15 Maggio 2024

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    Pnrr Scuola, Pd all’attacco: “Fallimento del governo”. Il ministro Fitto: “Non ci sono ritardi”

    Chi parla di “fallimento” come la Gilda degli insegnanti. Chi “di occasione che rischia di essere sprecata”. Con il Pd che attacca il governo reclamando un’operazione trasparenza. I dati diffusi dal Rapporto della Fondazione Agnelli e della Fondazione Astrid sul ritardo nella spesa dei fondi Pnrr – 3,3 miliardi sui 20 assegnati – fanno discutere. LEGGI TUTTO

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    Per l’AI city non basta la tecnologia. L’appello dei Comuni: servono competenze e talenti

    “La comunità è l’infrastruttura più importante di una città. L’intelligenza artificiale deve essere uno strumento capace di portare quanti più frutti possibili”. Con queste parole Diego Valazza, Business Development Director di Lendlease, ha aperto il dibattito all’ultimo tavolo di lavoro del roadshow di City Vision, tenutosi a Milano durante la MIND Innovation Week. Là dove sorgeva l’EXPO nel 2015, presto prenderà vita una città da 80mila persone, composta da studenti e ricercatori soprattutto. Realizzato in collaborazione con MIND e Lendlease, l’evento ha fatto il punto sull’intelligenza artificiale e sull’impiego virtuoso dei dati nella pubblica amministrazione, evidenziando best practice e criticità.

    PA: talenti cercansi

    Una delle tematiche più importanti emerse dal tavolo di lavoro di City Vision riguarda l’effettiva capacità della PA di attrarre talenti quando si tratta di maneggiare determinate tecnologie. “La pubblica amministrazione non è certo una realtà capace di attrarre i giovani talenti ed è chiamata a gestire il cambiamento con le risorse umane che ha”, ha puntualizzato Adriana Nepote, assessora alla Smart city di Mantova. Progetto di Blum e Padova Hall, in collaborazione con A2A, a Milano City Vision ha organizzato un incontro tra sindaci, aziende e stakeholder in cui definire tanto le opportunità quanto le lacune all’interno dei Comuni.

    Sul fronte delle competenze necessarie ad affrontare il cambiamento dettato dall’intelligenza artificiale e da un maggior impiego dei dati è intervenuto anche Rino Pruiti, sindaco di Buccinasco e consigliere di Città Metropolitana di Milano con delega sull’innovazione tecnologica. “Trovare personale non è sempre facile e ancor più difficile è trovare persone preparate – ha detto – Servono decisioni che non sono certo nella possibilità di un amministratore locale”.

    Nel roadshow di City Vision sono diverse le storie di piccoli e grandi Comuni che hanno rafforzato il proprio percorso di digitalizzazione. Agli occhi di un amministratore resta tuttavia il nodo della sicurezza informatica rispetto al trattamento dei dati sensibili dei cittadini. “Se la piattaforma si ferma è tutto il Comune che si ferma”, ha ricordato Sara Santagostino, sindaca di Settimo Milanese, in riferimento proprio all’impiego di software che necessitano di professionalità pronte a ogni eventualità, attacchi informatici compresi.

    Al MIND si è affrontata anche la questione della comunicazione. Con la mole di dati di cui dispongono, i Comuni possono trasmettere ai cittadini i risultati di politiche pubbliche. “Con Bergamoinchiaro.it – ha spiegato Francesco Alleva, responsabile della comunicazione istituzionale del comune lombardo – mostriamo gli impatti delle soluzioni messe in campo. Per esempio sulla sicurezza stradale abbiamo messo a disposizione i dati sull’incidentalità. Così ogni cittadino può verificare il livello di pericolosità delle strade che percorre”.

    Digitalizzazione: una transizione inclusiva per i territori

    Come in ogni tappa di City Vision è stato portato all’attenzione il ruolo (e il destino) dei piccoli Comuni, evidentemente meno attrezzati dei capoluoghi per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione e non solo. “Il punto centrale dell’evoluzione tecnologica non riguarda solo le opportunità, ma anche i rischi. Mi riferisco ai rischi di aumento delle disuguaglianze – ha dichiarato Luca Benetti, assessore al Bilancio e alla Smart city di Legnano – I municipi piccoli sono i più esposti e la soluzione potrebbe essere quella di una forte componente aggregativa tra amministrazioni”.

