in

Nelle Marche nasce l’acquedotto antisismico: “Progetto apripista per colmare gravi lacune”

Per preservare una risorsa essenziale come l’acqua c’è bisogno di infrastrutture efficienti. E in Italia, territorio dove i terremoti sono frequenti e diffusi, la realizzazione di acquedotti antisismici è un tassello indispensabile per assicurare al Paese una distribuzione capillare e senza sprechi delle risorse idriche. È con questa premessa che la presentazione del nuovo “Anello Acquedottistico Antisismico dei Sibillini”, fatta oggi a Roma con un convegno che si è tenuto all’università La Sapienza, è diventata occasione per riflettere sulla prevenzione in generale e su quanto si sta realizzando nei Sibillini. 

L’opera servirà il territorio delle province di Macerata, Fermo, Ascoli Piceno e una porzione di quella di Ancona. Si tratta del rifacimento dell’acquedotto del Pescara, fatto a pezzi in più riprese nel corso dei terremoti del 2016-2017, oltre che nei precedenti, e sempre rifatto alla meglio, con interconnessioni in altre aree. L’acquedotto servirà 134 comuni marchigiani in 4 delle 5 province coprendo una superficie di quasi 5mila km2 per un bacino di 778mila cittadini, poco meno di metà popolazione regionale. I finanziamenti arrivano inizialmente dalla norma sugli invasi e gli acquedotti in Legge di Bilancio 2018, a carico del Ministero delle Infrastrutture nel dopo terremoto del 2016, e ora beneficia anche di risorse dal PNRR e dal “Fondo per l’avvio di opere indifferibili”. 

Al convegno di presentazione dell’opera hanno partecipato alcuni tra i maggiori esperti del settore, insieme a Fabrizio Curcio, capo Dipartimento Protezione Civiledetto. Erasmo D’Angelis, presidente della Fondazione Earth Water Agenda, sottolinea: “C’è un vuoto da colmare: quello della sicurezza delle infrastrutture idriche in zone sismiche. È un vuoto legislativo assurdo in un Paese sismico con le aree più rischiose, la Zona 1 a sismicità alta che comprendono 708 comuni, e la zona 2 a sismicità medio-alta che ne comprende altri 2.345, e con il resto dell’Italia che subisce i contraccolpi degli scivolamenti a valle di frane e smottamenti, che fanno rotolare anche reti di acquedotto e impianti di sollevamento e spinta che sono le prime ad essere colpite da un terremoto, e le ultime ad essere ricostruite”.

A proposito dell'”Anello Acquedottistico Antisismico dei Sibillini”, D’Angelis osserva che si tratta di “un progetto apripista in Italia, dal valore di circa 500 milioni di euro, per un totale di estensione di reti tra completamento di schemi e interconnessioni tra i sistemi idrici del centro-sud della regione per quasi 300 km. Per la prima volta in Italia – dice il presidente di Ewa – le progettazioni della rete idrica in una zona sismica sono sorrette dall’inserimento di materiali, di tecniche di costruzione e di tecnologie di monitoraggio che permetteranno di far fronte a botte sismiche future in territori dove i terremoti provocarono anche sconvolgimenti idrologici, con scomparse di falde sotterranee e portate dei corsi d’acqua deviate o ridotte drasticamente – in alcuni casi, anche da 350 litri al secondo ad appena 85 o anche a zero – , e dove oggi la crisi climatica, che colpisce con l’assenza di neve e corsi d’acqua la cui portata sembra quella estiva, impone sistemi di interconnessione e razionalizzazione delle risorse idriche, permettendo scambi di risorsa tra aree nei momenti di crisi e l’individuazione di nuove fonti di approvvigionamento anche dal riuso. Tutta le rete di condotte sarà digitalizzata e un sistema di controllo avanzato e a distanza permetterà il suo controllo attraverso piattaforme con sistemi informatici, sensori, la topografica di precisione con laser scanner e georadar. Un bel messaggio per l’intero Paese”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


Tagcloud:

L’albero europeo dell’anno è un faggio nel giardino botanico di Wroclaw

Il Nobel per l’acqua Andrea Rinaldo: “Il mondo muore di sete, ma a fine secolo Venezia sarà sommersa dal mare”