6 Maggio 2024

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    I nidi si surriscaldano e così i bombi rischiano di non adattarsi alla crisi climatica

    A causa della crisi climatica, il riscaldamento globale sta facendo aumentare le temperature in tutto il mondo e i bombi, come gli esseri umani, stanno lottando per far fronte a un caldo troppo forte, che potrebbe distruggere i loro nidi, compromettendo la riproduzione e il futuro della specie. Lo rivela un nuovo studio, pubblicato su Frontiers in Bee Science. Secondo gli scienziati, l’aumento del calore è un potenziale responsabile del declino delle popolazioni di bombi in tutto il mondo, compromettendo la capacità dei bombi di costruire nidi vivibili in cui possano svilupparsi larve sane.

    “Il declino delle popolazioni e degli areali di diverse specie di bombi può essere spiegato da problemi di surriscaldamento dei nidi e della covata”, ha dichiarato Peter Kevan, dell’università di Guelph, in Canada, autore principale dell’articolo. “Le limitazioni alla sopravvivenza della nidiata di bombi indicano che il calore è probabilmente un fattore importante: il riscaldamento del nido al di sopra di circa 35°C è letale, nonostante la notevole capacità dei bombi di termoregolarsi”.

    Nel mondo esistono molte specie di bombi che vivono in ambienti diversi. Tante di queste specie sono in declino a causa dei cambiamenti climatici, ma l’identificazione di un fattore causale si è rivelata difficile. Tuttavia, esaminando la letteratura, Kevan e colleghi hanno identificato un elemento critico in comune tra queste specie, indipendentemente dall’areale geografico: la temperatura ottimale dei loro nidi, che deve essere compresa fra i 28 e i 32°C.”Possiamo supporre che la somiglianza rifletta la parentela evolutiva delle varie specie”, ha detto Kevan. Poichè questa caratteristica sembra essere comune a così tante specie, potrebbe avere una plasticità evolutiva limitata, il che significa che i bombi troverebbero difficile adattarsi all’aumento delle temperature e lotterebbero per rimanere all’interno della loro zona di neutralità termica, un punto in cui mantenere la giusta temperatura richiede un dispendio metabolico minimo. Lo stress termico che porta una specie fuori da questa zona è pericoloso.”Le temperature troppo elevate sono più dannose per la maggior parte degli animali e delle piante rispetto alle temperature più fresche. Quando le condizioni atmosferiche sono fresche, gli organismi che non regolano metabolicamente la loro temperatura corporea, semplicemente rallentano, ma quando le temperature diventano troppo alte i processi metabolici iniziano a rompersi e cessano”, ha spiegato Kevan. “La morte sopraggiunge rapidamente”.

    Esaminando 180 anni di letteratura, Kevan e colleghi hanno scoperto che i bombi sembrano essere in grado di sopravvivere fino a 36°C e di svilupparsi in modo ottimale a circa 30 e 32°C, anche se questo potrebbe variare a seconda delle specie e delle condizioni biogeografiche. Sebbene i bombi abbiano alcuni adattamenti comportamentali che consentono loro di termoregolarsi, ciò potrebbe non essere sufficiente per affrontare i cambiamenti climatici. Inoltre, la colonia di bombi agisce come un ‘superorganismo’, in cui l’idoneità riproduttiva dipende dalla sopravvivenza e dalla riproduzione collettiva della colonia, piuttosto che dalle singole api.Un bombo può affrontare il caldo meglio di un altro, ma se il nido è troppo caldo per far crescere larve sane, l’intera colonia ne risente, indipendentemente dall’adattamento dei singoli bombi. “L’effetto delle alte temperature dei nidi non è stato studiato molto, il che è sorprendente”, ha sottolineato Kevan. “Possiamo ipotizzare che temperature del nido superiori ai 30°C siano molto dannose e che al di sopra dei 35°C si verifichi la morte, probabilmente molto rapidamente”.Gli studi sulle api mellifere dimostrano che temperature più elevate nei nidi compromettono la forza e la capacità riproduttiva delle regine e portano ad api operaie più piccole e in cattive condizioni. Se il calore ha un effetto simile sui bombi, per cui le colonie producono una prole meno sana a temperature più elevate, allora il riscaldamento globale potrebbe essere la causa diretta del loro declino. Per garantire che i bombi continuino a prosperare, gli scienziati invitano ad approfondire la ricerca su quello che, a loro dire, è un aspetto poco studiato dell’ecologia dei bombi: la morfologia del nido, le proprietà dei materiali, la temperatura e la termoregolazione. È possibile che alcune colonie di bombi adattino la scelta del sito del nido e la forma o il comportamento per raffreddare i nidi.Il radar per la penetrazione del terreno potrebbe aiutare a studiare le specie che nidificano al suolo, mentre l’analisi della respirometria a flusso continuo dei nidi a diverse temperature potrebbe aiutare gli scienziati a valutare lo stress a cui sono sottoposte le colonie di api al loro interno.