    A riguardo ha preso la parola anche Michele Pianetta, founding partner di Prokalos: “Vengo da una regione, il Piemonte, che è la prima per numero di municipi sotto i mille abitanti. Per far sì che i sindaci di quei territori continuino a generare attrattività si può partire dalla liberazione dei dati”, necessari a far conoscere bellezze, offerta culturale e servizi di ogni realtà. Servono inoltre l’ascolto e il coinvolgimento della cittadinanza, come ha sottolineato Emanuela Brognoli, assessora all’Innovazione di Rho. “La smart city non si fa senza le persone – ha detto – dobbiamo quindi creare interesse attorno al tema, spiegare al cittadino quali opportunità porta”.

    I prossimi appuntamenti di City Vision

    Gli Stati Generali delle città intelligenti sono in programma il 21 e 22 ottobre a Padova, dove si terrà l’appuntamento annuale di City Vision, che quest’anno raddoppia con più contenuti dedicati alla community. La prossima tappa del roadshow è in agenda a Udine il 30 maggio, col focus sul turismo accessibile. Seguirà poi il tavolo di lavoro a Siracusa, il 12 giugno, sul tema energia.

    City Vision è un progetto realizzato in partnership con ANM, EAV, Open Fiber, Rubner, Volksbank. I community partner sono ANFoV, Data Valley, Entopan, Istituto EuropIA.it, indig communication, Innovation Hub South Europe, InnovUp, Living Future Europe, Milano Smart City Alliance, NAStartup, PA Social, Rete dei Comuni Sostenibili, Smart Communities Tech. Il progetto ha il patrocinio di ANCI, Istituto Nazionale di Urbanistica e Associazione nazionale degli urbanisti e dei pianificatori territoriali e ambientali. LEGGI TUTTO

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    Enzo Suma: “Così è nato il museo della plastica ripescata in mare”

    Nel “suo” museo le opere sono di fattura umana ma il vero capolavoro sta nel recupero. Enzo Suma, guida naturalistica ad Ostuni, in provincia di Brindisi, ha creato Archeoplastica, un museo online in cui si possono vedere i rifiuti pescati in mare, nonché fondatore di Millenari di Puglia, una realtà dell’alto Salento impegnata nella valorizzazione del territorio e nell’educazione ambientale. Per questo è una delle voci più importanti della seconda edizione del Festival dell’Acqua di Staranzano, dal 16 al 19 maggio in provincia di Gorizia.

    Sin dall’infanzia sono sempre stato attratto dal mondo degli insetti e in primavera ogni occasione era buona per fermarmi ad osservarli. Davanti all’asilo c’era un piccolo giardino e quando oggi sento il profumo dell’erba mi vengono in mente spesso quei ricordi. Mi succede anche con il profumo del mare, vivendo a due passi dalla costa sin da piccolo passavo lì tutta l’estate. Ricordo le prime immersioni maschera e pinne e le prime esplorazioni sott’acqua. Alle elementari i miei libri preferiti erano quelli che parlavano di animali e nel tempo ho sempre coltivato questo interesse. Oltre al mare ho sempre vissuto anche la campagna e imparato da subito a conoscere la bellezza della natura che si risveglia in primavera o l’odore della terra.

    Enzo Suma ha studiato Scienze ambientali all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Al rientro in Puglia inizia la sua gavetta nelle aree protette pugliesi specializzandosi nell’educazione ambientale diventando una guida naturalistica professionale. “Dopo l’Università – continua Suma – sono riuscito subito a inserirmi nel mondo della aree naturali protette e dell’educazione ambientale, ma nel frattempo era cresciuta anche una grande passione per l’ulivo monumentale e per le esplorazioni nel mio territorio. Vivo ad Ostuni, nel cuore della piana degli ulivi monumentali, ed esplorando le campagne allora avevo conosciuto ulivi enormi ma nessuno ne era al corrente. E così è nato un progetto che ha lo scopo di valorizzare il patrimonio degli ulivi monumentali pugliesi. In questi anni ho fatto conoscere tanti esemplari straordinari che si trovano sperduti nelle campagne pugliesi e che senza una guida la gente non avrebbe avuto modo di conoscere”.Dal 2013 Suma è impegnato nella  tutela del fratino, un piccolo uccello considerato a rischio. “Negli anni – aggiunge Suma – mi sono sempre occupato di tutela dell’ambiente e di conservazione della natura, specialmente delle specie a rischio come la tartaruga marina e il fratino. Stiamo parlando di un piccolo uccellino che nidifica a terra, generalmente sulla sabbia. Da noi in Puglia questo uccello si è adattato molto bene alla bassa scogliera rocciosa e ci sono fortunatamente ancora molte coppie nidificanti. Ma la tendenza è negativa e così per anni ho protetto i nidi più a rischio, creando dei veri e propri presidi con i volontari che mi seguono per far sì che la gente rispetti il limite di sicurezza creato a tutela dei nidi per non creare disturbo durante la cova e tutelando i piccoli nati da eventuali cani lasciati liberi senza guinzaglio. Insieme ad un esperto dell’Ispra siamo riusciti inoltre ad inanellare alcune coppie per poter ricavare informazioni preziose, utili alla tutela di questa specie”.

