11 Settembre 2023

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consigliato per te

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    Sessantuno crolli in un anno, le scuole italiane ripartono a pezzi

    ROMA – Il ventunesimo Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza delle scuole e degli atenei spiega che da settembre 2022 allo scorso agosto, in Italia, si sono registrati 61 episodi di crolli o distacchi di intonaco. E’ un numero mai raggiunto negli ultimi sei anni, cioè da quando l’associazione ha avviato questo censimento attraverso la rassegna stampa locale. L’anno […] LEGGI TUTTO

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    La formica guerriera individuata a Siracusa è una specie invasiva che minaccia l’agricoltura

    Sono 88 i nidi di Solenopsis invicta (conosciuta anche come formica di fuoco o formica guerriera) ritrovati nelle vicinanze di Siracusa, in Sicilia. A riportarlo sono i risultati di uno studio appena pubblicato su Current Biology. Si tratta di una specie aliena per il continente europeo, appartenente alla sottofamiglia Myrmicinae e inserita nella lista delle 100 specie più invasive del mondo dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

    In passato il suo insediamento in Paesi di cui non è originaria ha avuto un impatto importante su agricoltura ed ecosistemi locali. Attraverso la costruzione dei propri formicai, infatti, può danneggiare le radici delle piante, rischiando di mettere a repentaglio intere coltivazioni. La sua puntura, inoltre, è dolorosa e irritante. Per questo motivo, nazioni come l’Australia hanno investito cifre da capogiro per la sua eradicazione, anche se, sembrerebbe, con scarsi successi: qualche mese fa il Guardian riportava infatti le critiche mosse al ministero dell’agricoltura per un intervento giudicato come non sufficientemente risolutivo.Dei Paesi nei quali si è diffusa nel corso dell’ultimo secolo, fra cui Messico, Stati Uniti, Cina, Taiwan, Australia e Caraibi, solo la Nuova Zelanda è riuscita ad eradicarla, mentre i danni dovuti alla sua presenza negli Stati Uniti sono stati quantificati nell’ordine dei sei miliardi di euro annui. Pochi giorni fa, un quotidiano giapponese ha riportato l’individuazione di una specie molto simile, la Solenopsis geminata, per la prima volta nel nordest del Giappone.

    Biodiversità

    Le specie aliene costano al Pianeta 423 miliardi di dollari all’anno

    di Cristina Nadotti

    04 Settembre 2023

    Prima del presente studio, Solenopsis invicta era stata occasionalmente identificata all’interno di prodotti importati in Spagna, Finlandia e Paesi Bassi, ma la sua stabile presenza sul continente europeo non era mai stata confermata. In base alle analisi genetiche condotte dal gruppo di ricerca guidato da Roger Vila dell’Istituto di Biologia Evolutiva (IBE) di Barcellona (Spagna), si pensa che la popolazione ritrovata nei pressi di Siracusa arrivi dalla Cina o dagli Stati Uniti. Attualmente le colonie si trovano in una zona periferica della città, ma i ricercatori ritengono che un probabile punto di ingresso possa essere stato il porto commerciale di Siracusa, anche se al momento la dinamica esatta non è ancora stata chiarita. Il gruppo di ricerca raccomanda in ogni caso di monitorare con particolare attenzione questa zona.

    “Sforzi coordinati per il rilevamento precoce e per una rapida risposta nella regione sono essenziali per gestire con successo questa nuova minaccia, prima che si diffonda in modo incontrollabile”, spiega Vila. In base ai modelli di distribuzione sviluppati durante lo studio, gli autori stimano che la specie possa in teoria colonizzare il 7% circa del continente: circa la metà delle aree urbane europee presenterebbe infatti un clima in grado di consentire l’insediamento di S. invicta. Fra queste, nello studio vengono menzionate grandi città come Barcellona, Roma, Parigi e Londra, e gli autori sottolineano in particolare l’importanza del monitoraggio di città mediterranee che si trovano vicino alla costa e che sono dotate di porti marittimi soggetti all’importazione di merci.”Il pubblico potrebbe giocare un ruolo fondamentale nell’individuazione di S. invicta, considerando che viene frequentemente ritrovata in aree urbane e adiacenti”, conclude Mattia Menchetti, ricercatore presso IBE e primo autore dello studio. “È possibile individuare queste formiche grazie alle loro punture dolorose e ai caratteristici cumuli dei loro nidi, anche se è necessaria la conferma di un esperto”. LEGGI TUTTO

