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Se c’è posto nel rifugio di montagna ora te lo dice il portale dell’escursionista

La Via Francigena, l’Alta Via delle Dolomiti, la via degli Dei, il Cammino dei Borghi Silenti. Da Nord a Sud, l’Italia è un paese da scoprire a piedi lungo antichi itinerari religiosi, trekking in alta quota, vecchie rotte commerciali o linee ferroviarie dismesse. E se non c’è dubbio che la vacanza camminando è uno stile di vita e cresce in tutta Europa la tendenza a trascorrere il proprio tempo libero vivendo il contatto con la natura, c’è un problema pratico che accomuna gli appassionati di questo tipo di turismo: l’accoglienza. Se ne parla da anni: l’accoglienza in montagna e lungo i percorsi di trekking va ripensata considerando le nuove necessità e i cambiamenti climatici. Considerando anche che non si tratta più di un turismo di nicchia: nel 2022 secondo la sesta edizione di “Italia Paese di cammini”  il passaggio dei camminatori ha richiesto almeno un milione di pernottamenti documentati. Ad affrontare la questione ci sta pensando il Club Alpino Italiano che sta lavorando al Portale Cai dell’Escursionista, con il supporto del Ministero del Turismo, una sorta di Booking.com per camminatori, alpinisti, semplici escursionisti che potranno finalmente individuare rifugi e strutture ricettive dove pernottare. Lungo sentieri, mulattiere, vie alpinistiche.

Sì, perché se i posti letto solo nei rifugi sono oltre 20mila (senza contare i bivacchi), fino adesso spesso rimangono vuoti. Tranne ad agosto. Ora con il portale prenotazionerifugi.cai.it sarà più semplice arrivare alla fine di una tappa e avere la certezza che ci sia un posto dove riposare, scaldarsi, mangiare. “Ma non solo quelli lungo l’arco alpino, perché il portale segnerà tutti i cammini da Nord a Sud – tiene a sottolineare Antonio Montani, presidente nazionale del Cai che lavora al progetto da sette anni – ormai era rimasta solo l’Italia a non avere una piattaforma dedicata agli escursionisti, ce l’hanno già in Austria, Svizzera e Germania. C’era molta pressione soprattutto dalle nostre sezioni dell’Alto Adige. Perché allora ci abbiamo messo così tanto tempo? Il loro sistema non andava bene per il nostro tipo di turismo. Così ne abbiamo studiato uno adatto per chi sceglie i percorsi italiani. Sarà pronto entro l’estate e sarà il primo gestionale online a consentire la prenotazione dei singoli posti letto, non delle camere”. Altra novità: la traduzione nelle altre lingue sarà automatica.

Antonio Montani, presidente nazionale Cai 

La mappa dell’accoglienza: come funziona

L’idea è semplice: il Cai ha inserito online nella piattaforma tutti i percorsi esistenti nel Catasto nazionale dei sentieri, circa 125mila chilometri (“ma entro l’anno saliranno a 160 mila”) intrecciandoli sia con i 350 rifugi già gestiti dal Club Alpino Italiano, sia con le 300 strutture che hanno aderito al Sentiero Italia. Un itinerario di 8 mila chilometri che attraversa l’intera Penisola abbracciando montagne, valli e pianure, città d’arte e piccoli borghi nascosti, un’idea nata con il supporto delle numerosi sezioni sempre del Club. Quindi tutto pronto, si può partire? “Siamo in attesa che arrivino le adesioni alla piattaforma, perché non possiamo sostituirci ai gestori – spiega Montani – ma già in molti hanno aderito. È chiaro che possono partecipare non solo i proprietari di rifugi, ma anche di B&B, baite, pensioni, campeggi se mettono a disposizione spazi per gli escursionisti, conventi molti dei quali già offrono accoglienza. Insomma, tutte quelle strutture che si trovano lungo le tappe frequentate dai camminatori. Sia chiaro che non si tratta di un portale aperto a chi arriva in macchina o in moto, è solo per i camminatori disposti anche a condividere la stanza”.