    Con oltre 200 reperti raccolti, nasce il progetto Archeoplastica.

    L’idea nasce a fine 2018 con il ritrovamente del primo reperto di cinquant’anni fa. Da allora ho sempre fatto molta attenzione a tutte le plastiche che si trovano in spiaggia, scoprendo che non è affatto raro trovarne spiaggiate di oltre cinquant’anni fa. Così, dopo aver messo da parte un bel po’ di reperti, ho strutturato il progetto che è stato poi ufficializzato nel 2021 riscuotendo da subito un grande interesse da parte di tutti i media nazionali, e non solo. Subito dopo è nata la positiva esperienza con i social media che oggi ci consentono di parlare ad oltre mezzo milione di follower.

    Al Festival dell’Acqua di Staranzano, dedicato alla risorsa più importante della Terra, Enzo Suma racconterà – insieme a tanti altri eroi dell’ambiente – quel che si può fare nel nostro piccolo.

    Io cerco di adottare dei piccoli accorgimenti che mi consentono di non utilizzare plastica monouso. Non si può essere perfetti e ognuno può fare ciò che è nei limiti delle proprie possibilità. Solo per fare un esempio ogni anno risparmio decine di bottiglie d’acqua perché da anni bevo acqua del rubinetto. LEGGI TUTTO

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    Come funzionano gli incentivi per sostituire la vecchia caldaia con impianti green

    Contributo a fondo perduto al posto della detrazione per tutti gli interventi di piccole dimensioni per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili che prevedono la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con nuove tipologie che rispettano i nuovi obiettivi per le case green. È in arrivo infatti il decreto Conto Termico 3, che aggiorna le norme attualmente in vigore. A regime sarà possibile avere il rimborso di parte della spesa sostenuta entro 60 giorni dal termine dei lavori. Ammessi agli incentivi anche i Gruppi di autoconsumo. Tutta la procedura è a cura del Gse, il Gestore dei servizi energetici.

    I lavori interessati

    Il Conto Termico 3 prevede un importo del contributo a fondo perduto varia seconda della tipologia di impianto che verrà installato. Ad esempio sono ammessi, in sostituzione degli impianti di riscaldamento esistenti:

    impianti dotati di pompe di calore abbinati a sistemi per la contabilizzazione del calore;
    installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria anche abbinati a sistemi per la produzione di energia termica;
    sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore;
    allaccio a sistemi di teleriscaldamento alimentati da fonti rinnovabili.

    I contributi sono stati rivisti alla luce dei nuovi obbietti europei di riduzione delle emissioni di CO2.  Per gli interventi di installazione delle pompe di calore per la sostituzione degli impianti di riscaldamento, ad esempio, è  previsto l’adeguamento alla Normativa Europea Ecodesign che considera il coefficiente di prestazione stagionale ai fini dell’erogazione del contributo del 65% della spesa. Per gli interventi di installazione di solare termico, poi, sono aggiornati i coefficienti di valorizzazione dell’energia termica prodotta in modo da calibrare il contributo in funzione della dimensione, con un incentivo maggiore per quelli più potenti.

    I contributi per il boiler a pompa di calore

    Nel caso dell’installazione degli scalda acqua a pompa di calore, invece, sono agevolati solo gli apparecchi almeno di Classe A, e l’incentivo è in cifra fissa di 400 euro, per prodotti con capacità inferiore o uguale a 150 litri, e di 700 per quelli con capacità superiore ai 150 litri. Si sale invece rispettivamente a 500 e 900 euro se l’impianto è di classe superiore alla A.

    I contributi per i Gruppi di autoconsumo

    Per i gruppi di autoconsumo, invece, è previsto un contributo ad hoc per l’installazione dei pannelli solari e dei sistemi di accumulo, connessi ad impianti a pompa di calore elettrici. In particolare la potenza dell’impianto deve essere pari ad almeno 2 KW e non superiore a 1 MW e comunque connessa alle dimensioni della pompa di calore elettrica;  i moduli fotovoltaici e gli inverter costituenti l’impianto devono essere esclusivamente di nuova costruzione. I moduli degli impianti fotovoltaici devono garantire un rendimento minimo pari almeno al 90% dopo i primi 10 anni di vita, e gli inverter un rendimento europeo pari ad almeno il 97%.

