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I prezzi delle banane rischiano di aumentare per i costi del trasporto e la siccità

Prodotte in più di 135 Paesi, le banane con i 19,1 milioni di tonnellate raccolte ogni anno è il frutto più popolare e il quinto prodotto agricolo più venduto al mondo. Nutrienti e facili da trasportare rappresentano una sicurezza alimentare per 400 milioni di persone. Famiglie che abitano nei paesi a basso e medio reddito per le quali è spesso anche una fonte di reddito essenziale. Nonostante sia così importante il settore delle banane per i Paesi in via di sviluppo spesso non sono loro a tenere le redini della filiera della produzione tantomeno dell’esportazione: basta pensare che il mercato delle banane vale oggi 10 miliardi di dollari all’anno. Quindi pur essendo un alimento base dell’alimentazione per milioni di persone è coinvolto in uno squilibrio di potere commerciale. Ed oggi deve affrontare tutte le altre sfide globali ambientali, economiche e sociali legate al cambiamento climatico. Alla siccità soprattutto. Se prima potevano i produttori godere di una stagione delle piogge che durava 5 o 6 mesi, negli ultimi anni è diminuita della metà e la prima conseguenza è la diffusione di parassiti. In particolare un fungo il Fusarium wilt Tropical Race 4 (TR4).  Per combatterlo si stanno facendo studi ed esperimenti in tutto il mondo.

Diritti e agricoltura sostenibile

Di questo si è parlato durante la quarta conferenza globale del World Banana Forum (WBF), una rete multi-stakeholder coordinata dalla Divisione mercati e commercio. Dalla sua istituzione nel 2009 e attraverso i suoi vari gruppi di lavoro, il Forum ha affrontato molte questioni che riguardano la produzione delle banane, comprese i temi che riguardano i salari dignitosi, i diritti dei lavoratori, l’uguaglianza di genere, la tutela basata sulla violenza, sulle molestie e sulla libertà di associazione e contrattazione collettiva. 

Una filiera etica è possibile

Ma è possibile ripensare ad una filiera etica sul mercato delle banane? Oggi a Roma si fa anche il punto sui sistemi di produzione sostenibile di questo frutto minacciato dal clima, dai parassiti e da una distribuzione economico attualmente squilibrata. E si discuterà della certificazione di sostenibilità che dobrebbe diventare obbligatoria. Secondo uno studio pubblicato nel 2022 e condotto dal Department of Biosciences and Global Systems Institute dell’università di Exter pubblicato sulla rivista scientifica Plants People Planet dal titolo “The long road to a sustainable banane trade” dove si spiega che:  “Il commercio di esportazione di banane che rifornisce il Nord America, l’Europa e altre nazioni ricche ha una storia piena di sfruttamento e conflitti. Il prezzo delle banane a buon mercato è stato causa di degrado ambientale, violenza e povertà. Solo di recente sono stati compiuti sforzi per affrontare gli squilibri di potere in questo commercio”. Ma i prezzi delle banane potrebbero ora salire a causa dell’aumento dei costi di trasporto.

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I prezzi che salgono 

Duramente colpiti dai cambiamenti climatici – da siccità e uragani – i produttori dell’America Latina e dell’Asia, che rappresentano oltre il 95 per cento del commercio globale di banane. Secondo i dati forniti dalla Fao è l’India la nazione che detiene il primato mondiale della produzione seguita dal Brasile ed Ecuador che è anche il primo paese esportatore di banane con circa il 30 per cento del totale seguito da Filippine, Costa Rica e Colombia. Però dopo il picco registrato nel 2019 a causa della pandemia da Covid 19 le esportazioni hanno subito un grave calo, mentre nel 2022 i produttori di banane hanno affrontato l’aumento dei costi del carburante facendo salire i prezzi su tutti i mercati mondiali. Il prezzo di importazione nel mercato dell’Ue non era mai stato così alto come nel 2022. Era già accaduto nel 2015, a causa dell’aumento dei costi di trasporto e di stoccaggio e della minore produzione nelle regioni di coltivazione dell’America Latina, soprattutto in Ecuador. Ricorda ancora la Fao: “L’aumento dei prezzi del carburante e le tensioni geopolitiche hanno creato costi di trasporto più elevati, con spese di assicurazione del trasporto marittimo in aumento a causa delle tensioni nel Mar Nero e nel Mar Rosso e della grave siccità che ha colpito il Canale di Panama”. E i prezzi potrebbero salire ancora.

Le forti pressioni per i prezzi  

Pascal Liu, economista senior della Fao e team leader sulle catene di approvvigionamento responsabili nella Divisione mercati e commercio la Fao, nell’intervista di presentazione all’evento di Roma ha spiegato: “Alti livelli di investimento hanno portato ad un surplus nella produzione globale. Questo, unito alla concentrazione nel settore della vendita al dettaglio, sempre più dominato dalle grandi catene di supermercati che esercitano forti pressioni per ridurre i prezzi, ha contribuito ad uno squilibrio di potere tra i grandi acquirenti di banane da un lato e i produttori dall’altro”. Così anche Victor Prada, segretario della WBF: “Dobbiamo andare verso nuovi modelli di business socialmente e ambientalmente rispettosi o sensibili, ad esempio creando casi di studio sulle pratiche di acquisto responsabile. Mentre il costo e il processo di certificazione rimangono una sfida per molti produttori più piccoli, i Paesi europei e altri Paesi hanno chiesto maggiori normative per il settore e ritengono che le aziende dovrebbero puntare a standard più elevati, obbligatori o volontari. Stiamo andando nella direzione dell’obbligatorietà”.

 

In Italia: quanto sono sostenibii le nostre banane? 

In Italia si importano 600 mila tonnellate di banane, con un consumo pro capite di 10,5 kg, circa 60 frutti per persona al’anno. C’è anche da noi un problema di filiera etica e di prezzi. Come scrive Altromercato: “Com’è possibile che a volte una banana possa costare meno di una mela che è prodotta in Italia mentre la banana arriva dall’altra parte del mondo, fa un viaggio su nave di 3-4 settimane, arriva via camion nei centri di maturazione specializzati, viene maturata e confezionata e poi spedita nei supermercati o negozi?”


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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