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I sistemi di trasporto intelligente pronti al decollo

Its, ovvero intelligent transport system, è un acronimo oggi familiare solo agli addetti ai lavori, ma destinato a diventare di uso comune da qui a poco. Perché l’evoluzione della tecnologia sul fronte delle infrastrutture per gli spostamenti procede a ritmo spedito.

Le stime di mercato

Secondo uno studio di Berg Insight, società specializzata in ricerche di mercato in ambito IoT (internet of things), vale a dire gli oggetti di comunicare tra loro senza l’interazione dell’uomo, l’Its nell’ambito del trasporto pubblico europeo ha sviluppato un giro d’affari di 2,15 miliardi di euro nel 2022, ma è destinato a crescere al ritmo dell’8,8% annuo da qui al 2027.

Ingenti investimenti sono stati già pianificati per l’elettrificazione della flotta di trasporto pubblico, che richiederà soluzioni Its più sofisticate di oggi per funzionare senza intoppi. Inoltre, la crescente richiesta da parte dei viaggiatori di comodità e di informazioni accessibili in tempo reale contribuisce a spingere il mercato.

Il big made in Italy

Uno dei principali operatori internazionali nel settore è l’italiana Mundys, che tra le altre cose negli scorsi anni ha acquisito da Siemens la società Yunex Traffic, operatore globale specializzato nel settore. Così il gruppo romano ha rafforzato il proprio posizionamento nell’offerta di soluzioni per le smart city, che hanno nei software il cuore dell’innovazione, dai temi legati all’ottimizzazione del traffico a quelli relativi alla sicurezza.

Tra le sfide principali che il comparto dei trasporti si trova ad affrontare vi è infatti la capacità di creare connessioni tra treni, autostrade, vie cittadine, porti e aeroporti e le nuove forme di mobilità emergenti in modo che interagiscano tra loro offrendo varie opzioni, tra le quali poi il singolo utente sceglie la migliore in base alle necessità del momento.

Per raggiungere l’obiettivo è necessario che le stesse infrastrutture siano rese in grado di dialogare con veicoli e persone. In questa direzione, il legame tra ricerca accademica e aziendale si rivela decisivo per sperimentare nuove direzioni dell’innovazione.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


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