Giugno 2024

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consigliato per te

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    Sassi e conchiglie vanno lasciati in spiaggia, altrimenti si mettono a richio le coste

    La legge – nella fattispecie il Codice della navigazione, all’articolo 1162 – lo dice chiaro e tondo: chiunque asporta conchiglie, sabbia e sassi dalla spiaggia compie un illecito punito con una sanzione amministrativa che può arrivare fino a 9.296 euro. E ora lo ribadiscono anche gli scienziati: ultimi, solo in ordine di tempo, due esperti […] LEGGI TUTTO

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    Hawaii, 13 adolescenti impongono al governo la decarbonizzazione dei trasporti

    C’è una nuova onda da cavalcare alle Hawaii ed è decisamente verde. In quello che è già stato definito come un “accordo storico”, il governo ha stretto un’intesa con un gruppo di giovanissimi querelanti e annunciato un nuovo percorso, con vincoli, che porterà le Hawaii a decarbonizzare il proprio sistema di trasporti entro il 2045. Per capire l’importanza di questa intesa bisogna partire dalla causa intentata da un gruppo di 13 giovanissimi, tutti tra i 9 e i 18 anni al momento della presentazione del caso. I teenager del clima chiedevano un cambio di rotta netto da parte dello Stato sostenendo che stava violando il diritto garantito dalla Costituzione delle Hawaii a crescere e “vivere in un ambiente salubre”  e dove lo Stato, per Costituzione, deve “conservare e proteggere la bellezza naturale delle Hawaii e tutte le risorse naturali”. In particolare l’attenzione dei giovanissimi era rivolta al settore dei trasporti e all’intenzione di ulteriori piani per ampliare la rete autostradale anziché concentrarsi sulle innovazioni elettriche e sulle energie rinnovabili.

     Così nel giugno 2022 è nata la causa, che tira in ballo lo Stato,  ex governatori e il dipartimento trasporti, facendo appello appunto alla Costituzione. L’azione legale è stata chiamata “Navahine”, proprio come uno dei ragazzi querelanti, in questo caso un sedicenne la cui famiglia coltiva da generazioni la terra di un angolo delle Hawaii ma che per via di siccità, inondazioni e innalzamento del livello del mare ha visto impatti immediati sui raccolti. “Vedere gli effetti e il modo in cui stavamo lottando per guadagnare soldi per la nostra fattoria, mi ha spinto verso questa causa” ha spiegato Navahine. Così i giovani hawaiani si sono uniti per chiedere al governo di dare priorità, per esempio, all’elettrificazione dei trasporti pubblici o a promuovere gli spostamenti a piedi e in bicicletta e mettere un freno  ai “livelli insostenibili di emissioni di gas serra”. Per Lucina, 17 anni, la causa era un modo “per avere speranza”, perché “per molti di noi è quasi tutta la vita che vediamo le nostre spiagge sprofondare e le nostre barriere coralline scomparire”.

    Il caso

    “La salvaguardia del clima è un diritto umano”: storica sentenza a Strasburgo, vincono le “signore dell’ambiente”

    di Giacomo Talignani

    09 Aprile 2024

    Nelle ultime ore il governo delle Hawaii ha accettato una intesa con i ricorrenti e il governatore dem Josh Green ha annunciato un accordo rivoluzionario, di fatto il primo caso climatico condotto da giovani che invocano zero emissioni nei trasporti. Ora le Hawaii agiranno per decarbonizzare il proprio sistema di trasporti entro il 2045. “Stiamo affrontando gli impatti del cambiamento climatico oggi e, inutile dirlo, questa è una priorità perché ora sappiamo che il cambiamento climatico è qui. Non è qualcosa che consideriamo in modo astratto in futuro” ha spiegato Green. Nell’accordo le Hawaii si impegnano a sviluppare una tabella di marcia per raggiungere emissioni zero per i suoi sistemi di trasporto aerei, via terra e marittimi, entro il 2045, anno in cui lo stesso stato puntava già da tempo a diventare carbon neutral. In più il patto prevede la creazione di un consiglio giovanile volontario per consigliare il dipartimento dei Trasporti, settore che dedicherà circa 40 milioni di dollari all’espansione della rete pubblica di ricarica dei veicoli elettrici entro il 2030.