Dormire a duemila metri in un rifugio 

 Facile il sistema anche per l’utente: al momento non c’è ancora l’app, ma ci si collega al sito, si effettua una ricerca per cammino navigando sulla mappa dove compariranno le strutture ricettive, oppure direttamente per nome del rifugio. Una volta individuato l’itinerario, con un solo clic il sistema individua le strutture dove fermarsi per ogni singola tappa. A quel punto di può prenotare pagando una caparra con carta di credito o bonifico. Gli importi saranno accreditati con una commissione del 3,45%. Il portale segnala poi se nel rifugio o baita ci sono a disposizione guide, possibilità di fare escursioni alternative, sport.  

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I trekking e l’overtourism

Ma l’obiettivo del portale dell’escursionista non è solo quello della prenotazione. “Sarebbe riduttivo, anche se importantissimo per questo tipo di turismo, perché trovarsi alla fine di una tappa di 20-25 chilometri percorsa a piedi senza un alloggio è complicato – spiega ancora montani – ma con il portale vogliamo anche far conoscere itinerari poco frequentati, ma bellissimi che ci sono soprattutto al Sud. Oggi assistiamo in estate ad un sovraffollamento dei sentieri delle Dolomiti, ma ci sono trekking altrettanto belli lungo l’arco appenninico centrale e meridionale, in Calabria, in Sicilia, in Sardegna. Basta farli conoscere. Non possiamo più assistere ai pullman che portano sul sentiero verso le Tre Cime di Lavaredo turisti appena sbarcati dalle navi da crociera a Venezia. L’overtourism in agosto è un grave problema anche in montagna, così come lo sono le piste da sci in alcune località sulle Alpi. Perché non far conoscere anche attività alternative?”

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E poi ricordiamoci che la vacanza camminando dura tutta l’anno. “Ci sono percorsi invernali che pochi frequentano, oppure ancora abbandonati. Si possono sistemare, oppure crearne di nuovi, dando slancio ad un’economia di montagna che è in sofferenza – ricorda il presidente del Cai – Ci sono borghi sulle Alpi che hanno scelto di non vivere solo di sci, che offrono passeggiate con le ciaspole, oppure con le racchette da neve, che appassionano sempre più anche i giovani”.

A volte può accadere l’inaspettato e dire no allo sci come è accaduto in alcune località che hanno rifiutato i soldi per gli impianti di risalita scegliendo un turismo rispettoso dell’identità culturale ed economica della propria valle. “Si può fare – esorta Antonio Montani – l’escursionismo può essere una valida alternativa. Va però ripensata l’accoglienza in modo da svincolare le località montane da un turismo ancora troppo legato allo sci. Anche perché dobbiamo affrontare una questione enorme come il cambiamento climatico: non dimentichiamoci le temperature in alta quota sono già salite. Ma perché invece di finanziare un impianto per l’innevamento artificiale su una delle tante località dell’Appennino dove la neve ormai scarseggia (un sistema ormai insostenibile dal punto di vista sia economico che ambientale), non si utilizzano quei fondi per risistemare vecchi percorsi, magari abbandonati. Noi del Cai siamo convinti che la vacanza lenta, camminando, può rappresentare una risorsa per lo sviluppo dei territori montani. Spesso è un cammino ad aver impresso una svolta ad un’intera comunità, a dare un’opportunità. È accaduto in Corsica”. 

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In effetti, la traversata della Corsica il Grande Randoneé 20 (noto come GR20) fino a qualche anno fa veniva affrontato in completa autonomia da parte dell’escursionista che doveva intraprendere il cammino portando tende e acqua. “Oggi ad ogni tappa del GR20 ci sono strutture per l’accoglienza. C’è voluta un’idea, un percorso, un cammino a generare un’economia di quei luoghi di montagna: diverse famiglie hanno aperto un’attività e si prendono cura del territorio, generando effetti positivi. Vogliamo innescare meccanismi positivi anche da noi. Il portale può essere una tappa”. 


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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