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    Una gestione sostenibile delle acque è possibile grazie alla tecnologia

    “Acqua pulita” è uno dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. A 7 anni dalla scadenza, in Italia c’è ancora tanto lavoro da fare e da tempo diversi enti pubblici sensibilizzano le Istituzioni rispetto a un cambio di passo sia nel trattamento delle acque reflue, sia nella revisione degli impianti di distribuzione dell’acqua.

    Secondo i dati del SII, Servizio Idrico Integrato, la rete degli acquedotti italiani è obsoleta e il tasso di sostituzione è pari allo 0,42% annuo, mentre un valore soddisfacente dovrebbe essere del 2%. Ancora, le perdite degli impianti di distribuzione riguardano il 42% della rete contro il 20% della Francia e l’8% della Germania. Per contro, i ritardi nell’adeguamento delle fognature e dei sistemi di depurazione sono già costati al Sistema Paese diverse procedure di infrazione da parte della Comunità Europea.

    La sfida, dunque, è  duplice. Da un lato è necessario limitare le perdite degli acquedotti, dall’altro si deve intervenire con più decisione nel trattamento delle acque reflue. In entrambi i casi, la soluzione passa attraverso un maggiore impegno da parte delle istituzioni pubbliche e delle aziende, oggi possibile grazie all’utilizzo di tecnologie già disponibili e ben testate. LEGGI TUTTO

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    Global Fight to End Fossil Fuels: il 15-17 settembre la mobilitazione contro i combustibili fossili

    In tutto il mondo il 15-17 settembre si terrà il Global Fight to End Fossil Fuels, la mobilitazione internazionale per chiedere lo stop ai combustibili fossili, organizzata da grandi reti internazionali tra le quali Climate Action Network e Demand Climate Justice. Oltre 400 gli appuntamenti tra azioni, manifestazioni, cortei e sit-in previsti in ogni angolo del pianeta che vedranno coinvolti più di 700 organizzazioni, e che puntano a portare in piazza migliaia di persone.

    Una campagna che segna il riaccendersi delle manifestazioni globali per il clima, a pochi giorni dal Climate Ambition Summit delle Nazioni Unite, previsto a New York il 20 settembre, e che sembra voler cavalcare le affermazioni del Segretario Generale dell’ONU António Guterres, al centro di numerosi appelli per la lotta alla crisi climatica nei confronti dei leader mondiali.

    Le idee

    Sulla transizione è il momento di fare scelte ambiziose

    di Stefano Ciafani

    11 Settembre 2023

    Il grido d’allarme alla base della mobilitazione appare quanto mai attuale alla luce dell’estate appena trascorsa, durante la quale le popolazioni dell’intero pianeta si sono trovate a fare i conti con ondate di caldo record e fenomeni atmosferici straordinari, la cui frequenza risulta in costante aumento. Uno scenario tristemente conosciuto anche in Italia, con la penisola divisa per intere settimane a metà tra incendi devastanti e alluvioni che hanno messo alle strette interi settori economici e minacciato la sicurezza di numerose città.