    Abbiamo bisogno di entrambi per capire come le diverse colonie affrontano le stesse condizioni e come le diverse specie si comportano in condizioni diverse, compreso se alcune specie di bombi hanno zone termicamente neutre più ampie, che consentono loro una maggiore resilienza”, ha aggiunto Kevan. “Ci auguriamo che i futuri scienziati possano prendere spunto dalle idee che presentiamo e applicarle alle loro ricerche sulla salute e sulla conversazione dei bombi”. LEGGI TUTTO

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    In Africa alberi “vaccinati” e semina intelligente contro il virus del cacao

    C’è un virus che si sta rapidamente diffondendo in Ghana e in altri paesi dell’Africa occidentale, dove sta mettendo in serio pericolo la salute delle piante di cacao e, di conseguenza, la produzione di cioccolato. È noto come “cacao swollen shoot virus” (CSSV, virus dei germogli di cacao ingrossati) e la malattia che causa è considerata come la più dannosa fra le patologie virali che possono colpire la pianta del cacao: si stima infatti che l’infezione con i ceppi più virulenti possa causare una perdita di resa che va dal 15 al 50%.Negli anni passati, anche a seguito di alcune delle strategie messe in campo per limitarne la diffusione, il Ghana ha perso diversi milioni di alberi di cacao. Forse, però, un rimedio più efficace rispetto a quello di tagliare le piante infette c’è, e a suggerirlo è la matematica: un gruppo di ricercatori ha infatti proposto un modello matematico che aiuti i coltivatori a calcolare la “distanza di sicurezza” per la semina delle piante, affinché i parassiti che trasmettono il virus non si diffondano da una all’altra. I dettagli dello studio sono stati pubblicati su PLOS ONE.

    La malattia causata dal CSSV è stata identificata per la prima volta in Ghana nel 1936 e la sua origine virale è stata confermata pochi anni dopo, nel 1939. Il vettore del virus è costituito da un certo tipo di insetti, noti come “cocciniglie”, che si ciba della pianta del cacao.”Questo virus è una vera minaccia per l’approvvigionamento globale di cioccolato”, racconta Benito Chen-Charpentier, docente di matematica presso l’Università del Texas di Arlington (Stati Uniti) e co-autore dello studio. Circa il 50% della produzione globale di cacao proviene infatti dalle piantagioni di paesi dell’Africa occidentale come la Costa d’Avorio e il Ghana.”I pesticidi – prosegue il ricercatore – non funzionano bene contro le cocciniglie, per cui gli agricoltori cercano di prevenire la diffusione della malattia tagliando gli alberi infetti e incrociando alberi resistenti. Ma nonostante questi sforzi, negli ultimi anni il Ghana ha perso più di 254 milioni di alberi di cacao”.

