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Giardinaggio low cost: 10 trucchi per risparmiare

Corsa al risparmio anche nel giardinaggio? Alla cassa di una nota catena di supermercati, chi scrive fa notare all’operatrice che le fucsie in esposizione hanno urgente bisogno d’acqua. La signora risponde molto dispiaciuta: “Non siamo autorizzati a innaffiare le piante perché perdiamo tempo. Dobbiamo sperare che le persone se le comprino presto, altrimenti le mettiamo in offerta; se poi nessuno se le prende, pazienza!”. Nella grande distribuzione, si sa, vince la legge dei grandi numeri, ma questa forma di “pazienza” non è più auspicabile. Le fucsie assetate sono finite nel carrello e stanno bene, ma chiariamo subito che non è questa l’idea di giardinaggio low cost di cui parliamo oggi. Nonostante l’offerta a prezzi competitivi, spesso nei supermarket le piante non trovano un ambiente idoneo e perdono presto il loro appeal, di conseguenza restano invendute e finiscono in discarica. Proviamo invece a concentrarci su alcuni esempi di risparmio che fanno anche rima con ecologia, cercando di capire come fare acquisti consapevoli per evitare di sprecare soldi, in vista della Giornata Mondiale dell’Ambiente, il 5 giugno.  

Fiori: quattro metri di aiuola per un euro  

Sfatiamo subito un mito. Il giardinaggio non è hobby da ricchi, o quantomeno, non solo, perché potremo ottenere aiuole e balconi straordinari spendendo poco o nulla. I giardini più belli sono quelli che hanno un’anima, che i progettisti chiamano “genius loci”. Esistono giardini pieni di poesia ottenuti seme dopo seme da proprietari appassionati, attraverso scambi di vasetti e di consigli. Basta sbirciare oltre i recinti delle nostre città per capire che non è sempre necessario pagare un biglietto per vedere un bel giardino. La semina è una pratica caduta in disuso, ma partire proprio dai semi delle varietà più facili può regalare grandi soddisfazioni a fronte di una spesa minima. Molte varietà potremo seminarle direttamente nei vasi o nelle aiuole, senza passaggi intermedi. Una bustina in vendita a meno di un euro può dare fino a quattro metri quadrati di fiori (è il caso di girasoli nani, Datura meteloides, zinnie). Per le bocche di leone, le portulaca o le petunie nane, addirittura, una sola confezione da pochi grammi può contenere fino a 400 semi. Con pochi grani di convolvoli rampicanti o di cobea, invece, potremo riempire in fretta una parete intera. Inoltre, i semi li possiamo ottenere in proprio senza acquistarli e li possiamo scambiare in quantità stringendo nuove amicizie.

Le piante gratis che non si comprano

C’è una lunga lista di piante facili e belle che in generale non si comprano, tanto sono diffuse. Di solito passano di mano in mano, sotto forma di piccoli “figli” o di rametti messi a radicare (talee). Ogni balcone finisce sempre per averne un surplus, perciò non esitiamo a chiedere gentilmente un pezzetto di ramo, incoraggiando gli scambi reciproci con i vicini o anche attraverso i canali Social (su Facebook già diversi gruppi organizzano scambi di piante e semi). Queste varietà della tradizione si sono adattate da lungo tempo alle condizioni delle nostre città e richiedono pochissime cure. Tra esse, i potos, le miserie, il beniamino, l’oleandro e le mente (basta metterne un rametto in acqua, cambiandola regolarmente, per farlo radicare), la ricchezza o Tradescantia pallida, il clorofito, l’echinopsis, il carpobrotus, il Sedum palmeri, l’agave, il rosmarino, la crassula, la yucca, i gerani, la sansevieria e l’aspidistra (in questi casi, mettiamone un rametto o una piantina direttamente nella terra). Due specie molto ornamentali che si possono ottenere velocemente e gratis nei mesi caldi sono il nespolo del Giappone e l’avocado: interriamo i loro noccioli nella terra umida.

Allunghiamo la vita alle nostre piante

Le piante non sono beni voluttuari, come molti ritengono ancora. È ormai chiaro quanto i vegetali siano fondamentali per la nostra sopravvivenza e per il nostro benessere. Sappiamo che la pioggia non cade dal cielo, ma sale dalla terra, perché per far piovere bisogna piantare dei boschi. È ormai noto che le radici drenano il terreno e fanno assorbire l’acqua scongiurando le alluvioni e che le chiome mitigano il clima e assorbono l’inquinamento e la CO2… per citare solo alcuni tra i servizi che ci rendono i vegetali. Ecco che prenderci cura delle piante è una questione vitale. Vale la pena di ricordarlo, vista la caccia alle streghe che si è scatenata l’estate scorsa durante l’emergenza siccità, quando purtroppo molte piante adulte sono morte perché si è ritenuto che non fosse giusto “sprecare” acqua. Ovviamente, diciamo no agli sprechi, ma assicurare ad alberi, arbusti e piante perenni il minimo di annaffiature necessarie per la sopravvivenza non è affatto uno spreco, anzi, vale il contrario, perché il vero spreco di lavoro, di carbonio e di denaro consiste nel farli morire per poi rimpiazzarli. È molto meno ecologico. Assicurare alle nostre piante un ciclo di vita quanto più lungo possibile è la prima forma di sostenibilità, economica e ambientale.

