in

Le acque sotterranee stanno diminuendo, ma possiamo fare qualcosa per evitarlo

C’è sempre meno acqua anche sotto terra. Uno dei più grossi studi mai portati a termine sui dati di monitoraggio delle acque sotterranee, appena pubblicato dalla rivista Nature, è arrivato alla conclusione che in buona parte del mondo il tasso di esaurimento è aumentato nel corso degli ultimi decenni, soprattutto nelle regioni aride coltivate come la California e l’India. Ci sono però anche delle buone notizie: in diversi casi la tendenza si è invertita ed è anche merito dell’essere umano. Buoni esempi da imitare, sostengono gli autori dell’indagine. 

Lo sfruttamento delle acque sotterranee

Le acque sotterranee sono una risorsa preziosissima per il Pianeta e per la nostra sopravvivenza, ma lo sfruttamento umano e i cambiamenti ambientali e climatici di origine antropica le stanno mettendo a rischio. Basti pensare che circa il 70% delle riserve viene utilizzato per sostenere l’irrigazione dei campi coltivati – un ritmo che difficilmente riesce a bilanciarsi naturalmente, col rischio concreto di un progressivo svuotamento di questi serbatoi naturali con conseguenze che vanno dalla contaminazione delle falde con acqua marina allo sprofondamento (subsidenza) di aree continentali, alla secca dei fiumi

Ma come stanno davvero le falde acquifere della Terra? È la domanda a cui un team di scienziati della UC Santa Barbara ha cercato di rispondere. 

Dai pozzi e dai satelliti

Lo studio è davvero mastodontico. In tre anni gli scienziati hanno recuperato, pulito e ordinato i dati di monitoraggio dei livelli delle acque sotterranee degli ultimi decenni di 170mila pozzi. Non solo, per ricostruire i confini delle falde acquifere nelle regioni coinvolte nell’indagine (circa 40 Paesi, quelli per cui è stato possibile reperire abbastanza dati) hanno analizzato oltre 1.200 pubblicazioni e integrato con i dati satellitari del progetto Grace (Gravity Recovery and Climate Experiment). Con tutta questa mole di dati sono riusciti a valutare le tendenze nel livello delle acque sotterranee in 1.693 falde acquifere, realizzando l’analisi più completa ad oggi.

Dall’indagine è emerso che nella maggior parte delle falde acquifere considerate il livello dell’acqua è diminuito tra il XX e il XXI secolo e che, oltretutto, nel 30% il tasso di esaurimento ha subito un’accelerazione negli ultimi 40 anni. Le falde messe peggio sono quelle delle regioni coltivate con il clima più secco, perché richiedono più acqua per il mantenimento dell’attività agricola.

Buoni esempi

La situazione, comunque, non è compromessa ovunque allo stesso modo. Nel 20% dei sistemi acquiferi il declino ha rallentato e nel 16% la tendenza si è invertita, mentre in un 13% il livello delle acque sotterranee è aumentato in modo costante – un risultato che è frutto anche degli sforzi dell’essere umano. Il bacino di Bangkok in Thailandia, per esempio, è stato tutelato grazie a efficaci interventi di policy, che, attraverso l’introduzione di limiti stringenti, di tariffe e la richiesta di permessi per il prelievo di acque sotterranee, hanno ridotto la domanda.

Un altro esempio di intervento che ha permesso alla falda di rigenerarsi è quello messo in atto ad Albuquerque nell’ovest degli Stati Uniti, dove per soddisfare il fabbisogno di acqua si è fatto ricorso a bacini di superficie. Ancora, un terzo tipo di intervento è stato praticato nell’Avra Valley in Arizona: qui i livelli di acqua sotterranea sono stati rimpinguati appositamente dirottando l’acqua dal fiume Colorado, usando le falde come serbatoio naturale da usare in caso di necessità – una strategia che, riferiscono i ricercatori, porta vantaggi all’ecosistema e ha un rapporto costo-efficacia migliore dei serbatoi artificiali di superficie.

“L’esaurimento delle falde acquifere non è inevitabile”, ha commentato Scott Jasechko, che ha condotto lo studio, sottolineando che l’indagine costituisce uno strumento per capire meglio le dinamiche che coinvolgono le falde acquifere, compreso l’effetto dei cambiamenti climatici, fare previsioni su quali serbatoi si stanno esaurendo, sulla sicurezza delle acque e sviluppare strategie per tutelare questa inestimabile ricchezza sotterranea.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


Tagcloud:

L’evoluzione in atto: da smart cities a città collaborative

La mano pesante contro gli attivisti climatici