    Secondo Leinala Ley, avvocato dei giovani attivisti di Earthjustice, “l’accordo dà alle Hawaii una spinta nella corsa contro il disastro climatico e offre un modello di migliori pratiche che anche altre giurisdizioni possono implementare”. Nonostante una serie importante di impegni climatici finora gli sforzi delle Hawaii sono stati giudicati insufficienti in determinati settori, tanto che tra il 2020 e il 2021 le emissioni di carbonio sono aumentate di oltre il 16%. Anche a partire da queste cifre i giudici della corte hanno preso sul serio, a differenza di altre climate litigation (cause sul clima) negli Usa, la richiesta da parte dei giovani e dopo un lungo tira e molla  si è arrivati all’intesa. Proprio la natura cooperativa dell’accordo legale, che vede ora governo e adolescenti impegnati a cavalcare la stessa onda, viene vista dagli esperti di cause climatiche come un significativo passo avanti, un modo per unire e spingere “una comunità insulare come le Hawaii, in cui le persone sono sulla stessa barca insieme” ad andare nella giusta direzione per il futuro. LEGGI TUTTO

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    Cents, la startup che grazie all’AI genera impatto sociale e ambientale con le transazioni

    Quasi 9 italiani su 10 sono più propensi ad acquistare da aziende che generano un impatto positivo. In Italia e in Europa inizia ad essere sempre più centrale nelle strategie organizzative delle aziende l’adozione di una Purpose, la ragione fondamentale da porre alla base dell’esistenza stessa di un’azienda, che ne orienta le scelte, facendo emergere, allo stesso tempo, una visione più ampia rispetto all’impatto generato dell’attività aziendale sulle persone e sul mondo.Le statistiche, in questo senso, parlano chiaro, rendendo conto di un boost performativo in tutte le realtà con un approccio Purpose-Driven. L’80% dei clienti europei, infatti, si dice più propenso ad acquistare da aziende e marchi che generano impatto positivo, sostenendo cause importanti, in Italia la percentuale sale addirittura all’87%. Un report di Deloitte & Forbes rivela un aumento del 64% nella retention e nella soddisfazione dei talenti e dei dipendenti in aziende impegnate da un punto di vista sociale e ambientale. Lo studio “Accelerating sustainable and inclusive growth for all”, condotto da McKinsey & Co., afferma una crescita potenziale del 56% per prodotti e servizi con indicazioni ESG. 

    Inoltre, secondo il Nonprofit tech for good Report, le nuove generazioni sono sempre più attente, nel quotidiano, alle tematiche di responsabilità sociale e sostenibilità ambientale e questo si riflette nel modo in cui donano e si approcciano al terzo settore: Il 58% dei donatori ora preferisce fare donazioni online tramite piattaforme digitali, mentre il 35% utilizza i dispositivi mobili per le donazioni, un trend in crescita soprattutto tra le generazioni più giovani. Un altro aspetto importante è la trasparenza: l’85% dei donatori vuole sapere in che modo viene utilizzato il denaro donato e il 78% preferisce fare donazioni a organizzazioni che forniscono report dettagliati sull’impatto dei loro contributi.Uno scenario quello appena descritto che mostra come sia in atto un grande processo di transizione verso pratiche d’impresa e stili di vita più attenti e responsabili, sia per le persone che per il pianeta. 