    “Luglio 2023 è stato il mese più caldo mai registrato nella storia del pianeta. I disastri climatici mortali e senza precedenti che stanno devastando il mondo sembrano lasciare impassibili i soggetti colpevoli dell’inquinamento” spiega Tasneem Essop, direttrice esecutiva di Climate Action Network. “I paesi storicamente maggiormente responsabili di maggiori quantità di emissioni, come la Norvegia, il Regno Unito e gli Stati Uniti, stanno annunciando nuovi progetti sui combustibili fossili nonostante le inondazioni, gli incendi e le ondate di caldo stiano condizionando sempre più le nostre vite. Prendiamo spunto dalle recenti vittorie ottenute nella regione di Yasuni con il referendum per fermare le trivellazioni petrolifere. Quando noi, in quando popolazione, utilizziamo il nostro potere collettivamente, possiamo vincere. Vogliamo che la nostra resistenza contro i combustibili fossili mandi un messaggio forte all’industria del settore e ai suoi sostenitori: il loro tempo è scaduto”.

    Non mancano le adesioni tra le organizzazioni nostrane: diverse le azioni già annunciate e in fase di programmazione, tra le quali spiccano la partecipazione di Fridays For Future, Greenpeace, ReCommon, 6000 Sardine e Rinascimento Green, con il numero di iniziative e di soggetti coinvolti in costante aumento (qui la mappa della mobilitazione in aggiornamento).

    Le storie

    Sophia Kianni, la parola ai più giovani per il clima

    di Giacomo Talignani

    12 Maggio 2023

    “Le aziende dei combustibili fossili come Eni ricoprono un ruolo sproporzionato nei processi decisionali relativi alle politiche in ambito energetico e climatico, causando gravi danni in entrambi i settori” spiega Stephanie Brancaforte, direttrice di Rinascimento Green. Proprio Eni, multinazionale del settore energetico tra le 30 aziende più inquinanti al mondo, finanziata e controllata per il 30% dallo Stato Italiano, risulta uno dei bersagli della mobilitazione.”Dal 15 al 17 settembre scenderemo in piazza in tutta Italia ed in tutto il mondo per chiedere la fine di un sistema distruttivo e inquinante come quello del fossile, e per manifestare il nostro totale supporto alle soluzioni rappresentante dalle tecnologie rinnovabili e dall’economia circolare, strumenti in grado di produrre enormi opportunità a livello di benessere sociale ed economico. La popolazione mondiale chiede interventi concreti per contrastare il preoccupante aumento delle temperature, a partire dall’immediato stop ai sussidi ed alle agevolazioni per i combustibili fossili” conclude Brancaforte. LEGGI TUTTO

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    Scuola, dagli zaini all’alimentazione, i 10 consigli dei pediatri per il rientro

    Postura, zaini, alimentazione, gestione del tempo e dello stress: ecco i 10 consigli dei pediatri dell’Istituto per la Salute dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per aiutare genitori e figli ad affrontare il ritorno a scuola.
    Sul portale dell’Ospedale è a disposizione delle famiglie un’intera sezione dedicata alla scuola con altri suggerimenti utili e approfondimenti su temi specifici come l’inserimento dei bambini nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria.
    Ecco il decalogo del Bambino Gesù per tornare a scuola.
    1. Preparare lo zaino insieme. Una cartella leggera, resistente e ben organizzata, posizionando i libri pesanti vicino alla schiena e indossando entrambe le bretelle in modo comodo e sicuro.
    2. Incoraggiare la giusta postura: va spiegato ai bambini come sedersi dritti, appoggiati allo schienale, con le braccia sul banco, favorendo così la concentrazione e il comfort durante le lezioni.
    3.Una passeggiata per andare a scuola. Promuoviamo il movimento attraverso piacevoli attività, come camminare a scuola o giocare all’aperto, per mantenere mente e corpo attivi.
    4. Una buona alimentazione per rimanere concentrati. Bilanciare i pasti principali con spuntini sani, fornendo la giusta quantità di calorie per l’età del bambino e dell’adolescente. Uno spuntino adeguato dovrebbe fornire il 5-10% delle calorie giornaliere, dunque variare – in base all’età – tra le 80-100 calorie di un bambino di 6 anni e le 180-200 calorie di un adolescente.
    5. La gestione del tempo, tra studio e gioco. Stabilire orario fisso per i compiti a casa, prevedendo momenti di riposo, studio e attività sportive, per una routine equilibrata.
    6. Condividere le esperienze scolastiche. Mostriamo interesse per la giornata scolastica, chiedendo non solo delle lezioni ma anche delle amicizie e delle esperienze condivise, creando un dialogo familiare.
    7. Ognuno ha i suoi tempi. Notare eventuali difficoltà senza allarmarci, rispettando il ritmo di apprendimento del bambino, specialmente nella lettura e nella scrittura.
    8. Un supporto senza stress. Sostenere i ragazzi nel prendersi cura dei propri impegni senza esagerare, rendendo l’apprendimento un’esperienza gratificante, non stressante.
    9. Rispettare l’autonomia offrendo supporto e dialogo senza invadere la privacy, rispettando la loro autonomia e immagine sociale.
    10. Insieme per crescere: comunicare ai ragazzi che genitori e insegnanti lavorano insieme per comprendere e superare le difficoltà, creando un ambiente di supporto. LEGGI TUTTO

