in

I nove motori della smart mobility

Tecnologie, cambiamenti sociali ed evoluzione normativa. È la convergenza di questi tre fattori a spingere la crescita della smart mobility, che consente di rispondere a una serie di bisogni attuali, dalla gestione del traffico alla sicurezza. Mundys, multinazionale italiana che attraverso le sue controllate gestisce aeroporti, servizi di mobilità urbana e interurbana, autostrade e infrastrutture ha realizzato in collaborazione con Oliver Wyman (consulenza strategica) uno studio sull’evoluzione della mobilità sostenibile, confluito nel white paper “Fast-tracking the Mobility Revolution”.

L’ecosistema della mobilità

L’analisi identifica nove megatrend che impatteranno sull’evoluzione futura dell’ecosistema della mobilità. Molte tendenze sono legate a tecnologie emergenti che potrebbero fornire nuove soluzioni di mobilità, come le tecnologie basate sullo spazio. Altre, invece, hanno a che fare con il miglior utilizzo dello spazio urbano e dell’esperienza dei clienti, nonché con il supporto alla transizione verso un accesso alla mobilità più sostenibile ed equo.

I motori evolutivi identificati sono:

1. Urbanizzazione

2. Servizi digitali di mobilità

3. Veicoli connessi e autonomi

4. Dispositivi e infrastrutture smart

5. Tech transfer dal settore difesa a quello civile

6. Tecnologie space-based

7. Regolamentazioni orientate alla sostenibilità

8. Energia e carburanti sostenibili

9. Intelligenza artificiale

In un contesto così dinamico, spiegano gli analisti, la sfida per i player del settore è focalizzarsi sulle opportunità più attrattive. Gli ambiti da considerare per accelerare la transizione verso la mobilità del futuro sono le soluzioni multimodali e le partership pubblico-privato.

Convergenza verso soluzioni multimodali

Le industrie sembrano convergere progressivamente su soluzioni multimodali per soddisfare le complesse esigenze dei clienti. Ma quello che una volta era esclusivamente il dominio degli operatori del trasporto puro, si è ora aperto a player di diversi settori, con la capacità di sfruttare il loro know-how tecnologico e le relazioni con i consumatori della mobilità.

Per i player della mobilità, la chiave è guardare oltre i servizi di trasporto tradizionali e integrarli con una gamma più ampia di soluzioni. Ad esempio, nel contesto di un forte calo di acquisto delle auto, le case produttrici avranno bisogno di combinare le competenze di una società tecnologica, con quelle di una società del settore dell’energia e di una società di servizi, così da poter fornire ai consumatori un’offerta alternativa alla semplice proprietà del veicolo. Pertanto, gli stakeholder dovrebbero cercare di identificare sinergie e opportunità di collaborazione tra diversi settori. Questo approccio collaborativo consentirebbe il pooling di risorse, competenze e innovazione, portando a soluzioni più efficienti e sostenibili in risposta alle esigenze dei clienti in continua evoluzione.

Il ruolo del pubblico

Il finanziamento pubblico è importante — come, ad esempio, il Recovery Fund dell’Unione Europea, che ha stanziato circa 20 miliardi per stimolare le vendite dei veicoli elettrici — ma non è sufficiente da solo. Anche le aziende rivestono un ruolo cruciale per supportare la mobilità sul mercato, guidando il percorso di innovazione e introducendo nuove tecnologie. Le partnership pubblico-privato sono emerse come uno strumento prezioso per colmare il divario tra finanziamento pubblico ed expertise del settore privato, favorendo la collaborazione e accelerando il progresso.

Per garantire una trasformazione di successo della mobilità, sono necessari piani di allocazione del rischio e supporto all’innovazione, sfruttando anche soluzioni di blended finance e altri strumenti finanziari innovativi. La blended finance, ovvero l’uso strategico di fondi pubblici per attrarre investitori privati riducendo la loro esposizione al rischio, è particolarmente impattante, poiché consente ad investitori con diverse tolleranze al rischio di partecipare allo stesso progetto. Lavorando insieme, istituzioni e aziende private possono creare un ecosistema di mobilità accessibile, rispettoso dell’ambiente e capace di soddisfare le esigenze di una società in evoluzione.

In definitiva, corrette politiche sistemiche che incoraggino la carbon neutrality, la resilienza e la sicurezza energetica — a tutti i livelli — sono urgenti per promuovere l’innovazione, la competitività e per sbloccare le opportunità di mercato. La politica sistemica può armonizzare gli standard, promuovere l’interoperabilità e facilitare l’integrazione di diversi modi di trasporto tra giurisdizioni. Oltre a incoraggiare la collaborazione e la condivisione di conoscenze tra tutti i portatori di interessi.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/ambiente/rss2.0.xml


Tagcloud:

L’inquinamento da palle da tennis è un problema, ma c’è chi lavora per risolverlo

Norvegia, rilevate radiazioni nucleari: di che cosa si tratta