    Cents, un ecosistema di cause ad alto impatto sociale e ambientale

    Proprio per accelerare il più possibile questa transizione, con l’obiettivo di massimizzare l’impatto positivo generato da aziende, enti del Terzo Settore e comunità, nasce Cents, startup fintech innovativa che si occupa di corporate- e crowd- fundraising, ossia  raccolta fondi da aziende e persone in supporto delle realtà del settore non profit. Proprietaria di una piattaforma che racchiude un ecosistema di Cause ad alto impatto sociale e ambientale, Cents facilita, in maniera immediata, tracciabile e rendicontabile, donazioni a scopo benefico attraverso i pagamenti e le transazioni su prodotti e servizi, sia digitali sia fisici. 

    La mission di Cents è sviluppare tecnologie innovative per spingere il cambiamento positivo a livello globale e unificare le attività quotidiane di aziende e milioni di persone in uno scopo condiviso, incorporando la generazione di impatto sociale e ambientale ovunque vi sia una transazione. 

    Fondata nel 2021 a Perugia, da Riccardo Valobra e Alessio Mazzalupi, allora studenti dell’università Bocconi, Cents è diventata operativa a partire da dicembre 2023, quando ha chiuso un round di investimento pre-seed da 1,15 milioni di euro, avendo la possibilità di potenziare lo sviluppo della propria tecnologia e di ampliare il team interno con l’innesto di figure manageriali giovani (tutte under 35) e ambiziose. Fondamentale alla chiusura positiva del round è stato l’ingresso come Co-founder e CTO di Claudio Cardinale. 

    L’attivazione di donazioni a impatto sociale e ambientale

    Attraverso una piattaforma di donazioni end-to-end, la prima in Europa basata su un modello Impact-as-a-Service (IAAS), Cents permette l’attivazione di donazioni a impatto sociale e ambientale, andando a connettere le aziende e i brand (insieme con le loro comunità). tra cui e/q-commerce, banche, istituti di credito e finanziari, payment system providers, ecc.. con una vasta rete di organizzazioni non profit (più di 60, nazionali e internazionali), semplificando l’identificazione e la selezione delle Cause, insieme alla simultanea verifica e rendicontazione dei processi di raccolta fondi (così da garantire totale trasparenza) e fornendo dati chiave sull’impatto generato per il Bilancio di Sostenibilità di Società Benefit, B-Corp (anche in fase di certificazione), ma anche Società quotate o a emissione informativa volontaria. 

    Le organizzazioni non profit, dall’altra parte, possono utilizzare Cents per aumentare i volumi di raccolta fondi, raggiungendo e fidelizzando sempre più donatori attraverso canali digitali e fisici alternativi. 

    Oggi la piattaforma raccoglie circa 180 progetti a impatto sociale e ambientale, inglobando l’attività di oltre 60 enti del terzo settore, tra cui figurano operatori nazionali e internazionali come Save the Children, Oxfam, World Food Program, Trees.org, Telethon, ma anche realtà più piccole posizionate con le loro attività a livello locale – tra queste The Black Bag, Fondo Forestale Italiano e tantissimi altri.La piattaforma sfrutta, inoltre, un complesso motore di intelligenza artificiale, basato su un modello machine learning prodotto in-house, per rivoluzionare l’esperienza di donazione, rendendola “donor centric”. Attraverso un sistema di raccomandazione  (‘Cause Recommendation System’)  basato sui behavioural data degli utenti, si punta a far sì che chi dona lo faccia supportando Cause e progetti in linea con i propri valori, interessi e disponibilità economiche – in modo tale da massimizzare sia la soddisfazione della persona al compimento dell’atto benefico, sia l’impatto complessivo delle donazioni. 

    La piattaforma personalizza le esperienze di donazione

    La tecnologia di Cents, una volta identificate insieme al partner le cause da sostenere, (scelte in linea ai valori e la mission aziendali), permette la creazione di esperienze di donazione personalizzate, andandosi a integrare senza soluzione di continuità ovunque sia presente una transazione e non solo, prevedendo vari scenari e casi d’uso. 