Piantiamo in modo intelligente

Un principio fondamentale per ridurre le malattie e la moria di piante, e quindi per risparmiare, prevede di scegliere solo le varietà adatte alla nostra zona, cioè vale la regola della “pianta giusta al posto giusto”. Altra raccomandazione: la voglia di tornare a casa dal vivaio e vedere delle fioriere subito piene, o “di pronto effetto”, ci spinge spesso ad avere balconi e giardini sovraffollati, con vasi troppo densi dove prima o poi una delle piante finirà per appassire. La maggior parte di noi, di fatto, compra il doppio rispetto a quanto basta per abbellire il terrazzo. Andiamoci cauti, tenendo conto che la maggior parte delle stagionali duplicano le dimensioni nel giro di due settimane e che le specie perenni riempiono il vaso nel giro di una stagione. Per alberi e cespugli, iniziamo con piante giovani di piccole dimensioni, perché costano fino a un decimo in meno rispetto agli esemplari già grandi e crescono quattro volte più velocemente. Infine, ricordiamoci sempre di considerare le dimensioni definitive delle piante da adulte, per non dover eliminare la metà degli alberi e dei cespugli dopo qualche anno.

Scegliamo i fiori più veloci

Se puntiamo su varietà perenni che crescono velocemente e occupano in fretta tutto lo spazio a disposizione, con una sola piantina potremo riempire un intero giardino. Alcune di esse “corrono” grazie alle loro radici, come la menta, l’iris giapponese (Iris japonica), la pianta camaleonte (Houttuynia cordata ‘Chamaleon’), le orecchie di agnello, Stachys bizantina, l’Ajuga reptans ‘Black Scallop’, la falsa ortica, Lamiastrum galeobdolon ‘Florentinum’. Altre specie, chiamate “piante vagabonde”, si spostano attraverso i semi; tra esse, la valeriana rossa (Centranthus ruber), la bella di notte, l’oenothera e la margheritina dei muri (Erigeron karvinskianus), che al sole fioriscono per otto mesi l’anno. In vasetto da 9 centimetri di diametro, una di queste perenni costa circa 3,50 euro, ma non siamo obbligati ad acquistarle perché possiamo riprodurle facilmente prelevando un piccolo “figlio” o raccogliendone dei semi nel giardino di amici o durante una passeggiata.

Compriamo piante locali

Premiare i prezzi di vendita più bassi non è sempre la migliore formula per risparmiare. Spesso nei garden center si trovano vasetti fioriti che arrivano dall’estero a prezzi competitivi. Queste piante sono coltivate in serra e “dopate” con una costante somministrazione di concimi, ma una volta esposte all’aria su un balcone possono subire uno choc e ammalarsi, come sarà capitato di vedere a tutti noi almeno una volta. Quando una pianta ci sembra fin troppo appariscente, dunque, facciamoci delle domande. Per risparmiare davvero dobbiamo scegliere i fiori di stagione senza cercare di anticipare troppo le fioriture, preferendo le piante coltivate all’aria nei vivai della nostra zona. Al contrario, alimentare la richiesta di vasi low cost provenienti dall’estero aumenta l’impatto ambientale dei trasporti e incrementa il rischio di introdurre malattie (nonostante i controlli), con costi che nel giro di poco torneranno a pesare sul nostro portafogli… Conosciamo tutti lo scempio causato dalla xylella, arrivata su piantine ornamentali, e sappiamo quanto costa oggi il vero olio italiano. Per usufruire di buone offerte, iscriviamoci alle newsletter dei vivai italiani che si sono specializzati nel coltivare una sola tipologia di piante, per esempio di rose, di ortensie, o piante da frutto, piuttosto che rivolgerci a dei semplici rivenditori. 

Impostiamo un giardino autosufficiente

Per ridurre al minimo la manutenzione del giardino, impostiamolo come un ecosistema il più possibile autosufficiente. In estrema sintesi, dobbiamo inserire quattro tipologie di flora con diverse funzioni. Le prime sono le piante azotofissatrici, che catturano l’azoto presente nell’aria e lo rilasciano nel terreno, così si autoconcimano e fertilizzano anche le loro vicine. Tra queste troviamo le leguminose (in realtà, ex-leguminose, perché hanno cambiato nome e si chiamano Fabacee), come il glicine, l’albero di Giuda, la sofora, i trifogli ornamentali. Anche piante che non appartengono a questa famiglia hanno lo spesso pregio, per esempio gli eleagni, ottimi per le siepi, e l’olivello spinoso. Un secondo gruppo di piante da inserire nel progetto sono le tappezzanti, quelle che ricoprono il terreno proteggendolo dal sole e trattenendo l’umidità creano un ambiente ideale per i microrganismi responsabili della trasformazione delle foglie morte in humus. Tra le più belle, i timi, le lantane striscianti, i geranium e molte erbacee perenni. Quindi, non dimentichiamoci dei fiori attrattivi per gli insetti impollinatori e la microfauna, come verbene, buddleie, asclepias. Infine, le piante da siepe, che offrono ombra, ma anche riparo e bacche agli uccelli. Alcune delle varietà citate svolgono più funzioni contemporaneamente.?