    L’incentivo è calcolato nel limite del 30% del costo, entro un tetto massimo di 1.500 €/kW per l’impianto fotovoltaico e 1.000 €/kWh per l’installazione del sistema di accumulo.

    I termini di pagamento del contributo

    Tutta la procedura è gestita dal Gse, e la pratica si presenta on line allegando tutti idocumenti di spesa e quelli relativo all’installazione. In generale, è previsto l’accesso diretto all’incentivo entro 60 giorni dalla data di conclusione dell’intervento. Non saranno ammisse gli interventi per i quali l’avvio dei lavori è precedente alla data di entrata in vigore del decreto di aggiornamento della disciplina del Conto termico (decreto Conto termico 3.0). LEGGI TUTTO

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    Atalanta-Juve, la finale di Coppa Italia è sostenibile: 75 azioni green sul campo

    I calciatori della Juventus e dell’Atalanta sono arrivati in treno, mentre per gli spettatori che sceglieranno stasera di raggiungere lo Stadio Olimpico in bici hanno a disposizione un’area sorvegliata dove parcheggiarle, oppure, chi si muoverà con il car sharing, lasciando a casa la propria auto, troverà la sorpresa di un’area per la sosta vicino allo stadio. La finale di Coppa Italia Frecciarossa 2023-2024 che si gioca oggi all’Olimpico (ore 21) è destinata ad entrare nella storia, indipendentemente dal risultato. Per la prima volta, una partita di calcio è stata organizzata tenendo conto sotto ogni aspetto della sostenibilità. Dentro e fuori lo stadio.Tutti sono stati coinvolti: giocatori, staff, sponsor, organizzatori, spettatori. Scomparsa la plastica dalla confezioni di cibi, all’Olimpico sono invece apparsi nuovi rubinetti dove sarà facile rifornirsi di acqua evitando di acquistare bottigliette. Tutta la cartellonistica sarà riutilizzata o riciclata, mentre sul campo la prima partita che si gioca stasera è quella contro lo spreco energetico: utilizzo dei sistemi di illuminazione a Led a basso consumo e di energia proveniente da fonti rinnovabili, ridotti i consumi dell’acqua. In occasione della finale è stata prevista un’abbondanza di cibi vegani e vegetariani, bicchieri di carta e il recupero delle eccedenze alimentari in collaborazione con le associazioni. Impossibile elencarle tutte, queste sono solo alcune delle 75 azioni progettate per ridurre l’impatto ambientale stasera allo stadio a Roma di almeno un terzo. Cominciando dalla mobilità, perché è stato calcolato che nelle partite di calcio il 40% delle emissioni sono prodotte dagli spostamenti.

    La metà delle emissioni di CO2

    E se è scontato che anche il calcio inquina, esistono però iniziative e buone pratiche a rendere un evento più sostenibile di altri. Così, se di solito una partita a questi livelli produce circa 3mila di emissioni di CO2, l’obiettivo che si è data la UEFA per la finale di Coppa Italia è di scendere a 1400. “Non una partita a impatto zero, ma un evento che può diventare un modello per il futuro”, ha spiegato Michele Uva, alla guida della divisione Social & Environmental Sustainability, l’organo di governo del calcio europeo, che con Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute e Lorenzo Casini, presidente Lega Serie A ieri allo stadio Olimpico hanno presentato il piano strategico “Road to Zero”.

    Sport

    La Uefa presenta il “carbon footprint calculator”: “Ora il calcio misurerà la sua impronta ecologica”

    di Luca Fraioli

    06 Marzo 2024

    Ogni azione ha un impatto

    Un “percorso” è stato definito e non a caso, perché cambiare i comportamenti non né facile né immediato. Il progetto, ideato e coordinato dal direttore di Green&Blue Riccardo Luna, è stato realizzato con la collaborazione di Cristiana Pace, ingegnere e strategic advisor Environmental Social e Governance ESG in Sport, che dopo aver passato più di venti anni nei circuiti di Formula 1 ad occuparsi di sicurezza ha trasferito le sue competenze fuori degli autodromi. Tre le aree di intervento (ambientale, sociale e organizzativa) che vedono coinvolto il Comune di Roma con Anna Donati, presidente di Roma Servizi, ed Eugenio Patenè assessore alla Mobilità. Previsti obiettivi e indicatori precisi usati per misurare l’effettivo impatto di ogni azione. Cambiare i comportamenti non è facile, né immediato.