    “Alla costruzione dell’esperienza di donazione” – raccontano a Green&Blue i founder – “affianchiamo anche il supporto, attraverso il nostro team di esperti, nella comunicazione delle iniziative sia lato corporativo, sia sulle attivazioni di marketing etico, oltre a portare avanti attività di engagement sulle comunità (clienti e dipendenti)”.

    La startup fornisce alle aziende dati di performance  ESG

    Insieme all’attivazione dell’integrazione e prima di mettere a disposizione la rete degli enti non profit, Cents si occupa di tutto il processo di onboarding delle organizzazioni, certificandone l’attività attraverso una rigorosa due-diligence.

    “Oltre alla verifica dei flussi di donazione che permette di tracciare i fondi dalla prima immissione fino all’effettiva allocazione a livello di progetto” – proseguono i founder di Cents –   “forniamo alle aziende (di conseguenza alle community) dati sull’impatto generato e indicatori di performance ESG in linea con i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) definiti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, uniformati anche con i requisiti stabiliti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)”. 

    Cents, quindi, si rivolge con la propria soluzione software end-to-end alle aziende che vogliono generare impatto positivo in maniera trasparente sulle comunità, rendendo immediato, tracciabile e rendicontabile l’accesso alle pratiche di responsabilità sociale e di sostenibilità ambientale, ma anche ai framework di rendicontazione ESG. Allo stesso tempo, si rivolge alle organizzazioni che operano nel terzo settore, aumentandone la visibilità, la raccolta fondi e l’impatto ottenuto, permettendo loro di raggiungere e ingaggiare milioni di nuovi donatori. 

    Al momento Cents è concentrata sui processi di validazione, continuando a sviluppare l’infrastruttura della piattaforma e proseguendo nel processo di onboarding di nuove organizzazioni. L’obiettivo ulteriore è quello di aumentare i flussi e i volumi delle donazioni, attivando sempre più partnership trasformative in Italia, puntando all’Europa. LEGGI TUTTO

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    Spatifillo (giglio della pace): cura, quando rinvasare, concime e innaffiatura

    Lo spatifillo: l’origine e il significato

    Lo spatifillo, noto anche come giglio della pace o fiore di luna, è una pianta erbacea originaria in particolare del Centro America, sebbene alcune specie provengano anche dal Sud America. Lo spatifillo ha un significato molto particolare, che secondo le ipotesi più comuni deriva dall’aspetto dei fiori. Da una parte, il bianco trasmette delicatezza, purezza e candore. Dall’altra, lo spadice giallo richiama appunto una spada, cioè il desiderio di difendere una persona speciale.

    La fioritura dello spatifillo

    Lo spatifillo fiorisce su tutto l’arco della stagione vegetativa, dalla primavera all’autunno. Il suo fiore è contraddistinto da uno spadice giallo e da una spata bianca. La pianta può fiorire in modo ottimale quando la temperatura dell’ambiente è compresa tra i 19 e i 25 gradi.

    Quando rinvasare e potare lo spatifillo?

    Lo spatifillo dev’essere rinvasato all’inizio della stagione vegetativa, cioè nel primo periodo primaverile. Per rinvasare, possiamo scegliere un contenitore che sia di circa 2 dita più grande di quello che andiamo a sostituire. Il terriccio ideale è un mix tra torba, corteccia e un po’ di sabbia: dovrebbe essere leggermente acido e, caratteristica molto importante, anche drenante. Una volta giunta a maturità, la pianta non dev’essere più rinvasata: all’inizio di ogni stagione, possiamo invece sostituire un paio di centimetri di terriccio superficiale. Lo spatifillo non richiede alcuna potatura: è però importante eliminare tempestivamente le foglie ormai secche.

    Perché lo spatifillo ha le foglie gialle?