    Crisi climatica

    Record di caldo in Costa d’Avorio: a rischio la produzione di cacao

    di redazione Green&Blue

    15 Aprile 2024

    Un’altra strategia messa in campo per ridurre la diffusione del CSSV è quella di “vaccinare” le piante infettandole volontariamente con i ceppi meno pericolosi del virus. Analogamente al principio della vaccinazione, le piante hanno così una minore probabilità di infettarsi con il ceppo più virulento e dannoso. Si tratta però di un intervento costoso, specialmente per i piccoli produttori, e che può potenzialmente avere a sua volta un impatto negativo sulla resa del raccolto.L’idea di Chen-Charpentier e colleghi è stata dunque quella di abbinare questa strategia a una sorta di “semina intelligente”, basata su un modello matematico pensato per calcolare la probabilità di diffusione dei vettori del virus: “Le cocciniglie hanno diversi modi per muoversi, incluso lo spostamento da una chioma all’altra, trasportate dalle formiche o dal vento”, spiega il docente: “Quello che dovevamo fare era creare un modello per i coltivatori di cacao affinché potessero sapere a quale distanza poter piantare in sicurezza gli alberi vaccinati da quelli non vaccinati per prevenire la diffusione del virus, mantenendo allo stesso tempo i costi gestibili per questi piccoli agricoltori”.Il lavoro dei ricercatori ha così portato alla formulazione di due modelli diversi, entrambi basati sull’idea di creare una sorta di barriera protettiva attorno alle piante “non vaccinate”, costituita dagli alberi di cacao “vaccinati”.

    Le idee

    Perché salvare la diversità alimentare è importante per il nostro futuro e per quello del Pianeta

    di Dan Saladino

    07 Ottobre 2023

    “Pur essendo ancora sperimentali, questi modelli sono interessanti perché aiutano gli agricoltori a proteggere le loro colture e anche a ottenere un miglior raccolto”, conclude Chen-Charpentier: “Questo è un bene per gli agricoltori e per la nostra dipendenza globale dal cioccolato”. LEGGI TUTTO

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    Transizione ecologica, l’appello dei climatologi ai gruppi parlamentari europei

    “Siamo felici di essere riusciti a riunire tutte le sette famiglie politiche europee per parlare di clima in vista delle prossime elezioni”. Antonello Pasini, fisico del clima presso il Cnr è uno dei promotori dei “Venice Dialogue” andati in scena nella città lagunare qualche giorno fa. “Il nostro obiettivo è fare in modo che tutti i partiti concordino sugli obiettivi di decarbonizzazione e sul fatto che debbano utilizzare strumenti scientificamente fondati: la comunità scientifica, numeri alla mano, sa dire ai decisori quali sono le azioni efficaci e cos’è invece mero green washing. Per questo è necessario un dialogo più continuo con i climatologi: i parlamenti nazionali dovrebbero dotarsi di comitati consultivi. In alcune nazioni esistono, ma succede che siano i politici a scegliere gli scienziati che ne fanno parte, mentre invece gli advisory board dovrebbero essere indipendenti. In altri Paesi non esistono: è il caso dell’Italia, dove il nostro progetto di legge in tal senso è fermo in commissione ambiente, in attesa del placet del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin, che invece non arriva”. Concetti ribaditi nel corso dell’incontro veneziano oragnizzato da alcune delle principali associazioni europee di climatologia: la European Climate Research Alliance (Ecra), il Deutsches Kilma Konsortium (Dkk), la Società Italiana per le Scienza del Clima (Sisc), il Comitato scientifico La Scienza al Voto (Lsav).