    Ambiente e diritti: la “quiet room”

    Una presa di responsabilità da parte del calcio che questa volta va oltre i 90 minuti di gioco. A partita conclusa sarà Cristiana Pace a spiegare quanto la partita Juventus-Atalanta sia stato il primo grande evento calcistico sostenibile in Italia e replicarlo. Durante la finale infatti verranno misurati in tempo reale i consumi energetici della partita e per la prima volta verrà redatto un report con i dati ottenuti. Una vera sfida.”Quello dell’ambiente è un interesse pubblico diffuso”, ha affermato Casini, “per compensare l’inquinamento prodotto da una partita di calcio con 50-60 mila spettatori serve l’attività di 2500 alberi per un anno intero”. Accanto alla parte ambientale il piano prevede il pilastro sociale con attenzione alle persone con disabilità con passaggi facilitati e accessibili, ma c’è un’altra novità. All’interno dello Stadio Olimpico, per la prima volta in Italia, è stata realizzata una “quiet room” per i bambini affetti da disagi dello spettro autistico al terzo piano della Tribuna Monte Mario con impianti di insonorizzazione e a bassa illuminazione. Un altro passo avanti. LEGGI TUTTO

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    Dalle scogliere alle città: i gabbiani con cervelli più grandi si adattano meglio

    Il gabbiano. Un animale vorace, veloce, e, contrariamente a quanto si pensava fino a qualche anno fa, estremamente scaltro. Tanto che, per esempio, riesce a comprendere se quello che teniamo in mano è commestibile o no – e in caso affermativo ci si avvicina per assaggiarlo – o a memorizzare l’orario della ricreazione scolastica per avere del cibo dai ragazzi che escono in cortile. E oggi un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Ecology and Evolution, aggiunge un altro tassello alla nostra conoscenza delle caratteristiche di questi animali: gli autori del lavoro, un’équipe di ecologi della University of Exeter, ha indagato l’esistenza di un’eventuale correlazione tra la dimensione del cervello, la forma delle ali, le abitudini di nidificazione e la tendenza a popolare aree urbane di diverse specie di gabbiani.Ne è emerso che più della metà dei gabbiani che nidificano sulle scogliere riescono a farlo anche in paesi e città, e che queste specie hanno cervelli più grandi rispetto a chi non nidifica sulle scogliere: secondo gli scienziati, quindi, specie come il gabbiano reale, il gabbiano dorso nero minore e il gabbiano tridattilo dalle zampe nere possiedono una flessibilità comportamentale che li rende particolarmente adattabili ad ambienti diversi.

    Biodiversità

    Più topi e meno zanzare il caldo cambia la fauna selvatica in città

    di Cristina Nadotti

    30 Luglio 2022

    “È molto comune vedere gabbiani che nidificano e si nutrono nelle aree urbane”, spiega Madeleine Goumas, prima autrice dell’articolo e ricercatrice al Center for Ecology and Conservation di Exeter, “il che non è un comportamento che ci si aspetterebbe da un uccello marino: per questo abbiamo cercato di capire quali sono le specie che lo fanno, e perché”. Per il loro studio, Goumas e colleghi hanno scartabellato diverse banche dati alla ricerca di informazioni sulle abitudini di riproduzione e foraggiamento urbani dei gabbiani e hanno costruito una mappa della distribuzione di diverse specie. Questi i risultati: 13 delle 50 specie studiate usano le aree urbane per riprodursi, e tredici le usano anche per procacciarsi il cibo; nove fanno entrambe le cose. Confrontando questi risultati con quanto si conosceva sulle abitudini di ogni specie, i ricercatori hanno identificato 10 delle 19 specie che nidificano sulle scogliere tra quelle che hanno nidificato anche in aree cittadine; viceversa, solo tre delle 28 specie che non nidificano sulle scogliere lo hanno fatto nelle aree urbane.

    Il tutorial

    Il birdgardening in balcone, per un giardinaggio amico degli uccelli

    di Gaetano Zoccali

    01 Ottobre 2022

    Il motivo di questo adattamento sembra risiedere nella dimensione del cervello delle specie: “Abbiamo scoperto”, aggiunge Neeltje Boogert, un altro degli autori del lavoro, “che le specie di gabbiani con il cervello più grande hanno maggiore probabilità di nidificare sulle scogliere, e le specie che nidificano sulle scogliere hanno maggiore probabilità di riprodursi nelle aree urbane. Inoltre, abbiamo scoperto che la capacità di nidificare sulle scogliere è un tratto abbastanza recente. Tutto questo ci suggerisce che cervelli più grandi conferiscono a questi animali una certa ‘flessibilità’ nella scelta del luogo per la nidificazione, il che permette loro di utilizzare anche luoghi non convenzionali, come i tetti degli edifici, per crescere i propri piccoli”.   LEGGI TUTTO