    Quando lo spatifillo ha le foglie gialle la causa va ricercata solitamente in una concimazione non ottimale della pianta. Un’altra causa frequente dell’ingiallimento delle nuove foglie è da ricercare nello spazio ridotto a disposizione nel vaso: la pianta stenta quindi a vegetare. Ricordiamoci quindi di sostituire per tempo il vaso divenuto troppo piccolo o, rispettivamente, di non far mancare il nutrimento alla pianta durante il periodo vegetativo.

    Lo spatifillo e troppa acqua: che cosa succede?

    Soprattutto nel caso in cui il terreno sia già infetto, quando lo spatifillo riceve troppa acqua può fare i conti con due problematiche: la presenza della phytophthora sulle foglie, oppure, il fungo cylindrocladium sul colletto e le radici. Nel primo caso, si manifestano delle piccole macchie superficiali trasparenti, che crescendo diventano nere. Anche nel secondo caso si nota la presenza di macchie sulle foglie, ma in particolare, si verifica il temuto marciume radicale.

    La corretta annaffiatura dello spatifillo

    Ricordiamoci di mantenere costantemente umido il terreno durante il periodo estivo, senza comunque renderlo fradicio. Possiamo anche assicurare il giusto livello di umidità gradita dalla pianta nebulizzando sulla stessa dell’acqua. In alternativa, possiamo mantenere un dito di acqua nel sottovaso, a patto però di porre della vermiculite o dei sassolini per evitare che il fondo del vaso rimanga immerso. Durante il periodo invernale, possiamo mantenere sempre una certa umidità superficiale del terreno, riducendo comunque le innaffiature.

    Qual è la concimazione indicata per lo spatifillo?

    Per sostenerne la crescita, preoccupiamoci di assicurare la corretta concimazione allo spatifillo su tutto l’arco della stagione vegetativa, cioè nel periodo compreso tra la primavera e l’autunno. A questo scopo, possiamo usare un fertilizzante che contenga (in quantità leggermente superiore agli altri ingredienti) potassio, seguito da azoto, fosforo e gli altri minerali comunemente presenti. Si possono prevedere due concimazioni al mese. Durante il periodo invernale, la concimazione dello spatifillo va sospesa.

    Quali sono le avversità che colpiscono lo spatifillo?

    Sebbene sia una pianta in grado di adattarsi a condizioni non ottimali di luminosità, oppure, abbastanza tollerante nei confronti degli errori di coltivazione dei neofiti, anche lo spatifillo può essere colpito da alcune avversità. Ad esempio, un’irrigazione insufficiente è spesso la causa dell’appassimento delle sue vigorose e brillanti foglie. La pianta può essere anche infestata da pidocchi e acari, soprattutto a causa dell’umidità insufficiente. In questo caso, la soluzione è un trattamento con un antiparassitario naturale.

    Lo spatifillo e la luce: qual è l’esposizione ideale?

    Per ottenere la miglior vegetazione possibile, lo spatifillo dev’essere coltivato in ambienti ben luminosi: tuttavia, è importante che la pianta non sia esposta alla luce diretta del sole. Può anche sopportare il ricovero in stanze in penombra, sebbene in questo caso la fioritura e la crescita siano limitate. Nel nostro paese, la pianta dev’essere coltivata in vaso e principalmente mantenuta in ambienti interni, giacché predilige temperature minime attorno ai 13 gradi. Solo nel periodo estivo, avendo l’accortezza di sistemare il vaso in zone ombreggiate, è possibile tenere lo spatifillo all’aperto. Infine, ricordiamoci che la pianta non tollera le correnti d’aria. LEGGI TUTTO

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    Emissioni, 12 Paesi Ue non raggiungeranno gli obiettivi del 2030: Italia e Germania i peggiori