    L’analisi

    I piani verdi dell’Europa rischiano di fermarsi con le prossime elezioni?

    di Luca Fraioli

    21 Marzo 2024

    Dall’altra parte della barricata (si spera solo per ora) i rappresentanti delle “sette famiglie” politiche rappresentate a Straburgo e Bruxelles: formalmente, hanno tutti accolto l’invito a rispettare gli obiettivi su clima e biodiversità, ma non sono mancati i distinguo. Nicola Procaccini, co-capogruppo a Strasburgo dei Conservatori e Riformisti Europei, pur condividendo gli obiettivi scientifici, predilige un approccio meno conflittuale, che tenga maggior contro delle peculiarità dei diversi settori e Paesi in cui si interviene e dia la parola anzitutto a coloro che con la natura hanno un rapporto quotidiano, di sostentamento, come gli agricoltori, gli allevatori, i pescatori. Antonio Cecini, funzionario europeo e candidato alle elezioni europee per il Partito popolare europeo, ha invece evidenziato come solo con la protezione del clima si può avere una economia competitiva, e solo una economia competitiva permette una protezione sostenibile del clima. Elena Lizzi, parlamentare europea e vicecapolista in Italia per Identità e Democrazia, ha detto che la transizione, fondamentale per tutelare la generazione presente e quelle future, dovrà essere giusta ed equilibrata, centrata sui cittadini e sulle imprese, e non ideologica.

    Secondo Annalisa Corrado, incaricata di clima e green economy nella segreteria PD e vicecapolista per i Socialisti & Democratici europei, sbaglia la destra ad attaccare il Green New Deal e a mettere in contrapposizione le questioni sociali con quelle del clima: si può raggiungere una giustizia sociale solo se si raggiunge una giustizia climatica. Ora che la campagna elettorale per le europee entra nel vivo, c’è il rischio che la crisi climatica scompaia del dibattito. O che, peggio, vi entri solo attraverso slogan populisti da manifesto 6×3: “a difesa delle case e delle auto degli italiani”. Gli scienziati europei promotori dei “Venice Dialogue” sperano invece che i partiti riflettano sul documento proposto loro nell’incontro: “Accordo europeo per uno stretto dialogo tra le famiglie politiche e la comunità scientifica”. E che lo firmino il prossimo 5 giugno, Giornata mondiale dell’Ambiente e vigilia del voto europeo. L’appuntamento è nella sede del Cnr di Roma. LEGGI TUTTO

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    Scuola, prove Invalsi al via. Ecco come e quando si svolgono. Previsto uno sciopero Cobas per il 9 maggio

    Partono oggi, 6 maggio, le prove Invalsi per le scuole primarie e secondarie.
    Il calendario
    II primaria (prova cartacea)
    – Italiano: oggi e martedì 7 maggio
    – Prova di lettura solo Classi Campione: martedì 7 maggio 2024
    – Matematica: giovedì 9 maggio
    V primaria (prova cartacea)
    – Inglese: lunedì 6 maggio 2024
    – Italiano: martedì 7 maggio 2024
    – Matematica: giovedì 9 maggio 2024

    II secondaria di secondo grado (prova al computer – CBT)
    Sessione ordinaria Classi Campione, prove di Italiano e Matematica: lunedì 13, martedì 14, mercoledì 15 maggio 2024
    In questa finestra la scuola sceglie due giorni per svolgere le prove di Italiano, Matematica.
    Sessione ordinaria Classi NON Campione, prove di Italiano e Matematica: da lunedì 13 maggio 2024 a venerdì 31 maggio 2024.

    Sciopero Cobas contro le prove Invalsi
    Il Cobas ha però indetto uno sciopero generale della scuola per giovedì 9 maggio, “scegliendo una giornata durante la quale nella scuola Primaria si svolgeranno i dannosi, oltre che inutili, quiz Invalsi, che abbiamo contestato fin dalla loro prima introduzione anche negli altri ordini di scuola. La puntuale analisi delle prove ci ha via via confermato quanto già affermavamo nel 2004, anno della loro istituzione. I rapporti Invalsi ogni anno ci restituiscono risultati sostanzialmente invariati e i divari tra il Nord e il Sud del Paese rimangono rilevanti. Ciò significa che vent’anni di rilevazioni non sono serviti a migliorare la didattica, a fronte di una spesa dello Stato di circa 300 milioni di euro (negli ultimi tempi circa 30 milioni l’anno). Riteniamo che il processo di valutazione vada ben al di là di prove standardizzate, decontestualizzate e pensate per risposte in velocità. Inoltre, le prove Invalsi hanno un potente effetto retroattivo: alle prove “ci si prepara” e ore di buona didattica vengono sostituite da allenamenti ai test su libri venduti dalle case editrici per le quali le prove sono diventate un affare. E, forti di queste convinzioni, riteniamo vieppiù inaccettabile la volontà del ministro Valditara di inserire i risultati di tali prove nel curriculum degli studenti.” LEGGI TUTTO

