in

L’acqua e le infrastrutture idriche sono vittime della guerra

Nel commentare l’ultimo rapporto ONU sull’acqua, intitolato appunto Water For Prosperity And Peace, quello che salta all’occhio è che di certo il rapporto racchiude in sé più di 50 anni di lavoro sulle politiche idriche internazionali e sull’idro diplomazia. Il rapporto ONU afferma, dunque, e ribadisce, mettendo finalmente un punto fermo, quello che studi più che cinquantennali hanno dimostrato nel corso degli anni, e cioè che l’acqua non è “un frequente catalizzatore di conflitti”. Anzi, è proprio il contrario: quando ci sono guerre, l’acqua ne diventa vittima, insieme ai civili. 

“Gli attacchi nei confronti di infrastrutture idrauliche civili, tra cui impianti di trattamento, sistemi di distribuzione e dighe, costituiscono una violazione del diritto internazionale e devono essere oggetto in tutti i casi di una severa condanna da parte della comunità internazionale.” Questo rapporto ONU pone fine, dunque, alla narrativa delle “water wars” che ha percorso anni e anni di informazione giornalistica e dibattito in politica estera. L’Italia ha da poco riacquisito dall’estero un vero esperto sul tema, il professor Filippo Menga, dell’Università di Bergamo, che nella sua carriera ha studiato il ruolo che le grandi infrastrutture idriche come le dighe hanno avuto nel dispiegamento del potere politico in contesti di dispute idriche come quelli del Bacino del Nilo e in Asia Centrale. Secondo lui “sembra oramai riemergere un bipolarismo che ci riporta ai tempi della Guerra Fredda, con la differenza che l’acqua, oggi, ha un valore molto diverso, e senz’altro maggiore, rispetto al secolo scorso. Per decenni avevamo dimenticato la forza e la violenza della guerra vera e abbiamo prestato più attenzione all’ambiente. Ora però la guerra vera sta tornando: cosa vuol dire per l’acqua?”.

La giornata mondiale

Acqua: una risorsa per la pace

22 Marzo 2024

Sicuramente l’acqua oggi è diventata un grande tema geopolitico ed è assolutamente inerente a quello del cambiamento climatico e relativo dibattito, mentre il secolo scorso la tematica praticamente non esisteva. Pensando agli scenari odierni, se pensiamo alle infrastrutture idriche bombardate e distrutte, nei contesti di guerra, sia le immagini della diga di Kherson in Ucraina, sia quelli della rete idrica di Gaza, danneggiata dagli attacchi israeliani, fanno male. Oltre alla perdita di vite umane, la guerra è, dunque, anche perdita di acqua. Il Geneva Water Hub sta portando avanti una battaglia per far rispettare il divieto di danneggiare infrastrutture idriche e corpi idrici in tempi di guerra, come stabilito dalla convezione di Ginevra. Anche qui, si tenta di lavorare per la pace, pensando però a scenari di guerra.

L’acqua, dunque, tornata ad essere target di azioni belliche in contesti di guerra, anche dove non c’è guerra è comunque al centro di strategie geopolitiche forti, divisive, di “pressione”politica e ideologica. Concludendo, nonostante una vera guerra “per l’acqua” non ci sia in effetti mai stata in passato, il mantra delle “guerre per l’acqua” hanno attraversato anni e anni di campagne politche mediatiche e giornalistiche. La paura del “giorno zero”, di quando apriremo i rubinetti e non uscirà più nulla, è forse insita nella nostra paura primaria: perdere un bene essenziale come l’acqua, l’aria, la luce. È tra i nostri incubi più grandi, a livello di umanità. E quindi la narrativa funziona, porta attenzione e porta paura, oltre che consensi. Contro questa narrativa si batte da sempre chi opera per la giustizia idrica e la pace, che sono, a veder bene, due elementi che implicano ancora la messa in atto di molte lotte per essere realizzati. Lotte per la realizzazione del diritto umano all’acqua. Lotte per una diplomazia idrica che rispetti i criteri di equità, giustizia e condivisione delle informazioni, come sancito dai principi ONU. Lotte pacifiche ancora molto molto lunghe da vincere. 

Francesca Greco è Marie Curie Researcher presso Università di Bergamo e Visiting Researcher presso King’s College London


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


Tagcloud:

Il Nobel per l’acqua Andrea Rinaldo: “Il mondo muore di sete, ma a fine secolo Venezia sarà sommersa dal mare”

“Gli occhiali VR per indossare una scarpa: così tagliamo costi, emissioni e sprechi”