    L’azione degli stati membri dell’Ue per mitigare le emissioni climalteranti non è sufficiente a conseguire gli obiettivi dell’Unione Europea in materia di protezione del clima e l’Italia è tra i Paesi con i risultati peggiori. E’ quanto emerge dall’ultimo studio di Transport&Environment, l’organizzazione ambientalista indipendente europea. Senza un’azione immediata, dodici Paesi dell’Ue non conseguiranno gli obiettivi climatici nazionali previsti dall’Effort Sharing Regulation (Esr), mentre altri sette rischiano di non raggiungere la piena compliance – rivela l’analisi – Germania e Italia sono i due Paesi con i risultati peggiori in termini assoluti, mentre la Francia raggiungerà l’obiettivo ma con un margine molto stretto, tanto che qualsiasi passo indietro nelle politiche, o un inverno molto freddo che spinga ad aumentare il consumo di energia, potrebbero mettere a rischio il conseguimento dei suoi obiettivi.

    “C’è ancora tempo per correggere le politiche governative e raggiungere gli obiettivi al 2030 – commenta T&E – ma serve maggiore impegno”. Lo studio presentato oggi evidenzia come Germania e Italia mancheranno i loro obiettivi climatici con uno scarto sostanziale (rispettivamente 10 e 7,7 punti percentuali). Di conseguenza, potrebbero consumare tutto il surplus di crediti disponibili per gli altri Paesi. La Germania da sola avrà bisogno del 70% dei crediti disponibili. Gli altri Paesi non conformi con gli obiettivi di riduzione delle emissioni si ritroveranno senza crediti da acquistare. Una situazione, questa, che potrebbe dare adito a contenziosi legali. Sempre secondo lo studio, l’Italia potrebbe pagare 15,5 mld di euro.Se le quote dovessero essere scambiate a 129 euro (il prezzo del carbonio previsto da Bloomberg nei settori Ets al 2030), l’Italia, con un deficit di 120 milioni di crediti, dovrà pagare 15,5 miliardi di euro ai Paesi che avranno accumulato crediti di emissione. La Germania potrebbe fare anche peggio, accumulando un debito di 16,2 miliardi. Ma i due Paesi possono ancora raggiungere i loro obiettivi, implementando nuove misure per aumentare la diffusione di veicoli elettrici, aumentare l’efficienza nel settore residenziale e altro ancora. I Paesi che non raggiungono gli obiettivi possono acquistare crediti da quelli che li raggiungono. Il prezzo dei crediti viene deciso bilateralmente tra i Paesi. Ma T&E avverte che, senza un’azione immediata, ci sarà una scarsità di crediti, dovuta al fatto che saranno troppi i Paesi che falliranno nel ridurre le loro emissioni in linea con i target assegnati su base nazionale. Questo potrebbe portare, nel 2030, a un’asta al rialzo per i crediti, con conseguente aumento dei prezzi.

    Mobilità

    Auto elettrica, l’Italia e l’Europa sono indietro. I produttori scelgno gli Usa (e i loro sussidi)

    di Pasquale Raicaldo

    07 Giugno 2024

    Andrea Boraschi, direttore dell’ufficio italiano di T&E, spiega: “L’ammontare delle sanzioni che i Paesi potrebbero dover pagare nel 2030 è impressionante. Gli stati membri si trovano di fronte a una scelta chiara: pagare miliardi per il loro debito di carbonio o implementare nuove politiche, che migliorino la vita dei loro cittadini e li proteggano dalle conseguenze del cambiamento climatico. Ci sono ancora sei anni per correggere la rotta. Chiediamo alla nuova Commissione di riunire un gruppo d’azione, in cui vengano proposte misure come gli obiettivi di elettrificazione a livello europeo per le auto aziendali e in cui i Paesi ritardatari ricevano le indicazioni necessarie”.