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    Francesco Bruni: “Il malessere dei giovani è anche colpa nostra. Gli abbiamo apparecchiato un brutto mondo e siamo genitori infantili”

    “Nei miei film ho raccontato il malessere adolescenziale con toni leggeri, da commedia, ma tra i ragazzi c’è disperazione vera e sfiducia”. Francesco Bruni, 62 anni, livornese di nascita ma romano d’adozione, sceneggiatore e regista, al disagio giovanile ha dedicato buona parte della sua produzione. LEGGI TUTTO

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    Il cassonetto che compatta i rifiuti e ne controlla la qualità

    Nei compattatori dedicati si posiziona il sacchetto (o il rifiuto specifico) su uno sportellino del macchinario che, spingendo un pulsante, si chiude e avvia una compattazione interna, con evidenti vantaggi operativi e logistici e conseguenti riduzioni di emissioni di CO2. Ad Ancona è stato messo a punto, dalla startup innovativa Wizard, un cassonetto di ultimissima generazione, si tratta di un prototipo sperimentale unico in Italia, in grado di aumentare del 75% la capacità di conferimento: l’eco compattatore. Non solo. Il sistema tecnologico applicato al contenitore permette di controllare meticolosamente la qualità del rifiuto conferito. Inoltre, non meno importante, il nuovo sistema si presta a personalizzazioni e adeguamenti estetici specifici al fine di risultare anche all’occhio il meno impattante possibile, a tutto vantaggio del decoro e dell’arredo urbano. La particolare conformazione dell’eco compattatore risolve anche il problema delle intrusioni della fauna e, quelli posizionati nell’area test di Ancona, sono programmati per raccogliere plastica, carta e frazione indifferenziata.

     

    Come funziona l’eco compattatore smart

    Progettati dalla startup Wizard, i primi prototipi di eco compattatore sono stati istallati da AnconAmbiente in centro città, precisamente a Piazza Pertini, all’incrocio con via Carlo Simeoni. Come funzionano? Si può posizionare nei compattatori dedicati il sacchetto o il rifiuto specifico su uno sportellino del macchinario che, spingendo un pulsante, si chiude e avvia una compattazione interna, consentendo di aumentare del 75% lo spazio del cassonetto. All’interno dell’eco compattatore che comprime i rifiuti c’è un cassonetto tradizionale, che poi gli operatori estraggono per la raccolta. Ovviamente la dimensione dello sportello per conferire i rifiuti ha un controllo volumetrico ed è fatto per evitare il deposito di oggetti troppo ingombranti. A fianco degli eco compattatori, che sono decorati con una foto panoramica del centro storico di Ancona visto dal mare, ci sono contenitori di metallo ‘mascheramentì per la raccolta della frazione organica e vetro/metalli, senza compattatore: all’interno vi sono i cassonetti adibiti e il conferimento in questo caso è manuale.

    Rifiuti

    Via libera al nuovo regolamento per gli imballaggi in plastica nella Ue

    di Cristina Bellon

    24 Aprile 2024

    “È un prototipo unico in Italia che aumenta la potenzialità di carico dei normali cassonetti urbani – ha commentato Antonio Gitto, presidente di AnconAmbiente – la sua efficienza è massimizzata in tutta la tipologia di siti. Il sistema di compattazione interna permette di ridurre del 50% il numero di spostamenti degli operatori. I vantaggi dal punto di vista dell’organizzazione dei servizi è facilmente immaginabile così come il conseguente risparmio dei costi, carburanti in primis. Inoltre, il sistema permette di approcciare la nostra attività in maniera sostenibile riducendo l’emissione di CO2 e alleggerendo il traffico veicolare urbano. Il modello è pensato per adeguarsi sino a camuffarsi con l’habitat urbano o con l’ambiente circostante”.

