece vicino alla media nazionale 
  • Agricoltura Le prestazioni sono molto positive, con basse emissioni pro capite, alta quota di biologico (25%), e un utilizzo molto limitato di fertilizzanti azotati, fra i più bassi in Italia 
  • Vulnerabilità La regione ha un numero di eventi estremi e una quota di perdite della rete idrica in linea con la media nazionale e un’alta quota di suolo consumato

Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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