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Lemuri, pipistrelli, cavallucci marini: animali uccisi dalla superstizione

Tra i più sfortunati c’è l’aye aye, un singolare lemure notturno del Madascar. Ha un dito più lungo degli altri: stratagemma ingegnoso di Madre Natura, gli serve per procacciarsi larve e insetti. Eppure, sull’isola africana, c’è ancora chi è pronto a giurare che la sua presenza sia presagio di morte o malattia. E che quel dito possa addirittura uccidere chi ne sia indicato: anche per questo in alcuni villaggi la maledizione viene combattuta nel modo più brutale possibile: uccidendolo ed esponendolo su un palo. Quanto basta perché l’aye aye figuri oggi tra le 25 specie di primati più a rischio.

Aye aye (foto: Martin Harvey/WWF) 

Ma la scimmia è in buona compagnia, si fa per dire, nel lunghissimo elenco degli animali vittime di superstizioni o di antiche credenze, spesso fatalmente utilizzati per alimentare pratiche della medicina tradizionale, soprattutto in Oriente: dalla tigre, le cui ossa – macerate nell’alcol – avrebbero effetti benefici contro artrite e reumatismi al rinoceronte nero (ne restano appena 5 mila esemplari), al cui corno vengono attribuiti poteri anti-tumorali e anti-sbornia. Fino agli squali e alle loro pinne, cui vengono attribuiti poteri addirittura miracolosi (quanto basta per alimentarne la cattura). E ancora: i genitali essiccati del varano e la pelle dell’asino selvatico africano, il cavalluccio marino e il corallo, utile – secondo alcune culture – a “liberarsi del malocchio”.

Alla vigilia del World Wildlife Day, Wwf e Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) lanciano un campanello d’allarme: sono ancora decisamente troppi gli animali minacciati a tradizioni e superstizioni. Ne dà traccia il report “La sfortuna è farli estinguere” realizzato per la Giornata Anti Superstizione, che ricorrerà venerdì 17 maggio: un quadro inquietante, che mostra come ancora decisamente diffuse siano pratiche anacronistiche. Il 13% delle sostanze della medicina tradizionale cinese è, per esempio, di origine animale.

Un business che alimenta il traffico delle specie più a rischio e che ha portato sull’orlo dell’estinzione uno dei cetacei più piccoli al mondo, la vaquita, accidentalmente finito nelle reti a strascico dei pescatori di totoaba, un pesce molto ricercato per il suo utilizzo, per l’appunto, nella medicina tradizionale cinese. Così come il cavalluccio marino, che – essiccato – avrebbe poteri afrodisiaci. E poteri afrodisiaci deriverebbero anche dalla carne di balena, secondo antiche credenze giapponesi, dall’oloturia o cetriolo di mare (spesso venduto nei mercati dell’Estremo Oriente) e dai genitali delle povere iene, che originano amuleti e filtri in alcuni paesi dell’Africa.

L’anniversario

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03 Marzo 2024

Brutali molte delle pratiche che ancora sopravvivono, retaggio di tradizioni ancestrali: in Iran gli orsi della luna (Ursus thibetanus) il nome scientifico, imprigionati in piccole gabbie, subiscono l’estrazione della bile, ritenuta preziosa per la medicina locale, tramite cannule in metallo.

Giornata mondiale della natura selvatica

L’uomo è la bestia? Storia della convivenza quasi mai pacifica con la fauna selvatica

03 Marzo 2024

In Italia, per fortuna, la situazione è più incoraggiante, benché non manchino minacce, per esempio, alle anguille, specie in pericolo critico di estinzione e il cui sangue, in alcune regioni, è considerato – in una improbabile commistione con il vino, un rimedio contro l’ubriachezza.

Sottile, spesso impercettibile, la linea di demarcazione tra convinzioni scientifiche ed esoterismo: nella pietra del cobra e di altri serpenti, per esempio, in India si cerca la nagamani, una pietra da cui si ricaverebbe un talismano in grado di curare l’avvelenamento e di allontanare gli spiriti maligni. Ossa e denti di animali (scimmie, serpenti e topi) danno invece vita, in Africa, ai gris-gris, veri e propri talismani apotropaici.

Civetta (foto: Nicolò Razeto/WWF Italia) 

Superstizioni europee

Fortunatamente, non sono più attuali le convinzioni che portavano, fino al diciannovesimo secolo, a uccidere gli stambecchi per estrarne la “croce del cuore”, una cartilagine che si trova a sostegno del muscolo cardiaco e a cui venivano attribuite proprietà magiche. Né sembra sopravvivere la fatale credenza che uccidere il falco pecchiaiolo, decimato per decenni sullo Stretto di Messina, mettesse gli uomini al riparo dalle infedeltà coniugali.

Salute e ambiente

Covid, giù le mani dai pipistrelli. Gli esperti: “Basta alla caccia alle streghe”

19 Luglio 2021

Oggi, dunque, dalle nostre parti il “non è vero ma ci credo” porta, al più, i più “creduloni”a storcere il naso di fronte a gatti neri e civette, a lungo considerate malauguranti nell’immaginario collettivo. E male è andata ai pipistrelli, a più riprese: dapprima per il legame con la leggenda di Dracula e poi, assai più di recente, per lo stigma legato alla diffusione del Covid-19, che ha molto inciso sull’immagine pubblica dei chirotteri. Ma questa è un’altra storia. In larga parte superata, per fortuna


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