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    Il fattore umano alla base delle città intelligenti, ma servono competenze digitali

    La transizione ecologica e digitale abbraccia diversi aspetti della nostra società: la rivoluzione tecnologica e l’impegno alla decarbonizzazione hanno infatti innovato il nostro modo di vivere, dal lavoro al tempo libero, dalle relazioni sociali alla mobilità. Valorizzazione dei dati e intelligenza artificiale, digitalizzazione delle attività amministrative, auto elettriche e smart working sono solo alcuni esempi di queste profonde trasformazioni che contribuiscono a realizzare la visione delle città intelligenti, centri urbani futuristici concepiti per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti nel rispetto dell’ambiente e con una gestione efficiente delle risorse pubbliche. 

    Una realtà che riguarda soprattutto le grandi città, come Barcellona e Milano, dove si stanno sperimentando diversi progetti, tra cui modelli di MaaS (Mobility as a Service); ma che comincia a interessare anche comuni di minori dimensioni. In particolare, per quanto riguarda l’Italia, come ricorda uno studio degli Osservatori digital innovation del Politico di Milano, il 39% dei comuni al di sopra dei 15.000 abitanti ha avviato almeno un progetto di Smart City nel 2022, il 21% se si considerano tutti i comuni della Penisola. Il tema è quindi sempre più rilevante, tenendo conto anche del fatto che attualmente nel mondo la popolazione che vive in città costituisce il 55% del totale: un valore destinato a crescere, e che raggiungerà quota 70% entro la fine del 2050 secondo le previsioni dell’Onu.

    Tra tecnologia e capitale umano

    Alla base dello sviluppo delle smart city ci sono diverse applicazioni come Internet of Things (IoT), Intelligenza artificiale, Big data, Cloud computing, Digital Twin: la tecnologia è fondamentale per favorire l’efficientamento energetico e ridurre i consumi, abbattere l’inquinamento atmosferico in città e tutelare l’ambiente e la salute delle persone. Come ricorda il Politecnico di Milano, nel 2022 è cresciuto il mercato delle smart city in Italia: ha raggiunto i 900 milioni di euro, registrando un incremento del 23% rispetto al 2021. Nel tempo le amministrazioni pubbliche e le aziende hanno investito in diverse iniziative, e le quote maggiori del mercato sono rappresentate da progetti legati all’illuminazione pubblica (24%), smart mobility (21%), smart metering – vale a dire i sistemi che consentono la telelettura e la telegestione dei contatori di luce, gas, acqua – e smart building (12%). E i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza hanno contribuito a questo andamento, favorendo anche lo sviluppo di soluzioni legate all’energia (13%), come smart grid e comunità energetiche rinnovabili.