    Wizard, la startup che risolve il problema dei cassonetti strabordanti

    Il prototipo del cassonetto Wizard è in grado di compattare seduta stante i rifiuti in plastica e carta per ottimizzare il volume a disposizione nel contenitore. Una soluzione che vuole incidere positivamente anche sul decoro delle città. Dal punto di vista dell’utenza non cambia nulla, ma il compattatore ogni tot ore entra in funzione con il computer, riuscendo anche a valutare quando il cassonetto è pieno, ma anche quanto e cosa è stato conferito nel tempo. “Wizard è una startup innovativa – ha spiegato Daniele De Paduanis, amministratore unico e socio fondatore Wizard – creata insieme ad Antonio Mingo e Gabriele Achille per risolvere una questione che affligge sempre più città: il problema del volume rifiuti. Le nostre competenze si sono fuse in un’idea imprenditoriale e nel 2018 siamo stati premiati, dopo un anno di formazione, con un finanziamento iniziale a fondo perduto che ci ha permesso di realizzare il primo prototipo. Il Wizard 1.0 può essere equipaggiato con alimentazione solare e può essere installato su piattaforme elevatori a scomparsa per ridurre al minimo l’impatto visivo. Grazie ai nostri sistemi di controllo e automazione Plc (controllori logici programmabili), il compattatore offre dati in tempo reale e garantisce un controllo costante della qualità del rifiuto conferito”. Attraverso questo sistema si potrà monitorare la saturazione del conferimento per efficientare anche la raccolta dei rifiuti differenziati.

    Economia circolare

    Raccolta differenziata, la lampadina non si getta nel vetro: gli errori più comuni che facciamo

    di Cristina Nadotti

    18 Marzo 2024

    L’importanza della compattazione e i mascheramenti personalizzati

    La startup Wizard trasforma l’aspetto delle città offrendo soluzioni innovative e personalizzate per il decoro urbano. I mascheramenti per bidoni dell’immondizia sono progettati per unire funzionalità ed estetica, offrendo un’opzione di design che si integra perfettamente con l’ambiente circostante. Ogni mascheramento è realizzato su misura per soddisfare le specifiche esigenze del cliente e adattarsi al contesto urbano in cui verrà posizionato. Dalla scelta dei materiali alla configurazione grafica, esiste un’ampia gamma di opzioni per garantire che il mascheramento si integri in armonia con l’architettura e lo stile della zona.

    I mascheramenti non solo migliorano l’aspetto dei bidoni dell’immondizia, ma offrono anche una funzionalità essenziale. Con un design intelligente e robusto, proteggono i bidoni dagli agenti atmosferici e riducono l’impatto visivo dei rifiuti, contribuendo così a mantenere pulita e ordinata l’area circostante. Inoltre sono realizzati con materiali durevoli e facilmente riciclabili, contribuendo così alla riduzione dell’impatto ambientale e alla promozione di pratiche di consumo responsabili.

    “L’ambiente è la sfida più impegnativa e più ambiziosa per il futuro delle nostre comunità – ha sottolineato il consigliere regionale Mirko Bilò – dobbiamo certamente lavorare sul fronte dell’educazione alle buone pratiche per la raccolta dei rifiuti, la differenziazione, il corretto smaltimento, ma dobbiamo avere anche strumenti tecnologie all’avanguardia che consentano di massimizzare i risultati e gli sforzi dei cittadini. Inauguriamo una macchina di ultima generazione emblematica della sfida che ci troviamo di fronte: efficacia dell’azione al minimo impatto. Una sintesi che si traduce in alta tecnologia e estetica d’avanguardia che concorrono ad un impianto perfettamente compatibile con il tessuto e il decoro urbano”. LEGGI TUTTO