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“Gli occhiali VR per indossare una scarpa: così tagliamo costi, emissioni e sprechi”

Produrre un capo sostenibile in media, risulta essere due volte più costoso rispetto a uno “tradizionale” e questo ovviamente si riflette sul prezzo di vendita. Il problema oggi è che, al di là dei proclami, gli acquisti ancora troppo raramente si traducono in scelte etiche. E non c’è da meravigliarsi dato che l’anno scorso la spesa pro capite dei consumatori europei è scesa per la prima volta dal 2008 sotto i 700 euro.

La moda deve correre ai ripari: chiamata alla sfida della sostenibilità (anche alla luce di una legislazione europea che incombe) è costretta a mettere in campo ogni strategia possibile per limitare il più possibile il proprio impatto ambientale, senza che questo incida però in maniera così significativa sul prezzo di vendita. La tecnologia in questo senso può giocare un ruolo fondamentale, in termini di efficienza operativa. Lo sa bene Nice Footwear, impresa padovana che opera nel campo delle calzature sportive, lusso e tempo libero che, ricorrendo alla realtà aumentata e la realtà virtuale, è riuscita a digitalizzare l’intera fase di prototipia, limitando gli sprechi e efficientando l’intero processo produttivo.

Che si tratti di creare un prototipo o condurre una prova finale del prodotto finito, i progressi del digitale hanno reso tutto più comodo, veloce ed economico. Grazie alla tecnologia ad esempio, la progettazione a quattro mani è possibile pur da sedi fisicamente distanti, senza necessariamente salire su un aereo; è possibile accedere a cataloghi virtuali di tessuti, modelli e capi fin dal primo momento del processo di produzione, rendendo il tutto molto più sostenibile; può aiutare i designer a ridurre gli errori durante la fase di sviluppo del prodotto così da renderlo più aderente alle richieste del mercato, con minori sprechi.

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18 Marzo 2024

“Normalmente ogni prototipo veniva realizzato in due, tre anche quattro versioni”, – spiega Francesco Torresan, responsabile prodotto per l’azienda – “un processo che implicava non solo spreco di merci, ma anche movimentazione di materiali e persone. Ora tutto avviene su supporto digitale, con l’utilizzo di sistemi 3D e piattaforme evolute. Abbiamo reso queste tecnologie parte integrante del nostro lavoro: in media noi producevamo 700 prototipi all’anno, ora siamo arrivati a produrne poco più di 200”.

Secondo un recente studio di Quantis, la creazione di prototipi fisici e la spedizione dei materiali connessi, incide sul bilancio di impatto ambientale dell’industria della moda con la produzione di circa l’8% dei gas serra mondiali.  La fase di prototipazione comporta infatti la realizzazione di modelli, l’utilizzo di materiali e risorse energetiche, lo spostamento di merci per la realizzazione di prodotti che non andranno mai sul mercato ma che rappresentano uno step necessario del processo di produzione.

“La fase di produzione all’estero, la spedizione, la revisione dei campioni e i costi legati al trasporto sono stati ridotti al minimo, eliminando le spese superflue e permettendo al cliente di avere una visione chiara di ciò che otterrà”, continua Torresan, “È come se fossimo diventati dei calzolai evoluti: abbiamo sviluppato un software brevettato che permette di comporre digitalmente la scarpa, permettendo ai clienti di plasmare con noi il modello desiderato, scegliendo i materiali da una libreria digitale, ricorrendo a un rendering dinamico per visualizzare tutte le forme e gli aspetti della scarpa prima di mandarla in produzione. Con l’uso degli occhiali VR, i clienti è come se potessero toccare i modelli virtuali”.

In aggiunta, la connessione al cloud del software rende possibile accedere simultaneamente a tutti i progetti, sia dalla sede di Padova che da quelle in Europa e in Asia. Il progetto ha preso avvio nel 2016, per la realizzazione della tecnologia proprietaria Nice Footwear ha investito circa 2 milioni di euro negli ultimi due anni, dedicato oltre 13.500 ore di attività di innovazione digitale del processo produttivo e oltre 2 mila ore di formazione ai dipendenti, con l’obiettivo di potenziare le competenze in ambito digitale e nella progettazione 3D unita alla Realtà Aumentata.

L’azienda si era già distinta in passato per essere stata precursore nell’uso del 3D con un software nativo e di recente ha portato lo showroom nel Metaverso offrendo, nella piattaforma Roblox, un’esperienza coinvolgente ed emozionante quanto quella di uno spazio reale.

“Siamo una piccola azienda ma pensiamo a quale potrebbe essere l’impatto se tutti adottassero queste soluzioni riducendo così lo spreco legato alla prototipazione? Il nostro obiettivo è continuare su questa strada, investire nel miglioramento delle tecnologie e il prossimo traguardo sarà la digitalizzazione dell’intero campionario”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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