    Altro elemento importante per promuovere lo sviluppo di queste città intelligenti è la presenza di un’infrastruttura adeguata, e quindi reti abilitanti che permettono di mettere in funzione e in comunicazione gli oggetti connessi delle città del futuro. In particolare, le reti 5G favoriscono una migliore e più veloce circolazione dei dati dei vari dispositivi collegati: pensiamo ad esempio ai semafori intelligenti e alle auto connesse, che possono consentire una più efficace e moderna gestione del traffico.

    Infine, alla base della visione delle smart city ci sono le persone: non solo perché destinatarie dei benefici di questa trasformazione tecnologica ed ecologica; ma anche in termini di capitale umano, perché sono le loro competenze e intelligenze che rendono possibile questo modello urbano. In riferimento al primo punto, sono diverse le applicazioni che contribuiscono a migliorare la qualità della vita degli abitanti: pensiamo ai sensori di rilevamento e ai droni per l’analisi del rischio idro-geologico, che consentono di monitorare il territorio e rilevare situazioni potenzialmente pericolose; ancora il monitoraggio dell’ambiente, grazie a sensori e tecnologie che permettono di misurare l’inquinamento acustico e valutare la qualità dell’aria nelle città.

    Per quanto riguarda l’importanza del fattore umano, la mancanza di competenze adeguate rappresenta una delle barriere per lo sviluppo di smart city in Italia. Secondo i dati del Politecnico, tra il 2021 e il 2022 questo problema riguardava il 47% dei comuni. Un ostacolo che comprende anche la penuria di professionisti ed esperti nell’analisi dei dati raccolti con i dispositivi connessi. Una situazione che è però in miglioramento: l’anno scorso nell’ambito della valorizzazione dei dati da parte dei comuni, sono diminuiti i problemi legati alla mancanza di competenze (-22 punti percentuali rispetto al 2021), alla comprensione del valore generato (-20 p.p.) e alla carenza di adeguati sistemi digitali (-27 p.p.).

    Più in generale, il problema del digital divide e della scarsità di specialisti Ict è ben evidenziata anche dall’indice Desi della Commissione europea, che riassume gli indicatori delle prestazioni digitali dei Paesi Ue: l’Italia si piazza al 18° posto su 27, e siamo in difficoltà proprio sulla dimensione del capitale umano. Da un lato, per quanto riguarda il divario digitale – che può dipendere dalla mancanza di infrastrutture e dotazioni, ma anche dall’assenza di conoscenze informatiche – solo il 46% delle persone possiede almeno competenze digitali di base, un dato inferiore alla media Ue che è del 54%; dall’altro, i laureati in discipline Ict (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) sono ancora pochi: la quota di persone che ha preso un titolo di studio universitario in queste discipline rispetto al totale di laureati è dell’1,4%, il valore più basso registrato nell’Unione europea. In più, continua lo studio, nel mercato del lavoro la percentuale di specialisti Ict è pari al 3,8 % dell’occupazione totale, ancora al di sotto della media Ue (4,5 %).

    Il rafforzamento delle competenze digitali di base è fondamentale per consentire un’ampia partecipazione della popolazione all’economia e ai servizi digitali delle smart city. Come è prioritario garantire la sicurezza dei dati dei cittadini, che vengono raccolti e analizzati per offrire quei servizi e progettare migliori spazi urbani. LEGGI TUTTO

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    Planter, l’app che ti aiuta a scegliere la dieta vegana

    In un momento storico in cui l’alimentazione vegetale si sta affermando – oltre che come scelta personale etica e legata alla salute – come una soluzione chiave per affrontare le sfide ambientali e promuovere una migliore qualità della vita nasce Planter, un’applicazione per iOS e Android che promette di semplificare questa scelta alimentare e renderla accessibile a tutti, attraverso la pianificazione di menù settimanali bilanciati, soddisfacenti e con ricette 100% vegetali.

