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Via libera al nuovo regolamento per gli imballaggi in plastica nella Ue

Il Parlamento europeo ha dato il via libera alle nuove misure sugli imballaggi per renderli più sostenibili e ridurre i rifiuti nell’Ue. Il regolamento, approvato in via definitiva con 476 voti favorevoli, 129 contrari e 24 astensioni, intende affrontare il crescente problema dei rifiuti da imballaggi, uniformare le leggi del mercato interno e promuovere l’economia circolare. Le norme, frutto di un accordo con il Consiglio, comprendono obiettivi di riduzione degli imballaggi (del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040) e impongono ai Paesi Ue di ridurre in particolare i rifiuti di imballaggio in plastica. Dalle coppette in plastica per ketchup e maionese alle confezioni monouso per frutta e verdura sono diversi i prodotti che ora il Parlamento europeo considera fuori legge. L’accordo appena votato prevede che tutti gli imballaggi siano riciclabili o riutilizzabili, riducendo al minimo quelli superflui e la presenza di sostanze nocive. Si punta anche sul miglioramento della raccolta differenziata per incentivare il mercato delle materie prime secondarie.

Rifiuti

Imballaggi da riutilizzare, il nuovo regolamento Ue che non piace all’Italia

25 Ottobre 2023

Nata con l’obiettivo di ridurre i rifiuti da packaging, la nuova legge non solo pone obiettivi ai Paesi membri, ma indica la strada da seguire per il futuro. Per l’Italia, che manda al riciclo il 71,5% dei rifiuti (dati Conai 2022), sarà una strada diversa da quella intrapresa. Stravolgerà anni di raccolta differenziata e il packaging agroalimentare, con abitudini da cambiare e nuovi costi da sostenere. Stride il fatto che l’Italia sia la leader indiscussa del riciclo mentre la norma europea punta al riutilizzo. Per intenderci, il riuso prevede che l’imballaggio sia lavato e utilizzato nuovamente; il riciclo invece preleva la plastica per darle nuova vita. “Abbiamo tentato in ogni sede di far comprendere quanto il riciclo sia una componente essenziale della filiera produttiva italiana, soprattutto nel settore ortofrutticolo, perché l’Italia è una eccellenza europea in questi processi. Ma si è scelto con testardaggine di andare verso il riutilizzo” ha commentato l’eurodeputato Giuseppe Ferrandino (Renew).

Era infatti stata proprio questa particolare misura sul packaging per l’ortofrutta a destare la maggior preoccupazione, anche se il provvedimento ha ricadute su tutti i settori economici che utilizzano imballaggi, praticamente tutti se pensiamo a tutto ciò che nella nostra vita quotidiana troviamo imballato.  Ma c’è chi sostiene che il nostro motore economico e produttivo non sarà messo in ginocchio tanto facilmente, perché attraverso le deroghe, “siamo riusciti a ottenere meccanismi di premialità per i Paesi che raggiungono risultati importanti nel riciclo” ha dichiarato l’europarlamentare Massimiliano Salini (PPE). “Abbiamo evitato il rischio di ricadute enormi anche in termini di investimenti necessari alla riconversione di filiere produttive e alla creazione di nuove infrastrutture, come quelle necessarie a far funzionare i sistemi di riuso” ha ribadito l’eurodeputata Patrizia Toia (S&D).

Secondo le nuove norme, entro il 2029, gli Stati membri dovranno garantire la raccolta differenziata di almeno il 90% annuo delle bottiglie di plastica monouso e dei contenitori per bevande in metallo.

Riciclo

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Riduzione e divieti

L’accordo fissa obiettivi di riduzione dei rifiuti da imballaggio, rispetto alle quantità del 2018: 5% entro il 2030, 10% entro il 2035 e 15% entro il 2040. Tutti i divieti entreranno in vigore dal 2030 e si applicheranno soltanto agli imballaggi in plastica monouso utilizzate per: – confezioni multiple di bevande al punto vendita (per esempio: confezione da 6 di acqua e latte); – imballare frutta e verdura sotto 1,5 kg; – il consumo di bevande e alimenti in loco; – condimenti, salse e conserve consumati in bar e ristoranti; – prodotti di cosmetica e igiene negli alberghi; – buste ultraleggere, salvo se necessarie per ragioni di igiene o per cibo sfuso, come carne cruda, pesce o prodotti lattiero-caseari.

Deroghe per i divieti

I divieti non varranno se la plastica è compostabile e può essere correttamente raccolta e smaltita con i rifiuti organici. Una deroga è ammessa per la frutta e verdure trasformate, e nei casi in cui l’imballaggio è considerato dallo Stato membro necessario per evitare perdite di acqua, di turgore, shock fisici, ossidazione. Altri divieti, come quelli per i film in plastica per imballare le valigie negli aeroporti e per i piccoli pezzi in polistirene usati per proteggere certi prodotti durante il trasporto, sono aggiunti alla Direttiva plastica monouso attraverso una modifica mirata. Si introduce la definizione di imballaggio composito, in base alla quale un imballaggio fatto dal 95% e più di carta, sarà considerato di carta ai fini del Regolamento (e dunque escluso dai divieti).

Obblighi di riuso

Tutti gli imballaggi per il trasporto saranno soggetti a certi obblighi di riuso al 2030 (obbligatori) e al 2040 (indicativi). Da questi obblighi sono esclusi: – il cartone, il trasporto di beni pericolosi, i grandi macchinari e gli imballaggi flessibili a contatto con gli alimenti. Gli obblighi di riuso per cibo e bevande da asporto sono stati rimossi e sostituiti da due clausole: – che l’esercente accetti di fornire cibo e bevande nel contenitore eventualmente portato dal consumatore, sul modello tedesco; – che l’esercente offra al consumatore l’opzione di fornire cibo e bevande in contenitori riutilizzabili e che, attraverso questa offerta, ambisca a fornire il 10% di contenitori riutilizzabili entro il 2030. Gli obblighi di riuso per i contenitori per bevande pre-imbottigliate sono stati concordati per il 2030 (obbligatori) e il 2040 (indicativi) con le seguenti esclusioni: – bevande altamente deperibili, latte e i suoi derivati, vini, altre bevande alcoliche.

Deroghe per il riuso

Gli Stati membri possono derogare agli obblighi di riuso se: – si prevede che raggiungano e superino del 5% gli obiettivi di riciclo di un materiale da imballaggio al 2025; – sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di prevenzione dei rifiuti e possono dimostrare di aver ridotto, entro il 2028, di almeno il 3% i rifiuti rispetto al 2018; – l’operatore economico ha stilato un piano di prevenzione e riciclo dei rifiuti che contribuisca al raggiungimento degli obiettivi di prevenzione e riciclo dei rifiuti. Ulteriori deroghe previste dalla proposta: – per le microimprese; – per gli operatori con superficie di vendita inferiore a 100 mq; – per gli operatori che immettono sul mercato di uno Stato membro meno di 1.000 kg di imballaggi per anno.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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