Altri cinque trucchi per spendere meno

Nei vasetti in vendita ci sono spesso molte piante concentrate in poco spazio: dividiamole per ottenere da due a quattro esemplari. L’esempio classico è il basilico, proposto sempre in vasi “affollati”. Quando le piante sono ancora piccole, tagliamo la zolla di terra con un coltello affilato in modo che a ciascuna pianta corrisponda la sua porzione di radici. Per chi ha un giardino, ha senso concentrare le poche piante più esuberanti e bisognose di cure nelle vicinanze di casa e mettere nelle aree più lontane solo piante autosufficienti; ciò contribuisce a creare l’effetto meraviglia accanto a casa e ci fa risparmiare moltissimo in tempo e denaro. Allo scopo, ricordiamoci che molti alberi e cespugli di specie autoctone potremo richiederli gratuitamente o a prezzi irrisori presso i vivai forestali regionali. Le piante da frutto e le rose, invece, li potremo acquistare in inverno anche a radice nuda, cioè senza la zolla di terra: in questa forma costano circa un terzo di una pianta in vaso. Scegliere un albero da frutto che è anche ornamentale, come l’albicocco, il gelso o il caco vaniglia, ci farà anche risparmiare sull’acquisto della frutta.

Applichiamo le tre R

Adottando le tre R della sostenibilità – ridurre, riutilizzare e riciclare – potremo ottenere quasi tutto usando la creatività senza mettere mano al portafogli. Il compostaggio ci permetterà di ottenere un concime sano e gratis dagli scarti del giardino. Per le semine potremo utilizzare i portauova. Come fioriere, riutilizzeremo i vasi neri da vivaio colorandoli o personalizzandoli, ma anche le cassette in legno, le grandi latte di zinco o quant’altro… Anche oggetti come sedie o tavolini recuperati in cantina e reinterpretati ad hoc possono arredare gli esterni durante la bella stagione, ravvivati ??con un tocco di colore. Quanto agli attrezzi, acquistiamo solo quelli che siamo sicuri di utilizzare frequentemente: gli altri, come il biotrituratore o il tagliasiepi, compriamoli in condivisione con i vicini, risparmiando denaro e spazio, oppure noleggiamoli all’occorrenza. Infine, ricordiamoci di frequentare i mercatini dell’usato, che regalano una seconda vita a molti oggetti e generalmente propongono molti vasi e arredi da esterno.

Salviamo le piante “di seconda mano”

La “salvatrice di piante” Sarah Gerrard-Jones, autrice del successo editoriale The Plant Rescuer, spiega che viviamo nella cultura della perfezione e per questo milioni di piante sane vengono scartate perché imperfette, per finire in discarica. “Contrariamente a quello che crediamo, l’industria delle piante non è propriamente green”, dichiara sui Social. Così, Gerrard-Jones ha ideato le Plant Rescue Boxes, ovvero le scatole che contengono le piante salvate, invitando le persone a comprare dai vivai questi esemplari di recupero a prezzi fortemente scontati. Pensiamo soltanto a quante orchidee invendute finiscono nella spazzatura dopo aver perso i boccioli. Qualcosa di simile da noi lo fanno i vivai più avveduti, predisponendo un “angolo delle occasioni” con le piante sfiorite. Per non alimentare questa filiera, l’esperta dice che ora acquista solo piante di seconda mano, di cui le persone vogliono disfarsi… Anche da noi, sui portali di annunci dell’usato, è sempre più frequente trovare piante divenute ormai ingombranti; una opportunità per acquistare a buon prezzo degli esemplari già abituati alle condizioni di casa dandogli un’opportunità. A Milano, l’associazione di promozione del riciclo verde Re-Plant, fondata a titolo volontario da giardinieri professionisti, dà nuova vita alle piante abbandonate o recuperate in casa delle persone che non possono più occuparsene proponendole in adozione. Sempre nel capoluogo lombardo, un gruppo di giovani giardinieri ha fondato la Clinica Botanica, vivaio a filiera circolare che propone solo esemplari ritirati da case, aziende, eventi e grande distribuzione e rimessi in sesto, ma coltiva anche specie autoctone a filiera corta. Ottimi esempi per futuri salvatori di piante.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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