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L’evoluzione in atto: da smart cities a città collaborative

La popolazione mondiale si addensa sempre più nelle città. Nello spazio urbano però le disuguaglianze si acuiscono: le città generano ricchezza, ma è qui che i cittadini più vulnerabili vivono spesso in condizioni di maggiore marginalità. Senza alloggi adeguati, acqua potabile, cibo sano. Proprio all’interno del tessuto urbano si possono però ricavare soluzioni per sanare le disparità che le città creano. Il passaggio dalle smart cities alle città collaborative ed ecosostenibili, focalizzate sulla partecipazione attiva tra cittadini, istituzioni e terzo settore, potrebbe costituire il modello al quale guardare in futuro per la costruzione di comunità urbane più eque e autosufficienti.

Le tendenze delle città del futuro

Dallo Smart City Expo World Congress 2023 sono emerse nuove tendenze che, si prevede, modelleranno le città nell’imminente futuro. Innanzitutto, le città stanno acquisendo sempre più un ruolo di leadership all’interno del contesto mondiale per affrontare la crisi climatica, enfatizzando la collaborazione per obiettivi condivisi. Dopo la pandemia sembra diffondersi sempre più l’idea che il modello economico debba cambiare, puntando, ad esempio, sulla blue economy, sull’innovazione e sull’industria 4.0. Sfide che richiedono una collaborazione sempre più attiva tra le amministrazioni, le aziende e i cittadini. Un ruolo centrale sarà svolto anche dall’intelligenza artificiale. L’accento nella pianificazione urbana non sarà però posta solo sul potenziale innovativo.

Le implicazioni etiche

L’accordo dell’Unione europea per regolamentare l’IA riflette infatti una crescente consapevolezza della necessità di standard etici nelle applicazioni di IA nella pianificazione urbana e nella risoluzione di problemi. Tra le innovazioni le città non dimenticano il metaverso e i digital twin. Queste tecnologie stanno infatti offrendo sempre più informazioni accurate in tempo reale. Anche qui però occorre lavorare per rafforzare la sicurezza, dalla privacy dei dati all’inclusività. Nel 2024 inoltre, per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, l’innovazione nella mobilità urbana si concentrerà sulla riduzione delle emissioni di gas serra legate ai trasporti. Investimenti e politiche continueranno a favorire veicoli a energia alternativa, trasporti pubblici e logistica urbana a zero emissioni.

Le intersezioni tra tecnologia e sostenibilità ambientale

Di pari passo la questione del verde urbano. La consapevolezza che gli spazi verdi favoriscano la salute mentale e fisica è sempre più radicata, soprattutto dopo i picchi di calore registrati nell’ultimo anno: le città mirano così a ridurre l’inquinamento atmosferico, contrastare l’effetto “isola di calore” e alleviare l’eco-ansia aumentando la copertura verde.

L’efficientamento degli edifici è un altro pilastro sul quale si reggono le città collaborative, con un ruolo centrale del cittadino che va incluso nella progettazione e nella gestione degli spazi urbani, partendo dalle abitazioni. Un’altra sfida imminente è quella della scarsità dell’acqua. La gestione sostenibile dell’acqua urbana sarà così al centro di nuove politiche antispreco ma anche di innovazioni che potranno fornire nuove soluzioni. Il rischio idrico chiama a sé la necessità di puntare sulla blue economy, in crescita in molte città. Un’altra trasformazione, infine, è il possibile utilizzo della tecnologia per sedare e anticipare conflitti urbani. Insomma, senza essere troppo utopistici, nel nuovo modello bisogna, per citare Italo Calvino e le sue Città invisibili, “cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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