    “Il nostro obiettivo era creare un’applicazione che rendesse l’alimentazione vegetale più accessibile e appagante per tutti” racconta Carlotta Perego, fondatrice di Cucina Botanica e ideatrice della piattaforma insieme a Silvia Goggi, laureata in medicina con specializzazione in scienza dell’alimentazione, molto nota in Italia nell’ambito dell’alimentazione vegetale. La loro missione va oltre la semplice creazione di un’applicazione: insieme, Perego e Goggi mirano nel loro piccolo a promuovere un futuro in cui l’alimentazione vegetale sia la nuova norma quotidiana. L’idea è ambiziosa ma il piano ben definito: la seconda è responsabile dello sviluppo scientifico del progetto mentre Perego si dedica alla componente culinaria e creativa. LEGGI TUTTO

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    Rododendro: i consigli per far crescere la pianta rigogliosa

    Il rododendro è una pianta che fa parte della famiglia delle Ericaceae. Il significato del suo nome è albero delle rose, dal greco rhodon (rosa) e dendron (albero). Sembra che fosse già conosciuta intorno al ‘500 ma si dovrà aspettare l’800 perché giunga in Europa. George Forrest, facente parte della Royal Horticultural Society e ne identificò diverse.È un fiore molto fragile, che necessita di condizioni ambientali particolari ed è quello che viene regalato di solito per le dichiarazioni d’amore. Sono presenti circa 800 varietà di rododendro. Ci sono alberi con foglie persistenti o caduche, arbusti piccoli o alti fino a 30 metri. In questo gruppo sono presenti anche le azalee.I fiori possono essere di forma piatta, a imbuto, a campanula mentre hanno colori che vanno dal bianco, alla lavanda, al rosa, all’arancione. Si possono presentare singoli oppure presentarsi in gruppi, arrivando anche a 20 cm di grandezza.

    Coltivazione ed esposizione

    Il rododendro è una pianta di montagna e l’ambiente in cui deve essere coltivato deve essere umido e fresco. Il terreno dove piantarlo deve essere privo di calcio, ben sciolto e acido. Quello perfetto è il terreno che si trova in alta montagna. A primavera per favorire la fioritura, che si svolgerà in periodi particolari dell’anno, va unito del concime a seconda della specie di appartenenza.La pianta ha bisogno di ombra e semi ombra perché non sopporta i raggi diretti del sole. Se ci si trova al di sopra degli 800 metri di altitudine, si potrà tranquillamente posizionarla in un luogo soleggiato. A seconda della specie, cambiano anche le temperature preferite: ad alcune piacciono quelle fredde, ad altre quelle calde. L’umidità invece deve rimanere sempre costante. La pianta va nebulizzata sempre, utilizzando preferibilmente dell’acqua non calcarea.Per non sbagliare, si può raccogliere l’acqua piovana. Oltre ai giardini, alcune tipologie possono essere anche coltivate nei vasi, ma la scelta va fatta correttamente. Si possono scegliere gli ibridi, che di solito sono piccoli e realizzano delle meravigliose fioriture. È necessario scegliere con molta attenzione dove collocarla, la qualità del terriccio e la temperatura. 

    Coltivazione in vaso

    Per la propagazione del rododendro il modo che è senza alcun dubbio migliore è sicuramente quello del taleaggio, che si effettua, prelevando in tarda primavera (giugno) alcune porzioni di rami dell’anno passato che abbiano una lunghezza di circa 8-10 centimetri. Bisogna svolgere il taglio, utilizzando una cesoia che sia molto affilata e che abbia delle lame che siano state in precedenza sterilizzate e si può immergere la talea in una soluzione composta da acqua ed ormoni radicanti, in modo da favorire l’emissione delle radici avventizie.Questa tipologia di prodotti può essere facilmente trovata nei negozi che si occupano di giardinaggio. La talea deve essere posta in vaso che abbia un substrato composto sia da terriccio sabbioso che da torba e deve essere mantenuta lontana dal sole diretto e in condizioni di umidità fino a che non si sia completata la radicazione. In seguito, può essere effettuato il trapianto o in vaso o in terra. La moltiplicazione per seme del rododendro può essere fatta ma è sconsigliata per almeno due motivi. Il primo è che per vedere questi esemplari fiorire, è necessario aspettare molti anni.  Mentre la seconda è che con la ricombinazione genetica c’è sempre una grande imprevedibilità riguardo alle caratteristiche delle piante che si riusciranno a ottenere.La coltivazione in vaso delle piante di rododendro dovrebbe avere un rinvaso effettuato ogni uno o due anni, occupandosi di sostituire ogni volta il contenitore precedente con uno di dimensioni più grandi ed arricchendo il terreno con una sostanza organica a reazione acida (aghi di pino, torba …). Le piante di rododendro anche se molto eleganti e belle, non sono fra le tipologie più semplici da coltivare perché necessitano di particolari attenzioni e cure. Tuttavia, conoscendo qualche trucchetto si possono far crescere piante rigogliose e molto belle. 

