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I glitter nei fiumi e nei laghi fanno male anche alle piante acquatiche

Si trovano in alcuni cosmetici, sulla superficie di borse e vestiti, oltre ad essere venduti sfusi, all’interno di piccoli barattoli, per usi artistici e decorativi. Parliamo dei glitter, quei piccoli pezzettini luccicanti dalle forme più svariate che, ad eccezione di quelli prodotti con materiali biodegradabili o inorganici, in definitiva altro non sono che microplastiche tipicamente ricoperte da un sottile strato di alluminio. E, al di là del fatto di persistere molto a lungo nell’ambiente e di costituire un possibile pericolo per gli animali che li ingeriscono involontariamente, secondo i risultati di uno studio pubblicato su New Zealand Journal of Botany i glitter sembrerebbero anche interferire con lo sviluppo delle piante acquatiche, proprio a causa della loro caratteristica di riflettere la luce.

Il gruppo di ricercatori dell’Università Federale di São Carlos (Brasile) che ha condotto lo studio si è focalizzato sulla Egeria densa, una pianta originaria del Brasile, dell’Argentina e dell’Uruguay che vive tipicamente in fiumi e laghi in regioni caratterizzate da un clima temperato o tropicale. Come molte altre piante acquatiche, la Egeria densa è fonte di cibo e di riparo per diverse specie acquatiche, oltre a produrre ossigeno e a consumare la CO2 disciolta in acqua.

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I ricercatori hanno analizzato gli effetti che i glitter possono avere sulla capacità di questa pianta di effettuare la fotosintesi attraverso esperimenti condotti in laboratorio. Nello specifico, gli autori dello studio hanno fatto crescere un totale di 400 frammenti di E. densa in quattro beute riempite con acqua prelevata dal bacino di Monjolinho, che si trova a São Carlos. In due delle quattro beute sono stati aggiunti 0,04 grammi per litro di comuni glitter reperibili in commercio e aventi una superficie media pari a 0,14 millimetri quadrati. Le altre due beute sono invece state utilizzate come controllo negativo, e l’esperimento è stato condotto sia in presenza che in assenza di luce.

Dalle analisi è emerso che la presenza di glitter ha causato una riduzione del 34,6% nel tasso netto di fotosintesi di E. densa, calcolato confrontando la quantità di ossigeno prodotto dalle piante in presenza di luce con quella dell’ossigeno utilizzato dalle piante mantenute al buio. “Questi risultati supportano l’ipotesi da cui siamo partiti, ovvero che i glitter interferiscano con la fotosintesi, forse a causa della riflessione della luce da parte della superficie metallica delle particelle di microplastica“, spiega Luana Lume Yoshida, prima autrice dell’articolo.

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Se la concentrazione di glitter usata nello studio corrisponda a quella che finisce effettivamente negli ecosistemi acquatici è difficile a dirsi. Ad ogni modo, scrivono i ricercatori, è importante che la società prenda coscienza del loro possibile impatto. Tra l’altro, proprio perché costituiscono una fonte di inquinamento in quanto microplastiche, a ottobre dello scorso anno la Commissione Europea ha dato una stretta alla possibilità di produrre e commercializzare i glitter non biodegradabili o non incorporati in modo permanente all’interno di vernici, inchiostri o matrici solide.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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