5 Marzo 2024

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    L’Artico da bianco a blu, senza ghiaccio entro il 2050

    Non è più notizia la scomparsa dei ghiacci artici quanto piuttosto l’incredibile velocità con cui questo avviene. Solo pochi giorni fa era stato il Cnr a ricordarlo, e oggi a rincarare la dose arrivano due studi ugualmente allarmanti. Rischiamo un Artico senza ghiaccio entro 25 anni e senza ghiaccio la superficie esposta al sole è destinata ad aumentare spropositatamente, con effetti sugli ecosistemi che possiamo prevedere solo in parte.

    A far suonare i nuovi allarmi sono la ricerca pubblicata Nature Reviews Earth & Environment e una perspective ospitata sulle pagine di Pnas. Nuovi inviti a prepararsi, ad agire, perché se alcuni cambiamenti sono ormai irreversibili per altri abbiamo (un po’) di spazio di manovra.

    Secondo la ricerca di Nature Reviews Earth & Environment – una revisione della letteratura combinata con modelli climatici – infatti i prossimi anni saranno più che mai critici per il trend di regressione di ghiacci artici. Per rendere l’idea i ricercatori della University of Colorado Boulder utilizzano un’immagine: l’Artico cambierà faccia, passando da bianco a blu. Il messaggio è più che eloquente: la perdita dei ghiacci sarà tale da modificare lo stesso aspetto dell’Artico. In particolare le normali variazioni stagionali della copertura di ghiaccio, con un minimo a settembre, raggiungeranno livelli record già entro la metà del secolo.

    Artico

    La calotta glaciale della Groenlandia si è ritirata di 5000 km quadrati in quarant’anni

    di Anna Lisa Bonfranceschi

    17 Gennaio 2024

    Con livelli record in questo caso si identifica una riduzione dell’area di copertura inferiore al milione di km quadrati (oggi il minimo a settembre è di 3,3 milioni di km quadrati, ma era di oltre 5 milioni negli anni Ottanta). Ebbene, secondo le analisi dei ricercatori, queste condizioni di cosiddetto ice-free potrebbero concretizzarsi nel mese di settembre probabilmente entro il 2050, ma anche prima, già nei prossimi dieci anni, e a prescindere dagli scenari climatici. Se però più che parlare di mesi ice-free ci si limita ai giorni ice-free le condizioni potrebbero verificarsi anche diversi anni prima.

    I ricercatori sottolineano come i periodi ice-free non siano una novità nella storia geologica dell’Artico, ma sono sconosciuti in questi termini almeno da 80 mila anni. E gli effetti, aggiungono, saranno tanto maggiori – meno ghiaccio, per più mesi – quanto minori saranno le misure prese per contrastare i cambiamenti climatici, come ha spiegato in proposito dalla University of Colorado Boulder Alexandra Jahn, tra gli autori del lavoro:  “Anche se le condizioni ice-free sono inevitabili, dobbiamo comunque contenere più possibile le nostre emissioni per evitare periodi prolungati senza ghiacci”.

    Crisi climatica

    Il ghiaccio marino artico si sta riducendo a una velocità senza precedenti

    di redazione Green&Blue

    23 Febbraio 2024

    Un cambiamento così netto infatti rischia di avere ripercussioni enormi, in termini ecologici e a cascata sociali ed economici. Proprio alle conseguenze di un Artico sempre meno ghiacciato è dedicato lo studio uscito su Pnas. Si tratta di un’indagine basata su simulazioni, anche in questo caso, e relativa a come potrebbe cambiare la produttività del Mar Glaciale Artico con la progressiva scomparsa dei ghiacci. In questo modo, infatti, spiegano gli scienziati guidati da Karl Attard della University of Southern Denmark, aumenterebbe la quota di luce che raggiunge le acque, favorendo la crescita degli organismi fotosintetici. Ma i modelli elaborati dai ricercatori suggeriscono che questo potrebbe essere il caso solo per alcune regioni e non per altre. Bisogna considerare infatti l’influenza di altri fattori sulla produttività marina, per esempio la torbidità delle acque, spiegano i ricercatori, complici anche i fiumi e tutto quello che trasportano che si riversano nella zona. Sappiamo ancora poco, concludono, e quello che sappiamo non è così rincuorante, anzi. LEGGI TUTTO

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    El Niño contribuirà a temperature superiori alla norma tra marzo e maggio