    Il terreno e la concimazione

    Come altre piante appartenenti alla famiglia delle ericacee, la maggior parte delle specie di rododendro preferisce terreni acidi con un PH preferibilmente compreso fra 4.5 e 5.5 circa. Il rododendro cresce bene in suoli molto ricchi di fertili, sostanza organica e drenati bene, se il terreno dove si vuole collocare una pianta avesse un pH neutro/alcalino è assolutamente necessario scavare una buca e porre sul fondo del tessuto non tessuto, riempiendola con del terriccio che sia indicato per piante acidofile oppure un misto di terriccio universale, corteccia di pino compostata, terra di castagno, o aghi di conifere. Gli stessi substrati devono essere usati per le piante di rododendro che vengano coltivate in vaso. La selezione da parte dell’uomo ha portato all’ottenimento di alcune varietà di piante di rododendro che tollerano in modo migliore il terreno calcareo e con pH neutro-alcalini (sino a 7.5). Ogni anno, prima che avvenga la stagione vegetativa, il terreno deve essere arricchito ponendo della torba fresca in modo sia da apportare sostanza organica, che di mantenere il pH acido. Nel periodo vegetativo (che avviene da aprile a ottobre) queste piante devono essere concimate usando un fertilizzante adatto a questa tipologia di pianta. Sono molto comodi i formulati liquidi, da diluire nell’acqua usata per le innaffiature e da utilizzare con cadenza bi- o trisettimanale, oppure i concimi granulari a lenta cessione da mettere ogni tre o quattro mesi. 

    La fioritura

    Le specie asiatiche di rododendro sono maggiormente indicate per i giardini perché hanno una fioritura abbondante. I fiori del rododendro presentano una forma ad imbuto con petali ondulati e lisci. In molti casi il rododendro come l’azalea, fiorisce durante il mese di maggio in piena primavera, e spesso coincide con la Festa della Mamma. 

    Cura e potatura

    Le annaffiature devono essere svolte regolarmente dalla stagione primaverile a quella estiva e poi diminuite durante quella autunnale e invernale. Devono essere effettuate in modo abbondante, prestando attenzione ai ristagni, che potrebbero causare dei danneggiamenti alle radici. A tal proposito, nel momento in cui viene fatta la messa a dimora, è un’ottima idea stendere uno strato di ghiaia e sassi, in modo da rendere più facile il drenaggio. Solo nel periodo primaverile va svolta la potatura poiché il freddo potrebbe far gelare la pianta. Va fatta con cura, eliminando il meno possibile e provando a far rimanere inalterata la forma della pianta. 

    Il significato

    Il rododendro è considerato il re degli arbusti tra le piante da fiore sempreverdi collocate nei paesaggi temperati. Simboleggia l’eleganza, la temperanza in virtù della moderazione e la bellezza. Nel linguaggio dei fiori, viene indicato come un fiore che invita ad avere cautela in vista di possibili insidie, questo a causa della tossicità di alcune varietà di rododendro. Per i loro potenti poteri di protezione, soprattutto delle abitazioni, i rododendri venivano utilizzati in incantesimi magici e rituali antichi. LEGGI TUTTO