in

Tecnologia e innovazione preziosi alleati per la natura selvatica

Il World Wildlife Day, la giornata mondiale della natura selvatica, ogni anno, a marzo, cerca di puntare i riflettori su un tema particolarmente significativo per celebrare la bellezza e la diversità della vita selvatica. Obiettivo sensibilizzare l’opinione pubblica su quelle minacce che mettono in pericolo natura ed ecosistemi in tutto il mondo ma anche, ove possibile, raccontare quegli alleati che possono dare una mano in questa grande sfida.

Nel 2024 il focus del World Wildlife Day è proprio su uno di questi “alleati”, cioè su come la tecnologia e l’innovazione digitale possono dare un contributo prezioso alla conservazione della biodiversità e alla sua conoscenza. Nel dossier “Natura selvatica a rischio in Italia ed. 2024” elaborato da Legambiente in occasione di questa ricorrenza, raccontiamo alcune storie protagoniste di questa narrazione: otto esperienze pilota di innovazione, lungimiranza, visione di una tecnologia che può essere amica se ben indirizzata.

Solo per citarne alcune si va dall’app marine ranger con cui oltre 3mila utenti hanno segnalato 723 delfini nel Mediterraneo ai droni sentinelle per monitorare i tratti di costa dove nidifica la tartaruga Caretta caretta per arrivare all’app Life Sea.Net sviluppata nell’ambito del progetto Sea.Net (cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea che ha l’obiettivo di migliorare la gestione dei siti marini della Rete Natura 2000, il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, e diffondere la conoscenza del ruolo che questa ha nella conservazione della biodiversità marina).

Scaricando l’applicazione dai principali store digitali, è possibile supportare la ricerca scientifica e le attività di monitoraggio segnalando la presenza o gli avvistamenti delle otto specie target di progetto, tutte sottoposte a minacce di diverso tipo, semplicemente scattando una foto ed inviandola unitamente alle coordinate con il proprio smartphone: il corallo rosso, la cicala grande, il dattero di mare, la patella ferruginea, la posidonia oceanica, il riccio diadema, la tartaruga marina Caretta caretta, il tursiope. E questo oltre alla possibilità di visualizzare schede di approfondimento dando la possibilità di conoscerle meglio. Si tratta di uno degli esempi di Citizen Science, cioè della scienza che si avvale del contributo della cittadinanza e di un vasto pubblico non necessariamente specializzato, che si aggiunge agli altri citati nel report che riguardano i cetacei marini, i carnivori come la puzzola e la donnola, la biodiversità urbana.

Accanto all’impegno dei cittadini, è importante anche quello di legislatori e decisori politici. La nostra Costituzione, aggiornata nel 2022, ci ricorda che la tutela degli ecosistemi, della biodiversità e degli animali è nell’interesse della nazione e delle future generazioni. Per questo motivo è importante mettere in campo processi partecipativi che coinvolgano territori e comunità locali anche per controbilanciare i tanti provvedimenti parlamentari e governativi, atti di comuni, regioni e province autonome che stanno portando indietro la lancetta dell’orologio della tutela delle specie a rischio, allontanando il Paese dagli obiettivi al 2030 della Strategia Europea per la Biodiversità.

Questo si può e deve fare sia accelerando il passo nella creazione di più aree protette, sia realizzando strategie di mitigazione e adattamento per il cambiamento climatico che sempre più è collegato al fenomeno della perdita di biodiversità e, infine, realizzando e aggiornando piani d’azione per le specie e gli ecosistemi a rischio. La lotta per la conservazione della vita selvatica è infatti una causa globale che richiede l’impegno di tutti. Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere nel proteggere le specie in pericolo e nell’assicurare un futuro sostenibile per il nostro pianeta.

Stefano Raimondi è responsabile nazionale biodiversità di Legambiente


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


Tagcloud:

Silicio riciclato per batterie al litio meno costose: il brevetto ENEA

L’e-bike riduce le emissioni dell’80% rispetto all’auto elettrica