    Il fenomeno meteorologico El Niño ha raggiunto il suo picco a dicembre ed è uno dei cinque più potenti mai registrati. L’allarme arriva dall’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), che prevede temperature superiori alla norma tra marzo e maggio sulle aree terrestri. El Niño “si sta gradualmente indebolendo ma continuerà ad avere un impatto sul clima globale […] LEGGI TUTTO

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    L’e-bike riduce le emissioni dell’80% rispetto all’auto elettrica

    Raggiungere la scuola di quartiere, andare a comprare il pane, arrivare fino all’edicola più vicina. Brevi spostamenti quotidiani per i quali la bicicletta (tradizionale o elettrica) è l’ideale. Lasciare l’auto (tradizionale o elettrica) in garage assicura, infatti, rilevanti benefici per l’ambiente. Lo sostiene un recente approfondimento realizzato dai ricercatori del Politecnico di Montréal, in Canada, secondo il quale una bici genera circa 10-12 grammi di emissioni di gas serra per chilometro percorso, una e-bike circa 13 grammi per chilometro, una city car elettrica circa 70 grammi. Ciò significa che si potrebbero ridurre le emissioni dall’82 all’85% preferendo le due ruote alla e-car.

    Ambiente

    A Bressanone le auto restano ferme perché si sceglie la bici

    di Jeanne Perego

    13 Novembre 2023

    Una ricerca su 4mila persone

    A conclusioni analoghe era giunto uno studio condotto nel 2021 dai ricercatori dell’Università di Oxford, nel Regno Unito. “Un modo per ridurre efficacemente e rapidamente le emissioni è quello di sostituire le auto con la bicicletta o con l’e-bike”, conferma il professor Christian Brand, uno degli autori del lavoro. “Ben il 50% dei tragitti in automobile è, infatti, inferiore a cinque chilometri e potrebbe pertanto essere facilmente effettuato sulle due ruote”. Nella loro ricerca Brand e colleghi hanno monitorato per due anni circa 4mila persone che vivono nelle città di Londra, Anversa, Barcellona, Vienna, Orebro, Roma, Zurigo. I partecipanti hanno completato degli appositi diari di viaggio, in cui hanno registrato tutti i percorsi effettuati ogni giorno. Dopo vari calcoli, è emerso che le persone che vanno abitualmente in bicicletta producono emissioni dell’84% inferiori rispetto a quelle che utilizzano altri mezzi di trasporto.Inoltre, basta passare dall’auto alla bici per un solo giorno alla settimana per ridurre le emissioni di 3,2 chili, equivalenti a quelle derivanti da 10 chilometri percorsi in auto o dall’invio di 800 e-mail.Confrontando poi il ciclo di vita di ogni modalità di viaggio (produzione, alimentazione, smaltimento del veicolo), i ricercatori hanno scoperto che le emissioni del ciclismo possono essere più di 30 volte inferiori per ogni tragitto rispetto a un’auto tradizionale e circa 10 volte inferiori rispetto all’auto elettrica.

    Mobilità

    Il Comune paga chi va al lavoro in bici: il buon esempio di Trento per la mobilità sostenibile

    di Fiammetta Cupellaro

    12 Gennaio 2024

    Più risparmio e meno traffico

    Preferire la pedalata, anche assistita, alle quattro ruote ha, inoltre, indubbi vantaggi per il portafogli. Un report realizzato da Decisio, istituto di ricerca nei settori dell’ambiente e dei trasporti, evidenzia che una famiglia con due automobili arriva a spendere, in 60 anni, oltre 370 mila euro tra acquisto e mantenimento. Se una delle due auto venisse sostituita con una e-bike si otterrebbe un risparmio di oltre 150 mila euro. 

    Fisco verde

    A Bologna il traffico rallenta e la bici elettrica si compra con il bonus

    di Antonella Donati

    24 Gennaio 2024

    Oltre all’esborso, diminuirebbe ovviamente anche la congestione stradale. Basti pensare che nelle tre città più trafficate d’Italia (Milano, Roma, Torino) la velocità media nelle ore di punta è inferiore a 25 chilometri orari, mentre nelle tre città più trafficate dei Paesi Bassi (Rotterdam, Amsterdam, Utrech), in cui la bicicletta è protagonista, la velocità nelle ore di punta è superiore ai 40 chilometri all’ora. LEGGI TUTTO