    I Paesi che secondo lo studio di T&E stanno ottenendo i migliori risultati in termini assoluti, quindi con il maggior surplus di crediti, sono la Spagna, la Grecia e la Polonia. La Spagna potrebbe superare di 7 punti percentuali il suo obiettivo per il 2030. Se così fosse, il governo spagnolo, scambiando i suoi crediti di emissione, riceverebbe 10 miliardi circa dai Paesi che non sono in regola. I piani presentati da Francia, Paesi Bassi e Belgio sono appena sufficienti per raggiungere il loro obiettivo, ma qualsiasi passo indietro nelle politiche rischierebbe di far arretrare anche questi stati tra quelli inadempienti, avverte T&E. “La cosa più preoccupante che emerge dalla nostra analisi – ha concluso Boraschi – è che la Germania e l’Italia si accingono a divorare tutti i crediti disponibili nell’Ue. Questo avrà ricadute economiche molto concrete; per l’Italia sarebbe un colpo durissimo, vista la precarietà delle nostre finanze e l’enorme debito pubblico”.

    Secondo T&E, il Pniec (Piano Nazionale per l’Energia e il Clima) italiano, rispetto alla prima formulazione presentata alla Commissione, ha bisogno di radicali revisioni e in particolare di politiche stabili per accelerare l’elettrificazione dei trasporti su strada, a partire dalle auto aziendali; di un meccanismo di credito per l’elettricità rinnovabile nei trasporti; di un taglio radicale ai 22,5 miliardi di euro di sussidi ambientalmente dannosi, che l’Italia ancora elargisce alterando i prezzi di mercato a favore delle tecnologie fossili. In base all’Esr, gli stati membri devono raggiungere gli obiettivi climatici per cinque settori chiave: trasporti stradali, edifici, piccola industria, rifiuti e agricoltura. Gli obiettivi sono stati definiti in base al Pil del Paese, con i Paesi più ricchi che devono raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni più elevati. L’obiettivo generale per l’Ue è di -40% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 2005) in tutti e cinque i settori. I Paesi devono presentare i Piani Nazionali per l’Energia e il Clima che illustrano come intendono raggiungere l’obiettivo entro il 30 giugno. T&E ha analizzato le bozze dei Pniec e le proiezioni più recenti per calcolare le riduzioni potenziali delle emissioni di tutti i 27 Paesi dell’Ue. Aggregando i piani nazionali presentati dai Paesi, si prevede che le emissioni nei settori Esr diminuiranno solo del 35,5% nel 2030 (rispetto al 2005). Si tratta di 4,5 punti percentuali in meno rispetto all’obiettivo Ue del -40%. LEGGI TUTTO

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    Maggio è stato il più caldo mai registrato, la conferma della Nasa

    In alcune regioni d’Italia il mese di maggio è stato più “clemente” dal punto di vista delle temperature rispetto a quanto registrato nel 2023. Lo stesso, però, non si può dire per l’intero stivale e, più in generale, per le temperature rilevate a livello globale: secondo un report della Nasa, infatti, anche maggio è stato “il maggio” più caldo mai registrato. E così si conclude un intero anno da record, dato che tutti i 12 mesi passati, a partire da giugno 2023, sono stati rispettivamente i più caldi dalla fine del 1800, quando abbiamo iniziato a tenere traccia di questo parametro.

    Crisi climatica

    Caldo e afa anche di notte: in arrivo ondate di calore nel Mediterraneo e negli States

    di Giacomo Talignani

    18 Giugno 2024

    Si tratta in realtà della conferma di un trend che si sta già verificando da tempo: secondo le misurazioni della NASA, infatti, il 2023 è stato il decimo anno consecutivo a battere i record di temperature dalla fine del 1800. “Stiamo vivendo più giorni caldi, più mesi caldi, più anni caldi”, spiega Kate Calvin, chief scientist e senior climate advisor della NASA, e le cause sono chiare: “Sappiamo che questi aumenti nella temperatura sono causati dalle nostre emissioni di gas serra e stanno avendo un impatto sulle persone e sugli ecosistemi di tutto il mondo”, prosegue l’esperta.

