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In Italia è boom di richieste per l’installazione di impianti di energia fotovoltaica

In Italia c’è stato un vero e proprio boom dell’energia fotovoltaica, una richiesta talmente alta che ha posto il nostro Paese sul podio europeo dopo Germania e Spagna. Un dato forse prevedibile per quello che viene identificato come il Paese del sole, ma forse non del tutto scontato sulla via della necessaria decarbonizzazione per un ambiente più pulito e una società ad energia più sostenibile.

“In Italia il potenziale è enorme – dice Rafael Bañón, Sales Manager di Soltec, azienda leader per progetti fotovoltaici – e i progetti su larga scala sono sempre più frequenti. Con la mia azienda siamo presenti sul mercato italiano da tredici anni e quindi conosciamo bene la vostra realtà, abbiamo realizzato tanti progetti importanti e altri stiamo per realizzarne. Molto ancora si può fare. Non c’è dubbio che l’Italia goda di una posizione geografica favorevole e la nostra visione per il futuro del mercato fotovoltaico italiano è quella di una crescita continua e sostenibile, non solo per noi, ma anche per l’industria del Paese. Noi faremo la nostra parte, la nostra azienda sintetizza infatti forza internazionale combinata all’esperienza locale”.

Il prodotto più richiesto di Soltec è il tracker solare, uno strumento che basa il suo funzionamento su un movimento simile a quello di un girasole, cercando la posizione ottimale rispetto per massimizzare la captazione di radiazioni durante il giorno, riuscendo ad aumentare la produzione di energia tra il 15 e il 25% rispetto alle installazioni fisse. In particolare il tracker SF7 a due pannelli in verticale (2P) si adatta in modo efficiente ed elegante alle esigenze degli agricoltori, lasciando più spazio libero per le coltivazioni sotto e ai lati del tracker. In questo modo, la generazione di elettricità si integra perfettamente senza interferire con le attività agricole. Ciò si traduce in entrate aggiuntive e maggiore sostenibilità. Il tracker solare di Soltec, inoltre, è stato sviluppato con funzionalità specifiche per l’attività agricola, come quella degli algoritmi di tracciamento che conciliano la produzione dei campi con quella energetica e consentono agli agricoltori di sfruttare l’energia solare o l’ombra per massimizzare la produzione in determinati momenti dell’anno.

Qualche numero: nei primi nove mesi del 2023, l’Italia ha registrato un notevole aumento della sua capacità fotovoltaica, con un incremento, da gennaio a settembre, di 3,5 GW di potenza installata. Il 12% nel settore fotovoltaico su larga scala lo ha installato Soltec, forte di 36 milioni di euro di progetti per la divisione industriale, con i quali si sono superati i 400 MW di potenza. Soltec ha sottoscritto progetti su larga scala con aziende importanti come Aquila Capital e con ACEA. Con la prima, ha stipulato un accordo per il trasferimento di oltre 1.193 MW di progetti in fase iniziale di sviluppo. Con ACEA, vincitrice dell’asta energetica del 2022, è stato firmato un contratto per lo sviluppo congiunto di 340 MW.

A ulteriore dimostrazione della fiducia del mercato italiano in Soltec, è stato appena firmato un accordo con Renantis per fornire 50 MW di diversi modelli di tracker in Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Puglia. Tre dei progetti avranno tracker solari SF7, un quarto progetto avrà invece il tracker SFOne, il tracker con un pannello in verticale (1P) a doppia fila con una struttura più bassa che aiuta a ridurre l’impatto visivo delle centrali.

Il tutto perchè, come spiega ancora Bañón “crediamo che ogni contributo sia significativo quando si tratta di transizione energetica, investendo su soluzioni personalizzate per tutti coloro che contribuiscono a un’Italia senza carbone”.

Non è però tutto rose e fiori: “Sebbene i settori residenziale, commerciale e industriale contribuiscano a quasi la metà della nuova capacità installata – conclude Bañón – tale aumento continua ad essere limitato nel segmento utility-scale, ancora oggi ostacolato dall’eccessiva burocrazia nella fase di autorizzazione dei progetti. Un altro ostacolo è l’impegno del governo italiano, a volte incerto. Per fare un esempio, il decreto sulle “aree idonee” dello scorso luglio aggiunge incertezza sul raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2030: se confermato, avrà un impatto molto negativo sulla decarbonizzazione del Paese”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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