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Imparare la sostenibilità, un corso per tutti gli studenti (e le professioni)

Imparare la sostenibilità è possibile. La Scienza della Sostenibilità diventa ora materia di insegnamento in tutti i corsi di studio dell’università La Sapienza di Roma: 1.300 i primi iscritti. I presidi delle undici facoltà hanno spiegato agli studenti il filo rosso che lega il proprio ciclo di studi ai temi della sostenibilità, della tutela dell’ambiente e della transizione energetica. E se sembra chiaro perché sia importante studiare i cambiamenti climatici e i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile stabiliti dall’Onu da raggiungere entro il 2030 a chi è iscritto alla facoltà di Scienze Politiche o Sociologia, Economia e Architettura, Ingegneria o Fisica, meno immediato è il legame con altre materie.

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“Per la prima volta gli undici responsabili delle facoltà di La Sapienza faranno lezione nella stessa giornata – ha spiegato Livio De Santoli prorettore per le Politiche Energetiche e la Sostenibilità dell’ateneo romano – e sia chiaro che non si tratta di un corso da aggiungere semplicemente al piano di studi. Non può essere questo. Ma sarà trasversale perché la sostenibilità permea le nostre stesse vite, soprattutto delle nuove generazioni. Quella che sta partendo è infatti una grande operazione culturale. Per questo motivo, abbiamo deciso di aprire i corsi proposti su questi temi da ogni facoltà anche a chi non è iscritto a quel tipo di laurea. Vogliamo far capire alle studentesse e gli studenti che la sostenibilità, la tutela dell’ambiente e la transizione energetica sono questioni trasversali ad ogni tipo di studio e di professione”.

Perché uno studente di Ingegneria non può essere interessato ai risvolti sociologici della transizione energetica oppure uno studente di Storia voler approndire il tema delle smart cities o della mobilità alternativa?

Lo studio

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Così, oggi anche un futuro archeologo o laureato in lingue straniere deve tener conto dei cambiamenti climatici, chi ha scelto la facoltà di Filosofia dovrà capire le grandi trasformazioni sociali legate alla sostenibilità, lo stesso approccio vale per uno studente di Medicina o Psicologia. Studieranno temi come la mobilità e i trasporti sostenibili; la cura degli ecosistemi e della biodiversità; l’impatto del clima sugli aspetti socio-economici delle singole comunità; la gestione delle risorse, dei consumi e dei rifiuti; l’imprenditorialità e l’agricoltura sostenibile, l’alimentazione e le energie alternative. Ad evitare che i temi non si sovrappongano, ma si intrecciano sarà il comitato scientifico presieduto dal prorettore De Santoli in cui sono presenti anche rappresentanti degli studenti. Sempre il comitato scientifico ha deciso che il Corso sulla sostenibilità non è obbligatorio

E che i giovani siano pronti lo dimostra il fatto che oltre il 60% dei laureati che hanno inviato la propria tesi alla Fondazione Symbola che sta conducendo una ricerca proprio sul tema della formazione dei giovani su questi temi, ha spiegato di aver affrontato nel proprio corso di laurea almeno uno dei temi legati alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

    

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Un corso che vale 6 crediti

Il Corso di Sostenibilità è diviso in due moduli e varrà in totale 6 crediti: una generale, l’altra più specifica. La prima parte, considerata “di base”, sarà uguale per tutti gli iscritti e varrà 2 crediti formativi. Previsti poi due corsi (da 2 crediti l’uno) che terranno invece conto dei vari corsi di laurea e saranno diversi facoltà per facoltà. E qui c’è la novità introdotta dal comitato scientifico dell’ateneo romano. Si potrà scegliere se proseguire il Corso di sostenibilità seguendo il ciclo di studi della facoltà a cui si è iscritti, oppure, seguire quelli offerti in un altro dipartimento.

L’idea di fondo dell”iniziativa dell’università di Roma è quella di mettere al centro l’uomo e l’ambiente e far capire agli studenti che, cosa e come progettiamo oppure come studiamo e ci comportiamo non è indifferente per il futuro della Terra. “La sostenibilità e il cambiamento climatico riguardano tutti”, sottolinea ancora il professor De Santoli. Così come il corso sulle Scienze della sostenibilità partito ufficialmente ieri coinvolge tutti gli studenti. Sia gli iscritti ai corsi di laurea Triennale, sia alla Magistrale, che ai Master o Dottorati. La valutazione per ottenere i crediti avverrà attraverso test.

Le idee

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Realacci: “C’è una grande richiesta di competenze”

“Molte università si stanno muovendo verso la fomazione alla sostenibilità ambientale, ma il taglio dato al ciclo di studi dall’università di Roma, ossia unire le varie competenze, lo condivido pienamente – ha spiegato Ermete Realacci presidente della fondazione Symbola – Non sono mai stato favorevole a vedere la sostenibilità in aggiunta ma come legame: dobbiamo legare le competenze ad una visione nuova della realtà. Perché questi temi non sono solo importante per gli studenti di Economia o gli ingegneri, ma anche per chi segue studi umanistici. C’è una grande ricerca di competenze di qualità in ogni settore professionale, non solo in quello economico o prettamente tecnologico. Bisogna  incrociare molto i saperi. È il mondo del lavoro che lo richiede. Sappiamo che le aziende che hanno successo sono quelle che hanno imboccato la strada della sostenibilità. Che poi è la sintesi dei nostri tempi. La maggior parte degli occupati oggi hanno competenze anche legate alla sostenibilità. Bisogna sperimentare. Noi possiamo affrontarlo questa sfida a livello economico avremo una visione del futuro aperta”.

L’intervista

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Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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