3 Giugno 2024

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consigliato per te

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    G&B Festival 2024, fotoracconto della prima giornata

    Il dibattito con Giulia Innocenzi, regista di “Food for Profit”, Riccardo Luna (direttore di Green&Blue) e Barbara Nappini, presidente del Consiglio Collettivo Slow Food Italia, che ha preceduto la proiezione del docufilm di denuncia sugli allevamenti intensivi in Italia ed Europa la sera del 2 giugno, anteprima del G&B Festival

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    Ue, la cura decarbonizzazione degli ultimi 5 anni funziona: +46% di generazione elettrica da solare e eolico

    Nei prossimi cinque anni molte delle politiche avviate dall’Europa finora in chiave ambientale potrebbero cambiare. Il grande patto verde, il Green Deal, è minacciato dalle posizioni di diversi partiti europei che intendono rivedere vari tipi di impegni presi, dalle direttiva casa green a quelle sull’automotive, dalla Pac (Politica Agricola Comune) fino alla Nature Restoration Law. A rischio, se non verrà confermata buona parte della strada intrapresa, c’è però anche la transizione energetica, per esempio quella legata allo sviluppo delle rinnovabili.Un recente report del think tank Ember, che da tempo tiene traccia delle evoluzioni legate all’energia pulita in Europa, avverte però dell’importanza dei i risultati raggiunti nell’ultimo quinquennio a livello di rinnovabili:  unendo eolico e solare siamo infatti riusciti a ridurre di un quinto la produzione di fossile. Ricordando che le fonti fossili sono secondo gli scienziati dell’IPCC (Gruppo intergovernativo cambiamenti climatici) la prima causa di innalzamento delle emissioni climalteranti, la spinta dettata dalle energie pulite è dunque imprescindibile per arginare la crescente febbre del Pianeta.Negli ultimi cinque anni, ricorda Ember, questa spinta c’è stata eccome: una forte accelerazione nello sviluppo degli impianti eolici e solari dal 2019 al 2023 “ha fatto aumentare  la loro produzione combinata di elettricità del 46%” scrive il think tank. Non solo, secondo il report l’energia solare ha registrato un vero e proprio boom, “più che raddoppiando la capacità nello stesso periodo, equivalente a installare 230.000 pannelli solari al giorno per quattro anni”.I rapidi progressi nella transizione energetica che l’Ue ha iniziato a compiere dal 2019 hanno dato frutti chiari lo scorso anno quando per esempio eolico e solare hanno generato oltre un quarto dell’energia elettrica in Europa (27%). Sempre le rinnovabili, nel 2023, hanno raggiunto quota 44% nell’Unione Europea e l’eolico ha superato la produzione di gas affermandosi come seconda fonte di energia elettrica nel Vecchio Continente. La capacità installata, da quando l’attuale Commissione europea guidata da Ursula Von der Leyen si è insediata, è aumentata dal 65% (al 2023). Per Sarah Brown, direttrice del programma europeo di Ember, “politiche climatiche ambiziose e leader a livello mondiale, combinate con misure mirate per eliminare il gas russo, si sono consolidate in uno slancio reale e duraturo. L’Ue è ora nel bel mezzo di uno storico e permanente allontanamento dalla dipendenza dai combustibili fossili per l’energia”. Un allontanamento che, se continuerà, potrà diventare un esempio a livello mondiale di strada con cui intraprendere la decarbonizzazione di cui la Terra ha bisogno. Anche grazie alle nuove politiche energetiche, ricorda Ember, per esempio “la produzione di carbone è diminuita di un quarto, nonostante un temporaneo aumento nel 2021 a causa della crisi energetica. Il gas è diminuito per quattro anni consecutivi, chiudendo il 2024 al livello più basso dal 2015, il 21% al di sotto dei livelli del 2019”.I risultati raggiunti negli ultimi anni grazie alle politiche verdi e di decarbonizzazione promosse dall’Europa, hanno portato a un “declino delle emissioni da combustibili fossili del settore energetico dell’Ue” in una Europa che oggi può vantare “un mix di elettricità fra i più puliti al mondo. L’Ue ha infatti ridotto l’intensità delle emissioni del suo settore energetico del 15% dal 2019 al 2023, un calo più marcato rispetto alla media globale, che è diminuita solo del 4% nello stesso periodo”. LEGGI TUTTO

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    I farmaci contro il cancro dispersi nelle acque bloccano la crescita dei pesci

    Dalla pelle alla tiroide, dal pancreas al colon-retto. I tumori, nel mondo, sono purtroppo in aumento e l’International agency for research on cancer (Iarc) prevede 30,2 milioni di nuovi casi all’anno entro il 2040. Parallelamente, anche l’impiego di farmaci anti-tumorali sta crescendo, a un tasso di circa il 10% annuo nei Paesi occidentali. E se da un lato i medicinali sono ovviamente fondamentali per contrastare la malattia, dall’altro il loro impatto ambientale non è certo trascurabile, al punto da essere classificati come “contaminanti emergenti”. A dare l’allarme sono i ricercatori dell’Institut national de la recherche scientifique (Inrs) dell’Università del Québec, in Canada, in un articolo di recente pubblicato sul Bulletin of Environmental Contamination and Toxicology.