    Gli scienziati della NASA raccolgono i dati sulle temperature attraverso decine di migliaia di stazioni meteorologiche presenti sulla terraferma e migliaia di strumenti posizionati su navi o boe che galleggiano sulla superficie di mari e oceani. Stando a questi rilevamenti e alle successive analisi dei dati grezzi così raccolti, la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi ha superato di circa 1,3°C di quella relativa al periodo 1951-1980.

    Clima

    L’80% della popolazione mondiale è esposta a ondate di calore per almeno un mese all’anno

    di Giacomo Talignani

    30 Maggio 2024

    Il fenomeno climatico noto come El Niño ha parzialmente contribuito ad innalzare le temperature medie globali dei mesi passati. Si tratta di un fenomeno ciclico che si verifica in media ogni 2-7 anni alternandosi con la sua controparte, La Niña. La periodica successione di questi due fenomeni è nota come El Niño-Southern Oscillation, o ENSO. El Niño causa il riscaldamento delle acque superficiali di alcune zone dell’Oceano Pacifico e durante i mesi dominati dalla sua presenza si registrano tipicamente temperature medie più elevate rispetto a quelle che caratterizzano i mesi in cui si verifica La Niña. L’ultimo El Niño ha avuto inizio fra maggio e giugno del 2023 e ha raggiunto il suo massimo nel mese di dicembre. Secondo la World Meteorological Organization (WMO) delle Nazioni Unite, si è trattato di uno dei cinque più intensi mai registrati. Attualmente ci troviamo nella condizione “ENSO-neutrale” e gli scienziati della statunitense NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) stimano che La Niña avrà inizio fra luglio e settembre di quest’anno con una probabilità pari al 65%.

    Il focus

    Le alte temperature modificano il linguaggio della politica

    di redazione Green&Blue

    14 Giugno 2024

    Questo potrebbe contribuire in parte a ridurre le temperature medie globali nei prossimi mesi, ma gli esperti si affrettano a sottolineare che La Niña non sarà certo una soluzione al fenomeno del cambiamento climatico attualmente in corso: “Il clima continuerà ad essere più estremo a causa del calore e dell’umidità in eccesso nell’atmosfera”, conclude Ko Barrett, vice-segretario generale della WMO: “La fine di El Niño non significa una pausa nel cambiamento climatico a lungo termine, poiché il nostro pianeta continuerà a riscaldarsi a causa dei gas a effetto serra”. LEGGI TUTTO

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    Dal vombato a passeggio al sussurratore di vini: i lavori green per rilanciare un turismo che rispetti ambiente e salute

    Scaldate i piedi e sfoderate il sorriso, se volete candidarvi per uno dei lavori più strani del mondo: il passeggiatore di vombato. Non dovesse fare per voi, ci sono molte altre alternative possibili: potreste pensare a diventare “cercatori di stelle”, oppure semplicemente a cimentarvi come  “sussurratori del vino”. La Tasmania ha appena lanciato una iniziativa basata sugli odd works (lavori strani) per rilanciare contemporaneamente il turismo invernale, la cura dell’ambiente e anche per offrire esperienze che rappresentano “l’antitesi della routine quotidiana”.Il programma fa parte di un percorso per tentare di rilanciare il turismo durante la stagione invernale, quando le temperature si abbassano (tra i 3 e gli 11 gradi in media) e allo stesso tempo per garantire continuità a molte attività spesso correlate con animali e ambiente. 

    I temi

    La crisi climatica cambierà il nostro modo di viaggiare

    di Cristina Nadotti

    21 Ottobre 2023

    In realtà, precisa l’ente Tourism Tasmania, il lavoro non verrà ricompensato in denaro ma attraverso il pagamento dei voli aerei e dell’alloggio, oltre che del vitto, a seconda dei mestieri per cui ci si candida. A poter usufruire dell’offerta saranno per lo più persone adulte, come per esempio molti ragazzi italiani emigrati, che vivono in Australia: lo scopo è infatti attirare più viaggiatori possibili dall’Oceania. LEGGI TUTTO