    I rifiuti finiscono nelle acque

    “Al pari di tutti gli altri farmaci, i chemioterapici somministrati al paziente non vengono del tutto metabolizzati dall’organismo: una quota viene escreta attraverso l’urina o le feci”, spiega Valérie S. Langlois, una delle ricercatrici dell’ateneo canadese. “Tali sostanze di rifiuto non sono sufficientemente degradate negli impianti convenzionali di trattamento delle acque reflue e raggiungono così le acque superficiali e sotterranee con potenziali rischi per la vita acquatica”.

    Sanità in crisi, antibioticoresistenza, nuovi virus e clima: le quattro minacce alla nostra salute

    di Tina Simoniello

    16 Aprile 2024

    Un’analisi su cinque farmaci

    Il gruppo di ricerca ha studiato, in particolare, le tracce di cinque farmaci rinvenute nelle acque, ovvero tamoxifene, utilizzato per il trattamento del cancro al seno; metotrexato, usato contro il linfoma non Hodgkin, un tumore del sangue; capecitabina, prescritta per trattare il tumore del colon-retto; ciclofosfamide e ifosfamide, entrambe impiegate per tenere a bada diversi tipi di cancro. Gli scienziati hanno poi analizzato le conseguenze di tali sostanze sugli embrioni del Pimephales promelas, un piccolo pesce d’acqua dolce dalla colorazione argentea.

    Salute

    Pfas nelle giacche a vento per bambini: rintracciate le sostanze chimiche nocive nel 63% dei test

    di Paolo Travisi

    25 Aprile 2024

    La precedente ricerca

    “In uno studio svolto in precedenza sulla stessa specie di pesci non avevamo riscontrato effetti negativi per quanto riguarda mortalità, schiusa delle uova, frequenza cardiaca”, riferisce Langlois. “Tuttavia, abbiamo osservato che l’ifosfamide aveva favorito lo sgonfiamento della vescica natatoria, organo fondamentale per mantenere la galleggiabilità. Se quest’ultimo non si gonfia, i pesci non possono, infatti, nuotare liberamente ed è improbabile che sopravvivano”.

    Carenze nello sviluppo degli embrioni

    A ciò si aggiungono i risultati dell’ultima ricerca, dalla quale emerge che le sostanze chimiche contenute nei farmaci influenzano negativamente, indipendentemente dalla loro concentrazione, la regolazione dell’ormone tiroideo negli embrioni, con possibili carenze nel loro sviluppo.

    “Il corretto smaltimento dei farmaci non utilizzati e l’investimento in nuove tecnologie di trattamento delle acque reflue, in grado di filtrare i chemioterapici, sono essenziali”, sostiene l’esperta. “Azioni, queste, che devono anche essere supportate da normative mirate a ridurre l’inquinamento farmaceutico”.

    Inquinamento

    Troppi antibiotici, un danno (anche) per l’ambiente

    di Paola Arosio

    27 Novembre 2023

    Le analisi dell’acqua potabile

    Allo stesso tempo è importante continuare la ricerca sugli effetti ambientali dei farmaci con l’obiettivo di comprenderne appieno l’impatto. In proposito, gli scienziati stanno cominciando a studiare i rischi per gli esseri umani derivanti dai residui di farmaci antitumorali che contaminano l’acqua potabile. Ricerche pionieristiche, nelle quali molti aspetti rimangono ancora sconosciuti. Nonostante ciò, uno studio comparso nel 2022 su Science of The Total Environment e realizzato dai ricercatori dell’Università di Porto, in Portogallo, aveva già dimostrato che la ciclofosfamide nell’acqua potabile può nuocere alla salute dei bambini. Sarebbe paradossale che si instaurasse un circolo vizioso in cui l’uso degli antitumorali favorisca un incremento proprio dei casi di cancro. LEGGI TUTTO

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    Riciclo alluminio, l’Italia al primo posto in Europa 

    I concetti di sostenibilità e di economia circolare sono ormai entrati a far parte del nostro vocabolario e, per fortuna, anche del nostro quotidiano. Riciclare è certo, per noi consumatori, meno comodo di quando una volta i nostri rifiuti finivano indifferenziati nella spazzatura, ma alla fine i risultati si vedono eccome, visto che quando parliamo di riciclo dell’alluminio la parola chiave è eccellenza.   LEGGI TUTTO